Recensioni di Nuel

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 30/10/20, ore 21:02
Capitolo 7: Il Diavolo
Sai che il senso di un titolo come "Il diavolo tutto il tempo" continuava a sfuggirmi? Ho dovuto leggere questa tua storia per fare il collegamento che, in effetti era palese e che intuivo, ma non razionalizzavo.
Mi ha colpita molto, in questo capitolo, il "sentirsi Dio" di Arvin. Il disporre della vita e della morte, non pensavo che su di lui avesse questo tipo di valore.
In compenso, la perdita di fece in Dio la comprendo benissimo, dato il suo trascorso, e ho davvero apprezzato tantissimo tutta la sua introspezione, le considerazioni sui personaggi che hanno fatto parte della sua vita.
Quando lo hai fatto pensare a Lenora mi sono sorpresa ancora di più: avrebbe davvero cresciuto suo figlio? Avrebbe fatto da padre al bambino e... avrebbe sposato lei? Era consapevole che Lenora lo amava?
Questa parte è totalmente mancante dal film e la trovo interessantissima. Questo è un Arvin diverso dal precedente: ha immaginato un futuro, un futuro "positivo", e non me lo aspettavo.
È stata una vera scoperta e mi ha portata a chiedermi che genere di futuro possa avere questo personaggio. Come sarà la vita di Arvin? Si arruolerà davvero? Che tipo di uomo diventerà?
Per la prima volta ho trovato uno spiraglio in questa storia che mi ha fatto venire voglia di sbirciare le (ultime) pagine del romanzo. ^^'
Amo i finali che, in sostanza, sono nuovi inizi, e qui ho avuto l'impressione che la nuova vita di Arvin sia appena cominciata.
Sono davvero contenta di aver letto questa tua piccola raccolta e aver potuto vedere altri aspetti di questi personaggi. Grazie. ^^

E prima di lasciarti, ti segnalo che ti sono sfuggite due cosine:
"Se quel Dio maledetto esistesse," -> fosse esistito, perché la storia è narrata al passato.

"corpi esamini" -> esanimi
Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 22/10/20, ore 13:39
Capitolo 6: Charlotte
Charlotte è un personaggio che ho considerato poco, forse per nulla. È uscita di scena troppo presto e, con la sua morte, ha innescato una catena di eventi funesti.
Era un personaggio positivo, sì, e sicuramente Arvin sarebbe stato una persona diversa se avesse avuto la madre ha controbilanciare il padre.
Nel film mi aveva colpita la sua fiducia verso Willard, sin dall'inizio. Troppo rapida, troppo assoluta. Esigenze di regia probabilmente, ma poi mi sono anche detta che quella era un'altra epoca e forse ci si fidava di più in generale.
Mi aveva colpita anche la prima visita alla catapecchia che poi è diventata la loro casa, dal momento che lungi dal sorridere felice e contenta, io sarei scappata a gambe levate ma, appunto, era un'altra vita. Altri tempi, altra società, altre abitudini e aspettative.
Nel complesso mi ha fatto un po' di tenerezza, ma l'ho percepita "agnello sacrificale" fin dall'inizio.
Aveva del potenziale, ma non è vissuta abbastanza. Credo sia quello che si evince anche dalla tua introspezione, in cui emerge il suo amore di madre, la preoccupazione per quel figlio che dovrà salutare troppo presto, ma non ho avvertito disperazione, rabbia per un destino ingiusto... Mi verrebbe da dire che sta accettando la morte con la stessa semplicità (ingenuità? Fiducia?) con cui ha vissuto. Del tutto ignara di come le ombre che è riuscita a scacciare dalla mente del marito torneranno non appena lei non ci sarà più e come si abbatteranno anche su suo figlio.

Ti segnalo "la vita gli sta dando" -> "le" sta dando, a Charlotte.

Alla prossima. ^^
Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 15/10/20, ore 23:38
Capitolo 5: Willard
Ho provato sentimenti contrastanti per Willard. L'esperienza della guerra è stata tremenda, traumatica, eppure sembrava esserne uscito "bene". L'amore per Charlotte lo aveva ancorato alla vita, alla realtà... per quanto ovunque io senta puzza di chiesa rozzo le orecchie. E infatti, quando si porta dietro Arvin, il suo esempio, la sue educazione sono tutt'altro che positivi. Sono il riflesso del trauma mai curato della guerra, forse, ma di certo non si può dire che stesse tirando su bene suo figlio.
L'ho odiato ferocemente quando ha ucciso il cane. Al di là della blasfemia del sacrificio, era chiaro che il suo equilibrio fosse del tutto compromesso, che la crudeltà verso l'animale e il figlio che gli era affezionato fosse il sintomo di qualcosa di malato e pericoloso, e quindi sì, per Arvin è stato un bene perdere un padre del genere.
Peccato che i danni ormai li avesse fatti.
(La cosa che mi ha commosso di più del film è stata proprio che Arvin sia tornato per seppellire il suo cane ç_ç).

Venendo al tuo testo, come sempre penso che tu abbia centrato bene la caratterizzazione del personaggio, anche se io non riesco a provare nessuna empatia, nessuna pena per lui, gli va riconosciuto di aver amato per davvero sua moglie (e le parole più belle per descriverlo le hai spese nella prima OS di questa raccolta). Era un uomo sbagliato, lo hai descritto attraverso pensieri violenti, parole forti, dirette, e ritengo tu abbia fatto la scelta giusta.
Hai reso bene l'uomo che era diventato.

Ho solo un dubbio sulla frase "non ha nulla da ringraziargli" che credo starebbe meglio "non ha nulla di cui essergli grato", ma a parte questo, è un pezzo molto efficace, che colpisce il lettore.
Alla prossima. ^^