Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia The wonders still awaiting - 12/08/23, ore 16:07
Capitolo 4: Cap.4: Take me away
Cara Abby!
Che periodo, riesco a passare da te solo oggi, in cui ho preteso una mattinata per me e per le cose che mi piacciono. Una mattinata e qualche ora del pomeriggio, va! Allora, come sempre recensire questa storia è difficile perché vorrei dire tantissime cose e spero di dirle tutte. Il valore della gentilezza, per esempio, trovo che sia un concetto bellissimo. Mellish regala la scatola di latta a Saltzmann perché vuole fare qualcosa per lui. La pulisce, la sceglie e la sceglie non a caso, ma perché sa che potrebbe essergli utile per conservare tutto ciò che resta della sua amata e perduta famiglia: un po’ di fotografie. In questo atto gentile e gratuito c’è il motivo per cui, nonostante la guerra e le brutture, tutto sommato noi umani non siamo così male.

La reazione di Saltzmann, poi, scioglie il cuore e anche la sua dolcezza, la sua capacità di superare il male e di trovare l’amore, ma anche di dimostrarlo così apertamente. Il discorso di Ryan e le sue riflessioni sono tutte bellissime e non potrei aggiungere nulla di più, se non che sono profonde. Analizzano l’aspetto politico della vicenda alla base del film, ma pongono anche un quesito sul valore della vita umana. Ogni vita ha un suo valore speciale, anche se sarà ordinaria e banale o se il suo far del bene, come nel caso di Miller, è circoscritto a una piccola realtà cittadina, sebbene sia bellissimo il fatto che nella sua comunità Miller operi a diversi gradi per creare del bene e far del bene ai ragazzi, al futuro, al domani. Certo, mentre si attraversa l’inferno bisogna credere che Ryan sarà speciale, per salvarlo e rischiare la vita, così come Ryan, di fronte alla notizia della morte dei propri fratelli è giusto sia che reagisca come reagisce, sia che rifletta, come gli fai fare, sul proprio futuro, interrogandosi e aprendosi – e concordo pure sulla facilità maggiore di mettersi a nudo con chi non si conosce. A volte è più semplice, è vero.

L’ultima nota prima di salutarti e di augurarti un buon ferragosto – ma sappi che spero di riuscire a lasciarti altre recensioni in questa settimana, incrocio le dita – volevo complimentarmi per l’aderenza alla realtà che dimostri nel trattare questo specifico periodo storico. Gli Alleati erano consapevoli dell’esistenza dei campi e anche gli USA avevano rinchiuso persone ritenute pericolose in campi di lavoro, ma quello che non si sapeva – che non si poteva immaginare - era il sistematico sterminio operato in maniera massiccia – l’oscena e metodica pianificazione della soluzione finale. Un abbraccio forte, questa penso sia tra le storie tue più belle e ricche che abbia mai letto.
Shilyss
Recensione alla storia The wonders still awaiting - 22/06/23, ore 20:06
Capitolo 3: Cap. 3: In the dark
Cara Abby!
In questi giorni in cui sono riuscita ad aggiornare cerco di ritagliarmi un po’ di tempo, prima di cena come sempre, per leggere qualche bella storia e non rimanere troppo indietro! Dunque, trovo davvero difficile aggiungere qualcosa a questo capitolo. Il fatto è che ci vuole delicatezza, quando si scrivono certe cose, quando si affrontano tematiche anche suppuranti come la Seconda Guerra Mondiale. Tu riesci dove molti, quasi tutti in verità, falliscono (e mi riferisco anche a tanti volumi che stanno in libreria). Forse è la pietà con cui li guardi o l’equilibrio che si crea tra Saltzmann, prigioniero tedesco degli Alleati e Mellish, soldato traumatizzato dalla guerra, vittima dello stress post traumatico e del senso di colpa. Potrei citare “la guerra di Piero” dell’immenso Faber e dire che Mellish e Saltzmann sono i due soldati che si incontrano nel campo di grano, ma che, per fortuna, si lisciano senza uccidersi. Nel vedersi, però, si riconoscono come pedine di un disegno più grande, come vittime di una guerra ingiusta che ha portato loro via città, parenti, amici, giovinezza. Nella sua lucidità e semplicità, Saltzmann, che è solo un uomo tedesco con una vita normale, che non è un invasato, ma che, come tutti noi, subisce gli eventi del suo paese d’origine, sa benissimo che la distruzione della propria città opera degli Alleati non dipende direttamente da Mellish e che odiarsi è inutile. Pur soffrendo per la perdita dei propri, guarda al futuro, a un futuro di libertà in America, e cerca di dare la stessa visione positiva e costruttiva anche a Mellish, che stava per entrare in una spirale di sensi di colpa che potrebbe schiacciarlo, una spirale di cui comprendiamo la profondità da quel dettaglio che ho amato tanto del pianto notturno. Rileggendo questa recensione mi rendo conto di non essere riuscita bene a spiegare la profondità di certe tematiche che tratti. Il modo in cui umanizzi Saltzmann, il tentativo (riuscito) di dargli una storia, di renderlo nella sua semplicità di uomo che tiene alla sua tranquillità e ai propri affetti, la saggezza che dimostra nel rapportarsi a quegli americani che per lui sono collegati al ricordo felice dei pomeriggi trascorsi al cinema insieme a una famiglia che non c’è più lungi dal giustificare gli orrori della Germania nazista, solleva la questione del nemico che, appunto come cantava Faber, “aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore.” Insomma, bello, davvero bello <3.
Un abbraccio forte e a presto!
Shilyss

P.S.
E finalmente se lo sono dato questo bacio!! XD
Recensione alla storia The wonders still awaiting - 30/04/23, ore 19:55
Capitolo 2: Cap. 2: With the hurt
Ciao Abby!

