Recensioni di Stria93

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Luce - 22/11/20, ore 08:57
Capitolo 1: Luce
No, vabbè... una non può legNo, vabbè... una non può leggere queste cose alle 8.43 del mattino. Stupenda! Magnifica! Un guizzo di luce, appunto! Non avevo dubbi, conoscendoti, ma il gioiellino che hai pubblicato è davvero qualcosa di meraviglioso. 100 parole che, in termini di emozioni e significato, valgono come un'intera OS ma hanno anche l'ulteriore merito della fatica di rientrare in un canone che è particolarmente difficile da gestire e in più considerando anche la presenza di vocaboli taboo. Schiaffare lì un centinaio di parole quando non si ha granché da dire è facile, ma so che non è per niente il tuo caso e infatti il tuo lavoro trabocca di tutto ciò che forse ti sarebbe stato più agevole imprimere in uno scritto più lungo ma che, tanto di cappello a te, hai saputo limare e cesellare con maestria fino a farlo rispondere alla regola delle drabble senza minimamente privarlo della sua potenza emozionale. Bravissima non è abbastanza ma comunque... bravissima! E grazie tante per i lacrimoni della domenica mattina.gere queste cose alle 8.43 del mattino. Stupenda! Magnifica! Un guizzo di luce, appunto! Non avevo dubbi, conoscendoti, ma il gioiellino che hai pubblicato è davvero qualcosa di meraviglioso. 100 parole che, in termini di emozioni e significato, valgono come un'intera OS ma hanno anche l'ulteriore merito della fatica di rientrare in un canone che è particolarmente difficile da gestire. Schiaffare lì un centinaio di parole quando non si ha granché da dire è facile, ma so che non è per niente il tuo caso e infatti il tuo lavoro trabocca di tutto ciò che forse ti sarebbe stato più agevole imprimere in uno scritto più lungo ma che, tanto di cappello a te, hai saputo limare e cesellare con maestria fino a farlo rispondere alla regola delle drabble senza minimamente privarlo della sua potenza emozionale. Bravissima non è abbastanza ma comunque... bravissima! E grazie tante per i lacrimoni della domenica mattina.
Recensione alla storia A Wonderful Idea - 30/12/19, ore 10:45
Capitolo 1: A Woderful Idea
Eccomi, Menade!

Le risposte arriveranno in un secondo momento, prima devo concentrarmi su questo zuccherino post-natalizio! *.*
Intanto hai presentato già dalla primissima scena quello che poi sarà lo scenario principale della shot e l'atmosfera che caratterizzerà tutto il tuo scritto. La descrizione di Aziraphale immerso nel sonno (solo in apparenza, ma questo lo scopriremo dopo) con la testa appoggiata alle nocche mi ha subito colmata di un senso di pace e distensione. Una serena tranquillità che solo momenti tanto piccoli, intimi e quotidiani possono creare. Momenti che, oltretutto, costituiscono un substrato imprescindibile nella relazione degli Ineffable Husbands e che sono sempre felicissima di ritrovare nei tuoi lavori.
Ormai abbiamo capito che ci piace tanto pensarli osservarsi a vicenda mentre fanno cose, ma abbiamo una predilezione per quando si guardano dormire; in più, come hai sottolineato attraverso il PoV di Crowley, per lui è davvero un evento eccezionale poter assistere allo spettacolo di Aziraphale dedito a quell'occupazione e il demone è intenzionato a godere di questa visione il più a lungo possibile e di preservare l'incantesimo al meglio delle sue possibilità.
Inutile dirti quanto abbia amato la frase che hai messo anche nell'intro: “allontanarsi da lui non sembrava rientrare nei suoi programmi per l'immediato futuro.”
Si tratta di un passaggio il cui significato si può tranquillamente estendere ben oltre la circostanza che hai definito nella storia e ampliare alla sua vita in generale, che ormai è indissolubilmente legata a quella dell'angelo. C'è un'idea di progettualità futura in queste parole; il sogno di una casa nel senso più affettivo e psichico del termine, di una famiglia, un microcosmo nel quale essere completamente se stesso e sentirsi accettato e amato incondizionatamente.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai fatto gradatamente avvicinare Crowley ad Aziraphale per osservarlo meglio, pagando anche il prezzo di una posizione decisamente poco confortevole per il suo involucro corporeo. Ho trattenuto il fiato insieme a lui quando gli sono schioccate le giunture. Figurarmelo lì piegato sulle ginocchia per ottenere il miglior punto di osservazione del volto dell'angelo mi ha riempita di tenerezza ma è stato anche divertente leggere i suoi pensieri che si soffermano proprio sulla poca dignità che avrebbe dimostrato agli occhi di Aziraphale se si fosse destato in quell'istante e l'avesse trovato così.
Ho adorato anche il paragrafo seguente, dove parli del piacere che il demone prova da sempre nello studiare l'angelo mentre è assorto in qualche attività, soprattutto quelle più tipiche degli umani. La frase sulla contemplazione più sacra per un Rinnegato è stata una lieve punta di amaro in questo mare di dolcezza che ci ha ricordato come la sua condizione abbia sempre rappresentato un fardello per Crowley, creando così una corrispondenza con le storie precedenti della tua serie, molte delle quali proprio incentrare sul graduale superamento di questa visione essenzialmente negativa che il demone ha di se stesso.
Lo sfioramento dei capelli mi ha uccisa! Hai presentato un gesto così semplice, così dolce, così amorevole, così umano! Il bisogno di Crowley di toccare Aziraphale, l'atto quasi inconsapevole che ne deriva e il conseguente allargarsi del suo sorriso sono qualcosa di bellissimo che esprime alla perfezione tutta la delicatezza del loro rapporto. Qui hai usato però anche quel tocco di ironia che stempera un pochettino la dominante componente del fluff, e ho apprezzato molto questa scelta perché bilancia il tutto pur senza interferire e stridere con la tenerezza della scena che stai dipingendo.
Ma ecco il colpo di scena che fa quasi discorporare Crowley: Aziraphale è tutt'altro che addormentato e lo coglie in fallo facendogli notare scherzosamente la scortesia del suo comportamento.
Ahahaha! Dalle scuse al sottolineare l'ovvio con un banalissimo “Sei sveglio” ne passa di acqua! :') Crowley diventa un idiota totale quando ha a che fare con Aziraphale e viene preso in contropiede dall'angelo, come in questo caso. Crowley.exe ha smesso di funzionare. ;)
La rivelazione del regalo è stata davvero una sorpresa. Non me l'aspettavo, ma in effetti la posa che Aziraphale aveva assunto e che poteva richiamare l'immagine di una persona che dorme, assume tutto un altro senso alla luce del tipo di regalo che egli si stava godendo.
Mi ha fatto ridere che l'angelo ci abbia impiegato del tempo prima di scoprire il dono sotto il bonsai. Non credo sia abituato a ricevere regali per Natale e dunque mi sembra più che logico che non abbia pensato subito di guardare se ci fosse qualcosa per lui sotto l'alberello addobbato.
