Recensioni di BlackIceCrystal

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia A Tale of Knights and Mages - 04/09/16, ore 14:09
Capitolo 4: IV
Recensione per il Lucky Star Contest - Prima Classificata

Correttezza, Stile e Lessico: 
19,9/20
Dal punto di vista grammaticale è quasi perfetta. Ho trovato solo qualche imprecisione qua e là (alcune in realtà più riguardanti lo stile che la correttezza grammaticale in sé per sé), ma niente di eclatante, soprattutto considerata la lunghezza della storia.
Te li cito solo per far in modo che tu possa correggerli, in caso volessi, e per ricevere (spero) spiegazioni su alcuni punti che non ho compreso appieno:
  • Dura un'istante => proprio all’inizio della fanfic
    […] quello che che possiede il castello
 
  • Si sono allontanati un po' col trascorrere degli anni, lo sbocciare dei loro poteri li ha portati all'isolamento e alla specializzazione in campi diversi, ma... che dire, Kuroko non smetterà mai di volere bene a tutti loro. => non mi convince completamente quel “, ma… che dire, ” (virgole comprese) voglio dire… hai inserito nella narrazione una forma di dialogo indiretto, mi sarebbe sembrato più appropriato con un punto interrogativo (ma… che dire?) o dei puntini di sospensione (ma… che dire…, Kuroko […]), perché così mi sembra che non abbia nessun tono.
 
  • della prigione più impenetrabile di tutto Teiko fosse una cosa di tutti i giorni => Piccolissimo appunto: è più corretto scrivere Teikou, con la “u” (altrimenti ci vorrebbe la ō ma sarebbe una gran seccatura ogni volta tentare di inserirla nella fanfic XD).
 
Sempre riguardo lo stile e il ritmo del racconto, ci sono stati anche alcuni punti in cui mi hanno stonato i passaggi tra una scena e l’altra separati dall’asterisco. Normalmente questo espediente ce lo vedo bene (come effettivamente hai fatto anche nella maggior parte della storia) come separatore tra scene distanti tra loro (rispetto allo spazio/tempo/situazioni/personaggi a cui si riferiscono), ma ci sono stati alcuni casi in cui li hai usati per separare scene accadute nello stesso posto e/o praticamente consecutive, come in questi due punti:
  • «Hai ragione» risponde. E davvero, in questo momento Kuroko è così dannatamente perfetto che Kagami non ha più scuse: glielo deve dire.
*
«Senti» esordisce Kagami dopo qualche istante.
 
 
  • «Sì.» Poi si alza in punta di piedi e appoggia le labbra su quelle di Kagami, il volto inondato dal calore del sole appena sorto e gli occhi pieni di luce.
*
Kagami è così sorpreso che per un istante si dimentica di respirare.
 
A parte queste piccolezze (puoi vedere da te che ho scritto tanto – colpa mia che mi lascio prendere dai dettagli, chiedo perdono – ma che ti ho tolto solo 0,1 punto, proprio perché sono piccolezze e perché la storia è lunga, perciò qualche imprecisione ci sta sempre!), lo stile in generale mi ha stregata. Ho trovato un buon bilanciamento tra parti dialogiche, narrative, descrittive ed introspettive, ed infatti, pur essendo lunga, la storia l’ho letta tutta d’un fiato e quando mi sono accorta di essere arrivata quasi alla fine quasi non ci credevo! XD Quando le frasi sono un più lunghe sono ben separate tra loro dalla punteggiatura; quando invece sono brevi sono molto incalzanti ed incisive. A proposito di questo, mi è piaciuto molto l’incipit, che porta direttamente il lettore in mezzo a quello che sta succedendo (magari facendo credere che è Kagami il protagonista, quando invece la storia è più incentrata sul punto di vista di Kuroko) e instaura subito una buona dose di dubbi e curiosità con tre “semplici” righe. Mi sono piaciute anche gli accostamenti dei sogni con l’acqua (i dettagli del sogno che cominciano già a svanire come acqua tra le dita. // il nome Kagami che gli scivola sulla lingua come un tesoro inestimabile.), che rendono molto bene l’idea di come sembri una cosa fugace e non “vera” (quando invece non è così).
Ci sono state anche altre parti che mi sono piaciute molto, ma spero di avere l’occasione di parlarne magari nei prossimi punti, perché se continuo a scrivere solo su questo finisce che non finisco più! ^^”
 
