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Recensione alla storia Il Fantasma del Natale Futuro - 12/03/21, ore 20:23
Capitolo 1: Il Fantasma del Natale Futuro
Cara Doctor,
Anche questa settimana non sono riuscita a passare in tempo, ed ero molto intrigata da Faceless, su cui spero di passare quanto prima, ma ho un amore sia per Umbrella Academy che per Canto di Natale e quindi eccomi qui, a leggere qualcosa di molto diverso dalla storia precedente. Ed è una shot molto bella, molto in linea con quello che è il mondo di Umbrella Academy: oscilliamo tra passato e presente, e già questa scelta è concettualmente in linea col mondo proposto e con l’esigenza di cambiare il futuro e interpretare il presente alla luce di un passato che va rievocato, rielaborato, corretto e raddrizzato.

Non è difficile immaginare che Hargreeves abbia vietato alla sua banda di mini supereroi la possibilità di festeggiare il Natale, ammantando questa ricorrenza certamente consumistica, molto struggente e profondamente connessa a tutta la società occidentale, del fascino irriducibile delle cose proibite. Ma Pogo, dal canto suo, sente il bisogno di offrire qualcosa di più ai ragazzini, di distoglierli da quelle continue attività che li perfezioneranno, ma che negheranno loro la normalità e che rende l’Accademia più Accademia e meno famiglia. E la scelta di Pogo, scimpanzé pedagogo, ricade ottimamente su un classico che pur essendo un prodotto nato per divagare ha in sé un messaggio profondo. In un certo qual modo, si è detto che Dickens abbia fortemente contribuito a visualizzare il Natale così come lo concepiamo oggi. È come se, festeggiandolo, ogni 24 dicembre ci troviamo a essere per una notte Scrooge di fronte ai suoi errori, ai suoi rimpianti. Ed è proprio qui che voleva arrivare la mia divagazione: Hargreeves scopre che i bambini stanno vedendo Canto di Natale e li punisce vietando loro di proseguire nella visione. Chissene se è un classico della letteratura inglese. E così, riunitisi per Natale, Vanya, Allison e gli altri decidono di riprendere là dove erano stati interrotti e di festeggiare il Natale nell’unico modo in cui sanno farlo, ovvero davanti a una VHS. L’ingiustizia di allora viene risolta oggi, ad anni di distanza, come un rito che possa essere compiuto e abbia il suo potere solamente se tutti vi partecipano.

Alla famiglia si è aggiunta anche Claire e anche questa presenza è quel tocco in più che mi fa apprezzare la shot, perché è uno di quei dettagli significativi: come poteva Allison non passare il Natale insieme a sua figlia? La specialità del Natale rivive forse anche alla presenza della piccola, che però è abituata a ben altro. Ma torniamo alla visione. Hai caratterizzato ottimamente i personaggi sfruttando le loro interazioni e reazioni di fronte a un film verso cui c’era una forte aspettativa (penso alla battuta di Klaus o a quella finale di Cinque sul tempo, soprattutto, perché è un personaggio che adoro). Spesso si dice che amiamo determinati film o libri perché li abbiamo letti e amati da bambini e le sensazioni che ci hanno suscitati sono tali che hanno sempre un posto speciale nel nostro cuore. Ma a rivederli, o a rileggerli, potremmo scoprire che gli effetti speciali erano una baracconata, la storia banale e così via. Canto di Natale (versione Disney compresa) è un’opera magnifica che regge benissimo il peso degli anni, ma visto attraverso gli occhi di un gruppo di giovani adulti che ne hanno aspettata per venti anni la conclusione, merita un’azione di necessario dissacramento. E allora, giustamente forse, non si sprecano le battute ironiche e il giudizio ipercritico. E forse non è un caso che sia proprio Vanya, di cui ben conosciamo le peculiarità viste alla fine della prima stagione, a decretare che l’opera le è piaciuta. Insomma, a me questa shot è piaciuta davvero molto ^^!
Un caro saluto e a presto,
Shilyss :)