Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Time Dancers - 15/11/19, ore 18:12
Capitolo 6: Scars Run Deep
Cara Ellie, ^^

Dio, quanto li sto shippando. Vale la pena tornare indietro nel tempo, se c’è un Okita Souji pronto a sfoderare la sua katana per difenderti e minacciare un demone, mica petecchie, di non toccarti mai più. Il capitolo è breve ma intenso e ha soprattutto il merito di mostrare qualcosa che era rimasta tra le righe negli scorsi capitoli, ovvero il legame tra Okita e Miki. Lei che si approccia a una vita nuova e totalmente diversa da quella leggera e cool che ha abbandonato pensa comunque a lui e alle sue assenze, accettandole con la stessa serenità con cui si riscontra che il gatto di casa è in giro chissà dove. Invece, Okita si è esposto per lei in un modo che gli rende onore, soprattutto per l’estremo coraggio con cui è andato a casa di Kazama. La tensione è alle stelle, perché diciamocelo, nessuno dei presenti, Souji compreso, è disposto a giocare a carte coperte. Souji stesso sa che morirà e che la tubercolosi se lo sta mangiando giorno dopo giorno, e sebbene dubito che si possa mai venire a patti con una cosa del genere, l’idea di accelerare la sua fine in battaglia è quasi qualcosa di auspicabile, di connaturato con la sua natura di ronin purché ne valga la pena (alla Braveheart, insomma). In fondo, sempre meglio che morire nel proprio letto, in solitudine. Hai sempre associato la figura di Okita a quella di un gatto (gli occhi verdi, il sorriso, l’ambiguità di certi atteggiamenti, i passaggi repentini dal gioco all’attacco) e anche qui la tempesta rappresentata da Okita non cessa di stupire. Affronta Kazama da pari, conviene sulla sua brutta performance in occasione di Ikeda-ya, pretende qualcosa in cambio dal demone: una vendetta nell’accezione più romantica del termine. Quindi sì, direi che il capitolo mi è piaciuto, e molto anche.

Un altro elemento particolare è il modo in cui Shiga non sia sorpreso dall’arrivo del ronin. Il suo compito è fermare Murasaki; l’uccisione di Miki è una scomoda eventualità, una necessità che però non è colorita di sentimenti quali l’odio, la vendetta o qualcosa di personale. Shiga deve completare una pratica, poi se per paradosso potesse eliminare Murasaki in altro modo della ragazza non gli interesserebbe poi molto (e quel "fatti tuoi" finale **??). Questa distanza del demone dagli umani è una caratteristica che mi piace molto. L’ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare è Chizuru. L’oni, assieme al defunto Kaoru, fa da collante, spia e traccia durante tutta l’opera: è presente anche quando non c’è, aleggiando come Murasaki in ogni riga. Miki… beh, su di lei mi sono soffermata poco: Souji ha decisamente catturato tutta la mia attenzione e il capitolo, ma la sua volontà di andare a bere un drink dopo che le hanno sparato nel petto mi sembra giustificabile e condivisibile, anzi: ti ringrazio per aver reso qualcosa come un’esperienza di morte o vicina a essa come qualcosa di problematico e introspettivamente rilevante, laddove troppe volte si incontrano personaggi che passano dall’essere studenti a killer in un battito di ciglia, senza che questo provochi loro i legittimi dubbi (vale anche per la disperazione di Miki occorsa nella scorsa storia, quando si è disperata per aver ucciso un uomo, nonostante si trattasse di legittima difesa). Come al solito, quando ti leggo deliro. <3

Me li stai facendo shippare come non mai <3
Shilyss :*
Recensione alla storia Time Dancers - 08/11/19, ore 19:06
Capitolo 5: Yūgen
Cara Ellie!

Dovrei scrivere, questa settimana è andata un po’ meglio, ma prima di ricaricarmi le batterie volevo proprio leggere qualcosa di bello – e infatti eccomi qui - capita anche a te che prima di scrivere raggiungi il giusto stato leggendo!? Ora, il dramma è che tu non aggiorni da agosto. Certo, so dove tornare la settimana prossima, ma sappi che attendo impaziente, ecco ^^. Dunque, il capitolo è un colpo nel petto. L’ho riletto due volte, perché porca miseria sono rimasta sconvolta, ma proprio sconvolta. La prima cosa che lodo è il momento di estraniamento che c’è tra il capitolo quattro e il cinque. L’istante dello sparo non viene narrato. Sono due righe in cui a prevalere non è il gesto dello sparare, appunto, ma la sorpresa del dopo. Grazie al potere dello yorei, Miki non può morire, ma è tecnicamente morta – ha subito una ferita mortale. L’assenza del gesto dello sparare coinvolge il lettore sorprendendolo e smarrendolo. Chi subisce un incidente anche di piccola portata spesso non ricorda il momento preciso in cui, che so, cade dalla bicicletta, scivola per le scale. Sono frazioni di secondo che lasciano l’adrenalina addosso – e questo è quello che succede a Miki, sebbene la cosa sia molto più grave.