 
Sviluppo della trama, Introspezione e/o Caratterizzazione: 20/20
Come dicevo a proposito dello stile, anche la trama è “molto lineare” pur essendo strutturata in modo complesso. Ok, detto così sembra una contraddizione, ma quello che voglio dire è che nonostante i flashback, i passaggi tra sogno-realtà, ed anche il “viaggio nel tempo” (se così si può definire), la storia si è compresa benissimo: hai messo insieme un bel po’ di intrecci, ma li hai intrecciati, appunto, tra di loro così bene che ogni tassello andava a mettersi al suo posto esattamente al momento giusto in cui serviva.
A parte questo, la trama della storia è bellissima. Mi ha incuriosito, come ho già detto nel punto precedente, già dalla primissima riga (che è anche la primissima riga dell’introduzione, per cui mi ha intrigata già dall’introduzione XD) e la curiosità di quello che sarebbe successo è andata solo ad aumentare man mano leggessi. Nessun passaggio è stato banale o previsto, magari ci sono state parti più inaspettate ed altre più prevedibili, ma la storia mi ha continuata a stupire e incuriosire ogni volta che si aggiungevano i pezzi mancanti, per cui sono rimasta incollata allo schermo fino alla fine, senza mai distogliere l’attenzione dalla storia.
Una nota di merito va anche alla caratterizzazione/introspezione dei personaggi. Sei riuscita ad inserirceli tutti, con i ruoli e i pesi che gli si addicevano, e li ho trovati perfettamente caratterizzati in ogni dettaglio. Nelle note d’autore ho visto che hai fatto un piccolo appunto sulla scelta del potere di Midorima, io penso che non servisse perché si capiva bene dalla storia il motivo per cui l’hai fatta, e ti assicuro che hai fatto una scelta molto azzeccata, almeno a parer mio. Non ho nemmeno trovato la Generazione dei Miracoli così buona nei confronti di Kuroko; è un AU, non è la vera ambientazione (seppur ci siano dei riferimenti e delle similitudini con gli eventi del manga/anime), perciò è normale che si comportino in modo diverso con lui, e dalla storia si capisce come il loro rapporto si sia evoluto nel tempo: non c’è stata quell’interruzione secca di rapporti che c’è stata nel manga; pur avendo scoperto i propri poteri e seppur Kuroko si sentisse in un certo senso “inferiore” ai suoi amici, qui continuano tutti a stare dalla stessa parte.
Insomma, ho ritrovato l’irruenza di Kise, la competizione con Aomine, il suo essere sempre disponibile per Kuroko e sempre il primo a farsi avanti quando si tratta di lui, ed allo stesso tempo anche il ruolo di “guida” che Kuroko ha verso di lui; di Aomine mi è piaciuto il rapporto con Tetsu (quando si parla di loro, non c’è modo migliore di riferirsi a Kuroko così u.u), il fatto che non gli importi di mettersi contro Akashi per lui (è vero che lo hanno fatto anche gli altri, ma Aomine è stato il primo, quando Kuroko è andato a chiedergli informazioni sulla campagna militare), il loro battersi il pugno (mi hai stesa in quel punto! Non me l’aspettavo che l’avresti inserito! *-*), e la parte in cui decide di allenare Kagami (che, come altre scene, ho apprezzato tanto perché mi ha ricordato la “controparte” nel manga <3 ). Non mi metto a dilungarmi anche su Midorima (che fa tanto lo tsundere ma non si tira mai indietro quando si tratta di aiutare Kuroko), Atsushi (il riferimento allo scontro contro Akashi!), Haizaki (che è stato cacciato via anche qui per il suo comportamento), Momoki (ed il confronto come guaritrice con Riko), e tutto il Seirin (il riferimento, verso l’inizio, al comandante dal Cuore d'Acciaio è stato perfetto), mentre spendo qualche parola su Akashi: uno splendido super-cattivo che tiene tutti in pugno, soprattutto Kuroko (che è Kuroko e che perciò fa di testa sua pur essendo intimorito da lui), a cui non si può nascondere nulla a causa del suo Occhio dell’Imperatore, che sa perfino del potere di Kuroko e che vuole rubare. Come hai scritto nelle note, il combattimento è durato un po’ poco, mi è dispiaciuto che per rientrare nel limite di parole del contest tu abbia dovuto tagliarlo :’( mi sento tremendamente in colpa!
Ma a parte tutto questo, io ho scritto un papiro ed ancora non ho parlato nel dettaglio di Kuroko e Kagami! Su Kuroko aggiungo il fatto che mi è piaciuto tantissimo come hai reso qui il suo potere: sembra inutile, come lo può sembrare anche nel manga, ma in realtà bisogna solo sapere come impiegarlo, ed hai trovato degli ottimi utilizzi da farne! Soprattutto nello scontro finale, quando Kuroko “manovra” Kagami e Kagami si fida talmente tanto di lui da lasciarglielo fare. Insomma, il loro rapporto è esattamente come deve essere, e non è stato neanche troppo repentino lo sviluppo che ha avuto. Fin da subito Kuroko e Kagami si sono sentiti attratti, ma anche per loro è una cosa a cui non riescono a dar risposta, almeno finché prima Kuroko non espone la sua teoria e poi scopre che è esattamente come aveva pensato lui (mi è piaciuta tantissimo la descrizione della Stanza del Tempo e di quello che è accaduto al suo interno!). Mi è piaciuto molto anche il modo in cui perdono la memoria, soprattutto perché l’ultimo modo mi ha fatto prima morire da ridere (con Kuroko che senza imbarazzo ipotizza con un invece imbarazzato Kagami che debbano passare al prossimo stadio) e poi distrutto il cuore in mille pezzi con quel «Lo perderai, e ricorderai come vi siete perduti» concluse, trattenendo i singhiozzi. Soprattutto dopo che già mi si era quasi distrutto con questa parte:
Kuroko risponde con tutta la disperazione di cui è capace, perché non può perdere Kagami (non di nuovo), Kagami non può abbandonarlo (non di nuovo), non può vivere senza di lui (vi prego tutto ma non questo, non di nuovo). La schiena brucia come se stesse per spezzarsi in due e il mondo scompare.
Credo che non mi stancherei mai di dire qualcosa su questa trama, perché la storia mi è piaciuta troppo, mi ha fatto soffrire e gioire insieme ai personaggi, mi ha fatto stare con l’acqua alla gola e il fiato sospeso, e mi ha fatto tirare sospiri di sollievo quando le cose si aggiustavano, perciò mi fermo qui. E semmai avrò altro da aggiungere te lo scriverò in separata sede, ma per ora credo di essermi dilungata abbastanza, di averti tediato fin troppo con tutti i miei deliri, e di poter passare ai punti successivi XD
 
Originalità: 10/10
Posso saltare questo punto citando, parola per parola, esattamente tutto quello che ho scritto al punto precedente? No, perché, sai, non ho altro da aggiungere, rischierei solo di ripetermi! E penso di aver scritto già abbastanza! XD

