Recensioni di Alexander Scarlet Carson

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Recensione alla storia Non un Jenoma - 22/09/13, ore 23:50
Capitolo 1: Non un Jenoma
Ciao whitemushroom,
Vorrei farti davvero tanti tanti complimenti, perché la tua storia è davvero coinvolgente, ricchissima, ben scritta, insomma un tripudio di immagini, che, grazie alla tua sapiente penna (o tastiera, per essere meno poetici! XD!) hai saputo dipingere e rendere vive in noi. In esse traspare non solo una davvero ottima conoscenza della psicologia del personaggio di Kuja, forse uno dei più complessi in Final Fantasy IX, a fianco della controversa Regina Brahne, ma anche una vivida immaginazione nel tentare di spiegare e raccontare la “giovinezza”, per così dire, dell’argenteo signore dei SilverDragons. Sinceramente, nonostante la freddezza e il cinismo di Garland non lo avevo immaginato così truce nelle punizioni (pensavo fosse più un tipo da pressione psicologica, anche perché nel gioco non si sporca mai le mani nell’uccidere uomini, non vede una goccia di sangue prima di combattere contro di noi!), quindi hai saputo interpretare un personaggio in chiave personale senza andare in OOC, il che rende ancora più pregevole la tua opera. Vorrei sottolineare alcuni punti del tuo racconto, secondo me i più intensi e significativi:
“La lama era penetrata solo per un po’, ma per quanto l’avesse spinta vi era qualcosa dentro la coda che l’aveva bloccata, lasciando solo i vasi tagliati e l’odioso fluido rosso che gli era sceso tra le dita, lungo i vestiti e fin dentro gli stivali, appiccicandogli i capelli al viso.”
A me ha emozionato moltissimo leggere queste parole, mi sembrava quasi di essere lì, mentre lui stringe i denti e carica il colpo, chiudendo gli occhi e preparandosi psicologicamente al dolore. La coda superstite, lacerata e tagliata ai “vasi” e che emette fiotti dell’“odioso fluido rosso”… sembra che ci sia racchiuso tutto lo sprezzo di Kuja per il suo essere Jenoma, sprezzo che ha effettivo fondamento nel gioco perché non si capisce che lui lo sia finché Garland non lo rivela, dato che lui sapientemente nasconde la tanto odiata coda sotto il lungo vestito. In effetti, verrebbe essere tutto ma “non un jenoma”.
L’altro punto eccezionale, a parer mio, è:
“L’aria satura di magia si strinse intorno al suo corpo, premendogli contro il petto; una scarica partì dai polmoni e lo attraversò fino alla punta della coda, e quando provò a gridare si accorse di avere la gola, la bocca ed il naso pieni di sangue. La magia gli pulsò nel cervello, urlare o prendere aria era impossibile. […] Fu come se una mano invisibile gli stesse stringendo il cuore, poi lo rilasciasse, poi lo stringesse di nuovo; sputò altro sangue, ma la sua bocca ne fu di nuovo inondata. Gli occhi pulsavano al ritmo forsennato del cuore, e per quanto li chiudesse gli sembrava che potessero schizzargli fuori dalle orbite da un momento all’altro. Agitò persino la coda come flebile difesa, ma le mani invisibili di Garland la torsero proprio nel punto in cui si era ferito.”
Questo è il punto, a mio modesto e umile parere, in cui l’intera storia raggiunge l’acme, in cui tutti abbiamo il fiato sospeso, in cui sembra anche a noi che il cuore batta all’impazzata e il respiro sia mozzato, colto in un vortice di pathos vedendo quel corpo perfetto stravolto dal dolore e dal sangue. Le tue parole sanno dare l’idea, sanno rappresentare odori ed emozioni, sensazioni ed immagini. Il tutto per descrivere e per rendere l’idea che la violenza nasce dalla violenza, Kuja è un antagonista nel gioco, ma anche la sua situazione, da tutti ignorata, non è delle migliori. Costretto ad essere una marionetta con un cuore nelle mani di un crudele demiurgo, sempre in una labile posizione di precarietà, vive la sua superiorità come una condanna, essendo equiparato a dei corpi di carne vuoti peraltro come orbite di teschi. Presagisce la sua finitezza, anche se la conferma finale della sua non immortalità giunge alla fine del gioco, motivo della sua pazzia finale. Un ego smisurato e immortale condannato in un corpo di carne e sangue, destinato a sparire nella morte. Grazie per averci regalato una storia così bella, grazie per aver dato alla luce questo pastiche, in cui la letteratura e l’arte ci regalano immagini ed emozioni uniche. Spero di non essere stato troppo noioso o prolisso! Volevo comunque farti tanti complimenti ancora aspettando la tua prossima storia.
Tanti saluti,
Alexander