A dare idea di quanto Murasaki possegga Miki non è solamente il tenerla come una marionetta in vita, negandole una liberazione, ma anche il fatto che l’intera situazione ha spaventato Rafael. Liberare Miki e Murasaki potrebbe essere impossibile, i tentativi dolorosi come un’impossibile morte violenta e qui tremo al pensiero delle implicazioni che la vicenda potrebbe assumere a questo punto. Lo stesso dicasi per Rafael; a me il cacciatore sta simpaticissimo, lo dico francamente. Adoro il suo essere molto pop e fuori dal tempo e vederlo fumare con le dita tremanti mi ha inquietata un po’, ecco.

Il rientro e la shinsegumi che cura Miki, così come la presenza di Sayuri, chiariscono cosa è successo e si prende cura di lei sono parimenti ben resi. Una cosa che mi è piaciuto moltissimo leggere è come Miki si senta viva, ma è evidente come le visioni di Murasaki, il suo sentire e la necessità di trattenerla e usarla decidendo della sua vita, non vita o morte pesino sulla ragazza sconvolgendola. È una situazione così allucinante e che hai reso così bene! Nella scrittura cerchiamo sempre di essere verosimili, ma certe volte ci troviamo a narrare esperienze fantastiche che rendono difficile l’immedesimazione. Credo però che tu sia riuscita a rendere molto bene il sentirsi in trappola di Miki, privata persino della possibilità di morire e la sua riflessione sul dolore cocente dello sparo. Il fatto che abbracci Souji mi ha fatta veramente gongolare, perché sì, come sai li shippo a bestia, ma c’è anche un altro legame che è interessante analizzare. Quello con Hijikata. Miki va spesso da lui a trovare conforto, a litigare, a confrontarsi; di fronte alla terribile situazione di Miki, però, stavolta Hijikata promette il suo aiuto, e questo a discapito di ciò che si diceva dello scorso capitolo, ovvero che la natura mezzosangue di Miki avrebbe potuto rappresentare un pericolo per lei, qualora venissero emanati ordini restrittivi o simili. Resto sempre incantata dalla tua bravura e ormai Miki, Souji, Shinpaici e gli altri fanno parte delle mie settimane… quindi attendo fiduciosa il proseguo e ti mando un caro abbraccio! Buon weekend, mia cara :*
Shilyss
Recensione alla storia Time Dancers - 01/11/19, ore 14:27
Capitolo 4: Fire From Above
Ciao Ellie! ^^

Il mio amore per Souji continua a sovrastare imperituro ogni cosa. Sa di dover morire e vuole la verità – e la conosce, del resto – come sa che nelle prossime battaglie Hijikata potrebbe non chiamarlo e lui potrebbe non essere in grado nemmeno d’alzarsi, ma il fatto di essere consapevole del come e del quando per via delle parole avventate di Miki continuano a rendere il personaggio ancora più tragico e fiero. Come si può non amarlo, dico io? Il rapporto tra Hijikata e Souji viene approfondito anche da dei flashback che posti a questo punto della trama drammatizzano ulteriormente la vicenda perché spiegano meglio un rapporto di stima e collaborazione che affonda nel tempo e che la malattia sta minando perché Hijikata giustamente sa che non potrà contare ancora a lungo su Souji e le sue pessime condizioni di salute, fatte di miglioramenti brevi e circoscritti, non significano che si possa avere speranza. La questione Chizuru – così come quella di Rafael – non vengono ignorate e ciò permette alla trama di continuare a scorrere lungo i suoi binari, per rimanere in tema di ferrovie. Se però non è ancora il momento di affrontare di nuovo gli Oni, la mia parte preferita del capitolo è il sogno nei bagni, dove Miki e Murasaki si incontrano. Murasaki è descritta magnificamente: ho apprezzato tantissimo il suo accentuare alcuni dettagli – come le ciglia troppe lunghe e nere – che sottolineino come l’aspetto umano non corrisponda alla sua natura di fantasma.