Utilizzo del Prompt:  4/5
“Ho sempre creduto che tu fossi un’allucinazione” è stato inserito in modo perfetto! Nello stato in cui si ritrova, è esattamente quello che Kagami pensa sia Kuroko nel suo periodo di permanenza all’interno delle prigioni di Teikou, almeno finché quest’ultimo non gli compare davanti in carne ed ossa per salvarlo. Non è esattamente la stessa cosa per Kuroko, per cui Kagami è un sogno ma che immagina sia davvero una persona reale, me si può dire che in un certo senso il prompt si estenda anche a lui.
Anche “Farò di tutto pur di ritrovarti” è ben integrato all’interno della storia, inserito nel momento clou, quando si scopre esattamente cosa sia successo nel “futuro-passato” (posso definirlo così? XD) e Kuroko promette a Kagami di ritrovarlo a qualsiasi costo, sia fisicamente che più metaforicamente parlando; allo stesso modo Kagami lo perde nel “presente” e decide che farà di tutto per ritrovare Kuroko e riportarlo indietro.
Unica nota dolente è stato il prompt All you have is your fire and the place you need to reach (Arsonist's Lullabye - Hozier), che è stato tradotto correttamente e che ha un suo perché all’interno della storia (il fuoco è il potere di Kagami ed il posto che deve raggiungere è Teikou, e a Kagami basta avere queste due cose per salvare Kuroko), ma che mi è sembrata una frase buttata lì solo per inserirci il prompt e non con un piano ben preciso per amalgamarla all’interno della storia. 
 
Titolo: 4,9/5
Molto bello il titolo perché molto suggestivo, incisivo e riassuntivo di quello di cui tratta la storia: già da qui ci si aspettano tratti fiabeschi e ambientazioni medievali. Unica cosa che non mi ha convinto pienamente è stato il “Knights”: è vero che i cavalieri ci sono, che Kagami è considerato uno di questi (già solo per il fatto che va a salvare “la sua principessa in pericolo” XD), ma ho trovato molto più preponderante il tema della magia (Kagami stesso ne fa uso), mentre sono stati lasciati in secondo piano i cavalieri. Insomma, mi aspettavo qualche combattimento con la spada, qualche armatura in più e cose così. Non che mi sia dispiaciuta la storia, e come ho detto il titolo l’ho apprezzato moltissimo, ma alla fine del racconto mi sono chiesta: “e i cavalieri in tutto ciò dove sono?”.  
 
Correttezza dello specchietto introduttivo: 5/5
 
Gradimento personale:  5/5
Innanzi tutto ci sono da dire un paio di cose: io amo la KagaKuro (se non fosse che la MidoTaka mi ha rubato il cuore, la KagaKuro sarebbe assolutamente la mia OTP!), amo i viaggi nel tempo, amo le ambientazioni medievali e amo la magia perciò hai messo insieme gli ingredienti di una ricetta perfetta per far amare questa fanfic da me. Inoltre hai citato la Residenza del sole! Doujinshi SasuNaru che ho letto, riletto, riletto ancora, riletto un’altra infinità di volte, ed amato ogni volta di più, per questo non puoi che essere amata da me ancora di più di quanto già non fossi.
 
Punti Bonus: 9/10
3 Prompt utilizzati [3 punti]
Fandom/Pairing/Personaggio = Kuroko no Basket, KagaKuro [3 punti]
Gigante Rossa, Prompt #10 [3 punti]

Totale: 77,8/80


Assegnazione premio Ricetta BIC++ (dove ovviamente "BIC" sta per BlackIceCrystal u.u) per aver creato la ricetta perfetta di una storia, almeno per quanto mi riguarda: magia, cavalieri, tema medievale, viaggi nel tempo, tanti feels KagaKuro, una perfetta caratterizzazione dei personaggi secondari ed anche la citazione inaspettate a La Residenza del Sole. Non potevi creare una fanfic più perfetta di così per rispecchiare i miei gusti. Ci mancavano solo vampiri, lupi e draghi e sarebbe stata davvero perfetta, ma forse sarebbe stata una ricetta un po' pesante da digerire. Già sono rimasta piacevolmente disorientata dopo averla letta così, figuriamoci se ci fossero stati altri "ingredienti".
Recensione alla storia Missione Matrimonio Kaede - 13/05/16, ore 20:58
Capitolo 7: Epilogo: Quel punto che Kise non voleva davvero scrivere… oppure sì?
Recensione per il "Sei cose impossibili" Contest
(Come ti avevo promesso avrei tenuto d'occhio gli aggiornamenti ^^ però sono arrivata comunque in ritardo XD)