Ma in questi scambi verbali tra i due, sono i gesti ad avermi coinvolto ancora più delle parole. Crowley che non interrompe il contatto ora che sa che l'altro è sveglio e continua ad accarezzargli lievemente il capo e il viso mentre si parlano mi ha scaldato il cuore. Anche se il demone ha usato un modo un po' risentito per far notare ad Aziraphale la sua lentezza nell'accorgersi del dono, questo è annullato dall'atteggiamento con cui la sua mano continua imperterrita a sfiorare dolcemente l'angelo.
Sei stata brava di nuovo ad inserire un altro paragrafo dai toni più leggeri e vagamente comici, con Crowley che istintivamente cerca, come al solito, di rigettare il giudizio di Aziraphale sulla sua tendenza a fare “cose carine”, ma stavolta è del tutto consapevole di non avere giustificazioni plausibili dalla sua che possano far passare il suo gesto come qualcosa di diverso da quello che è: un piccolo atto d'amore verso colui che ama. Meglio rinunciare subito piuttosto che inoltrarsi su un strada senza uscita.
Credevo di essere morta allo sfioramento dei capelli, ma vedere Crowley che si accoccola accanto ad Aziraphale sulla poltrona e si gusta la carezza profumata della mano dell'angelo per poi baciargli il palmo... Che te lo dico a fare? Splendida immagine, tesoro! Satura di quella magia che solo loro riescono a trasmettermi e che tu riesci sempre a riversare con grande maestria nei tuoi scritti. E ciò che apprezzo ogni volta è anche quella maniera attenta, rispettosa e cauta di avvicinarsi l'uno all'altro, che qui hai esplicitato con la silente richiesta di permesso da parte di Crowley nel momento in cui prova il desiderio di portarsi al viso la mano dell'angelo. Permesso che ovviamente gli viene concesso, ma che era importante fosse chiesto.
Bellissima l'idea che il regalo per Aziraphale si trasformi anche in un regalo per Crowley! Effettivamente, cosa c'è di meglio che ricevere carezze da una mano morbida e profumata di mandorle?
Golosone com'è Aziraphale, posso solo essere d'accordo con Crowley sul fatto che quello sia stato davvero un regalo perfetto per lui. Sarà una preferenza personale, ma trovo che quel genere di profumazione sia molto più adatto all'angelo che neanche un aroma floreale o muschiato.
La scena conclusiva mi ha stesa un'altra volta. Mandata a tappeto tre volte in una lettura di qualche minuto: ottimo risultato! Lo senti il gong che decreta la fine dell'incontro? :'D
Se dovessi paragonare questa storia a un dolce, senza dubbio sarebbe uno zucchero filato: leggera, soffice, quasi impalpabile, vaporosa e dolcissima.
Vederli coccolarsi è sempre una gioia per il mio cuoricino, inoltre hai sviluppato molto bene e con grande originalità l'idea di partenza della crema per le mani. Che bello quando l'ispirazione arriva dalla nostra quotidianità! *.*
Non posso dirti di più se non che sto nuotando nei feels e ho gli occhi a cuore da mezz'ora. Anzi no, una cosa te la dico: da lettrice che non ha mai letto una serie prima della tua, vorrei dirti che in ogni storia che scegli di aggiungere a questo insieme dell'Apoca-Nope, io ritrovo sempre anche tutte quelle che l'hanno preceduta. È come se il filo non si interrompesse mai e ogni volta aggiungessi un tassello nuovo che porta gli Ineffable Husbands un po' più in là nella scoperta di se stessi e della propria vita in comune. A volte si tratta di cambiamenti importanti e radicali come la decisione di Crowley di abbandonare la protezione simbolica degli occhiali, altre, come in questo caso, abbiamo meno il sentore che qualcosa di significativo sia accaduto, ma comunque lo spostamento in avanti è percepibile. Le coccole non sono da sottovalutare e può essere difficile sia elargirle che, forse ancora di più, riceverle. Il fatto che qui tu abbia calato Crowley e Aziraphale prima in un ruolo attivo e viceversa, e poi in uno passivo e viceversa, facendoli sentire a proprio agio e appagati in entrambi, è qualcosa che dice molto su quanto il loro rapporto stia evolvendo, su quanto loro stessi stiano cambiando.
Fenomenale come sempre, Tam. Ti abbraccio forte e ancora complimentissimi per questa caramellina!
Recensione alla storia Nativity - 26/12/19, ore 16:22
Capitolo 1: Nativity
Eccomi, Menade!

Prima di tutto, ti ringrazio per aver citato la mia storia. Sono molto felice di averti involontariamente ispirata per scrivere questa OS che è un perfetto mix di ironia, comicità e genialità.
Gabriel è uno di quei personaggi odiosi ma che non puoi non amare, un po' come succede per Shadwell. Ma di sicuro non è facile renderlo sulla carta attenendosi a ciò che di lui abbiamo visto nella serie, anche perché stavolta il libro non può venirci in aiuto dato che questo personaggio non compare attivamente nell'opera di Pratchett e Gaiman. È sempre complicato manovrare il PoV di figure per le quali si provano sentimenti così controversi, ma tu avevi già dato prova di grande maestria in questa operazione sia nella tua “Annunciazione” che nella shot dedicata a Shadwell e Tracy: in entrambe le situazioni citate, hai saputo gestire benissimo la caratterizzazione sia dell'arcangelo che del sergente, come se me li fossi trovata davanti.
E qui non sei stata da meno, anzi ti sei superata perché tredici pagine di PoV “gabrielico” e in più riguardanti uno degli episodi centrali e più iconici della tradizione cristiana come la Natività, sarebbero state un progetto ambiziosissimo per chiunque, ma pochissimi sarebbero riusciti a ottenere un risultato come il tuo.
Premettendo che, da parte mia, non c'è assolutamente niente da perdonare ma molto da ringraziare, passo al commento della storia in sé, passo dopo passo. ;)
Mi è piaciuto come il primo paragrafo sia direttamente connesso alla tua precedente storia avente come protagonista Gabriel. Hai creato un senso di continuità che ci cala subito in un contesto di azione di cui però conosciamo l'antefatto, e che dunque ci risulta immediatamente comprensibile e facile da inquadrare.
Hai usato benissimo il lessico manageriale: la parola “meeting” si adatta a questo contesto molto meglio di qualunque altra. Paradiso e Inferno ci vengono presentati un po' come due enormi compagnie aziendali concorrenti, quindi la tua aderenza a questo mondo non fa che accentuare ancora di più l'impressione di corrispondenza con l'opera madre.
Già da queste prime frasi hai reso un Gabriel assolutamente credibile sia nei pensieri che negli atteggiamenti, ricollegandoti alle perplessità che l'arcangelo, dall'alto delle sue aspettative, nutre in merito all'estrazione sociale di Maria e alla povertà che si è ritrovato a contemplare proprio laddove sarebbe dovuto nascere il figlio di Dio. Ma, per quanto abbia le sue opinioni, non si porrebbe mai in aperto contrasto con l'Onnipotente e si limita ad eseguire al meglio gli ordini che gli sono stati impartiti, fiero di aver portato a termine la missione affidatagli.
Ho amato tutta la parte della riunione, te lo giuro! “La madre surrogata” poi mi ha uccisa! Hai reso tutto con grande leggerezza e irriverenza ma senza mai pendere dal lato dell'esagerazione o della mancanza di rispetto. Sono sbalordita da come tu abbia saputo accostarti al libro e appropriarti con sorprendente naturalezza dello stile a cui hanno fatto ricorso Gaiman e Pratchett, pur declinandolo secondo le tue personali modalità di scrittura.
