Recensioni di Padme Undomiel

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Quel che davvero rimarrà - 08/06/16, ore 20:15
Capitolo 1: Quel che davvero rimarrà
Questo è un ottimo esempio di una ff che non ha bisogno di troppe parole per riuscire a comunicare e ad emozionare.
Sono sempre stata affascinata dal rapporto tra i due Kominato, perché è estremamente complesso, e oscilla continuamente tra bisogno di separazione e desiderio di gravitare l'uno nell'universo dell'altro.Il carattere stesso dei due fratelli è complesso, del resto, soprattutto se si parla di Ryosuke. Ryosuke è un personaggio pragmatico, determinato, che ha una certa visione del mondo e la segue ad ogni costo: come quando impone a se stesso di essere un 'buon fratello maggiore', e crede che esserlo significhi sapere tutto, ma proprio tutto del minore ("è sempre stato tuo compito di fratello maggiore prestare attenzione a ogni dettaglio che lo riguardasse"); come quando decide che per diventare adulto deve necessariamente fare qualcosa di egoista, staccarsi nettamente dalla sua adolescenza e non lasciare a se stesso neanche lo spazio di un ripensamento; come quando pensa di non dover condividere questa scelta con Haruichi, perché tanto lui resterà indietro e quindi non ha senso ("anche se eri stanco e con mille pensieri tuoi nella testa"). Ma in tutte queste cose non riesce ad esserci quel distacco netto che forse Ryosuke avrebbe considerato 'giusto' nella situazione presente, perché gli affetti trovano il modo di infiltrarsi nei suoi pensieri razionali e pragmatici, le emozioni si legano agli oggetti concreti, e Haruichi piange senza dirglielo. Lo supporta con entusiasmo e dolcezza, ma soffre. E così Ryosuke non riesce del tutto a lasciarlo andare, e si ritrova a lasciargli invece qualcosa di sé, in modo 'crudele' - e torna qui il tema dell'egoismo, ma Ryosuke non prova vergogna e autobiasimo per questo: lo sa che questo egoismo lo, li aiuterà a crescere. Alla fine della storia rimane una specie di dolcezza sospesa e segreta, annegata nel buio della stanza, nel silenzio della neve e negli occhi chiusi e nelle labbra socchiuse di Haruichi. Quel bacio è una promessa e un conforto insieme, per entrambi.
Per farla breve, mi è piaciuta molto. E di solito non sono neanche per l'incest, quindi penso che sia molto positivo il fatto che io abbia provato a non leggere, poi a non recensire, e abbia fallito clamorosamente in entrambe le cose. Complimenti davvero per l'ottimo lavoro!

[Recensione partecipante alla maratona di Giugno indetta dal gruppo Recensori Solidali e Critici - Fandom Anime & Manga]
Recensione alla storia Of faith and devotion. - 13/05/16, ore 19:05
Capitolo 4: In your blue room.
Attendevo il punto di vista di Kazuya da quando ho iniziato a leggere questa ff, per cui l'aspettativa su questo capitolo era alta... e non è stata affatto delusa, anzi. Mi sono presa tempo per rileggere il capitolo un'altra volta ancora, perché questo clima di buio e vuoto mi si era appiccicato addosso, e potevo sentirlo ma non descriverlo. Una seconda lettura mi ha reso più critica e obiettiva, così ora posso dirtelo con cognizione di causa: muovi Kazuya benissimo. Sembra un controsenso usare un verbo di movimento quando il capitolo è così apparentemente statico, eppure non trovo che il tuo Kazuya sia statico: c'è un certo movimento apertura-chiusura dall'inizio alla fine, nel quale Kazuya oscilla continuamente senza trovare una soluzione. Un riferimento palese a questo movimento, certo, è il continuo chiudere e aprire la porta della sua stanza/rifugio prima di andare a dormire, a fine capitolo, ma non è il solo: c'è Kazuya che accetta l'invito di Mei, pur essendo scettico e dubbioso, e poi si tira indietro quando la situazione gli diventa difficile e insopportabile; c'è Kazuya che, suo malgrado, si ritrova a confidarsi con Harada, e che poi si chiude a riccio senza spiegare le motivazioni che stanno dietro le confessioni che si è lasciato sfuggire; c'è Kazuya che accarezza la foto della Seido del suo secondo anno, inconsciamente nostalgico e pieno di rimpianti, e che poi mette da parte foto e rimpianti decidendo di smettere di indugiarvi ancora. Così come non riesce a decidersi tra porta aperta e porta chiusa, sembra non riuscire a decidersi tra assumere una posizione 'dentro il mondo o fuori dal mondo', portandolo quindi ad assumere il ruolo di uno spettatore. Uno spettatore, pare, non per scelta, ma per necessità: dalle sue parole, dai suoi pensieri sembra proprio che vorrebbe entrarci, ma che non riesca a farlo, perché 'non ci tiene ad esser né vittima né carnefice'. Le emozioni diventano assassine, nel suo universo: feriscono e uccidono, non c'è mai via di mezzo, non c'è mai modo di preservare la purezza delle buone intenzioni. "I sentimenti non contano niente", non per il loro valore in sé, ma perché il mondo non sa che farsene, dei sentimenti e degli ideali. Sembrano i pensieri tipici di un'anima sensibile protetta da una barriera impenetrabile per non soccombere. Fanno incredibilmente male.