Minaccia Miki, è vero, ma la sua esistenza è connessa con quella della nostra protagonista: collaborare con Murasaki è necessario e pericoloso al tempo stesso perché spesso ha preso il sopravvento su Miki e sappiamo come i suoi sentimenti e le sue aspirazioni possano influire sul comportamento della ragazza. Miki, dal canto suo, continua ad avere la mia ammirazione. È un personaggio che è un piacere da leggere perché è fedele a se stesso e non scontato. Il suo sguardo contemporaneo avvicina a noi questioni antiche e appartenenti a una cultura totalmente diversa dalla nostra; in questo capitolo Miki è più decisa – sia con Murasaki che con Hijikata – a voler evitare gli errori del passato centellinando le informazioni e rendendosi utile anche sparando. Lei ha scelto e sta crescendo e il suo atteggiamento mi appare un po’ come “meno chiacchiere e più fatti”. A questo proposito, sono bellissimi i silenzi con Souji e i loro discorsi centellinati e dosati. Certo, interrompere il capitolo così, con Rafael che torna, è un po’ da Autrice crudelissima, eh. Tra l’altro, la battuta finale fa sorridere – davvero Miki può spiegare? Con Rafael aveva un accordo e lo ha disatteso.

Attendo con ansia di poter leggere il prossimo capitolo, tremo al pensiero che presto sarò in pari e non vedo l’ora di avere altre discussioni tra Miki e Murasaki sulla madre della prima. Credo che ci sia ancora molto, molto altro da dire. Come sempre anche questo capitolo, oltre a essere ricco di contenuti è veramente ben scritto. Penso di averti detto la metà delle cose che dovevo dirti; mi riprometto di prendere appunti per la recensione, ma il piacere di leggere senza interruzione mi fa disattendere questo proposito ♥… un abbraccio e a presto, mia cara!
Shilyss

P.S.
Sentiti in colpa: sono da giorni (di nuovo) sotto l'effetto Les Mis.
Recensione alla storia Time Dancers - 26/10/19, ore 15:56
Capitolo 3: Winds Of Change
Cara Ellie! ^^

Ancora mi devo riprendere dai bagordi di ieri sera, ma eccomi a recensire anche questo capitolo (oh, vedi di aggiornarla!) che mi sta ispirando una serie di riflessioni praticamente INFINITE... L’insofferenza del Giappone per gli stranieri è qualcosa che si tende a ignorare, qui in Occidente. La tua storia, splendidamente collocata poco prima dell’apertura inevitabile al resto del mondo, ricorda cosa significhi essere gaj-jin, termine che mi ricorda un romanzo omonimo letto veramente troppi anni fa circa questo argomento. È un capitolo che si distingue per talune verità amare e scomodissime e spero do non delirare troppo in questa recensione e di non dimenticare nulla. La discussione tra Miki, Shinpaichi e Souji è dolorosamente vera in ogni suo aspetto. La schiettezza dei due ronin si accosta a quella di Miki: se lei nutre la pretesa e l’interesse di interfacciarsi con un Souji leggermente mitigato dalla malattia che lo condurrà alla morte e di cui è consapevole, la nostra deve capire e sapere che i ronin sono cavalieri d’onore che non esiterebbero a uccidere Miki qualora venisse loro imposto e a nulla servono i pochi quarti di sangue giapponese che la ragazza possiede.

In Miki, ovviamente, spunta un profondissimo senso di rivalsa sia per l’Occidente che le appartiene e che fa grandi cose alla faccia del Giappone chiuso in se stesso, sia verso una situazione pesante oggettivamente. Lei ha sacrificato la propria esistenza a favore di un gruppo di uomini che moriranno – così ha deciso la Storia – per amore di un uomo corroso dalla tubercolosi – Okita, forse sotto l’influsso di uno yorei che non ha nulla da perdere, ma nessuno le sta stendendo il tappeto rosso o sembra disposto a mantenerla. Sai quanto ami questi dettagli tecnici di realismo, quindi ho adorato vedere come Miki decida di tenersi in forma e di integrarsi chiedendo di poter anche solo acconciare i capelli o trovando dei deliziosi stivaletti da indossare. Da un lato è un aspetto pratico della nostra adolescente americana che mi piace molto, questo: ora che la sua permanenza è fissa deve trovare un proprio posto nel mondo. Dall’altro lato credo che Miki abbia bisogno di connettere la sua immagine mentale con quella reale. È spaventata a morte, si è resa conto di essere finita in un mondo maschilista dove gli spazi d’azione per una donna sono spaventosamente ridotti, si sente estranea e straniera più che mai presso quelli che chiamava amici: così ridotta tirarsi su curando l’aspetto fisico è un modo per risalire dall’abisso di prostrazione in cui versa nonostante certe recite studiate dalla ragazza. E non si dica – è scientificamente provato – che il rossetto non ha un buon potere terapeutico sul nostro umore, specie se rosso.