Recensione alla storia Birth of The New Queen - 07/09/13, ore 18:16
Capitolo 1: Birth of The New Queen
Innanzitutto, complimenti per la scelta della situazione del gioco da descrivere e narrare. E' sicuramente uno dei momenti più struggenti di tutto il gioco e sono d'accordo con te quando dici che anche se la fine di Brahne è stata del tutto meritata, era pur sempre la madre di Garnet e quindi dobbiamo comprendere il suo dolore, pur tenendo da conto tutto il male che lei e la sua ambizione hanno fatto a lei, la sua unica e adorata figlia, e a noi, poveri ignari giocatori.
Detto questo, secondo me lo stile che hai avuto è stato davvero ottimo. Leggero, sottile, evanescente come un filo di fumo, quello che era la forza di Garnet in quel momento atroce e critico, di immensa perdita e contemporaneamente di forzosa assunzione di gravose responsabilità.
Noi che conosciamo la Principessa, sappiamo quale difficoltà segue la presa in carico del suo regno e tutte le difficoltà di un passaggio di trono così tortuoso e complicato. Brahne, nonostante tutto, era molto amata dal popolo, per la sua forza e la sua determinazione, mentre lei, così dolce, fragile e piena di difficoltà non era sicura di poter soddisfare la necessità del popolo di una guida salda e sicura.
Dalle tue parole emerge tutta la Garnet figlia, la principessa bambina, che, non dimentichiamoci, a quell'epoca aveva solo sedici anni, la piccola bambina a cui ancora manca la mano della madre ad asciugarle le lacrime e a sorreggerla in un momento in cui le forze le mancavano. I suoi dubbi, sul fatto di convincere la madre della malvagità delle sue azioni, che nel gioco emergono, ma molto poco (come gran parte della introspezione dei personaggi) è stata resa molto molto bene nel tuo scritto.
Una delle frasi che mi è piaciuta veramente tanto della tua storia è stata:“Le sue labbra erano immobili come se fossero fatte di cemento, il lutto la convinceva che non avrebbe mai più sorriso.”, che introduce il tema del silenzio, uno dei temi più profondi di Garnet, che la chiude e la rende “viva”: un personaggio umano, di quelli che non sopravvive a tutto e contro tutto, ma che fa mostra delle sue debolezze e della sua umanità. Un silenzio quasi autistico che la differenzia dai soliti personaggi dei videogiochi, potentissimi e immortali, e che la rende REALE, fragile e vicina al nostro essere granelli di sabbia contro un mondo infinitamente più grande di noi.
L'altra frase che mi è piaciuta davvero molto e che mi ha commosso è stata: Le sue guance sentivano ancora la mano tozza di Brahne accarezzarla per un'ultima volta.”, perché questo periodo racchiude dentro di sé tutto il sentimento che intercorreva tra la madre e la figlia. Un sentimento che tutti noi proviamo nei confronti della nostra, di madre, e che apre la finestra dei nostri occhi ad una Brahne diversa, ad una mamma, prima che ad una malvagia Regina ambiziosa, e ad una figlia, prima che una principessa in fuga, sognante un bandito che la porti a scoprire il mondo.
L'unico difetto, che se possibile ti chiedo di rivedere il prima possibile, perché impoverisce uno scritto così bello e delicato, è questo:
Pensò a come fosse stato quel momento se l'avrebbe salvata per poi fermarla dalle continue cattiverie che la tenevano prigioniera[...]”.
E' normale che ogni tanto, presi dalla foga di scrivere, ci perdiamo in un bicchier d'acqua, sono errori molto comuni. Tuttavia parlo davvero, questa coppia di verbi “stonati” colpisce mentre leggi, anche perché indurisce la lettura scorrevole che mantieni per tutto il resto del tuo scritto. Correggi i due verbi in “sarebbe stato” e in “se l'avesse salvata” e sentirai anche tu, rileggendo subito dopo, una diversa leggibilità e una continuità di scorrevolezza.
Grazie di averci regalato questa perla di delicatezza
A presto,
A. S. C.
Recensione alla storia Gran Finale - 24/03/13, ore 12:21
Capitolo 1: Certo che quel tipo picchia...