Così Kazuya tenta di chiudere fuori dalla stanza le emozioni, perché la sua stanza è il suo spazio, il suo rifugio, la sua protezione... eppure fallisce. Perché la foto della sua squadra liceale è sempre illuminata dalla luce della finestra, e gli occhi di Eijun trovano sempre il modo di guardarlo, di farlo fermare, di fargli rimpiangere errori di cui noi non sappiamo nulla (ancora).
Mi piace molto la conversazione stramba con Satoru, e ho adorato lo sticker dell'orso: è un espediente simpatico, così Furuya-style, ma al contempo così poco invadente da rasserenare Kazuya (in un contrasto molto forte con la sua reazione al ben più invadente Mei, che non ammette di essere ignorato e pretende di fare felice Kazuya nel solo modo che conosce), e da farlo aprire tanto da strappargli un 'grazie'. E' buffo, ringraziare per uno sticker, ma è incredibilmente tenero. L'amicizia non ha certo bisogno di tante parole, e forse lui e Satoru sono più simili di quel che si può pensare: hanno solo modi diversi di reagire al loro disagio sociale. Così questi radi scambi di battute riescono a portare un sorriso sulle labbra di Kazuya, e sono una boccata d'aria fresca dopo un'apnea dolorosa.
Satoru sembra cresciuto, maturato: comprende perfettamente i sentimenti di Kazuya, così gli manda una foto di Eijun praticamente contro la sua volontà, sapendo che non potrà che salvarla, non potrà che osservarla cercando negli occhi del lanciatore quella luce che tanto lo aveva colpito e che ora sembra affievolita ma non scomparsa, e soprattutto che non gli chiederà mai spiegazioni sul perché di quella foto se non è Satoru stesso a fornirgliene una - e non lo fa, perché è Satoru, e le parole non servono. Eppure non è cambiato, e quel "non mi hanno offerto il ruolo da ace" è adorabile, e rassicurante nella sua familiarità.
Insomma, un bel capitolo denso, pieno di spunti, che ho apprezzato un sacco. Grazie per questo spaccato interessante sul modo di essere di Miyuki Kazuya, e non vedo l'ora di sapere cosa sia successo tra lui e Eijun - a questo punto, la curiosità cresce sempre più. Continua con questo bel lavoro!
