Recensioni di Yuko majo

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Hamlet Vittoriano - 06/12/14, ore 16:45
Capitolo 1: St Jerome
Primo classificato ex aequo: Hamlet Vittoriano di Dew_Drop
 
Grammatica: 10/10
 
La tua, penso, sia la storia più lunga che mi sia arrivata in questo contest e ci ho messo un po’ a leggerla. Trenta pagine di racconto e non ho trovato errori rilevanti. La punteggiatura è usata in maniera appropriata, non ci sono errori di battitura, forse solo uno, l’ho segnato sul documento.
Non ci sono nemmeno troppe ripetizioni, l’unica che ho segnato, che poi non è proprio una ripetizione, ma il consiglio di riformulare una frase per renderla un pochino più scorrevole nel leggerla.
Mi sono accorta, anche questo non è un errore, che usi moltissime volte il verbo “parere” al posto di risultare/sembrare. Anche questo non è un errore, ma in alcune frasi ci starebbero molto meglio altri sinonimi. Probabilmente è una cosa tutta mia, la vedo più una parola da linguaggio parlato, piuttosto che da scritto; ma come ho detto, probabilmente è un problema tutto mio. Comunque ho segnato alcune frasi dove sarebbe stato meglio un sinonimo, più che altro perché facilita la lettura e la rende più comprensibile.
Come ho detto non ci sono errori da doverti segnalare, ne ho cercati, ma nulla xd.
 
Lessico, stile, espressività: 10/10
 
Hai uno stile meraviglioso, mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai impostato la storia, alternando alla perfezione descrizioni e parlato. Si alternano alla perfezione senza che però prendano il sopravvento l’uno sull’altro. Sei riuscita a dosare tutto nella maniera giusta, anche per quanto riguarda alcuni paragoni, alcune di quelle descrizioni che si potrebbero definire poetiche, le hai usato, ma senza esagerare e soprattutto senza comporre frasi che a fine lettura, poi sarebbero risultate incomprensibili. Insomma lei ha usate, ma in maniera appropriata.
 
Una piccola nota, ma forse è perché sono io che ho la testa fra le nuvole. La prima parte del primo capitolo è ambientata cinque giorni prima dell’epilogo e di tutto il resto della storia, lì hai segnato che era cinque giorni prima, però non hai segnalato o trovato il modo di dire che nella seconda parte erano tornati allo stesso periodo dell’epilogo. Andando avanti con la storia si comprende che si torna allo stesso periodo temporale dell’epilogo e la storia procede per tutto il tempo su quel piano, ma lì per lì lascia un tantino spiazzato il lettore.
 
Ripeto, il tuo stile mi piace è semplice, elegante e facilmente leggibile. Hai una buona proprietà del linguaggio e un lessico appropriato usato alla perfezione nel racconto e soprattutto usando una terminologia adeguata al periodo storico in cui hai ambientato la storia.
Anche a livello storico, non ti sei addentrata in spiegazioni troppo complesse su Londra, il paese, la politica di quel tempo, accennando qualcosa, descrivendo molto bene il comportamento dei personaggi principali della storia e facendoli muovere in maniera impeccabile nel contesto storico, ma senza immergerti in spiegazioni lunghe che ti avrebbero portato o fuori tema o ad allungare il racconto a dismisura: insomma sei riuscita a dare i giusti imput affinché il lettore (io almeno ci sono riuscita) immaginasse atmosfere e luoghi.
Mi sono piaciute in particolar modo le descrizioni della scena del delitto, lì non ti sei risparmiata, ma al tempo stesso non è affatto risultata pesante, tutt’altro decisamente molto coinvolgente e comprensibile su quanto avvenuto.
 
Altra cosa che ho apprezzato molto nella storia è il periodo storico, quella sensazione di leggere uno dei racconti di Conan Doyle o i libri con protagonista Hercule Poirot. La stessa Londra fumosa, questa ambientazione Vittoriana, nel tuo caso il nuovo secolo che si avvicina.
Tutto così vivo, espressivo, vero.
Mi hai fatto immergere con la tua storia in un pizzico di passato, facendomi precipitare in una Londra di altri tempo, veramente molto, molto brava.
 
