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Recensione alla storia Tra cielo e terra – Mezza conversazione - 18/06/20, ore 18:55
Capitolo 1: Tra cielo e terra – Mezza conversazione
Cara Sherry, ^^

che bella, l’ho letta tutta d’un fiato (perdona il ritardo, ma questa settimana ne sono successe di ogni), ma torniamo alla storia. L’ho trovata un pugno sullo stomaco per la sua profondità, per la schiettezza, per il rimpianto e per le tematiche affrontate che non sono semplicemente delicate come indichi nelle note, ma trattate con una gentilezza, una pietà e un’attenzione che raramente si trova su questo sito. In genere le storie in cui ci sono threesome sono una scusa per mostrare scene rosse esplicite. Qui di esplicito non c’è niente. Abbiamo un Duo Maxwell vecchio e disincantato che non vuole stare a sentire le chiacchiere della figlia di Relena, un personaggio che non compare se non come interlocutore di un lungo monologo che Maxwell fa con lei, con se stesso e col bicchiere. Le tematiche sono infinite, ma ne ho individuate principalmente quattro: la fede, la guerra, l’amore e la morte, per dirla un po’ alla Ariosto.

La fede è un qualcosa in cui Duo Maxwell palesemente non crede. È un ex militare che ha provato su di sé la fame e ha vissuto una feroce guerra e questo lo rende disincantato non solamente nei confronti dell’uomo, ma anche di Dio. La vita religiosa permette di avere un ruolo tranquillo e ben definito nella società. Ha la pancia piena a patto di officiare una serie di riti volti ad avvicinare l’uomo al divino e a quel Regno dei Cieli promesso e che rappresenta la vera vita. Questo concetto però è totalmente estraneo all’ex soldato che hai incontrato troppo spesso la morte: egli è totalmente disincantato e non vuole concedere la propria assoluzione nei confronti di un mondo e di un corpo che non riconosce più perché l’età adulta e le perdite lo hanno reso cinico, uccidendo definitivamente quelli che potevano essere gli ideali passati. I riferimenti religiosi riferibili al linguaggio e ai gesti della mortificazione, come quando viene menzionato il cilicio o nell’esclamazione domineiddio, vogliono proprio esaltare e parlare della parte più oscura della fede – il cilicio è un modo per essere degni, per punire la carne ed esaltare lo spirito, ma Duo Maxwell quando parla della morte è estremamente materialista, come quando smentisce che la terra è lieve a chi è sottoterra, quasi come se l’aldilà non avesse questa importanza.

La guerra è perdita. Di amici, di famiglie, di opportunità, di ideali, di innocenza. L’occhio con cui il prete osserva la ragazza e i vezzeggiativi che usa per appellarla e allontanarla è critico. Lei, ingenua, incapace anche di legarsi i capelli correttamente, crede ancora in qualcosa in cui Duo ha smesso di prestare ascolto. Lentamente, però, mentre Maxwell tenta di prendere le distanze dalla ragazza, qualcosa cambia. I riferimenti a Relena e a Heero ormai morti e a quel passato da combattente forse per colpa dell’alcool si fanno più pressanti, finché con una delicatezza che raramente trovo in ambito amatoriale viene spiegato quello che non viene mai detto apertamente. Che Relena e Heero si amavano, sì, e che Maxwell, amico di entrambi, li ha sposati. Che Heero non poteva dare figli a Relena e allora, in virtù dell’amicizia e dell’amore, Duo si è trovato coinvolto. La figlia di Relena in tal senso diventa uno specchio dell’esistenza di Duo, un qualcosa con cui lui deve necessariamente fare i conti, ma da cui fino alla fine tenta di allontanarsi – splendido il pezzo in cui la supplica di non chiedersi come fosse il suo naso o in cui parla del colore dei suoi occhi parlando di una casualità. La delicatezza con cui hai scritto questa vicenda d’amore e di morte scegliendo questa confessione fatta da un prete (e non credo che ciò sia un caso) è ammirevole e, come dicevo, a colpire è la delicatezza con cui parli di necessità (avere un erede), amicizia e amore – mi chiedo Heero, sempre così vicino a Relena, come deve essersi sentito nel dover chiedere all’amico un favore del genere. Potrei andare avanti ancora a lungo a parlare dello stile scorrevolissimo ed elegante della tua scrittura, del modo in cui ci mostri l’amarezza di un uomo che ha visto la morte in faccia troppe volte e che ha perso troppe persone, di questa ragazza che alla fine gli pone davanti il passato e il futuro, dandogli l’occasione per uscire da quella bettola per. Insomma, in poche parole è qualcosa di veramente, veramente bello <3.
Complimenti, mo torno a lavora’ (ebbene sì)
Shilyss

P.S.
Bellissimo anche il titolo **