Recensioni di Keiko

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Recensione alla storia La maschera e il rubino - 30/01/14, ore 22:13
Capitolo 1: La maschera e il rubino
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Quello che mi ha sempre colpito - ed entusiasmato - in questa autrice, è la padronanza che possiede nel ricalcare fedelmente i caratteri e le peculiarità salienti degli anime degli Anni Ottanta. Ho conosciuto Jean Genie con diverse storie su Saint Seiya - di cui indubbiamente è stata una tra le autrici più prolifiche degli ultimi anni - e mi sono spesso ripromessa di prendere in mano le vicende da lei narrate anche in altri fandom. Ebbene, è avvenuto il miracolo e sono riuscita a gustarmi qualcuna delle sue pagine. Con questa oneshot dal ritmo incalzante, l’autrice riprende la storia di Simone Loraine proprio dove l’avevamo lasciata: fuggita da Parigi, vive a Londra con Robert e i figli di Maria Antonietta come una nobile rifugiata francese. Sullo sfondo di un’Inghilterra in cui i problemi della rivoluzione restano distanti anni luce, Simone è catapultata di nuovo nell’aristocrazia che non ha mai amato. Lei, dopotutto, è rimasta la Stella della Senna, la fioraia Simone Loraine. Con una consapevolezza nuova - adulta, direi - Simone riprende la maschera della Stella per smascherare i ladri di preziosi di Londra. Ciò che può sembrare banale - ovvero la stesura di un caso che ricalca i topos tipici della serie animata - è invece ciò che ho accolto con un entusiasmo bambino e un applauso alla bravura dell’autrice. Non è facile incappare in storie che si possono incastrare perfettamente all’interno di una serie apparendone la normale prosecuzione o missing moment. Spesso peccano nella trama, o nelle caratterizzazioni o nell’assurdo degli eventi. Qui il ritmo è incalzante, le riflessioni di una Simone nostalgica ma più matura lasciano il posto ai pensieri di amore - e stima - di Robert. I comprimari-antagonisti sono delineati e mossi in un contesto assolutamente pertinente e veritiero, in una Londra che teme la rivoluzione e la esorcizza con la frivolezza. Jean Genie non lascia nulla al caso. E ha fatto di questa storia una stoccata al cuore di una nostalgica dei cartoni animati della propria infanzia come la sottoscritta.