Mi è piaciuto moltissimo come hai reso anche gli altri partecipanti al meeting: autocompiaciuti quanto Gabriel, e forse contagiati dalla sua gloria riflessa su di loro. Se un angelo compie un'azione che dona lustro alla fazione, ne beneficiano tutti gli appartenenti.
Le maniere pompose e un po' artefatte con le quali l'arcangelo mette al corrente i colleghi degli ultimi sviluppi riguardanti il “progetto Gesù” sono da te descritte in modo da essere perfettamente allineate alla serie ma prive di quella nota di “grottesco” che forse avrebbe potuto trapelare. Provo a spiegarmi meglio: è chiaro che si sta parlando di una scena nella quale ogni gesto e parola sono volti a mantenere un'apparenza, a rafforzare un'impressione, a consolidare dei ruoli e a tenere in piedi una sorta di recita; ma hai dimostrato un grande talento nell'evitare che agli occhi del lettore tutto ciò risultasse artificioso. Noi vediamo oltre questa componente teatrale e la possiamo individuare perché abbiamo il quadro d'insieme fornitoci dalla visione della serie, ma i personaggi agenti nella tua storia sono inseriti magistralmente in questo “spettacolo” e, malgrado la consapevolezza di cui ti ho appena parlato, ne deriva un'idea complessiva di autenticità che porta il lettore a quello stesso tavolo con loro, a pendere letteralmente dalle labbra del tuo Gabriel.
Mi è dispiaciuto tanto vedere il nostro povero Aziraphale trattato in quel modo dall'arcangelo, con la solita sufficienza mista a fastidio che gli riserva sempre. Comunque hai fatto intervenire Aziraphale attraverso un ottimo espediente per sottolinearne l'IC nonostante qui egli non ricopra il ruolo di protagonista: ovviamente mi riferisco all'uso della parola “ineffabile”. Sappiamo quanto gli sia cara e che l'angelo non si lascia mai sfuggire l'occasione di utilizzarla, a volte anche a sproposito, come in questo caso. La distinzione tra il Grande Piano e il Piano Ineffabile non è chiara, tanto meno a questo punto della storia e per i personaggi che sono stati convocati al meeting, sicuri e centrati nelle loro convinzioni assolute riguardo la volontà imperscrutabile di Dio.
Aziraphale, poverino, ha le sue ragioni per pensarla diversamente dai suoi colleghi (anche grazie probabilmente alle sue istruttive chiacchierate con Crawly), ma in Paradiso non sono ammessi pareri divergenti e così l'angelo si prende su la sua bella dose di occhiatacce e biasimo.
Ma qui il focus è su Gabriel e così la pena per il Principato è stata subito scacciata dall'indignazione e dall'irritazione del protagonista. Anche qui hai addotto un'ottima motivazione per giustificare il fastidio dell'intervento di Aziraphale: che ne sa, lui, di ciò che succede in Cielo e dei piani di Dio? Si è trasferito sulla Terra a fare chissà cosa e pretende pure di questionare su certi dettagli? E che cavolo!
La tua bravura immensa sta proprio in questo: mi hai portata a far pendere l'ago della mia bilancia emotiva in favore di Gabriel tramite l'espressione dei suoi pensieri.
Mi è piaciuta la menzione a Crawly. Tutti ricordano la sua abilità nel manipolare la materia gassosa che poi genera le stelle e perfino Gabriel si trova costretto ad ammettere che la sua abilità in quel campo avrebbe fatto loro comodo per soddisfare le richieste che Dio ha avanzato per quanto riguarda l'allestimento scenografico della notte fatidica.
Ma anche qui Aziraphale compie un passo falso, e ancora più grave di quello commesso in precedenza perché rischia di compromettere il segreto del suo legame con il demone.
La rivelazione (anzi, diciamo pure la supposizione prevenuta) di Michael non può non sortire una reazione visibile e manifesta in Aziraphale. Non siamo ancora al punto in cui l'angelo sa che Crawly non si farebbe mai coinvolgere in eventi umani così gravi e drammatici, e dunque è ovviamente portato a dare credito a ciò che gli viene riferito dai suoi simili, senza porsi il problema della veridicità. Ma questo non gli impedisce di rimanerci male e di lasciarsi incautamente sfuggire dalle labbra quelle frasi stupite. Gabriel è sempre più indisposto dall'inutilità degli interventi di Aziraphale ma ora all'irritazione si aggiunge anche una punta di sospetto: perché mai un angelo dovrebbe interessarsi delle beghe umane e, oltretutto, stupirsi che uno dell'Opposizione abbia avuto una parte in esse?
Proprio ieri ho rivisto il 1x03 e quindi anche la scena nella quale Aziraphale conferisce con Gabriel e gli altri e cerca di informarli sull'Anticristo senza far capire di essere legato a Crowley, e in questo passaggio della shot sei stata bravissima ad attribuire all'angelo la stessa “tattica difensiva” (deboluccia, per la verità) che egli utilizza appunto in quella scena. Me lo immagino con una nitidezza pazzesca, sia in termini visivi che sonori. Davvero, riesco a sentire la sua voce resa stridula dalla paura mentre tenta di rimediare all'errore.
Ma fortunatamente per lui, Gabriel e gli altri sono troppo concentrati sulla progettazione della Natività per prestare attenzione alle strane parole di Aziraphale e la riunione si conclude senza ulteriori guai per il Principato.
Che in Paradiso non siano grandi conoscitori delle faccende umane è un dato di fatto e l'inaspettata notizia del fatto che Giuseppe (il padre putativo xD) potrebbe accusare Maria di adulterio e ripudiarla è un fulmine a ciel sereno; un'eventualità alla quale Gabriel non avrebbe mai pensato ma che deve essere assolutamente scongiurata. A tutto questo, bisogna aggiungere lo scontento e l'umiliazione derivanti dal fatto di essere stato messo al corrente da Aziraphale invece che dall'Onnipotente. Da quando il Principato sta un passo avanti a lui?!
Ma ormai il problema è stato portato alla luce e spetta a Gabriel il compito di occuparsene e di confrontarsi direttamente con Giuseppe.
Mi è piaciuto il passaggio in cui lo fai interagire con il falegname perché crei un nuovo rimando ad “Annunciazione”. Ah, a proposito di questo, hai fatto benissimo a impiegare anche per il titolo di questa OS la semplice parola che denota l'episodio biblico che hai scelto di rivisitare, anche se hai scelto di usare l'inglese. Così si stabilisce un legame tra le due shot che già è presente nella tematica ma che viene rinforzato ancora di più proprio dalla scelta di questo tipo di titolazione.
Hai reso l'interazione con Giuseppe in maniera molto ironica con Gabriel che, come già avevamo visto fare con Maria, non è proprio un campione di relazioni pubbliche (almeno quando queste vedono coinvolti degli umani), e non è ben sicuro della modalità più corretta per approcciarsi al suo interlocutore (anzi, ascoltatore più che altro). Il sistema della “lettura della mente” è stata una trovata che di certo ha aiutato molto a sviluppare questa scena, che altrimenti avrebbe costituito una bella gatta da pelare in termini sia di dialogo che di gestualità, mimica... tutto, insomma.
