Recensioni di Aphrodite

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Burial - 31/05/13, ore 18:49
Capitolo 20: Twenty: Farewell - No Words To Say; Epilogue I,II
Ciao =D!
Fin dai tempi in cui ancora leggiucchiavo qualcosa sul fandom di Saiyuki avevo sempre avuto la curiosità di leggere questa fanfiction. Il titolo mi aveva attratta, volevo scoprire di cosa trattasse, ma confesso che la presenza di un OC nella storia mi aveva spesso frenata. Stupido pregiudizio, ma essendo tanto affezionata a Saiyuki e ai suoi protagonisti e condizionata da pessime letture che vedevano l'introduzione di OC malfatti nel quartetto, ho avuto il coraggio di aprire il link del primo capitolo solo domenica scorsa.
E, subito, mi sono resa conto dell'errore madornale commesso a non aver mai voluto leggere prima questa storia. L'ho divorata in ogni momento libero che avevo, finendo a leggere tra le lacrime gli ultimi due capitoli proprio ieri sera.
Ma bando ai sciocchi preamboli, vediamo di costruire un discorso articolato, anche se credo di non essere capace d'esprimere a parole il capolavoro che Burial è.
Anzitutto appare chiaro quanto tu ami Saiyuki, quante volte tu l'abbia riletto sino allo sfinimento per carpire i più piccoli segreti di ogni personaggio e disegnarlo al meglio in questo contesto che, sì, è perfettamento idoneo al viaggio verso Ovest cui la Minekura ci ha abituati. Partirei quindi col dire che la trattazione del quartetto è a dir poco perfetta, in particolar modo il modo in cui parlano e si pongono è il loro, quasi tu fossi entrata nella loro testa -il che, data la complessità di ogni personaggio, non è affatto semplice.
La trama, in generale, è più lineare di quel che ci si può aspettare: il solito viaggio verso Ovest, imprevisti vari causa demoni, un personaggio in più che sala sulla jeep. Fin qui nulla di particolare e, anzi, è un bene perché prepara il terreno verso ciò che nasconde Burial: il lettore è, al tempo stesso, rassicurato da un'ambientazione che conosce ed attratto magneticamente dal mistero su cui poggia questa nuova tratta di viaggio. Mistero che viene spezzettato qua e là, si mostra e si nasconde, ma in realtà il suo significato è sempre stato davanti agli occhi: semplicemente tu sei stata abile nel rendere mistero ciò non lo era e viceversa. Mi spiego: la verità su Lilith appariva già chiara quando lei stessa nomina "Koryu" al suo incontro con Sanzo, quando parla brevemente delle sacerdotesse e quando, infine, Hakkai svela (senza in realtà dirlo) che lei è morta. Gli indizi per ricostruire integramente il personaggio li si aveva sin dall'inizio, erano solo i personaggi a dover mettere insieme i tasselli di quello che infine è diventato un intricato puzzle grazie ai quattro Sweet Dreams. Quindi, ciò che rende interessante Burial è proprio questo sapere e non sapere, seguendo passo dopo passo il percorso intrapreso da ciascuno dei protagonisti per arrivare alla propria verità.
Da questo passiamo al secondo punto che ha reso Burial particolare: Lilith\Aya.
Come ho esordito, uno dei motivi che mi ha spinta a non leggere tempo addietro la storia era la paura di trovarmi nuovamente a contatto con un OC malfatto e del tutto inappropriato con il mondo di Saiyuki. Forse ora ti sorprenderà sapere che mi sono pian piano innamorata del personaggio nella sua interezza, arrivando a versare lacrime su lacrime tra i capitoli 19 e 20 (anzi, in quest'ultimo ho pianto dall'inizio alla fine, non so nemmeno io come ho fatto a leggere effettivamente...). Magari sembrerà riduttivo dirlo, ma sembra un personaggio della Minekura, come se fosse sempre esistito in Saiyuki, come se il posto tra Goku e Gojyo sulla jeep fosse sempre stato occupato da lei. Si nota perfettamente la cura adoperata per renderla un personaggio vero e ben introdotto in questo mondo di demoni, sangue, templi e tragedie, tanto che infine, alla sua morte, sembra davvero di dare addio ad un'amica. Non hai lasciato nulla al caso e, a riguardo delle tue preoccupazioni esposte nel primo capitolo, Lilith non è affatto una Mary Sue.