A parte un errore di distrazione (ma in fondo poteva anadre molto peggio) ed un errorino di ortografia (non so tu dove abbia trovato scritto “combini” ma dopo tre anni di studio di giapponese all’università posso affermare con tutta certezza – e ti posso anche spiegare il perché se vuoi – che si scriva “conbini” con la “n” e non con la “m”) la storia è pressoché perfetta e questo ha anche permesso al tuo stile di essere molto fluido e leggibile. Le frasi scorrevano talmente bene che non mi sono accorta neanche di essere arrivata alla fine!
Sempre per quanto riguarda lo stile, mi è piaciuto un sacco il modo in cui hai scritto alcune frasi ed alcuni paragoni, in particolare:
--- la parte in cui la notizia del matrimonio della sorella per Kise prende le sembianze di un grosso drago sputa fuoco –> un po’ perché io vado matta per i draghi (sono un mio punto debole, che ci posso fare?), un po’ perché è un po’ strano come la notizia del matrimonio di qualcun altro possa essere tanto terribile come un drago sputa fuoco (lì per lì infatti mi ha colta un sacco di sorpresa!), anche se leggendo tutto quello che ne deriva poi la metafora è più che comprensibile!
--- la frase Aomine che, da soli quindici mesi, – dopo un balletto di flirt, indecisioni, mezze proposte e passi indietro durato anni e anni – è diventato ufficialmente il suo compagno. –> mi è piaciuto tanto come hai descritto un “balletto” il modo in cui Aomine e Kise sono finiti insieme (e non so se è fatto a posta, ma è anche bello che la fanfic inizi parlando di un “balletto” metaforico e finisca con dei “balli” letterali)
--- mi è piaciuta tantissimo anche la frase abbandonandosi a lui mentre il mondo intero si riduce ad Aomine – al suo sapore, alle sue labbra, alle sue mani che lo stringono con quella nota possessiva che lo fa fremere fin dentro le ossa. perché descrive in un modo meraviglioso il bacio tra Kise ed Aomine *-*
Anche alcune scelte lessicali mi sono piaciute particolarmente tanto perché nel loro piccolo dimostrano che hai una buona padronanza della lingua e che riesci ad utilizzare dei termini abbastanza specifici come “corolla” anche in mezzo ad un lessico abbastanza comune e quotidiano come quello che hai usato, perfettamente adatto alla storia che narri.
L’unica cosa che non ho pienamente apprezzato del tuo stile è stata l’abbondanza di puntini di sospensione, perché spesso mi sono sembrati superflui e che abbiano spezzato inutilmente il ritmo della lettura, come nel caso di No, quello che lo ha mandato in crisi non è la notizia delle nozze in sé… è il fatto che la sua adorabile e comprensiva sorellina lo vuole come testimone. o come nel caso di Probabilmente non ci si abituerà mai del tutto… ma va bene così. tanto per fare due esempi in cui, a parer mio, non c’era bisogno di “sospendere” la frase e in cui i puntini di sospensione potevano essere tranquillamente sostituiti da una virgola. Ma questo è un parere del tutto personale quindi puoi anche ignorarlo!
 
Per quanto riguarda tutto il resto (che sarà un miscuglio combinato di punti), ho trovato lo sviluppo della storia e delle “sei cose impossibili” davvero ben gestito e sviluppato, perché si tratta di “sei cose impossibili” non troppo impossibili, ma che allo stesso tempo Kise immagina lo siano e che a poco a poco deve affrontare, scoprendo a poco a poco come in realtà siano “facilmente” superabili (non senza dover ripagare Aomine della sua pazienza o qualche avvenimento inatteso qua e là). Innanzi tutto, tutto nasce dal matrimonio di Kaede e dalla sua richiesta di avere il fratello ed il cognato come testimoni, ed è questo che fa da filo conduttore a tutto il racconto, fino al suo termine, quando, dopo il matrimonio che ha scatenato tanti “problemi” a Kise, si preannuncia un altro matrimonio (attraverso il quale spero che Kise si vendicherà sulla sorella, nonostante tutti i suoi meriti sulla faccenda!).
Andando per ordine, il primo punto impossibile della lista di Kise è “Chiedere ad Aominecchi di fare da testimone a Kaede insieme a me.” (e qui ti cito la versione della fanfic e non quella delle note, perché “Aominecchi” è molto più da Kise). Kise sa che deve lisciare il suo ragazzo prima di chiederglielo, e per questo opta per i cibi preferiti di Aomine, che da bravo poliziotto (ed io aggiungerei anche “intenditore di Kise”) non si lascia ingannare e capisce subito che c’è sotto qualcosa. Finalmente Ryōta sputa il rospo (e gioca sporco) e Daiki è costretto in un modo o nell’altro ad accettare. In questo primo capitolo della storia mi è piaciuto tantissimo lo scambio di battute tra i due, perché mi è sembrato proprio da loro: Kise che trova la forza di sorridere (ancora e stavolta sul serio) quando Aomine lo chiama, oppure il suo girare intorno alle cose per “ammorbidire” la questione, mentre Daiki è molto più diretto e non accetta mezzi termini. Ed alla fine ho adorato il modo in cui si fa “perdonare” Kise con quel Che ne dice di un po’ di straordinari, agente? che è un cliché ma che ci sta assolutamente bene con loro due.
 
Finito questo capitolo, ci ritroviamo davanti al punto due della lista di Kise: Dire a mamma e papà che sto con Aominecchi. Qui scopriamo che i genitori di Kise sanno che il figlio è bisessuale, ma che Kise sa (o, meglio, immagina) che loro preferirebbero comunque che lui si sposasse con una donna e portasse loro qualche nipote: Kise è combattuto ed in difficoltà (e mi è piaciuta tanto la parte del tarassaco, giallo come il colore che rappresenta il nostro protagonista, e a cui Kise esprime un desiderio anche se sa che non basta quello per far sì che si avveri, ma In fondo che male c’è nello sperare in un pizzico di aiuto extra? Kise in questo ha pienamente ragione u.u). Alla fine decide comunque di sputare il rospo anche con loro e ho trovato perfetto il modo in cui i genitori rimangono un po’ sorpresi ma comunque accettino la decisione del figlio, come inizino a fare battute («Ah, il fascino dell’uniforme…») ed un interrogatorio che a Kise non dispiace perché adora parlare di Aomine (ma quanto è innamorato?! *-*). Solo che, anche questa volta, Kise si ritrova con un’altra gatta da pelare e ad affrontare il terzo punto della sua lista: Convincere Aominecchi a venire a conoscere mamma e papà (e, poverino, proprio quando pensa che “poteva andare peggio”, va effettivamente peggio, com’è giusto che succeda, perché tanto succede sempre così! XD).
 