 
Sviluppo della trama: 10/10
 
Una trama ben articolata da perfetto giallo alla Agatha Christie, con personaggi particolare e interessanti, ma di questi parleremo dopo, ora torniamo alla trama.
Come ho detto è ben articolata, interessante, con la giusta dose di mistero. C’è un delitto, un commissario e personaggi che gli ruotano attorno. Personaggi e trama che all’inizio sembrano andare avanti su due binari paralleli, ma poi all’improvviso ecco là che vanno ad incontrarsi.
Come ho accennato sopra, per un attimo ho avuto dei problemi a livello temporale credendo che avessi spostato tutto il primo capitolo al passato, ma rileggendolo mi sono resa conto non fosse così, ed ecco lì che la trama è tornata lineare.
Ho passato tutta la lettura a domandarmi quando sarebbe comparso questo misterioso assassino, questo Marcel di cui Cecil parlava.
L’ho immaginato in tutti i modi, chiedendomi come sarebbe entrato all’interno del teatro e in quel caso cosa avrebbe fatto, si sarebbe ucciso, oppure avrebbe tentato di fare del male a qualcuno, in questo caso a Cecil o al sacerdote.
Ed ecco lì, che nuovamente mi hai veramente stupita e lasciata senza parole, tutto avrei potuto immaginare tranne che Marcel, l’assassino in un qualche modo fosse entrato a far parte della polizia; e soprattutto che fosse quel poliziotto silenzioso e timido che è apparso a inizio storia e che ha accompagnato padre Wilfred a parlare con il commissario. Per tutto il tempo della storia credo di non aver pensato per nulla a lui, considerandolo un personaggio di contorno, persino a fine storia, quando sono a teatro e il prete nota una persona conosciuta non ho pensato minimamente che potesse essere quel giovane poliziotto. Mi era venuto in mente più un suo fedele, qualcuno che frequentasse la chiesa, ma non di certo il giove poliziotto incontrato una sola volta. Anche se forse lo avrei dovuto immaginare, essendo il prete di una chiesa tanto piccola dovrebbe ricordare il nome dei suoi fedeli.
Un finale veramente a sorpresa, anche se ammetto che mi è dispiaciuto molto per la morte del ragazzo, che non siano riusciti a salvarlo, dopotutto la sua follia è proprio dovuta ad un trauma infantile. Un trauma che lo ha tenuto legato al passato per tutta la vita. Lo ha tenuto rinchiuso all’interno di quell’armadio dal quale è riuscito ad uscire solo con la morte.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
I personaggi di questa storia sono molteplici e importanti ai fini della trama tutti quanti. Credo che non ci sia un solo protagonista, tutt’altro, ma lo siano un po’ tutti, soprattutto perché sono tutti utili per mandare avanti le indagini e scoprire chi abbia ucciso l’americano e soprattutto il perché di quell’efferato omicidio.
 
Jonathan Barrymore mi ha spiazzato, all’inizio ho pensato fosse un investigatore privato, dopo mi hai sorpresa molto facendomi scoprire appartenesse alle forze di polizia di Scotland Yard. Dal momento in cui è apparso mi ha fatto pensare molto ad un poliziotto di un telefilm che ogni tanto vedo e di cui non ricordo affatto il nome, la serie tv è ambientata in Canada a cavallo fra fine ottocento e inizio novecento, e non appena ho letto di lui, soprattutto all’interno della stazione di polizia mi è venuto in mente quel personaggio, sia caratteriale che fisico.
Mi piace come personaggio, anche se bisogna ammettere che non è fatto uno dei più amabili, talmente distaccato e pieno di sé, che mi ha sorpreso scoprire avesse una moglie.
Mi ha fatto pensare ad un incrocio fra un poliziotto e un nobile spocchioso.
Al tempo stesso però è dotato anche di acume e intelligenza, anche se probabilmente se non fosse apparso padre Wilfred con delle informazioni non avrebbe mai risolto il caso.
Ha un carattere spigoloso, facilmente comprensibile, e posso capire che non risulti simpatico alle persone che lo incontrano per la prima volta, credo che il pensiero non cambi nemmeno andando avanti e conoscendolo.
Insomma questo poliziotto è un personaggio difficile da sopportare e digerire, e proprio per questo motivo è caratterizzato alla perfezione, tanto da farmelo piacere.
 