Ma una rovistata tra i pensieri di Giuseppe basta e avanza per tranquillizzarlo. Il resto della sequenza è spassosissimo. Ora che Gabriel è più rilassato, può riferire all'uomo la verità sul nascituro divino e qui ho ritrovato lo stesso arcangelo di “Annunciazione”. L'hai fatto agire e parlare imprimendogli la sua caratteristica vena boriosa e paternalistica, come se stesse avendo a che fare con un perfetto imbecille e forse, ai suoi occhi viola, è proprio così.
L'uscita di scena con Giuseppe ormai privo di sensi e quel “Auguri.” è qualcosa di stupendo! :'D
Ho amato l'incontro con Beelzebub! Ed è stato un sollievo leggere questo preciso passaggio: il perché lo scoprirai in futuro ma, come ti ho detto, mi hai confermato alcune cose riguardanti la caratterizzazione dei personaggi. ;) Comunque ci sono stati un paio di casi di telepatia (ma che strano!).
Mi è piaciuto tantissimo sia il modo in cui hai delineato Beelzebub, sia l'interazione tra lui e Gabriel. Naturalmente, la Natività è troppo importante perché venga sabotata da qualche demone al servizio della fazione opposta e l'arcangelo e il principe infernale si ritrovano a stipulare un patto di non belligeranza pur di accertarsi che tutto vada secondo il Grande Piano.
Far mettere Beelzebub in guardia rispetto a Crawly è stata veramente un'ottima mossa da parte tua. Ci fa capire che, sebbene la mente dell'arcangelo sia occupata da ben altre incombenze, egli non ha dimenticato la reazione oltremodo bizzarra di Aziraphale nel sentir nominare il demone. Giacché si trova alla presenza di Beelzebub, tanto vale fare qualche approfondimento, così tanto per essere sicuro che non si stia verificando nulla di losco tra le fila dei suoi. D'altro canto, non può neanche permettersi di sollevare sospetti sulla propria fazione di fronte al Lord dell'Opposizione e fare il vago riguardo alla possibilità che Crawly possa causare qualche problema è l'unica via percorribile per Gabriel.
La serie di riunioni indette per trovare l'espediente più incisivo che indichi all'umanità l'avvento di qualcosa di “grosso” riprende ancora una volta quel modo di procedere tipico delle aziende che già ti ho menzionato all'inizio. Alla fine l'idea di Michael risulta vincente e Gabriel può archiviare un'altra questione e spuntare dalla lista delle cose da fare in vista del grande evento anche quella voce.
Ho avuto un attimo di terrore quando Gabriel ha preso in disparte Aziraphale. Per un momento, ho avuto gli stessi raggelanti sospetti dell'angelo, che ha una coda di paglia lunga tre chilometri dunque ha tutte le ragioni di essere spaventato e nemmeno dimostra grandi capacità nel nasconderlo. Sfido che Gabriel non riesca a capirlo e si domandi che accidenti possa valere uno come Aziraphale per l'Onnipotente. Hai fatto saggiamente uso della metafora che vede contrapposti il leone e l'agnello per fornire un'immagine della luce sotto la quale Gabriel considera Aziraphale, nel quale non riesce a ravvisare quelle qualità che lo rendono tanto fiero di appartenere al Paradiso. Ma, ancora, non può far altro che esaudire le volontà di Dio e affidare al suo tremebondo sottoposto l'incarico che lei vuole venga portato a termine.
Aziraphale è di nuovo lì lì per tradirsi ma per fortuna Gabriel deve spiegargli le disposizioni dell'Onnipotente e sorvola sul suo atteggiamento sospetto.
Oddio, Gabriel che suggerisce di far partire Maria e Giuseppe per una vacanza è proprio fuori dal mondo, il che coincide alla perfezione con il suo personaggio. Aziraphale è logicamente felice e lusingato che Dio abbia intenzione di affidare proprio a lui una missione importante e delicata come quella di trovare il pretesto per far trasferire la futura Sacra Famiglia a Betlemme e suggerisce alternative decisamente più valide della vacanza di Gabriel, tenendo conto anche delle condizioni di Maria che la limitano molto per quanto riguarda i grandi spostamenti: fattore del quale, è ovvio, l'arcangelo non ha tenuto minimamente conto.
Ma non solo: Aziraphale dovrà anche occuparsi della “location” del parto e accertarsi che si tratti di un luogo umile. Anche in questo caso ho apprezzato come tu abbia attribuito all'angelo sentimenti di preoccupazione e dispiacere all'idea di un Gesù appena nato che si ritrova subito esposto al gelo della notte; sentimenti che, per contro, non sfiorano neanche lontanamente Gabriel. Hai fatto un ottimo lavoro in questa parte perché hai mostrato come l'arcangelo abbia colto il coraggio del tentativo di Aziraphale di negoziare e, in un certo senso, sfidare il volere di Dio pur di risparmiare a “quella povera creatura” di venire al mondo all'addiaccio. Il Principato sta rivelando un'audacia che però emerge nel modo sbagliato, secondo Gabriel: si sta ponendo in polemica con gli ordini dell'Autorità e questo non va affatto bene.
E questo atteggiamento fa nascere in Gabriel perfino la speranza che Aziraphale semplicemente rifiuti il lavoro e si faccia da parte, smettendo di creare problemi.
Nel paragrafo seguente sei stata strepitosa! L'introspezione di Gabriel mentre attende la venuta del Salvatore e si rende distrattamente conto di alcune cose che riguardano gli umani (come il patire il freddo e i dolori del parto) è azzeccatissima. Lo è in tutta la storia, in realtà, ma lì ho trovato che tu abbia superato ciò che avevi fatto fino a quel punto (il che è tutto dire).
Anche l'apparizione ai pastori, con l'aiuto del Dipartimento Militare, è stata una scena molto esilarante. Questa tua versione della Natività è forse la migliore che io abbia mai letto, davvero!
Anche il paragrafo finale è costruito con grande sapienza e pone degnamente fine a questa rappresentazione del Natale che si compenetra in modo assolutamente perfetto con il libro. Gaiman e Pratchett sarebbero fieri di te, tesoro!
In sostanza: un Gabriel più che riuscito; una rivisitazione ironica e leggera, ma curatissima e mai irrispettosa, della nascita di Cristo in piena linea con lo stile identificativo di “Good Omens”; ottimi i rimandi alla storyline di Aziraphale e Crowley; bellissimo il momento con Beelzebub e altrettanto quelli in cui l'arcangelo deve rapportarsi con gli umani.
Capisco bene la tua paura per i motivi che ti ho già espresso all'inizio di questa recensione, ma puoi credermi sulla parola quando ti dico che hai portato a termine quest'impresa nel migliore dei modi. Te l'ho già detto ma lo ripeto: sei stata geniale. GENIALE!
E con questo aggettivo che non potrebbe descrivere meglio ciò che penso di questa OS, passo e chiudo, tesoro. ;)
A presto, un abbraccio e grazie per questa ennesima perla. :*
Recensione alla storia Christmas Lights - 13/12/19, ore 14:48
Capitolo 1: Christmas Lights
Eccomi qui, Menade!