Padme Undomiel
Recensione alla storia Of faith and devotion. - 18/02/16, ore 15:19
Capitolo 3: Battery
Questo capitolo mi ha molto sorpresa: ha un'atmosfera così completamente diversa da quella degli scorsi (opprimente-disperata il primo, malinconica il secondo) che far quadrare i conti diventa sempre più difficile: com'è potuto succedere che una relazione così apparentemente promettente sia diventata l'ossessione senza sfogo del primo capitolo? Sono sempre più confusa, e da un lato non vedo l'ora di arrivare di nuovo al presente per poterci capire anche solo qualcosa in più. Allo stesso tempo, questo aggiornamento così tenero non poteva lasciarmi indifferente. Eijun e Kazuya sono davvero adorabili nelle loro interazioni, tanto impacciati quanto simmetrici nei loro ruoli: c'è una sorta di schema a 'chase and dodge' in tutta la vicenda, che si ripete sebbene a turni alterni. All'inizio è Eijun a fuggire, timoroso di invadere un territorio quotidiano e privato che non gli appartiene, e Kazuya a rincorrerlo, addirittura friggendo per l'imbarazzo di un invito a cena che solitamente non costituisce chissà quale compito trascendentale. Poi è il turno di Kazuya di fuggire, e il rincorrerlo di Eijun è più marcato, più insistente, più determinato a tirar fuori il Miyuki Kazuya che lui non conosce -che vuole conoscere a tutti i costi, perché il Kazuya reale sembra molto più interessante del senpai perfetto che lui inizialmente si era immaginato. Alla fine è ancora Eijun a fuggire, dopo la questione della batteria buttata nel cestino: minaccia addirittura di lasciare il campo. Ma Kazuya lo insegue, risolve il problema, lo riporta indietro - e in qualche modo lo porta ancora più in alto di prima. Insomma, sarebbe un acchiapparello equilibrato... se solo non fosse più sbilanciato verso un Kazuya che fugge, e Eijun che insegue.
Finalmente entra in scena Kazuya, e come artista dell'inganno rende molto bene. Mi piace che rimanga IC nel suo nascondersi dietro risate e ghigni da tanuki, ma al contempo mi piace che questa sua maschera non possa che cadergli, qualche volta, perché Eijun è così trasparente da spiazzarlo. Lo lascia avvicinarsi a lui, a parole e fisicamente, gli lascia la possibilità di prendergli le mani, si concede la possibilità di prendergliele a sua volta, scambiandosi un oggetto puramente simbolico che parla del loro passato e al contempo diventa qualcosa di più di un ricordo, tramite l'appena instaurata ricorrenza delle batterie nuove ogni mese. E questo “Secondo me non sei sempre carico e fiducioso” l'ho trovato bellissimo. Perché significa che lo sa perfettamente, che Eijun non è sempre forte come vuol far vedere. Se lo sa, e si impegna a donargli una batteria ogni mese, significa che vuole prendersi cura di lui, personalmente. Qualunque cosa significhi per lui fare una cosa del genere - questo ancora non mi sento di stabilirlo.
"Quella è una delle batterie che era all'interno e la porto con me, sempre, per essere carico e fiducioso, ricordarmi sempre di essere la metà di una batteria che mira ad essere la migliore del Giappone." Com'è triste leggere questa frase, sapendo che ora Miyuki è in batteria con Narumiya, e non con Eijun.
Insomma complimenti, un aggiornamento molto dolce e tenero, che ho molto apprezzato in quanto mostra bene le loro dinamiche interattive. Mi confermo, ancora una volta, incuriosita e stupita da questo lavoro e non vedo l'ora di leggere il resto. Anche perché aspetto Kuramochi!
Padme Undomiel
Recensione alla storia Of faith and devotion. - 14/02/16, ore 21:50
Capitolo 2: Bitter Chocolate.
“L'avere dei segreti, portarsi dei pesi dietro, mentire a se stessi e agli altri. Non credo potrei vivere così”.
Tu dici che questo capitolo non spiega granché e probabilmente è così -ovviamente è così, ma mi pare che questa frase sia molto esplicativa di quello che sta succedendo. E torniamo ai non detti di Eijun, al suo silenzio così soffocante, alla sua solitudine opprimente: Eijun non ha parlato, non posso che supporre che non parli nemmeno ora. Il silenzio uccide, chiunque porti segreti dolorosi senza sapere come elaborarli, o condividerli, non può che esserne sopraffatto. E se Haruno sembra lo specchio perfetto di Eijun in tante cose - e in questo, caso oltre al carattere impacciato ma testardo di entrambi, c'è il cuore in gola di fronte al proprio amore indifferente o distratto, le premure 'inutili' per l'altro, perfino i quattro anni di silenziosa adorazione-... Haruno sa elaborare e riprendersi, Eijun no. Eijun tace, divora il cioccolato e il suo amore che non sa condividere, che non sa regalare a Miyuki.