Per comprendere meglio il tentativo della ragazza di ritagliarsi un posto nel mondo trovo siano molto efficaci i dialoghi con Hijikata e con Sayuri. La maiko è un mix di dolcezza e parole studiate e mi è sembrato che punti molto su un modo per far tornare indietro Miki, sebbene ne apprezzi il coraggio e ammiri la scelta di restare, non foss’altro che per via del legame con Okita. La maiko tuttavia evidentemente si trattiene, pesando le parole e puntando l’attenzione con Murasaki: difficile dire quanto lo yorei abbia influenzato la decisione di lasciare una vita tanto diversa – difficile dire quando si manifesterà nuovamente. Il dialogo con Hijikata è sulla falsariga di quelli della precedente long. Conflittuale, ma anche profondamente schietto laddove lei gli rinfaccia il fatto di essere stata utile a Ikeda-ya e di trovarsi, ora, in mezzo a un gruppo di amici che non sono più tali. Sullo stile impeccabile penso di non avere nulla da aggiungere, mentre sul coinvolgimento che questa storia esercita su di me… beh, è enorme. I vari passaggi introspettivi e lo sguardo critico che rivolgi al periodo storico presentandolo per quello che è e valutandolo in un’ottica adulta e densa di riferimenti anche all’immediato presente rendono questo sequel fresco per le tematiche trattate e, allo stesso tempo, perfettamente bilanciato con la precedente long.
Un caro saluto e tantissimi complimenti,
Shilyss :*
Recensione alla storia Time Dancers - 18/10/19, ore 19:57
Capitolo 2: It's a Bad Night to Fall in Love
Carissima Ellie!
... Per innamorarsi di Souji è una perfetta notte, mia cara Miki! XD
Dato che domani è una giornata campale, mi ritaglio un buco di tempo per riprendere le fila di questa seconda long. Ho amato la prima long, l’ho amata tantissimo, e ho riletto il primo capitolo di questa che tanto mi aveva colpita e da cui avevo iniziato e ora, finalmente, eccomi qui, con Miki che ha fatto la sua scelta folle e con Shiga in una posizione terribilmente scomoda – a questo punto dovrebbe ucciderla. Che farà adesso?
Il capitolo mi è piaciuto da impazzire. Mi ci sono persa dentro perché i viaggi nel tempo creano una serie infinita di problemi, di scollamenti tra le linee temporali, dando vita a delle voragini profonde e terribili: tornando, Miki ha dovuto dare spiegazioni pesanti e irrazionali ai più, ma ha anche chiarito le sue origini e le connessioni con un passato tremendo e inesorabile. Questa svolta necessaria riequilibra e bilancia nuovamente gli assetti della Shinsegumi perché Miki, potendo finalmente giocare a carte scoperte, può forse gestire questa specie di doppelganger che la possiede e la abita per via della scelta di sua madre che ha deciso di non renderla Murasaki. Non deve nascondersi, può gestire le informazioni anche grazie allo yorei, ma il peso di questa libertà e di una scelta difficile è enorme. Abbandonare la famiglia senza una motivazione valida – creare dolore – tanto che il discorso finale di Kondou che prova empatia con il signor Mayfair mi ha strappato più di un sospiro. È un discorso schietto, semplice, diretto, che scava nel cuore di Miki e di chi ascolta, perché Miki aveva una scelta – attendere che il destino si compisse, tornare a casa, dimenticare tutto – e invece ha scelto di tornare per veder morire un gruppo di uomini cui si è legata suo malgrado.

Okita nel suo dignitoso dolore è magnifico e ho amato la battuta sul procione – in generale ho amato come qui vi siano numerosi riferimenti ai primi 2/3 capitoli di Novel, come il ricordo delle zie di Miki. Li ho shippati tantisismo, qui, Miki e Souji perché lei è tornata per lui e lui l’ha quasi perdonata per quella tremenda rivelazione che, come ti ho detto tante volte, annulla il senso della lotta e della morte del ronin. Il rapporto con Hijikata è sempre complesso e affascinante. Lui è troppo nobile per perdonarle le menzogne passate e certo non è entusiasta di vederla – in fondo le aveva detto che avrebbe dovuto andarsene e non tornare – ma. Ed è grazie a questo “ma” che Miki è tornata nella Shinsegumi. Ci sono tante questioni aperte, ancora, nella storia. Miki cambierà il destino? Chizuru che fine farà? E Kaouru, ma quanto è stato inquietante in questo capitolo con Shiga? La storia è ovviamente scritta benissimo e Miki è un personaggio perfettamente gestito. Ha preso una decisione e mi sembra che stia mutando anche il suo rapporto con Murasaki; ho come la sensazione che sia meno conflittuale. È una convivenza forzata, che non può essere spezzata: che sia uno di quei casi in cui, se non si può uscire dal tunnel, conviene arredarlo? Non vedo l’ora di proseguire, anche se ogni colpo di tosse di Souji mi spezza il cuore.

Ti auguro un sereno, rilassante e piacevole weekend, mia cara!
Un abbraccio,
Shilyss