Ormai le scuse per il ritardo sono parte integrante di ogni recensione, ma meglio tardi che mai. ;)
Partiamo alla grande con una bella scena leggera e che rappresenta un baluardo di quotidianità familiare in questo periodo dell'anno: l'allestimento natalizio degli ambienti. Nel caso di Aziraphale, la libreria coincide con la casa, sia affettivamente che fisicamente, e trovo l'angelo collocato perfettamente nella scena che hai descritto, alle prese con una vecchia scala traballante e con gli addobbi di Natale da sistemare tutt'intorno. Crowley non manca di fargli giustamente notare che gli basterebbe un gesto impercettibile per creare dal nulla una scala nuova di zecca e più sicura (bello il nostro demone che si preoccupa dell'incolumità di Aziraphale). Nel momento in cui ho letto la risposta dell'angelo ho pensato: “Ecco, adesso vuoi vedere che vola giù e cade a terra come un sacco di patate?” Invece sei stata clemente e ti sei limitata a farlo solo ondeggiare un po', anche se nella mia testa c'era già tutta la scena in pieno svolgimento. La Caduta dell'angelo... dalla scala. :'D
Aziraphale che, testardo come sempre, completa l'opera senza ricorrere ai miracoli e mettendoci anche una certa fatica per poi contemplare il risultato dei suoi sforzi tutto soddisfatto rispecchia molto bene l'angelo che abbiamo imparato a conoscere nella serie e nel libro: quello che preferisce acquistare i vestiti piuttosto che farseli apparire addosso magicamente e che fa del suo meglio per imparare a destreggiarsi con la prestidigitazione, lui che può operare magie strabilianti senza quasi muovere un dito! Ma Aziraphale ci piace tanto anche per queste piccole cose, esattamente come piacciono a Crowley, sebbene finga di esserne esasperato
Mi piace come, a questo punto della loro established relationship, i due abbiano ormai capito il modo di fare dell'altro e sappiano prevederne reazioni e comportamenti che trascendono i gesti e le parole espresse a voce alta. Crowley potrà anche dimostrarsi disperato di fronte alla ferrea volontà di Aziraphale di decorare tutta la libreria a mano, ma l'angelo sa che dietro quella parvenza ci sono anche un gran rispetto e una sorta di ammirazione proprio dovuti alla sua caparbietà nel percorrere la strada più difficile e faticosa piuttosto che fare appello alle proprie facoltà sovrannaturali.
D'altra parte, Crowley lo punzecchia senza una vera malizia. È uno scherzo tra loro, uno di quegli schemi collaudati attraverso i quali si dimostrano il reciproco affetto e si concedono di flirtare un po', alla loro maniera.
Per il demone, Aziraphale potrebbe impegnarsi in qualsiasi attività, anche la più banale, e sarebbe comunque lo spettacolo più meraviglioso del mondo; dunque se l'angelo vuole addobbare tutto l'ambiente “all'umana”, che lo faccia pure: l'importante è che lui possa guardarlo e bearsi della visione. Mi è piaciuto come tu abbia lasciato trasparire questo, senza bisogno di scriverlo esplicitamente nella shot. E ho apprezzato anche il contributo di Crowley all'operazione, attraverso la scelta del tipo di decorazioni. Molto utile, davvero! XD E credo di aver capito dove fosse posizionato il fatidico “Amen to that”. L'hai trasformato in “Parole sante”? Se fosse così, hai avuto un'ottima idea e sei riuscita a renderlo bene anche in italiano, malgrado la versione inglese resti molto più incisiva in ogni caso.
Mi sono figurata la libreria tutta decorata e ho amato questa immagine! Mi è venuta talmente spontanea che mi sono quasi stupita, ma da una parte tu sei bravissima a far vedere al lettore ciò che vuoi, e dall'altra credo che l'attaccamento al Natale e alle sue atmosfere sia un tratto talmente ben identificativo di Aziraphale che non mi ha creato nessuna difficoltà pensare al suo rifugio in questa veste natalizia. Bisogna tener poi conto del fatto che la libreria è un luogo in cui gli umani possono entrare e accedere, curiosare tra gli scaffali e fare tutto quello che la gente fa normalmente in un negozio, quindi l'intenzione di decorare il locale per le feste invernali non è solo ad uso e consumo di Aziraphale stesso, ma è anche una forma di premura e attenzione verso i possibili clienti.
Ovviamente, non poteva che essere Crowley ad occuparsi della scelta e dell'acquisto dell'albero da addobbare. Mai e poi mai si sarebbe abbassato a comprare un pino sintetico! Scherziamo?! Mi è piaciuto leggere dell'entusiasmo del demone nel presentare le caratteristiche della pianta e che Aziraphale sia rimasto ad ascoltarlo per il gusto di vederlo così preso dall'argomento. Di fatto, hai operato qui una sorta di rovesciamento rispetto alla parte precedente, in cui Crowley è l'osservatore “passivo” e beato al posto di Aziraphale.
Lo scambio di battute che costituisce il cuore della storia è gestito magistralmente, come sempre. Dietro la frase iniziale di Crowley, in cui il demone invita Aziraphale a ringraziarlo, c'è molto di più rispetto al mero acquisto del bonsai. Questo è chiaro al lettore fin da subito, ma non all'angelo, che è costretto a stare al suo gioco e a fargli snocciolare le informazioni una ad una.
La reazione di Aziraphale alla scoperta che gli addobbi natalizi sono, in realtà, un'opera demoniaca è spassosa per noi che la leggiamo, ma lascia intendere come Crowley gli abbia appena fatto cadere un'enorme tegola sulla testa. Non poteva dirgli niente di più scioccante. L'angelo accosta il Natale e tutto ciò che ne è tipico alla fazione angelica e non a torto, visto che si tratta della celebrazione della nascita di Gesù; ma come dicevamo già in occasione della tua ultima storia, solo pochissimi elementi tradizionali di questa festa possono vantare un'origine effettivamente cristiana e l'uso di addobbare le case, di decorare l'albero e, in questo caso particolare, di illuminarlo con dei fili di lucine elettriche colorate, non rientrano per niente in quel ristretto gruppo di tradizioni.
Ma scoprire addirittura che un'attività in cui trova così tanto piacere nasce da un'idea demoniaca è qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.
Hai fatto sottolineare a Crowley tutti quegli aspetti del Natale che me lo rendono “antipatico” e Aziraphale non è nella posizione di poter difendere il Paradiso davanti alle asserzioni del demone, palesemente vere e inconfutabili
La vecchia via di fuga del “Non me l'hai mai detto!” è la carta che sempre si gioca quando ci si vuole appigliare a una soluzione facile ma poco efficace pur di trarsi d'impaccio, e Crowley non si lascia traviare da quel goffo tentativo, rispondendogli a tono con la replica ideale in questi casi: “Non me l'hai mai chiesto.”
L'intervento divino non è affidabile per niente come ago della bilancia, è assolutamente vero e nessuno può saperlo meglio di Crowley e Aziraphale; dunque quella della derivazione infernale di addobbi e lucine rimane una questione che devono chiarire tra loro, attraverso il dialogo.
Ma l'atteggiamento indignato dell'angelo muta radicalmente non appena Crowley riconduce la discussione al piano personale, imputando esclusivamente a se stesso l'idea delle luci natalizie ed escludendo così la fazione demoniaca per intero, sollevandola dalla responsabilità di quella precisa impresa.