Sono felicissima di essere ritornata tra queste righe e mi è piaciuto molto questo capitolo in cui ci siamo concentrati su Mellish e sul suo stress post traumatico. Concordo con te. Il fatto che non esistesse una diagnosi al tempo non significa che i soldati non ne soffrissero, specialmente dopo la brutalità della seconda guerra mondiale e dello sbarco in Normandia. Torno sulla prima mezz’ora del film perché lì si vede quanto sia stato terribile lo sbarco (leggenda vuole che Eisenhower non fosse così convinto della buona riuscita della missione e avesse pronto un comunicato scritto da diffondere in caso di sconfitta). Invece, per fortuna nostra, il D-day andò bene!

Chi l’ha dovuto vivere, però, si porta dietro un carico di stress infinito. Mellish ha sintetizzato tutto quest’orrore nel momento del corpo a corpo e secondo me questo passaggio è molto ben reso. La scena è descritta chiaramente ed è chiaro come a sconvolgerlo sia stata la consapevolezza, l’assoluta certezza della morte imminente. Non direi completamente che la baionetta sul cuore sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché sicuramente avrà vissuto e visto cose più orribili, ma in fondo sì, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché riguardava lui, non il commilitone vicino.
Naturalmente Mellish pensa anche altro (alla liberazione di potersi dedicare alla ricostruzione e non alla distruzione, ai compagni morti, alla disillusione che la guerra porta sempre con sé) e sono tutte cose su cui vorrei spendere più parole, ma il tempo stringe e mi devo occupare di Saltzmann. Lui mi sembra un cucciolo smarrito. È la personificazione del nemico, un tedesco, ma è anche un tedesco traditore, uno che non può riattraversare le linee nemiche. Come ben sottolinei e come è capitato anche da noi, il fatto che ci fosse un regime non vuol dire che tutti gli abitanti della Germania fossero invasati ed ebbri di retorica. Saltzmann con tutta probabilità è un uomo umile, con un lavoro umile (magari anche per questo non conosce le lingue), schiacciato dalla storia e obbligato a combattere una guerra non sua. Qui vediamo i primi passi della futura relazione tra i due. Saltzmann, in quanto tedesco traditore, è un paria. Uno che non ha nessuno, non ha punti di riferimento. Mi sembra plausibile e giusto, persino, che ne cerchi in Mellish. Naturalmente Mellish e non riesce a capire quanto Saltzmann abbia bisogno di una persona amica, un affetto che gli renda possibile il ricostruirsi una vita, dopo. Ed è anche divertente vedere Mellish imbarazzato sciorinare di King Kong e di Lovecraft, inconsapevole di parlare troppo velocemente! Però, per imparare bene una lingua, due sono le cose: parlare o trovarsi un fidanzato madrelingua. Che Saltzmann punti a questo??
Un abbraccio forte,
Shilyss :)
Recensione alla storia The wonders still awaiting - 19/04/23, ore 19:56
Capitolo 1: Cap. 1: The wonders still awaiting
Cara Abby!

Volevo passare da te per Pasqua, ma ahimè, qualcosa non è andato come previsto! Bando alle ciance, è qualche anno che non vedo “Salvate il soldato Ryan”, ma lo ricordo ancora abbastanza bene, soprattutto per quanto riguarda la prima parte, terribile, e la determinazione di Ryan che, una volta individuato, non ci pensa neanche a tornare a casa – sì, lo ricordo piuttosto distintamente. Dice un detto che “nessuna buona azione resterà impunita” e credo sia quello che si potrebbe dire del salvataggio del tedesco. Lui, di certo, indietro non può tornare, perché verrebbe fucilato seduta stante ed effettivamente essere trapassati da una baionetta è una morte orribile e lunga. Meno difficile, invece, credo sia imparare l’inglese se si è di madrelingua tedesca, non fosse altro che per il ceppo linguistico che è il medesimo.

Quello che apprezzo di questa storia, è un concetto che fai spiegare proprio al tedesco. Basta morte. Due semplici parole che spiegano il logoramento a cui sono sottoposti gli uomini che subiscono la guerra e che la fanno fisicamente, imbracciando armi, al contrario dei generali e delle alte sfere al riparo da ogni avversità. Basta guerra è anche il grido di un poveraccio che è stanco di ammazzare e appartiene a un esercito stretto tra due fronti che presto comincerà ad avere delle serie difficoltà (per fortuna).

Per quanto riguarda Miller e la Compagnia Charlie, dopo lo sbarco e dopo quell’inferno poveretti ci sta anche che stiano al riparo nel “limbo”, che poi, come hai giustamente descritto, di cose da fare ce ne sono un’infinità, quindi è anche giusto che si ritemprino corpo e mente per non impazzire in un incubo simile. Insomma, per concludere ho iniziato un’altra tua storia, ma non temere: non dimentico le altre e prima o poi passerò ovunque ;)
Un abbraccio,
Shilyss