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Recensione alla storia The Crew - 09/01/15, ore 09:15
Capitolo 1: Prologo
Ciao!
Avevo già letto ieri dal tel ma non avendo il pc a disposizione ho atteso a commentare.
Ti faccio presente che non ho la più pallida idea di cosa sia The Crew :D non che sia indispensabile ai fini della recensione, ma preferisco che tu lo sappia.


Ti ho segnalato alcune frasi che a mio modestissimo parere andrebbero riviste, io da lettore non le ho trovate molto chiare. In alcuni casi forse è dovuto alla mia non conoscenza di TC in altre credo che rivederle potrebbe migliorare il testo.
Ti ho segnalato alcune D eufoniche, ti rimando a internet per la regola, perché sono incapace di prodigarmi in spiegazioni chiare :D
Non sono molto per il genere azione, devo ammettere, ma credo che lo avrai notato dalla mia storia (lol), inoltre mi resta un po' difficile dire qualcosa di più sulla trama o sul portagonista avendo letto un solo capitolo.
Spero però che per ora i suggerimenti ti possano essere utili!
A presto,
Fanelia

« Chi diavolo è... »
Il ruggito di una McLaren irruppe nell'aria, squarciando il silenzio che si era venuto a creare in tante ore di pace ricercate. Erano le tre del mattino quando Alex Taylor si dovette alzare e porre fine
ad una calma inaudita. Con una lenta tranquillità andò ad aprire l'enorme portellone del garage, facendo penetrare quella poca luce dei lampioni all'interno dell'abitazione.
Vedendo un uomo avanzare verso di lui, Alex si appoggiò allo stipite della porta, le braccia conserte in una posa spossata e al contempo strafottente. Addosso aveva solamente una maglia a mezze maniche e dei lunghi pantaloni blu, completamente incoerente con il gelo polare che c'era all'esterno.

-incoerente... secondo me, ma è un parere personale, qui ci starebbe decisamente meglio un completamente in contrasto
« Ho bisogno del tuo aiuto. » Gli disse Harry non appena scese dall'auto, avvicinandosi bruscamente all'amico; una richiesta tanto inaspettata quanto lo era stato il suo arrivo ad un'ora così insolita.
-qui credo che perchè la frase sia corretta... siccome è Harry il soggetto, dovrebbe essere disse Harry...., avvicinandosi all'amico. Credo che quello GLI sia di troppo-

Ci fu un lungo silenzio da parte di entrambi, gli occhi si guardarono come per supplicare una risposta. Alex voleva solamente chiedergli se poteva tornare a letto, senza dover ascoltare le informazioni che, sicuramente, avrebbe ottenuto da un momento all'altro.
Con la cartella in mano, Harry, si fece spazio per entrare all'interno dell'enorme garage, attraversando il corridoio che divideva l'officina dalla piccola camera da letto in cui dormiva il quasi fratello.
« Fai che sia importante, altrimenti ritorno a letto. » Gli occhi gli si chiudevano di tanto in tanto, sbadigliando ogni secondo.
Grazie ad Harry, Alex, era entrato nei 5-10, si era guadagnato una buona reputazione, una nuova vita all'insegna dell'illegalità, quali corse clandestine.
Con immensa gioia, Harry gli porse i fogli e gli portò le braccia intorno alle spalle, apparentemente felice. L'altro, al contrario, non era in vena di allegrie ed euforie; l'unica cosa che avrebbe gradito fare era quella di tornare nel suo caldo letto.
« E dove sarebbe la fregatura? » Chiese infine, non appena finì di leggere alcune righe di quei fogli.
Parlavano di una donna che aveva organizzato una corsa clandestina, con tanto di premi in soldi e una Viper, ovviamente rubata. Non ci trovò alcun collegamento con Shiv, si trattava solo di aumentare la fama e i soldi nel portafogli.

- qui quando inizia il flashback, secondo me dovresti renderlo più evidente. Magarisemplicemente mettendo in corsivo e differenziando
« Che cosa c'entrate voi, con la morte di mio fratello? » La sua domanda sembro irritare la giovane agente dell'FBI, seduta di fronte a lui, che prontamente si alzò e sgarbatamente posò delle fotocopie (sul tavolo?) con due uomini stampati sopra. Alex li conosceva bene: uno di quelli era il responsabile dell'assassinio del fratello.
« Tu cerchi lui, Shiv, e noi cerchiamo Bill. » Si scambiarono uno sguardo fugace e il silenzio persistette in quella stanza.
Alex tirò un sospiro, perplesso e confuso; dopo cinque anni di prigione chissà se sarebbe ancora riuscito a guidare un'auto da corsa. Si prese
un altro secondo di pensiero e successivamente alzò lo sguardo verso la donna.
-un altro secondo di pensiero, che vuol dire? Che rimane perso fra i suoi pensieri ancora per qualche secondo? Ti consiglio di rivedere la frase :D
« Che cosa dovrei fare? » Sul viso di Zoe apparve un sorriso di intesa ed annuì, ritornando a sedere dinanzi a lui in modo da poterlo guardare negli occhi.
« Voglio che tu entri a far parte dei 5-10, ti faccia il tatuaggio, una reputazione e che ti informi su questa persona, in modo che possiamo incastrarla
ed arrestarla. Tu avrai la tua vendetta e noi... un corrotto. »
Alex titubò leggermente nel rispondere. L'avrebbero riconosciuto sicuramente, non erano passati molti anni da quando successe quel fatto. Zoe sembrò notare la sua difficoltà e cercò in ogni modo di trarlo dalla sua parte, come un orso con l'esca.
« Se fai parte dei 5-10 e
hai la fedina, sei fidato. Dammi prove fresche di Bill e tu sarai libero. »
-qui non ho capito... se  per la fedina si intende fedina sporca, forse sarebbe meglio specificarlo