Qui non ci sono Paradiso o Inferno; ci sono solo Aziraphale e Crowley, con il demone che, come hai detto, sta mettendo alla prova il primo, rivelandogli qualcosa che sa lo lascerà interdetto e forse indispettito. Eppure, non appena Aziraphale capisce che ciò che ha appreso è riconducibile a Crowley piuttosto che all'Inferno in senso lato, si dimostra molto più disposto ad accogliere la notizia senza sollevare proteste legate alle vecchie divisioni di “partito” che li hanno sempre separati.
La reazione di Crowley al cedimento improvviso dell'angelo è comprensibile: prima tira in piedi una scenata, e poi se ne esce con un solo, tranquillissimo “Ok”.
Ma la precisazione del demone circa il fatto che quella delle lucine sia stata un'idea esclusivamente sua, ha cambiato le carte in tavola e fatto sì che anche le opinioni e i sentimenti dell'angelo si trasformassero.
Crowley non può che essere felice e forse anche un po' sollevato da questo cambiamento repentino. Nonostante i due siano ormai una coppia collaudata, dalla loro parte, il demone non può che fare ancora fatica a sopprimere quella parte di sé che teme di non essere accettato da Aziraphale a causa della sua natura, di essere respinto o comunque non accolto appieno. Invece ciò che accade in questo contesto gli dimostra esattamente il contrario: un'azione demoniaca può essere non solo perdonata, ma anche accolta e benedetta da Aziraphale, se opera esclusiva di Crowley.
Il finale di questa scena, con il demone che si presta ad aiutare l'angelo a decorare manualmente l'albero restituisce armonia al contesto e fa capire come la questione sia ormai chiusa e superata splendidamente. Ciò che poteva potenzialmente tramutarsi in un preludio a una brutta discussione, si è trasformato in un'occasione propizia per accrescere ancora di più i sentimenti che provano l'uno per l'altro, facendoli uscire indenni e più forti da una piccola crisi.
E arriviamo così all'ultimo paragrafo che mi ha fatta tornare a quel capolavoro di fanart natalizia che ci ha deliziate. *.*
Intanto ti dico che hai allestito una cornice stupenda, con loro che passeggiano per le vie di Londra addobbate a festa e si godono una cioccolata fianco a fianco, tutti imbacuccati. Mi piace tanto immaginarmeli così!
Aziraphale, forse un po' ingenuamente, non capisce ancora cosa possa esserci di male nel Natale e ne domanda ragione a Crowley, che ha la risposta pronta, come suo solito.
- Nel Natale in sé niente, angelo» disse con semplicità. «È il modo di festeggiarlo che è un tripudio di vizi -
Non potrei essere più d'accordo. Così come condivido pienamente il pensiero di Crowley circa il fatto che la stragrande maggioranza degli umani tende a festeggiare il Natale senza tenerne quasi in considerazione l'aspetto religioso. Sono tutti troppo presi dai regali, dal cibo, dagli addobbi, dalle canzoni ecc...
Ma il Paradiso non fa caso agli umani, e quindi va tutto bene: l'importante è che si festeggi quella che passa sotto il vessillo di una ricorrenza Cristiana.
E Aziraphale che si accorge di non essere immune a ciò che di stampo demoniaco c'è nel Natale mi è piaciuto moltissimo: grazie alla vicinanza sempre più intima con Crowley, sta prendendo sempre più coscienza di se stesso e di quei tratti che non appartengono a una classificazione categorica che si ferma a ciò che è del Paradiso e a ciò che è dell'Opposizione, ma semplicemente a ciò che è di Aziraphale in quanto tale, a se stesso e basta.
Chiedere se qualcuno è felice appare una cosa tanto banale e scontata. Non è una domanda che viene fatta spesso, anche perché il più delle volte la risposta è troppo complicata per essere sincera. Ma qui Aziraphale circoscrive la questione al Natale, la contestualizza e rende più facile a Crowley l'impresa di rispondergli. Ma il demone replica con un “Secondo te?” passandogli di nuovo la palla, come in un gioco. E l'angelo gli dice ciò che pensa, né più né meno, ovvero che ricordare Cristo e la sua nascita rendano felice Crowley che, per questa ragione, ha suggerito a Johnson l'idea delle luci colorate. Non solo, Aziraphale richiede una conferma al demone e quel “Forse” lascia poco spazio a dubbi.
Awwwww! Il finale è un tripudio di fluff! Crowley che perde il controllo e congela il tempo è sempre indice di quanto siano forti le emozioni di cui è preda in quel momento e non può che essere così dopo che Aziraphale lo ha sgamato in pieno. :D
E il nostro demone non può che avere un pensiero per il suo angelo e permettergli di finire la sua cioccolata, mentre camminano abbracciati per la strada in quell'immagine idilliaca che l'artista sconosciuto ha impresso in quella fanart, che non potrei essere più felice di aver condiviso con te, viste le conseguenze. ;)
Insomma, Tam, come al solito hai modellato con le parole quella che è un'autentica perla di tenerezza e spirito natalizio, senza mancare però di aggiungere quel tocco maieutico (qui meno evidente rispetto alla mini-long sul libero arbitrio ma comunque presente e determinante) che è un tratto distintivo degli Ineffable Husbands.
Adoro come li descrivi nel loro stare insieme e rapportarsi senza più paure ed esitazioni, anche se ancora con una certa cautela dovuta alla novità della condizione.
Sullo stile ormai non mi esprimo più ma sai già quanto apprezzi il tuo modo di scrivere e di rendere le scene che presenti, sempre nitidissime e molto vicine al sentire di chi legge. Aziraphale e Crowley sono resi meravigliosamente anche in questa OS, IC tutti e due dall'inizio alla fine, senza mai il più piccolo scivolamento in un'impressione di OOC.
Un lavoro splendido come ogni singola volta, tesoro! Bravissima issima!
A presto e... baci baci! ;)
Recensione alla storia Bedtime stories - 04/12/19, ore 16:30
Capitolo 1: Bedtime stories
Eccomi, tesoro! Neanche tanto in ritardo stavolta. XD

La prima delle tue shot natalizie è stata un concentrato di tenerezza e divertimento.
La scena che hai dipinto per aprire la storia ci riporta a una delle situazioni più comuni per i nostri adorati, specialmente nel periodo “Warlock”. Hai fatto bene a partire subito con la conversazione già avviata e il lettore che trova un Crowley intento a ottenere il permesso e l'approvazione dell'angelo per fare un esperimento di cui, tuttavia, non si capisce la natura fino a diverse righe più avanti.
Come sempre, il ritmo incalzante del dialogo e lo scambio di battute sono orchestrati in modo eccellente, con i personaggi più che aderenti agli originali sia nel linguaggio che negli atteggiamenti, e ci cala subito in un'atmosfera scherzosa e divertente che porta la curiosità di chi legge ad aumentare ad ogni riga. Cosa avrà intenzione di fare Crowley?
Di tanto in tanto hai lasciato sapientemente cadere qualche indizio, tipo il fatto che il piano misterioso del demone sia legato al Natale e che si tratti di qualcosa di non malvagio ma piuttosto stupido. Sei stata bravissima a fare in modo che il lettore arrivasse più disorientato e bramoso che mai alla rivelazione del paragrafo seguente.