Inizia così il terzo capitolo, in cui oltre al rapporto con la sorella che si sta per sposare viene introdotto anche quello con la sorella maggiore, che al contrario della minore vizia e coccola Kise (ed a proposito di questo: ottimo lavoro nel caratterizzare in netto contrasto le due sorelle e a dare ad ognuna di loro una propria personalità!). La cosa che preoccupa più Kise è Kaede (e vorrei anche vedere! XD) e che Aomine rifiuti (da quello che ho capito io e che comunque mi sembra centri con il personaggio) perché non è una cenetta veloce e tollerabile ma più impegnativa di quanto pensasse. Ho adorato il modo in cui hai messo in mezzo il basket nel dialogo tra Kise e Aomine, con Kise che si immagina di essere in un one on one con il suo ragazzo in base a come va il discorso. Insomma, già da qui se non ci fosse stato anche il capitolo successivo si sarebbe capito tutto l’amore che prova Kise per il basket pur non giocandoci più (così come lo dimostra anche il portachiavi a forma di palla da basket che avevi citato qualche capitolo prima *-*).
 
Il quarto capitolo inizia con Aomine e Kise che sono arrivati a casa dei genitori di quest’ultimo (dopo tutte le paranoie di Aomine e i dolcissimi tentativi di farlo rilassare di Kise) e mi ha sciolto il cuore tutta la parte con Hikaru. Quella bambina è adorabile *-* soprattutto quando chiama Aomine “Tiecchi” (l’influenza di Kise è ovunque XD) e poi “Tio Dai” o come quando chiede a Kise perché è “fataico” XD (e concordo con Kise: Aomine è stato davvero fantastico con lei <3). Anche alla cena Aomine si dimostra fantastico, superando ogni sua aspettativa, ed è (un ragazzo ed un cognato) fantastico anche quando riesce a scendere a patti con Kaede sullo smoking da indossare il giorno del matrimonio (e Kise non si è dovuto impegnare neanche più di tanto a Convincerlo anche a vestirsi con uno smokingperché almeno questa volta ci ha pensato la sorella!).
La scena nella camera di Ryōta è dolcissima, con la foto dei primi tempi alla Teikō e tutta la storia sulla gelosia di Kise sul rapporto tra Aomine e Kuroko. L’unica cosa è che Aomine mi è sembrato fin troppo dolce e romantico quando dice «Perché ora sei tu la mia luce… e la mia ombra. Sei il mio tutto.» ma probabilmente è tutta colpa dell’amore che prova per la sua dolce metà u.u
 
Finalmente arriva il martedì successivo e, dopo aver passato il tempo a trovare gli abiti per il matrimonio, Kise deve Trovare un modo per farmi perdonare da Aominecchi. Quando chiede a quest’ultimo di aspettare sulla soglia di casa avevo iniziato ad immaginarmi di tutto ma non di certo che Kise avesse fatto rifare le uniformi della Teikō e proponesse ad Aomine di andare a giocare a basket. Insomma, è stata un’idea dolcissima, schifosamente romantica (come dice Aomine stesso) ma davvero bellissima e geniale! *-* Ci voleva un altro po’ di basket nelle loro vite, perché, insomma, quando si tratta di un personaggio qualsiasi di Kuroko no Basket è sempre difficile immaginare la sua vita senza questo meraviglioso sport, perciò grazie per averlo inserito anche qui ed averlo fatto anche in questa storia, pur essendo diventato più un “lusso” che una “regola”.
 
L’epilogo rappresenta la degna fine di questa storia. Quando Kise ha scritto, nel prologo, l’ultima delle sei cose impossibili, avevo trovato il suo modo di arrossire e cancellarlo dolcissimo e assolutamente da lui. Finalmente, per, dopo tante “peripezie” (Kaede è una peripezia già con la sua esistenza!), Kise ha deciso di affrontare quell’ultimo punto ma Aomine lo precede. Ho adorato anche quest’ultimo scambio di battute, quando Kise ribatte ad Aomine che non può chiedergli di sposarlo, perché lo vuole fare prima lui, e Aomine gli concede anche questo.
Un’altra cosa che ho adorato di questo capitolo è stato anche il breve pezzo tra Aomine e la madre di Kise che vuole insegnargli a ballare, perché quando Kise pensa che la madre ha insegnato a ballare a tutti i suoi figli mi è sembrato che in questo modo avesse considerato Aomine stesso come un figlio. Ed è una cosa talmente bella che non ha potuto far altro che far sciogliermi il cuore.
 
In generale, dunque, devo ammettere che la storia è stata un po’ troppo fluff per i miei gusti (per me il fluff è accettabile solo se prima c’è tanto angst XD) ma nonostante questo e qualche romanticheria di troppo, ho trovato che hai reso i personaggi fedeli agli originali, pur essendo cresciuti sia personalmente che nel rapporto uno con l’altro, e che hai sviluppato sia i prompt da te scelti sia le “sei cose impossibili” in modo davvero ottimo e con una scrittura davvero piacevole. Perciò grazie per avermi fatto leggere questa fan fiction e scusa se sono stata prolissa! ^^
A presto! :)
Recensione alla storia Comunicazione interrotta - 04/01/16, ore 14:24
Capitolo 1: Comunicazione interrotta
Valutazione per il KnB Slash Contest!

