Recensioni di Shinra

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Chewing gum - 15/02/12, ore 23:53
Capitolo 1: Di cosa hai paura?
Di questa storia mi piace la presenza di Marco, avvolto dalle tenebre che lo rendono qualcosa di incerto, un'illusione forse, fino a quel tocco... Mi piace molto anche l'innocenza e la semplicità: un amuleto per scacciare la paura, un amico trovato nell'ombra (un piccolo e grazioso paradosso) che ti aiuti a superare un momento difficile, proprio quando quelle stesse tenebre ti avvolgono, ed è proprio lì che sboccia quel sentimento così dolce. Sono concetti semplici, ma profondi, che se non si guarda bene neanche si notano. Mi sarebbe piaciuto che Marco fosse una sorta di magia, metafora che le tenebre non sono cattive, anche se fanno paura.
Recensione alla storia Ci fu una volta, nella notte, una luce... - 15/02/12, ore 23:39
Capitolo 1: Ci fu una volta, nella notte, una luce...
Sembra veramente una favola. L'ambientazione è carina e alternativa: un futuro in cui la magia del Circo è svanita poiché è svanita la fonte che la alimentava. Mi è piaciuta molto la tua idea di far raccontare alla nonna la leggenda del Circo della Notte, qualcosa che si può vedere solo una volta nella vita, se si è fortunati. Anche se non impazzisco per i romanticismi e i lieto fine, questa storia mi è piaciuta; ci sono molti spunti interessanti: il fascino del proibito, l'infrazione delle regole, l'emozione di fare qualcosa di nascosto e il coraggio di ammetterlo, ma soprattutto ho trovato molto bella la metafora del viaggio che ognuno compie per scacciare i propri mostri, unita alla speranza che questo viaggio può avere fine, se si segue quella luce.
Recensione alla storia The Eager Painter - 13/02/12, ore 18:34
Capitolo 1: The Eager Painter
Giuro che non avevo visto questa storia, altrimenti l'avrei recensita prima.
Il tuo stile mi ha incantata... le tue frasi erano ricche di parole non comuni, e la tua arte è quella di saperle mettere insieme, proprio come il pittore di cui parli fa con i suoi colori. La tua conoscienza è vasta, si vede, non solo riguardo alla scrittura, ma anche sull'arte in generale. E soprattutto è forte la tua conoscienza del sé interiore. Mi sono piaciute molte cose di questa storia, e mi vedo costretta a fare un elenco, se no mi perdo nella mia stessa recensione.
Il ritmo di narrazione è coinvolgente, ogni parola è legata all'altra con un armoria di suoni. Per il lettore frettoloso e distratto è difficile captare tale armonia. Io stessa andavo di fretta quando ho cominciato a leggere questa storia, poi mi sono accorta che se volevo davvero godermela dovevo rimandare la lettura a un secondo momento (e anche così, alla prima lettura ne è dovuta seguire una seconda).
Ho apprezzato soprattutto alcune frasi, che, da come le hai espresse, mi sono sembrate più poetiche che scurrili ("accogliente come le cosce di una puttana" mi ricorda molto un verso di De André).
Ciò che dici della critica mi è sembrato facesse riferimento anche a questa community in particolare: io per prima mi sono sentita toccata quando hai scritto che "chi ben prima di varcare i cancelli del circo o della mia arte già determina cosa gradisce e cosa no?", ricordandomi che ho rinunciato a leggere molte storie proprio perché il titolo non mi ispirava, o le prime righe non erano di mio gusto. Ed è stata proprio questa stessa superficialità e non farmi individuare prima questa storia che considero superba.
La caratterizzazione del personaggio ti è riuscita molto bene; non parlo dei tratti somatici o dei vestiti, ma di ciò che fa intravedere i suoi sentimenti: il suo scarso interesse e la sua noia tipiche di un bambino che ha già visto e rivisto tutto, e il suo interesse per la donna bianca che gliela fa apprezzare più come modella che come una donna.
Bella anche la metafora del coniglio, e il modo alquanto nuovo e originale con cui hai interpretato il nome del circo, la sua associazione alla notte e tutto il resto.
L'incontro del protagonista con Celia mi ha emozionata, sebbene sia della idea che l'hai fatta parlare con una saggezza che non ha (saggezza di cui il personaggio stesso si meraviglia, infatti). Ma il concetto che tramite lei hai espresso è molto intimo, e al tempo stesso riguarda ognuno di noi. Anche io avevo dimenticato cos'è un sogno.
Non mi dilungo oltre. Mi dispiace soltanto di non aver letto prima questa storia, e soprattutto che nessun altro l'abbia recensita.
Recensione alla storia Gli Orfani del Circo delle Luci - 11/02/12, ore 01:25
Capitolo 1: Gli Orfani del Circo delle Luci
Questa storia mi è piaciuta sotto molti aspetti. In primo luogo, il Mangiafuoco: una figura affascinante, (ma questo è un parere personale, magari ad altri può non affascinare quanto me), ti posso assicurare che la lettura della sua Danza mi ha emozionata tantissimo. Hai la capacità di "mostrare", e non di raccontare quello che accade, come si tende a fare solitamente. La tua descrizione, sebbene fosse a mio parere un po' troppo lunga, è riuscita con successo a farmi immaginare la scena. Ho un po' da ridire solo sul grosso quantitativo di informazioni che sono state svelate (inforigurgito) da persone che in teoria dovevano saperne poco e nulla, in quanto semplici apprendisti. Ma la scena con i bambini che sbirciano di nascosto e da un rifugio segreto mi è sembrata molto azzeccata, soprattutto in un circo durante l'ora di chiusura. Vi è fra loro una sorta di complicità e, allo stesso tempo, di rivalità che hai saputo rendere bene. Bella l'idea del reclutamento (sebbene mi abbia tristemente ricordato Harry Potter, ma non è colpa tua) degli artisti unici, un po' alla "Freak", e soprattutto ho trovato molto originale la trovata dei circhi in parallelo, nonché il finale. Chiedo scusa se questa recensione sembra più un elenco, ma non riesco a spiegarmi meglio di così senza scendere in ulteriori dettagli... Comunque, anche io spero che il Mangiafuoco abbia finalmente un nome!
Recensione alla storia Volare via - 11/02/12, ore 00:38
Capitolo 1: Volare via
Nonostante la brevità, ci sono un paio di cose che mi sono piaciute in questa storia. Innanzi tutto le varie similitudini: la foglia che prima cade e poi plana, e le meduse che nuotano nel fondale nero. Non avevo mai pensato a una cosa del genere, e devo dire che sono rimasta colpita. Sono rimasta affascinata anche dall'uso che hai fatto dei colori: le descrizioni erano limitate dalla sinteticità, ma i colori mi hanno impresso bene in testa il quadro di quello che stava accadendo. Soprattutto quello sgargiante rosso, che mi ha ricordato un film in bianco e nero che mi ha toccato il cuore. Il narratore all'inizio è un po' trasparente, aleggia nella scena, ma prende consistenza verso la fine e in modo inaspettato, quando in lui si rivela un po' lo stesso spirito fanciullesco della bambina, e si ostina a credere che "è solo un sogno". Questi semplici concetti sono bastati a farmi apprezzare il tuo lavoro, mi sarebbe solo piaciuto che fosse stato più lungo.