Prima di proseguire, devo dirti però quanto adori il tuo Aziraphale ironico. Mi piace tanto quando gli fai assumere questo tipo di comportamento che, puntualmente, spiazza e inorgoglisce Crowley, il quale si sente responsabile (in positivo) di quella deriva dell'angelo verso “il lato oscuro”. Lo rendi benissimo perché si tratta di un'ironia sottile, innocente e giocosa; quasi un modo di flirtare con il demone che è tipico del loro modo di rapportarsi l'uno all'altro.
Passando al secondo paragrafo, capiamo che l'idea folle di Crowley ha a che fare con il racconto di una versione particolare e alternativa del Natale. Quando hai nominato il paganesimo, ho quasi immaginato che Crowley avesse intenzione di rivelare a Warlock che il 25 dicembre era, nell'antica Roma, il Dies Soli Invicti e quindi riagganciarsi al tema del Solstizio e così via.
Invece la tua idea (o meglio, quella di Crowley) era molto più originale!
In fin dei conti, le tradizioni legate al Natale derivano dai contesti mitici e folklorici più disparati. Dal mondo celtico a quello germanico, sono innumerevoli le narrazioni, le consuetudini, le figure e le credenze adottate dalla cultura popolare, soprattutto occidentale, che, ad oggi, sono considerate a tutti gli effetti “natalizie”, anche se non se ne conosce la ragione (che nella maggior parte dei casi non ha proprio niente a che fare con il cristianesimo).
Bellissima la considerazione sul modo di presentare il Diluvio Universale nei libri per bambini che cercano di raccontare versioni edulcorate della Bibbia (qui c'è stato un momento telepatia che ti verrà chiarito prossimamente). In effetti, quell'episodio ha toccato molto il demone, come sappiamo, e trovarsi davanti ad una rappresentazione così semplificata e “di parte” rispetto a questo tragico evento , dev'essere stato un colpo al cuore per lui.
Ma, giustamente, se un qualsiasi autore umano può permettersi di manipolare così la storia della cristianità, allora un demone può certamente ritoccare leggermente la versione classica della natività di Cristo. E poi, come hai scritto, ormai Crowley è ferratissimo in materia di fiabe, dunque la rivisitazione in chiave pagana della nascita di Gesù è qualcosa che, a questo punto, gli riesce quasi spontanea.
Ma ecco il colpo di scena! Il demone si sta già fregando le mani, pronto a mettere in pratica il proprio piano, quando Warlock gli rivela candidamente che Fratello Francis gli ha raccontato la storia del Natale proprio quel giorno.
“Un altro racconto su quanto siano splendide le lumache?” mi ha fatta morire! :'D
Hai tratteggiato benissimo il nostro demone che inizia a prendere coscienza del fatto che Aziraphale gli abbia rubato la scena e quasi rovinato il suo esperimento; presa di coscienza che, legittimamente, si accompagna a istinti angelicidi.
Warlock è adorabile e maledettamente realistico così come la modalità con la quale lo fai rapportare alla tata che, poverina, deve tribolare non poco per farsi dire cosa esattamente gli abbia raccontato il giardiniere. Quando i bambini vogliono farsi pregare, non ce n'è per nessuno. Neanche per una tata demoniaca venuta direttamente dall'Inferno.
Ma quanto ho adorato la parte successiva! Crowley non può rispondere a Warlock dando del bugiardo a Francis perché, come hai scritto, il loro obiettivo è di mantenere l'anima del bimbo in equilibrio tra Bene e Male e affinché questo avvenga è necessario che entrambi mantengano una pari credibilità ai suoi occhi. Ma non può neanche permettere che Warlock si convinca della verità assoluta di ciò che esce dalle labbra del giardiniere, a proprio discapito.
La soluzione che hai fatto adottare al demone per districarsi da questa situazione è stata perfetta. Hai puntato su un relativismo che ammette sia la legittimità della propria posizione che quella di Fratello Francis. È una questione di punti di vista, non di assoluti da prendere come oro colato. Ognuno può avere la sua visione del mondo e questo non rende inammissibile quella di qualcun altro che invece la pensa diversamente.
Anche qui, hai delineato Warlock con impressionante nitidezza. I bambini di quell'età non hanno ancora sviluppato l'idea che più istanze possano coesistere. Vivono in uno schema mentale dualistico per cui quegli assoluti di cui ti accennavo prima sono la regola che regge il mondo. Questo è vero e verificabile ancora di più quando si tratta delle figure di riferimento che li circondano. Il fatto che Warlock domandi alla tata se ella abbia sempre ragione è un tocco di tenerezza che prepara il terreno alla risposta successiva di Crowley, ma è anche un marcatore di grande importanza per rendere il personaggio del bimbo ancora più vero. Ottimo lavoro, Tam!
E arriviamo alla prima parte che mi ha fatta sciogliere e per la quale ti meriti un applauso di un'ora.
“Tra tutto quello che ti viene detto. Ascoltalo, comprendilo, fa' la tua scelta. Sempre, Warlock. Chiaro?” Non so dirti quanto abbia amato questa battuta di Tata Ashtoreth. Ogni genitore del mondo dovrebbe ripeterla ai propri figli più volte al giorno tutti i giorni. Sul serio, è così che si educano i ragazzi alla libertà, al rispetto della diversità e a tutti quei valori che oggi sempre più si stanno perdendo. Mi hai fatto scendere la lacrimuccia da quanto ho trovato stupende queste parole. Pretendo che venga consegnata una pergamena ad ogni neo-genitore con scritta questa frase, davvero!
Come detto, ora che Aziraphale ha offerto a Warlock la propria versione del Natale (quella più fedele all'originale), il bimbo fa fatica a concepire che ce ne possano essere altre, ma Tata Ashtoreth riesce a farlo ricredere. Un bambino non può resistere al fascino di una storia, non importa se coincida o meno con un'altra che ha sentito in precedenza, anche se questo può inizialmente spiazzarlo o turbarlo e necessita dunque di una rassicurazione.
Il momento al pub è stato uno spasso da leggere. Crowley che ha pianificato la morte di Aziraphale ma ha finito per dimenticarsene fornisce la misura di quanto sia demoniaco nel profondo. Ci prova a fare il Cattivo, ma alla fine non ci riesce e ci rimette pure in termini di dignità diabolica, soprattutto quando c'è di mezzo l'angelo, verso il quale non può provare sentimenti negativi che siano davvero tali.
Aziraphale tutto dispiaciuto, ma forse neanche esageratamente, è ICissimo. Però il risentimento di Crowley traspare sia dal suo atteggiamento accondiscendente che da come prende velatamente in giro la versione della storia che l'angelo ha raccontato a Warlock.
La reazione indispettita di Aziraphale è più che giustificata (c'è un limite a tutto!) e sono stata felice di leggere come egli abbia messo a tacere Crowley, una volta tanto. Se l'è proprio meritato stavolta. Il demone capisce di aver passato il segno e di averlo ferito, così si appresta immediatamente a ridimensionarsi, contrito; il minimo che potesse fare. Questo riporta la situazione tra i due in armonia e il brindisi a Cristo (al quale fischieranno non poco le orecchie) ne è il sigillo ideale, insieme alla risata all'unisono.