Si riprese dai suoi pensieri, mentre Harry lo scosse per farlo parlare. - siccome stai tornando al presente e cambiano i soggetti, ti consiglierei di specificare che stai parlando di Alex ora, visto che l'azione prima è di Zoe. Solo per una maggiore chiarezza.
« Scusa Har, stavo pensando. » Lo sguardo divagò rapidamente da un muro all'altro, fino ad arrivare sulla propria Nismo Nissan rossa.
Aveva iniziato a correre in auto proprio per arrivare
da Shiv, per fargliela pagare, per incastrarlo, per ucciderlo. Alex sapeva perfettamente che vendicarsi con la stessa moneta non era la cosa più giusta da fare, ma la sua mente era completamente annebbiata dal rancore, dalla rabbia, dal rimorso.
- se non è erro in questo caso, visto l'eccezione, dovrebbe essere arrivare a Shiv.
« Lei è il braccio destro di Shiv, se la deludiamo, ci ammazza! » Quel nome lo fece sobbalzare, come colto da un'improvvisa illuminazione.
Gli occhi marroni si sbarrarono e lo sguardo, questa volta, si andò a posare su quello dell'amico. Anche lui sembrava stanco, il suo viso segnato da profonde e fresche occhiaie; chissà quanto aveva corso per arrivare a Detroit.
Alex aveva però calcolato che, se le cose si fossero messe male, avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di Zoe per sfuggire via. Per questo motivo si era creato una Crew che stesse dalla sua parte; tutti avevano un motivo per cui vendicarsi di Shiv, chi per debiti, chi per perdite.
« Come si chiama questa... ragazza? » Alex si lasciò lentamente andare sugli scalini che conducevano alla sua camera da letto.
Si fermò sulla sommità della scala e fissò il soffitto, dipinto di un bianco diventato con il tempo grigio e pieno di muffa. Aveva paura, da molto tempo era terrorizzato
del (credo sia dal)risultato che avrebbe raggiunto, incapace di pensare all'eventualità che anche i suoi amici sarebbero stati messi in mezzo in una faccenda sporca.
Ma nonostante tutto, non era la prima volta che si sentiva
eccitato nel dover affrontare un'altra gara che ben presto lo avrebbe condotto dall'omicida del fratello; in passato la sua eccitazione (hai usato de volte lo stesso termine in uno spazio di due righe, solitamente, in campo editoriale, le ripetizioni non sono ben viste, per cui ti consiglio magari di cercare un sinonimo) era quasi sempre scaturita da belle donne, auto costose, seni prosperosi, alcool e notti di fuoco.
Doveva tenere la mente lucida e ben concentrata. Se avesse perso la concentrazione anche solo per un minimo istante, Shiv l'avrebbe spedito ben presto all'altro mondo, fuori dall'America, fuori da tutto.
« Kim. »
« Kim... » Ripeté sottovoce, scuotendo tra sé e sé la testa.
Necessitava di altre risposte e nella mente aveva fin troppo domande da non porre. Harry non ci mise molto a capire che Alex era particolarmente irrequieto; lo poteva dedurre da come torturava le sue unghie e graffiava la pelle delle mani.
« Vedrai, andrà tutto bene. »

***
« Alex Taylor... »
Alex fu avvolto da un invadente profumo da donna e da uno sguardo freddo ma nel contempo da cerbiatta; un controsenso che lo mise fin da subito in allerta, ma doveva rimanere fermo e rigido, senza lasciarsi abbindolare da una ragazza qualunque.
I capelli mori della ragazza si spostarono sulla spalla ed aprì maggiormente lo sportello della Citroen, scrutandolo dall'alto verso il basso, come se da un momento all'altro avesse dovuto fargli una risonanza.
« Va bene, ti faccio partecipare. » Con un tonfo richiuse la propria auto e si alzò.
Si mise dinanzi a lui e incrociò le braccia al petto, mettendo in risalto il proprio seno che sporgeva appena dalla stretta canottiera, la quale non arrivava nemmeno a coprirle la pancia. Era un miscuglio di disgusto ed eccitazione che ad Alex colpì come un fulmine in pieno petto.
(che colpì Alex come un fulmine in pieno petto?)
Kim si chinò verso il bagagliaio, mostrando il fondo schiena che non sfuggì agli occhi degli uomini lì intorno. Certo, era particolarmente eccitante, ma per niente femminile oltre al fisico.(qui sembra che il sedere di Kim non sia per niente femminile oltre al fisico... quindi forse, potresti rimodellare la frase in modo che si capisca che è Kim a essere poco femminile) Il suo atteggiamento, apparentemente, era quello di un uomo, ed una donna che procede a corse clandestine può confermarne l'ipotesi.
« Se perdi, sei fuori dalla mia fazione, Taylor. » Gli lanciò le chiavi, che Alex afferrò prontamente.
Quella donna... Una pantera in caccia, in piena caccia. Kim era un vento forte che ti circonda, non solo con il suo orrendo profumo, un tornado distruttivo, della grandine dolorosa. Tutti, lì intorno, si erano fermati con le labbra schiuse e la bava alla bocca.
Alex si diede un breve sguardo dietro alle proprie spalle e si guadagnò un'occhiata di conforto da parte di Harry; doveva accontentarlo per far sì che non potesse sembrare un infiltrato della polizia.
«Non perderò. » Commentò con la stessa freddezza, tanto che Kim rimase spiazzata non riuscendo a capire da dove venisse il suo cambiamento.
La donna risalì nella propria auto e così fecero anche gli altri, avanzando lentamente su quella che doveva essere la linea di inizio. Le auto iniziarono a ruggire come tigri infuriate e tutti e sei premettero sull'acceleratore.
La gara era appena iniziata.