Un punto che ho apprezzato particolarmente è che tu non abbia mai detto esplicitamente che sia bella fisicamente, anzi, di Lilith ci si fa un'immagine sommaria attraverso gli occhi degli altri personaggi e, infine, attraverso il suo passato. Quindi ce la si può perfettamente immaginare come una sacerdotessa dal bel viso quando ancora portava il nome di Aya ed un maschiaccio screziato da cicatrici, ma sempre con lo stesso magnifico viso, nelle vesti di Lilith. Altro punto a suo favore è il fatto che, nonostante la sua bravura nel combattimento, di lei appaia la debolezza causata dalla sua natura fisica: per quanto brava, abile e forte, è pur sempre un'umana e, dunque, non sempre capace di sopraffare dei demoni. Può essere un particolare sciocco, ma ritornando sul discorso Mary Sue, forse capirai ciò che intendo.
D'altronde, ciò che più si apprende meglio di Lilith è proprio la sua totale umanità. Gli esseri umani sbagliano spesso strada, ne ripercorrono più volte altre, si perdono, cambiano decisioni, commettono errori, a volte fanno del bene. Non ha forse detto qualcosa di simile proprio Sanzo?
Aya commise troppi errori, ma peccò solamente di umanità: lei, che conosceva così poco del mondo, ha voluto colmare le sue curiosità. Peccato che sulla sua strada sia comparso Yaminari. Sinceramente il personaggio di Yaminari mi ripugna, ma ciò non significa che tu l'abbia mal tratteggiato, anzi! Nel ruolo che gli hai affidato, l'hai presentato splendidamente in tutta la sua voglia di depredare e possedere nei modi più crudi e disgustosi. Un degno capo d'una banda di demoni antropofagi, che sul suo cammino ha trovato un'umana che l'ammaliato al punto tale dall'eccitarlo nel più spregevole dei modi. La sua ossessione nei confronti di Lilith è pregna di desiderio sessuale, violenza, sangue e volontà di affondare gli artigli in un corpo che ha plasmato nell'odio lui stesso. Yaminari è senz'altro il diretto responsabile della caduta d'una pura sacerdotessa e della rinascita di un demone spietato.
Il loro rapporto, dunque, è singolare. In verità quell'incontro poteva anche essere indice d'un nuovo inizio, in cui demone ed umano potevano provare a convivere pacificamente; tuttavia questo non è accaduto, a causa di discrepanze di vario genere e, forse, ciascuna delle due parti ha le sue ragioni. Paradossalmente non riesco a dare completa ragione all'uno ed all'altro, sebbene ritenga ignobile la razza di Yaminari; questa storia insegna anche che andare contro la propria natura è praticamente impossibile.
Non mi soffermo sulla crudezza delle barbarie subite da Lilith: non ci sono parole per esprimere il disgusto che ho provato per ciò che ha subito e per la fermezza d'animo mantenuta da Aya nel subire ogni tortura, senza cedere, senza impazzire. Una forza d'animo veramente notevole e degna d'ammirazione, che cancella sicuramente le colpe che ella si imputa sino alla morte. D'altronde ha peccato per umanità e la sua stessa maestra Ayame ne è consapevole: il perdono e, infine, il ricongiugimento tra madre adottiva e figlia è toccante, dona una felicità quasi innaturale dato lo svolgersi degli eventi, eppure meravigliosa. In fondo ciò che Lilith\Aya non ha mai affrontato è proprio il dolore per la scomparsa di Ayama, consapevole che, se avesse ucciso Yaminari sin dall'inizio, tutto ciò che aveva vissuto non sarebbe mai accaduto. Tuttavia ha dimostrato un orgoglio ed una forza smisurati in ogni attimo della sua esistenza, arrivando persino a torturarsi per sei anni legandosi ad una vita pur di perseguire i suoi scopi. Non posso non ammirarla e, come dice Kanzeon Bosatsu “Ho la speranza che prima o poi ci rincontreremo, piccola Aya. Per quel giorno, mi auguro di poter essere io a portarti in grembo”Spero davvero anche io che, il giorno della sua rinascita, Aya possa godere di una vita felice. E, perché no, possa incontrare di nuovo quei quattro.