Cecil Goldwine mi ha fatto pensare a un bambino spaurito, tremante nel bel mezzo della tempesta. Un bambino che non è in grado di badare a se stesso, troppo spaventato dagli avvenimenti e dal mondo attorno a sé, questo almeno nelle prime battute in cui è comparso. Andando avanti questo pensiero è rimasto, ma si sono aggiunti la sua timidezza e forse anche tanta dolcezza. Cecil è proprio come ci si aspetta possa essere un artista, dolce e sognatore. Talmente dolce che ad un certo punto non ha più voluto scrivere la trama suggeritagli da Marcel.
Anche questo è un personaggio complesso, timido, in alcuni frangenti sembra quasi insicuro, forse troppo per cercare di sfondare nel mondo dell’arte, eppure ha una sensibilità e un’intelligenza che traspare chiaramente da quello che scrivi. Ogni volta che appare sembra di averlo davanti, timido e insicuro, ma al tempo stesso con lo sguardo intelligente e una mente vivida pronta a lavorare.
Ammetto che a inizio storia mi ha lasciato molto sorpresa, quella paura, lo stato in cui si è precipitato da padre Wilfred per confessarsi, e soprattutto il pensiero di essere stato posseduto dal Diavolo perché quello che aveva scritto si era avverato e un uomo era morto.
Anche lui ha molteplici sfaccettatura, timido e silenzioso quando è calmo, ma pronto a farsi prendere dal panico nel momento in cui si sente in colpa, quando accade qualcosa di strano a travolgere la sua vita.
In alcuni frangenti, più di un uomo di quasi trent’anni, come affermi che ha, mi fa pensare ad un ragazzo spaurito che non sa nulla del mondo.
 
Padre Wilfred penso sia il mio personaggio preferito, è obiettivo, calmo. Non si lascia prendere dal panico, non troppo almeno quando Cecil gli appare davanti affermando di aver ucciso un uomo, e soprattutto rimane calmo quando lo stesso ragazzo afferma che sia stato il Diavolo. In altre circostanze, un altro sacerdote lo avrebbe come minimo fatto esorcizzare. Al contrario Wilfred è stato riflessivo, e alla fine dopo aver calmato l’altro ha preso anche la decisione giusta.
Mi è sembrato molto strano come sacerdote, forse proprio per il suo essere diverso mi è piaciuto sin da subito, alcuni suoi pensieri poi mi hanno fatto veramente sorridere, la sua ironia è fantastica. Questa frase: Oh, a quanto pare abbiamo sì un fanatico, e non sono io, pensò Wilfred. E anche il pensiero sul suo amico immaginario a dargli conforto sono spettacolari.
Padre Wilfred fa da collegamento fra Cecil e Barrymore, e non solo mettendoli in contatto e andando alla polizia al posto del primo, ma anche a livello caratteriale. Ha un carattere più forte rispetto a Cecil per tenere testa al poliziotto, ma allo stesso tempo è gentile e cordiale in modo da non spaventarlo.
Veramente un bel personaggio, con la giusta dose di buon senso e ironia.
 
Marcel Redmayne/Paul Moore è un vero mistero per tutta la storia. È ben descritto, si comprende man mano che il racconto procede che è ancora molto legato e sconvolto dal passato, da quando ha visto quando era solo un bambino.
Piano si comprende che la sua mente sia rimasta bloccata a quel trauma infantile, e non solo perché ha visto uccidere suo padre da suo zio, ma proprio perché con lo zio aveva un buon legame.
Dalle poche volte che compare sembra un ragazzo timido, silenzioso. Eppure per salire su quel palco oltre alla follia a guidarlo deve avere una buona dose di coraggio e spavalderia.
Anche se raccontato attraverso la storia, gli articoli di giornale e gli avvenimenti passati, anche questo è un personaggio a tutto tondo, veramente ben strutturato.
 
Sviluppo della follia: 10/10
 
La follia. In alcune storie che mi sono arrivate per il contest questo elemento è dilagante, si sviluppa durante tutta la storia come un fiume in piena, si riversa sul lettore e sui personaggi della storia come fosse l’acqua che allaga una città. E poi, ecco che all’improvviso mi arriva la tua storia, come ho scritto sopra, qualcosa di decisamente classico, quello che potrei considerare un giallo puro. C’è un delitto, un uomo ucciso nella maniera più semplice possibile, gli hanno sparato. Ma quello che lascia interdetti tutti, polizia e lettore sono quelle righe. Incisioni in terra, sui muri e perfino sul cadavere.
La follia del tuo personaggio raggiunge il lettore goccia a goccia, un passo dopo l’altro. Non si rivela sin da subito, o meglio all’inizio si pensa che sia dovuta a un pazzo sadico, solo dopo su comprende che quello stesso delitto è stato commesso per esorcizzare il passato. Per esorcizzare un trauma infantile.
Ma subito dopo è subentrato il senso di colpa ed ecco che Paul non riesce più a vivere, e così conclude la sua vita, quella storia proprio come suo zio vent’anni prima ha concluso la sua.
 