Miyuki resta imprevedibile e quasi spaventoso per Eijun, anche più della sua scoperta omosessualità, anche più della confusione riguardo gli orientamenti sessuali di cui non sa niente. Sembra terrorizzarlo non sapere cosa passi per la mente del senpai, è una cosa che mi ha molto colpito. E la scena della chiamata la trovo abbastanza tremenda: le speranze improvvisamente elevate ricordano la reazione di Haruno ai complimenti casuali di Eijun, e il 'ho sbagliato numero' il momento in cui Eijun allontana Haruno per le spalle. Ma manca l'inchino imbarazzante ma empatico di Eijun, in Miyuki: Miyuki ride delle premure di Eijun, forse sorpreso, ma non ne sembra particolarmente colpito. Non ha Eijun in mente, così come non lo aveva quando ha fatto quel cioccolato, che Eijun mangia lo stesso, col sogno inconfessato di chiedergli, la prossima volta, di pensare a lui, di accettarlo, per creare qualcosa di buono, di bello insieme. Qualcosa che parli anche di Eijun.
Sarà vero che il fluff non ti piace, ma questo capitolo è ben riuscito, e altalena bene momenti di falso idillio con gli schiaffi in faccia della realtà. Quel che ne risulta è una malinconia sospesa, una specie di tensione alla felicità che non trova mai, per quanto uno allunghi le mani, quello che cerca. In ogni caso questa storia mi intriga sempre di più, per cui continua presto che voglio leggere!
Padme Undomiel
Recensione alla storia Of faith and devotion. - 03/12/15, ore 22:30
Capitolo 1: Reach out and touch Faith.
Annega Eijun nel silenzio, e sta' sicuro che lo uccidi. Lui che è così disperatamente alla ricerca di un riconoscimento, lui che vorrebbe sempre farsi sentire, farsi vedere, dare agli altri e a se stesso una prova del suo valore - della sua esistenza... come ci è finito in questo appartamento vuoto e silenzioso? Cosa avrà 'perso nell'ascesa', in cosa il suo 'tempismo' è stato sbagliato? Tutte domande lasciate in sospeso, e spero che prima o poi si verrà a sapere qualcosa di concreto, ma nell'architettura del capitolo non ha neanche troppo senso trovare risposte. Quello che conta davvero è che Eijun si sente ancora mediocre, nonostante i suoi importanti riconoscimenti, nonostante sia stato convocato ora per il World Baseball Classic... sente ancora che gli è stato riconosciuto un merito che in fondo non gli appartiene. E se nella crescita del personaggio che conosciamo può benissimo starci, questo brusco ridimensionamento dell'idea di sè come giocatore -credeva di essere bravissimo, prima di entrare alla Seido-, ora come ora mi viene solo da pensare che la questione sia diventata totalmente un'altra. Ovvero: Eijun non è Narumiya Mei. Narumiya Mei è il solo che sia alla pari con Miyuki Kazuya: Eijun non è alla pari di Miyuki Kazuya. E se non è alla pari non può sperare di 'vincerlo', e se non lo vince non può avere un rapporto con lui -perché Miyuki tende ad avere rapporti con le persone prettamente all'interno del diamante.
Di questo tentativo di 'vincerlo', di avere un controllo, quasi di divorare Miyuki è piena la scena del sogno: Eijun è dominante e quasi violento, addirittura rompe il tavolino, e ignora le proteste dell'altro finché può, ma alla fine è di nuovo Miyuki a 'vincerlo': lo rifiuta, e lui ne è ferito, disperato. Miyuki a questo punto è diventato un'ossessione, ed ha la tipica ambivalenza di un'ossessione, che al tempo stesso soddisfa le fantasie più intense ma si nega sul più bello, tormentando. Bacia 'la principessa' ma con distacco, accetta passivamente il sesso violento dell'altro ma glielo fa in qualche modo pesare, appare da lui e al contempo lo accusa di averlo evocato lui stesso. E' ambivalente. E in questa ambivalenza sta il merito di questa descrizione, perché il dolore di Eijun si percepisce perfettamente.
Mi piace inoltre lo stile di narrazione che hai usato, il silenzio riecheggia quasi nelle orecchie, e la malinconia fa da sovrana. Sono molto curiosa di vedere come la svilupperai, ma finora mi sembra un inizio promettente!
Padme Undomiel