Correttezza sintattico-grammaticale:
19,9/20
Ho da riportarti solo due precisazioni/errori che però sono talmente minimi da non aver influito troppo sul punteggio, come puoi vedere anche tu:
- Tuttavia, quando suonò, a momenti non fece nemmeno a tempo a togliere il dito dal campanello che Koganei aprì la porta e quasi lo travolse, spingendolo lontano dall'uscio con aria trafelata. --> è più corretto scrivere in tempo.
- "Che succede?" pensò. --> nella fan fiction hai scritto “Che succede?” tra virgolette ed in corsivo, ma è più corretto inserire la frase tra virgolette o in corsivo, non entrambe le cose.
- se doveva pure prenderne altri portarli fino al punto di raccolta sarebbe stata una gran seccatura, da solo. --> credo che ti sia dimenticata una “e” tra prenderne altri e portarli.


Stile e lessico: 18/20
Il tuo stile è molto scorrevole per questo si legge e si segue molto bene. Non mi è mai capitato di dovermi soffermare su di una frase per capirne il senso o perché era contorta e questo rende la tua fanfic davvero molto piacevole da leggere.
Il motivo che, però, mi ha spinto a toglierti alcuni punti alla voce è che trovo che il tuo stile sia fin troppo lineare. Non è che questo sia un punto a sfavore, tutt’altro!, ma il tuo modo di scrivere purtroppo non mi ha coinvolto moltissimo. Questo, però, non vuol dire che la tua storia non mi sia piaciuta! Anzi, a coinvolgermi sono state la caratterizzazione dei personaggi, la loro introspezione e la piccola trama che ne è venuta fuori, ma di questo ne parlerò quando sarà il momento.

Ritornando allo stile, mi sono accorta che le frasi della tua fanfic sono collegate da rapporti di causa-effetto e questo, come ho già scritto, le rende molto comprensibili. Il fatto è che a volte questo ti ha portato a inserire delle parti che secondo me sono superflue e non danno spazio al lettore di, diciamo, completare lo scenario come lui crede e dare spazio alla sua immaginazione. Generalmente ci sei riuscita, ma alcune frasi mi sono sembrate “di troppo”.
Koga divenne leggermente rosso in faccia e la sua voce assunse una nota esasperata quando quasi gridò “SUL SERIO!”, prendendo sia Mitobe che l’altro ragazzo alla sprovvista.
Al che quest’ultimo, capito che le battute non erano state percepite come tali, smise di ridere e cercò di calmare le acque “Ehi, stavo scherzando! Non lo pensavo davvero!”

In questa parte, per esempio, credo che il fatto che il compagno di classe di Koganei e Mitobe non abbia capito che le battute non erano state percepite come tali sia superfluo perché si capisce dal contesto, non c’è bisogno di inserirlo in un inciso. L’inciso è già di per sé una frase che è superflua dal punto di vista grammaticale, perciò dal punto di vista del contenuto deve dare qualcosa di più di una semplice didascalia.

Nonostante tutto trovo che lo stile si adegui bene al modo di essere di Koganei e Mitobe, così come il lessico che hai usato: l’insieme che ne viene fuori è una fanfic molto limpida e trasparente come lo sono i nostri protagonisti, narrata con un registro comune che traduce bene il carattere quotidiano della storia.
Ci sono state un po’ di parole che mi hanno stonato perché mi sembrano troppo appartenenti al “parlato” per essere presenti in una storia scritta, ma essendo inserite in dei discorsi diretti me le sono fatta andar bene.
L’unica che mi sento in dovere di segnalarti è Meglio restare più zitti del solito, continuare a divertirsi con lui e occasionalmente guardargli le gambe (e il culo) in partita, sentendosi mortalmente in colpa subito dopo, e aspettare che la cotta passasse.
Quel (e il culo) se fosse stato inserito in un discorso diretto mi sarebbe andato bene, ma in mezzo alla narrazione non mi è piaciuto molto. Ma questo è un parere personale, quindi puoi tranquillamente ignorarlo.


Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Come ho anticipato, la caratterizzazione dei personaggi è stato uno dei punti forte di questa fanfic. Mi è piaciuto molto il modo in cui sei riuscita a rendere Mitobe e Koganei perché, anche se nel manga e nell’anime non gli si dà molto spazio, sono riuscita a ritrovare esattamente loro in questa fanfic.
Mitobe è il ragazzo generoso che non si fa problemi ad aiutare i suoi amici (o chiunque altro), che voglia dire aiutarli a portare via i sacchi dei rifiuti od offrire il proprio bentou. Mi è piaciuto molto il modo in cui cerca di rassicurare Koganei quando canta sotto la doccia, in modo da fargli capire che non ha capito male i suoi desideri ma che ha gradito il suo gesto, ed anche il modo in cui cerca di nascondere i suoi pensieri senza però far dubitare Koganei della sua abilità di capire cosa pensa. Quando Koganei gli dice che gli sarebbe dispiaciuto far arrabbiare proprio lui, mi sono immaginata perfettamente un Mitobe confuso che cerca di decifrare parole e atteggiamenti, e credo che hai centrato in pieno il personaggio anche quando Mitobe decide di aspettare e non chiedergli spiegazioni a riguardo.
Per quanto riguarda Koganei, invece, la scena iniziale mi ha fatta sorridere tantissimo. Un po’ perché sa molto di quotidiano ed il quotidiano è un po’ sottovalutato nelle fan fiction mentre a me piace perché dà una parvenza di realismo a ciò che si scrive, un po’ perché è Koganei e perciò è divertente il modo in cui cerca di scappare dalla sorella ed evitare di portar fuori altri sacchi. In questo momento non riesco a ricordarmi se sul manga abbiamo mai visto Koganei arrabbiato, però la scena in cui si arrabbia quando i suoi compagni di classe mettono in dubbio la sua capacità di capire cosa pensi Mitobe me lo ha fatto immaginare chiaramente e l’ho trovato perfetto. Ed anche quando subito dopo chiede sottovoce a Mitobe “Potevo, vero?”, mi ha fatto tenerezza, perché tutto questo mettere in dubbio quello che ha sempre fatto è normale che lo porti ad avere lui stesso dubbi.
Una parte che ho adorato è quella in cui Mitobe confronta giocatori come Kagami e Aomine con Koganei ed il modo in cui descrive la differenza in confronto a loro. Certo, Koganei è un personaggio che non attira l’attenzione come altri, però mi è piaciuta davvero tanto la descrizione che ne hai fatto, il modo in cui lui assomigli più ad un gatto che ad una tigre o una pantera e come questo gli doni grazia e fluidità di movimento.