***
 
La tua storia è letteralmente stupenda, ho adorato il modo in cui l’hai impostata, l’ambientazione e i personaggi. Ho trovato decisamente appropriato il modo in cui hai inserito la citazione da te scelta, una delle maniera più originale che abbia letto. Non era affatto forzata come cosa. E anche se ho steso una valutazione decisamente lunga, mi hai veramente lasciato senza parole, per una buona mezz’ora avrei potuto scrivere solamente Fantastica, stupenda, meravigliosa.
Veramente molto brava, una storia stupenda.
 
 
Totale: 50/50
 
 
 
Recensione alla storia Messaggi in codice - 19/11/14, ore 23:40
Capitolo 2: Capitolo 1

Ciao,

sono lenta come una lumaca, ma alla fine arrivo a commentare tutto, anche se ammetto che ultimamente la voglia è zero e il tempo ancora meno.

Come sai la storia mi piace molto, te lo dissi anche quando l’ho letta in anteprima, ovviamente non ricordavo alla perfezione tutto il capitolo, però è stato un piacere rileggerlo.

Enrico come personaggio mi piace molto, il modo in cui si sta impegnando per scoprire quanto è accaduto a suo fratello, e al tempo stesso sta scoprendo un lato dell’altro che non conosceva; con il tempo si erano distanziati molto perdendosi quasi di vista, eppure sembra che Claudio non abbia mai dimenticato quel fratellino con il quale giocava ai pirati, ed è proprio tramite un codice creato da bambini e i loro ricordi che sembra guidarlo verso chi lo ha ucciso.

Drew, ammetto che è un personaggio particolare, così diffidente e distaccato, obiettivamente mi è antipatico, e penso che Enrico si sia fidato troppo facilmente, gli ha detto troppe cose, del codice, degli indizi che gli ha lasciato il fratello, capsico che sia stato lo stesso Claudio a dirgli di contattarlo, però non so, insomma ti fidi così, subito di uno sconosciuto?

Ti faccio veramente tutti i miei complimenti per il capitolo, mi è piaciuto e la storia è veramente interessante, rivedi però quella frase con troppe ripetizioni xd.

Ancora bravissima.

 

-Erika-


Recensione alla storia Messaggi in codice - 21/10/14, ore 15:41
Capitolo 1: Prologo
Ed eccomi, pian piano arrivo dappertutto xd.
Il capitolo lo avevo già letto, ma ho avuto bisogno di una rilettura per ricordarmi di quello che parlava, è passato un sacco di tempo da quando hai iniziato questa storia xd, me è ancora disperata perché non sarà slash ç_ç.
Sicura di non voler cambiare idea?
Comunque a parte gli scherzi, mi piace, è interessante, anche se io e i numeri non andiamo molto d’accordo, tutt’altro, anche quel codice per me è un incubo.
Sono sempre pessima a commentare i primi capitoli, lo so, ma non posso farci nulla, per scrivere un commento decente mi servono un po’ più d’informazioni: imput, imput xd.
Ho letto anche i capitoli a seguire, ma la storia la ricordo a grandi linee, non vedo l’ora di rileggerli per vedere come procedono le indagini e questo alone di mistero che sei riuscita a creare.
Bravissima.
 
-Erika.-

Recensione alla storia Il killer delle teste - 13/01/14, ore 00:36
Capitolo 5: Capitolo 5
Ciao,
dovevo lasciare questa recensione per l’iniziativa del Babbo Natale, ma causa feste, impegni e lavoro alla fine ho rimandato a data da destinarsi, fortunatamente non ho dovuto aspettare troppo per leggere la storia.
Gironzolando sul tuo profilo ho visto mille storie di QaF, ma anche se conosco il tf non l’ho mai visto tutto, e non leggo molte fan fiction, preferisco le originali. Ero tentata dalla storia slash, veramente difatti ho aperta anche quella sul pc, eppure il titolo di questa mi ha attirato tantissimo, conta che ho iniziato l’altra, leggevo tre righe e poi tornavo al tuo profilo per guardare questo giallo. Alla fine mi sono detta, leggiamo questa e per la slash c’è sempre tempo XD.
 