Awwwww! Ho amato la descrizione di Warlock in piena febbre da Natale e con addosso il vestitino da elfo da cui non si separerebbe mai! *.* Troppo carino, davvero! E poi rimarco ancora una volta ciò che ti ho già scritto ma che scriverò ancora prima della fine di questa recensione: è autentico, concreto, realistico. È un bambino vero! (anche se, detta così, potrebbe sembrare che prima fosse invece un burattino di legno... )
Crowley ha contribuito all'invenzione della televisione, e ora ne sta pagando le conseguenze a colpi di film Disney e rewatch continui degli stessi. La legge del contrappasso di dantesca memoria colpisce ancora! XD
Vedi come si arriva a desiderare ardentemente l'arrivo del 27 dicembre? L'esasperazione di Crowley è comprensibilissima e merita tutta la mia solidarietà ed empatia. Spesso è difficile reggere l'entusiasmo sfrenato dei bimbi quando sono eccitati per qualcosa e si fissano su quella per periodi che possono durare anche parecchio. Capisco lo stato d'animo esausto di Tata Ashtoreth. Non parliamo poi di quanto “Frozen” e la sua “Let it go” abbiano rotto le scatole con la loro onnipresenza all'epoca dell'uscita del film! Film che mi piace, così come la canzone, per carità; ma che era diventata una presenza costante e molto invasiva nella quotidianità.
Ma il disegno! IL DISEGNO, TAM!!!! Tu mi vuoi male, ormai l'ho capito!
Ok, andiamo con ordine: Warlock che giustifica il suo anomalo essere gentile tramite le parole (mai dette) di Fratello Francis è di nuovo carinissimo e molto credibile: incarna in maniera eccellente la personalità di un bimbo di cinque anni, che sta imparando a rigirare la frittata a proprio vantaggio.
Ma questo è un comportamento che Crowley, da educatore demoniaco, non può che approvare. Warlock colpevole che teme un rimprovero da parte della tata mi ha fatta sciogliere ancora una volta (ormai è tutto un liquefarsi e ricomporsi per poi liquefarsi di nuovo).
La presentazione del disegno con relativa didascalia direttamente dall'autore cinquenne è qualcosa di bellissimo. L'hai resa divertente, semplicissima (com'è gusto che sia), e piena di quella logica inoppugnabile che caratterizza la mentalità dei bambini. Hai fatto anche mettere al centro Warlock stesso, che, nel suo naturale e infantile essere egocentrico, si ritrae come il neonato nella mangiatoia, circondato dai suoi genitori ma anche da quelle due figure che per lui contano quasi al pari di mamma Harriet e papà Thaddeus.
Per Warlock è tutto ovvio, ma deve fare i conti con la solita stupidità degli adulti, e qui anche con il fatto che la sua tata non avrebbe mai osato immaginare ciò che invece per il piccolo disegnatore appare come una realtà scontata: lei e il giardiniere sono suoi amici e meritano di comparire nel quadretto della natività così come l'ha rivisitata.
Ma il bambino si trova costretto a dover spiegare nel dettaglio l'identità di quei due personaggi misteriosi alla sua incredula tata che, come c'è da aspettarsi, finisce per essere sopraffatta dalla tenerezza per quel piccolino che un giorno potrà anche distruggere la terra, ma per ora è solo un cucciolo che le sta mostrando un disegno che testimonia quanto lei e Francis siano importanti per lui. Il finale del paragrafo, con la tata che si abbraccia Warlock e accetta di rivedere “Frozen” è la ciliegina sulla torta di questo splendido momento che ci hai regalato, nella sua preziosissima semplicità. Ma di tutto questo, ho apprezzato molto anche ciò che Crowley ha mancato di notare per eccesso di feels, vale a dire il fatto che il disegno di Warlock (come la forma dell'intaglio della zucca nella tua shot halloweeniana) rappresenta figurativamente quell'equilibrio che lui e Aziraphale stanno perseguendo. Nessuno dei due è in vantaggio sull'altro e, nella testolina del piccolo, tata e giardiniere occupano lo stesso posto di rilievo, senza che uno prevalga sull'altro.
A questo punto, credevo che il culmine della dolcezza fosse stato ormai raggiunto. Chiaramente, mi sbagliavo.
Aziraphale che è portato a questionare riguardo all'accuratezza storica ma si lascia comunque intenerire dal disegno di Warlock è bellissimo. Proprio lui, in tutto e per tutto. La proposta che fa a Crowley circa la possibilità di tenere per sé il disegno ci indica la consapevolezza dell'angelo rispetto al fatto che tra il bimbo e il demone si sia instaurato un rapporto intimo e speciale. Sa che, per l'amico, quello scarabocchio ha un valore affettivo non indifferente e lo incoraggia a conservarlo.
L'accenno alle ferie non concesse mi ha ricordato molto certe uscite presenti nel libro e, come l'uso corretto e appropriato che hai fatto in precedenza della canzone dei Queen, avvicina allo stile con cui Gaiman e Pratchett hanno scritto “Good Omens”. Sono i piccoli tocchi da maestra che sempre ritrovo nelle tue storie e calzano a pennello in relazione all'opera madre.
Ma angelo e demone sono finiti proprio sotto il vischio ed entrambi sanno quale significato esso abbia per gli umani e a quale tradizione sia legato. Questo crea imbarazzo e incertezza, poiché tutti e due son stati involontariamente colti dallo stesso pensiero.
La risoluzione della stretta di mano in onore del Natale è stata, come ti ho detto, molto apprezzata da parte mia. Bacio sulla guancia bocciato, decisamente! Hai fatto benissimo a non darmi retta e a non azzardare con quell'alternativa, che probabilmente sarebbe stata un po' forzata rispetto al mantenimento dell'IC. Invece la stretta di mano è più indicata per il segmento temporale in cui i due si trovano in quel periodo e comunque l'hai presentata in modo tale da non sottrarre nulla all'elemento sentimentale e romantico, che emerge con grande potenza nonostante l'apparente banalità del gesto in sé.
La chiusura con Crowley che si ritrova a fischiettare “Let it go” e Aziraphale che ricorre, come all'inizio, a quella sua nuova vena ironica che diverte il demone, conclude degnamente questa meraviglia di OS a tema natalizio.
Come detto, se queste sono le premesse, mi aspetto un dicembre ricco di scioglimenti e attimi di dolcezza all'ennesima potenza. Non vedo l'ora!
Sarò ripetitiva; saprai già tutto a memoria ma, a rischio di apparirti estremamente povera di fantasia e inventiva, mi ritrovo a doverti propinare la solita valanga di complimenti: stile impeccabile come al solito e modulato in modo da adattarsi ad ogni situazione che presenti, oscillando ora dall'ironia, ora alla leggerezza; IC magistralmente rispettato; Warlock delineato con attenzione e accuratezza; contenuti divertenti ma anche molto originali e ricchi di quella capacità di emozionare che mi rendono tanto care le tue storie, insieme a tutto il resto che ti ho elencato.
Lavoro eccellente, Menade. Ma da te non ci si potrebbe aspettare niente di meno. ;)
Un abbraccio, un bacione, e a presto!