 Wow, che dire di questa storia? Davvero ben fatta! Mi sembrava di vedere i personaggi del videogioco uscire a parlarmi vis à vis... ^^ ci hai giocato parecchio a questo gioco? Perchè li hai dipinti in maniera perfetta! E' una tra le migliori fanfic su Final Fantasy IX che abbia mai letto complimenti davvero! E' anche molto simpatica, mi hai fatto morire all'inizio... ma aspetta, metto la serie delle citazioni che mi sono piaciute di più e ti dico anche perchè:

  1. {Musica cupa, diciamo da Fine del Mondo}

    Questo mi ha fatto davvero ridere, contando che quello con Trivia è il vero scontro finale, qualcuno che apre il racconto con una frase del genere mi è piaciuto davvero tanto. E' stato un colpo di genio! XD!

  2. Castando

    Usi videogiochi per computer o comunque giochi come “Baldur's Gate” o che? Perchè in quei giochi c'è questo modo di dire per caricare la magia... e anche se effettivamente il procedimento è lo stesso non ho mai pensato di usarlo per Final Fantasy IX! La userò ogni tanto anche io, perché è davvero molto più preciso!

  3. brandendo la Save The Queen

    Adoro questa spada, adoro Beatrix, la amo come personaggio, e tutto quello che riguarda lei per me è sacro. Ma come mai hai fatto brandire a Steiner la Save the Queen anche se lui non può usarla nel videogioco? Non mi sembra si possa usare... come mai questa scelta? Sono stra curioso di saperlo! ^^

  4. Folgore Astrale

Idem come sopra per la Save the Queen: questa mossa non è di Kuja? o.o scusa se rompo così tanto, ma anche a me piacerebbe usare questa mossa e quella spada nelle mie fanfic, ma se non inserisco i personaggi reali, poi mi sento in colpa di aver storpiato la storia... mah! Comunque è davvero bella questa abilità di Kuja!

 

In conclusione, mi è piaciuto tutto tantissimo e spero di riuscire a leggere altre tue storie presto, anche se pure io sono un universitario e faccio davvero fatica a volte a restare aggiornato e a seguire i miei autori preferiti! Mannaggia... comunque suggerirò anche ad alcune mie amiche che sono sul sito di venire a leggere qualche tua storia, magari quelle su Naruto, che a me non piacciono, ma non per colpa tu, ma perchè proprio non piace a me.

Spero che la mia recensione ti sia stata utile e che non ti abbia offeso per gli appunti che ho fatto! A presto!

 

Alexander (sisi, proprio lui, l'Eidolon o Guardian Force, come preferisci! XD!)

 

Ps: quel Trivia è troppo fantastico! XD! Però comincio a preoccuparmi, xk quando sono nervoso le mie risposte sono più o meno come quelle di Trivia (che ricorda un po' la versione incazzata di Sheldon di The Big Bang Theory! XD!)