Un ultimo appunto su Aya: la sua paura di suicidarsi. Altro punto che mi ha toccata, sino alla fine; lei stessa piange e si dispera per la sua incapacità di ferirsi. D'altro canto il suicidio non è cosa da poco e, anche nelle situazioni più disperate, si tenta di aggrapparsi all'ultimo briciola di volontà di vivere che si ha. Anche dopo aver ucciso Yaminari ha paura, sebbene sappia che finalmente la sua non esistenza ha raggiunto lo scopo che si era prefissata.
Personalmente sono felice che non si sia uccisa con le sue mani, ma che questo compito sia spettato a Sanzo: a dispetto di come la scena appare, questa acquista un'atmosfera sacra. Come la chiusura di un ciclo e l'inizio di un altro. Ciò che amo del buddismo è proprio l'idea della rinascita, regala un senso di speranza che non mi dà l'idea di essere ipocrita: rimane una speranza, una convinzione, in cui poter credere. Ogni cosa si rigenera, il ciclo della vita si presenta ai nostri occhi ogni giorno. Pensare ad una rinascita, quindi, non mi da un senso di sollievo, ma solo felicità. Non so se mi sono spiegata... ma questo punto, comunque, ha poca importanza.
Veniamo infine agli Sweet Dreams. Come spieghi nell'epilogo, ma che comunque appare chiaro nella lettura de capitoli, il tema della sepoltura implica teoricamente anche la sepoltura delle tragedie che ci hanno segnato e che ancora non abbiamo superato. Ognuno di noi porta sulle spalle fardelli dolorosi, di cui non vogliamo parlare. Cicatrici invisibili agli occhi degli amici, incubi che ci soffocano la notte. Anche questo è esseri umani: il nascondere le piaghe, ignorarle, perché affrontarle significherebbe riaprire vecchie ferite, soffrire, soffrire, soffrire come era stato in passato. Accantonare ciò che è accaduto, tuttavia, non aiuterà mai nessuno: bisogna trovare la forza di reagire, se necessario chiedere aiuto. Perché è questo ciò che un essere umano non desidera: essere aiutato. Crediamo di poter essere indipendenti, ma la verità è che abbiamo troppa paura di appoggiarci agli altri, anche solo per trovare un conforto.
Il nostro amato quartetto dimostra perfettamente quanto detto: hanno viaggiato tanti mesi assieme, ma ciascuno è sempre distante dall'altro, anche quando gli cammina di fianco. E' ciò che Gojyo dice spesso del suo rapporto con Hakkai: nonostante siano spalla a spala, lo vede distante e, per quanto si sforzi a tendere la mano verso di lui, non riesce ad afferrare quella del compagno. E' una sensazione sgradevole, eppure, come tutto il resto, ognuno di loro nasconde i propri timori. In verità il più sincero e maturo dei quattro è proprio Goku: lui dice ciò che pensa senza problemi, sa quali sono i suoi limiti e i suoi timori, ma si accetta, è consapevole di ciò è fino in fondo. In parte pure Gojyo è così, anche perché il suo problema risulta essere più il rapporto precario con Hakkai che il pensiero della madre -e lo dimostra il fatto che, infine, i due problemi trovano l'unica soluzione nell'abbraccio che finalmente Hakkai gli cede con un sorriso (ti ho amata per questa scena, la reputo una delle più belle e toccanti di tutta la storia). Al contrario, Sanzo è quello che proprio si rifiuta di capire come stanno le cose: è talmente determinato ad accantonare tutto ciò che gli si para di fronte, a causa dei traumi del passato, che quasi rischia di perdere nuovamente la sua anima -la prima volta è sicuramente quella in cui, dopo la morte del maestro, percorre una strada insanguinata senza più anima negli occhi. Hakkai è un po' una via di mezzo: lui non ha il coraggio di accettare la realtà, imputandosi colpe che, almeno per me, non ha. Anzi. Ci fossero tanti uomini come lui capaci di amare così profondamente una donna...