Innanzitutto ti faccio veramente tutti i miei complimenti, scrivi molto bene e il primo capitolo è volato via scorrevole come l’olio. Scritto bene e mi ha incuriosito tantissimo, visto che mi sarei immaginata di tutto tranne che un inizio con un gruppo di studenti in una casa.
Glia mici di Jimmy sono veramente pessimi, non mi sono troppo simpatici, ma forse miglioreranno con l’andare avanti della storia, invece un personaggio che mi piace molto è Jennifer, è veramente un tipino tosto.
Un tipino tosto con delle rivelazioni spettacolari, insomma ha praticamente incontrato il Killer delle teste, fortuna vuole che lui non si sia accorto di lei, però mi domando come le è passato per la mente di fargli una fotografia. Ha rischiato tantissimo.
Comunque, gli amici di Jimmy hanno ragione deve portare quella foto alla polizia, sempre che le credano, dopo tutto quel tempo possono anche pensare che siano le manie di protagoniste di una ragazzina di quindici anni.
Ad inizio del secondo capitolo c’è stato un altro omicidio, o meglio hanno trovato un altro corpo, quindi se è accaduto quando erano tutti da Jimmy e Jennifer, esclude che l’assassino possa essere uno dei ragazzi.
Vediamo, volto a leggere il terzo capitolo.
 
A quanto pare il colpevole era a casa con loro, ma ora mi chiedo se è veramente Jeremy, svanito, mente è andata via la luce ad essere il colpevole, nonché colui che ha rapito Jennifer. Anche se non mi è molto simpatico spero che David non muoia, odio quando muoiono i personaggi di una storia.
Comunque mi chiedo, perché ha portato via la ragazza quando invece tutte le altre sue vittime le ha decapitate senza farsi scrupoli.
Ci rimugina sopra.
 
Bene, Jeremy non è l’assassino delle teste, allora la domanda è chi è? Chi ha ascoltato la loro conversazione e ha scoperto che Jennifer aveva le sue foto, insomma capisco che uno possa essere un serial killer, ma anche l’udito di un pipistrello mi sembra esagerato. A meno che non gironzolava lì attorno e avuto la fortuna di ascoltare la conversazione dei ragazzi.
 
O___O la mia faccia è rimasta così quando ho letto il finale. Allora è veramente Jeremy l’assassino, non lo avrei mai creduto.
E così c’era un assassino e un emulatore, e l’emulatore è stato tanto scemo da farsi beccare subito.
 
Veramente una bella storia, i gialli non sono semplici da scrivere, soprattutto quando ci sono diversi personaggi e bisogna sempre trovare un escamotage per non far capire subito chi è l’assassino. Tu sei stata decisamente brava, soprattutto perché in questa storia non è il vero Killer a muoversi, ma un suo emulatore.
Veramente una splendida storia, ti faccio tutti i miei complimenti.
 
-Yuko-

Recensione alla storia Game Over - 16/07/11, ore 01:44
Capitolo 1: Game Over
Dunque letta...
Mi piace, non è male devo dire, mi è sembrato strano leggere qualcosa di tuo che non fosse slash, però mi è piaciuta ^^.
Nella parte iniziale ci sono un paio di parole che non avrei messo nella frase, ma niente di che, leggendole, a suono mi sembravano stonate, ma credo sia una questione di abitudine del termine che si una o meno.
Per il resto è carina, non so se ci fossero delle imposizioni riguardo la lunghezza della OS, ma io forse l'avrei approfondita un pochino di più, qualche descrizione, avrei giocato un pochino di più sui pensieri del protagonista, ma anche questo dipende dalle preferenze di chi scrive e non di chi legge ^^.
Per il resto è intrigante, è scorrevole, e ben scritta, mi è piaciuta e poi è originale, a metà avevo immaginato che potesse essere caduto in un gioco, in una realtà virtuale, quando viene portato in infermeria, quando tu scirvi proprio che il comportamento del bidello della scuola è come se fosse programmato.
La fine mi piace, le parole del doppio del protagonista lasciano tutto molto in sospeso, secondo me ci starebbe benissimo un seguito... un nuovo ciaggio virtuale ^^ tanto per vedere cosa accadrà.
Tutti i miei complimenti, un bacione, Yuko.