Recensione alla storia I'm only a empty container - 17/03/13, ore 22:06
Capitolo 1: I'm only a empty container

Non saprei proprio che cosa dire. Mi sembrano tutti pensieri possibili che Gidan può aver fatto. A giudicare da come reagisce dopo aver saputo quello che Garland aveva in mente per lui, immagino che ciascuno di noi sarebbe sotto shock, assolutamente incapace di capire e di reagire in maniera da impedire qualcosa di già prescritto e stabilito da un'entità superiore e creatrice come quella di Garland. Arrivato a quel punto del gioco neanche io avevo capito cosa sarebbe stato giusto fare: aiutare Garland a sconfiggere Kuja e a creare il Nuovo Mondo (cosa neanche del tutto maligna, per gli intenti che aveva l'Amministratore Stellare di sconfiggere la morte e la sofferenza) o permettere al mondo preesistente di Gaya di continuare a vivere pur essendo consapevoli che questo avrebbe significato permettere a morte, sofferenza e malattia di continuare ad esistere in una spirale di morte come quella che caratterizzava il regno degli umani durante Iifa? Il dilemma era insanabile. Non avrei proprio mai voluto essere nei panni di Gidan durante questa scelta. Io sarei rimasto talmente sconvolto che sarebbe stato difficile per me decidere.

Credo che tu sia stato/a molto bravo/a a rendere questa sensazione di smarrimento. In più, la difficoltà di rendersi conto dove cominciamo noi e dove finiamo e veniamo rimandati nella mano di quello che è nostro Padre Creatore. Saremmo capaci di ribellarci al nostro Dio? Non credo. In più, se il nostro Dio venisse a dirci che dovremmo tornare ad essere solo recipienti per essere di nuovo riempiti di qualcos'altro da noi? Che dovremmo rinunciare ai nostri sentimenti per servire una causa superiore che non ci appartiene, quanti di noi sarebbero capaci di farlo?

Scusa se mi sono dilungato, ma sono riflessioni che mi sono sempre sorte spontanee mentre giocavo a questo videogioco che nasconde ben altro dall'apparenza di passatempo ludico. Ogni dettaglio che vado a scoprire mi stupisce ogni volta di più. Bravo bravo!

Ps: dal mio nome, non si direbbe proprio che sono fanatico di Final Fantasy eh? XD! Alexander è proprio il G.F. / Eidolon di FF! :) Eheheheh!


Recensione alla storia Avrei voluto averne la possibilitá - 15/03/13, ore 18:59
Capitolo 1: Avrei voluto averne la possibilitá
Ciao Carcar!
Sono davvero emozionato da questa Drabble... mi č piaciuta davvero. Per quanto Kuja sia un personaggio antagonista, trovo che la sua sia solo la storia di una grande tristezza. Orgoglio, grandezza e potere, ecco cosa racchiude Kuja ed ecco cosa lo ha portato a rifiutare gli amici quando sono arrivati. Lui era abituato ad essere adorato, seguito, venerato. Come poteva sopportare di essere disprezzato come un mostro e guardato come una mostruosa chimera. Bello bello, anche se ancora una volta non si riesce ad afferrare la grandezza e lo spessore di questo personaggio, forse il piů complesso e grande dell'intero gioco. Mi piace la tua riflessione, e mi piace come hai rappresentato Kuja. Brava/o! ^^
Ps: mi hai fatto ritornare alla mente il discorso che fa Vivi alla fine del gioco, quando ringrazia Kuja e ricorda a tutti noi che, nella sua pazzia, lui ha saputo dare vita ad una razza di esseri non vuoti. Ha ricordato che i maghi neri non sono solo gusci vuoti, anche lui stesso lo sarebbe stato altrimenti! Ha ridato speranza anche ai jenoma di riottenere la vita perduta. Il messaggio che ha lasciato Kuja nel suo essere se stesso, nel suo stravolgere l'universo e rischiare di distruggere il mondo č stato: “Basta volerlo, e ciascuno di noi, per quanto “vuoto” o “omologato” si possa sentire, ha una grande, enorme importanza.”. E non č poco.