Lilith riesce a prendere la mano di ciascuno di loro, a metterli a nudo di fronte ai loro segreti più infimi e a farli sentire finalmente uniti come mai lo erano stati sino a quel momento. Mi sono piaciuti tutti, tutti, questi Sweet Dreams, ma confesso che il mio preferito è quello di Goku. Amo il rapporto tra Goku e Sanzo così come amo quello tra Gojyo e Hakkai, certamente, ma... Goku fa apparire tutto così dolce, bello e luminoso da farti ridere e piangere di gioia al tempo stesso. La sua semplicità t'incanta ed al contempo capisci quanto quella stupida scimmia sia più matura di tutti i suoi compagni messi insieme. E poi, beh, il modo in cui riesce a stare accanto a Sanzo, come gli sbatta la verità in faccia... Mi fa venire la pelle d'oca e pensare che anche Sanzo non potrebbe vivere senza Goku. Non ci riuscirebbe perché, come Lilith e Yaminari, sono i due lati del Tao. Si completano, uno non esiste senza l'altro.
Si potrebbe dire lo stesso di Gojyo e Hakkai, ma il loro rapporto si basa su qualcosa d'indefinibile, che non è amore nè amicizia, ma solo una fusione di tutto questo... e comunque sono più simili fra loro rispetto a Goku e Sanzo, per certi punti.
Beh... Credo di essere arrivata alla fine del mio sproloquio. Erano secoli che non mi capitava di scrivere una recensione tanto lunga XD
Mi spiace non riuscire a dire con parole pavore quanto Burial sia bella, articolata, una di quelle storie che fa riflettere, innamorare e piangere tutto in una volta sola.
Posso solo ringraziarti per aver realizzato una storia di questo calibro, per tutto quello che mi ha dato e ti faccio tanti, tanti complimenti.
Ika
(Recensione modificata il 03/06/2013 - 05:31 pm)
Recensione alla storia Foglie - 01/03/12, ore 20:46
Capitolo 1: GatoHazel
Autunno. Non si poteva scegliere una stagione migliore da associare a tale coppia; personalmente mi piace l'autunno, mi piacciono i suoi colori, i suoi odori, il senso di tiepido che ancora si avverte nell'aria prima dell'inverno... Per quanto possa considerarsi una stagione in cui la natura muore, io non riesco a pensare a tale morte con tristezza: è, sì, un ciclo che si chiude, ma che lascia anche intendere un nuovo inizio. Banale interpretazione ottimistica, la mia. Riallacciandomi alla storia, per quanto abbia in 'odio' Hazel XD, mi è piaciuta molto. Delicata e profonda in ogni gesto descritto, mostra il lato intimo di un rapporto che, ancora oggi, non riesco a definire a parole. Sono la contrapposizione, la Vita e la Morte unite in rispetto. E quel 'sono ancora vivi' ha un ché di affascinante, quasi sfidasse il senso di morte dell'autunno. Che dire? Mi è piaciuta. E ti ringrazio tanto della dedica <3
Recensione alla storia Il principe felice - 17/02/12, ore 22:37
Capitolo 17: Capitolo sedici - Passo dopo passo
Mi ha davvero colpito. È strano come, in questo caso, siano il paesaggio, l'atmosfera e quella cosa astratta che è l'anima a far parlare di sé in modo singolare e profondo. È strano perché non ci si è concentrati sui personaggi, eppure è facilmente comprensibile come cielo e pensieri parlino di quelli. In particolar modo mi ha colpita la descrizione di queste voci, quelle più silenziose e quelle rumorose. Eppure il cammino è silenzioso. Sembra quasi di trovarsi in una di quelle situazioni dove ti senti spaccato a metà, diviso fra ciò che c'è dentro di te e ciò che c'è fuori. E ascolti.
Mi scuso se non ho sempre recensito, ma sappi che seguo sempre ogni singolo capitolo con curiosità e gioia. Un bacione cara e tanti complimenti <3