Ho apprezzato tanto anche il modo in cui hai inserito altri personaggi oltre Mitobe e Koganei, a partire dalla sorella di quest’ultimo ma poi anche gli altri membri della Seirin, anche se appena accennati. A volte sono i dettagli che fanno la differenza, perciò ho apprezzato anche la piccola parentesi di Kagami e Kuroko che si frequentano. Non perché li shippo, perché poteva essere anche una coppia che non shippassi e sarebbe comunque andata bene se gestita correttamente, però il fatto che i loro appuntamenti si traducevano in allenamenti one-on-one o la breve digressione su cosa ne pensasse la squadra a proposito mi è sembrata inserita molto bene e rispecchiare anche personaggi così marginali nella tua fanfic. Per esempio la parte in cui spieghi perché Hyuuga era un po’ a disagio quando si parlava di Kuroko e Kagami: non si sa molto sulla sua famiglia, però ho trovato la descrizione molto azzeccata con il riferimento alla loro chiusura mentale, all’essere contrari al coach donna o all’idea di coppia e di “uomo” e “donna”.

Perciò, da questo punto di vista, hai fatto davvero un ottimo lavoro!


Gestione delle relazioni: 9,5/10
Già all’inizio della fanfic il rapporto tra Mitobe e Koganei è messo in discussione. Koganei è l’unico che riesce sempre a capire cosa effettivamente Mitobe pensa o vorrebbe dire, e tutte le persone che li conoscono si sono abituate a questa sorta di “telepatia” tra loro due. Per questo all’inizio mi è sembrato un po’ strano, però, effettivamente può capitare che una persona esterna abbia dubbi ogni tanto per quanto possa essere abituata allo scambio telepatico tra Mitobe e Koganei.
Ed è normale che dopo essere stato messo in dubbio dalla sorella, dai propri compagni di classe e poi di squadra, anche Koganei inizi ad avere dubbi sulla sua capacità di capire Mitobe. Come ho scritto precedentemente, mi è piaciuto molto il modo in cui Mitobe prova quindi a rassicurare Koganei, facendogli capire che ha capito perfettamente quello a cui stava pensando, che ha gradito il fatto che Koganei cercasse di dar voce anche ai suoi silenzi (e il voler, appunto, dare voce ai pensieri di Mitobe è stata una cosa che ho trovato dolcissima). Insomma, nonostante la loro telepatia questi due non possono ovviamente sapere cosa effettivamente l’altro provi, se sia arrabbiato, se ricambi i propri sentimenti o no. Ecco, questa è una cosa che mi piace, perché come ho già scritto mi piace che le fanfic siano anche un po’ realistiche e l’incertezza ed il dubbio sicuramente rende più realistica questa coppia.
L’unico motivo che mi ha spinto a toglierti 0,5 punti (così come alla prossima voce) è stato il fatto che in realtà in questa fanfic Koganei e Mitobe non sono veramente una coppia, ma più che altro vengono descritte le basi di quella che potrebbe essere in futuro una coppia.


Attinenza al prompt: 9/10
Come ho già scritto, in questa voce ti ho tolto un punto perché il contest richiedeva di scrivere su una coppia yaoi ed un prompt. Forse ho sbagliato io perché l’ho sottinteso, ma nel bando del contest avevo scritto che le coppie dovevano essere yaoi, dando per scontata la differenza che intercorre tra shonen ai e yaoi. Quindi, chiedo perdono per non averlo specificato ma ho comunque ritenuto di dover abbassare di un punto a questa voce.
Per quanto riguarda “Cantare sotto la doccia”, invece, hai inserito benissimo il prompt, dandogli la giusta importanza. Questa fanfic è un buon esempio di come un prompt non debba essere presente in tutta la fanfic ma in una scena particolarmente rilevante per il suo sviluppo. Infatti il prompt è centrale solo in una scena, ma quella scena rappresenta l’apice dei dubbi di Koganei (perché perfino i suoi compagni di squadra l’hanno messo in dubbio) e l’inizio, invece, della presa di consapevolezza dei due personaggi che c’è qualcosa di più, perciò quella singola scena diventa fondamentale per tutto il resto della fanfic.


Sviluppo della trama/introspezione: 10/10
La tua fanfic è un breve scorcio della relazione tra Mitobe e Koganei, un giorno (più o meno) come un altro per i nostri due protagonisti, ma non per questo l’ho trovata carente da questo punto di vista. Mentre sceglievo il punteggio da assegnarti mi chiedevo se dovessi abbassartelo perché mancava il punto in cui la relazione aveva uno sviluppo, quello in cui Mitobe e Koganei diventano qualcosa di più.
La mia risposta alla fine è stata: no. Certo, da shipper effettivamente mi manca (e se scriverai il seguito lo voglio assolutamente leggere) ma da lettrice ho trovato che andasse bene così. Un passo avanti c’è, da parte di entrambi i personaggi, perché all’inizio della storia la situazione davanti la quale ci ritroviamo è quella di due amici che vanno a scuola insieme, mentre alla fine c’è la consapevolezza che entrambi provano qualcosa per l’altro e che almeno Mitobe inizi a pensare che forse anche Shinji prova qualcosa per lui. Il finale di questa fanfic, per entrambi i personaggi, l’ho trovato azzeccato. Effettivamente è ancora presto per indagare, per scoprire se c’è dell’altro, perciò, come ho scritto, alla fine non ho sentito la mancanza di qualcosa nella trama. Trovo che sia stata ben bilanciata, è lineare come lo è il tuo stile: inizia da una situazione iniziale che viene messa in dubbio, per ben tre volte di fila, ma che alla fine trova il suo scioglimento e quindi le incertezze di Koganei dissipate.
Un’altra cosa che ho apprezzato nella tua fanfic è stato scrivere prevalentemente dal punto di vista di Mitobe. Non è che non avrei apprezzato il punto di vista di Shinji, ma mi è piaciuto il fatto che Mitobe è un personaggio che sembra essere molto riflessivo e di cui conosciamo più o meno solo quello che Koganei ci traduce, perciò è stato bello leggere dal suo punto di vista. Come Shinji, credo che anche tu sia riuscita a dargli voce!


Originalità: 10/10
Quando mi è venuto il mente il prompt per questa coppia non sapevo che cosa ne potesse uscire fuori ma volevo assolutamente scoprirlo. Come ho appena scritto, la fanfic descrive e narra uno scorcio di vita quotidiana, ma l’ho trovata originale nonostante potesse non sembrarlo. Non l’ho trovata assolutamente banale o priva di personalità, perché Mitobe e Koganei sono personaggi un po’ messi da parte nel fandom, nell’anime e nel manga, ma tu sei riuscita a dar voce ad entrambi. Per una volta vediamo i pensieri di Mitobe tradursi in parole che non devono esserci riportate da Koganei e per una volta si può leggere una fanfic in cui andiamo più a fondo nei pensieri e nella vita di entrambi.
E poi mi ha stupita il modo in cui hai gestito il prompt, perché non è solo Koganei che canta sotto la doccia, ma lo è anche Mitobe, a modo suo, e questo non le lo sarei mai aspettata


Gradimento personale: 4,5/5
Visto che abbiamo appena parlato della scena della doccia sappi che l’ho amata, ma proprio amata. È stata sicuramente la mia scena preferita, un po’ perché non vedevo l’ora che qualcuno scrivesse su quel prompt, un po’ per tutta una serie di altri motivi che riguardano i personaggi coinvolti. Per esempio ho trovato un gesto carinissimo quello di voler cantare più forte per “dar voce” a Mitobe, il modo in cui Mitobe poi fa capire a Shinji che il gesto era apprezzato e non era assolutamente arrabbiato per essere stato sgridato anche lui, dopo che Hyuuga li ha ripresi con "... e allora, Mitobe, smettila pure tu!”. Dopo che era stata messa in dubbio la comunicazione tra loro due, mi è sembrata una cosa carinissima il fatto che Hyuuga avesse creduto a Shinji, perché dà quella sensazione di fiducia nata dall’essere compagni di squadra. Mi è piaciuto il modo in cui Izuki sembra più divertito che scocciato ma segue comunque il volere di Hyuuga e gli lanciano due bottiglie di shampoo. E poi, c’è la presenza del basket, in modo sottile e appena accennato ma c’è, perché comunque sono personaggi di un manga di basket e quindi, ecco, se fosse mancato quello sarebbe mancato qualcosa alla fan fiction. Perciò ho adorato la frase La sfortuna di essere in un club di basket fu che entrambe le bottiglie centrarono perfettamente le loro teste.
E, tanto per concludere, ho adorato anche lo scambio di battute tra Shinji e Mitobe, quando dopo dicono:
"Ahah, dovremmo fare più spesso un duetto del genere! Magari quando non c'è Hyuuga attorno"
"Magari quando non c'è nessuno attorno"

Purtroppo non posso darti punteggio pieno perché non sono riuscita ad apprezzare del tutto lo stile. Ecco, lì purtroppo c’è stato qualcosa che mi è mancato: il coinvolgimento emotivo anche dal modo in cui scrivi e non solo da cosa scrivi, ma è una cosa così personale che puoi anche sorvolare. Perciò, ottimo lavoro!
Recensione alla storia Miscalculation - you make (almost) everything okay - 04/01/16, ore 14:22
Capitolo 1: Miscalculation - you make (almost) everything okay
Valutazione per il KnB Slash Contest!
Correttezza sintattico-grammaticale:
20/20
Purtroppo da questo punto di vista non ho niente da dire: nessun errore grammaticale né sintattico, assolutamente niente da segnalare. In poco più di 13.000 parole ci stava fare anche solo un errore di battitura (e non avrebbe influito vista la lunghezza della storia), ma la fanfic per quanto riguarda questa voce del punteggio è assolutamente perfetta.


Stile e lessico: 20/20
Il tuo stile mi ha incantata dalla prima all’ultima riga. Sei stata capace di scrivere frasi brevi ma d’effetto, alternandole a periodi lunghi che non appesantiscono la storia e che, anzi, sono chiari e ben strutturati, in modo da non far perdere il filo della storia. Non ho mai dovuto leggere una frase più di una volta, neanche nei periodi di cinque righe in cui venivano uniti tanti concetti. Hai messo la giusta dose di introspezione, narrazione e descrizione e questo permette al lettore di non annoiarsi, ma, al contrario, di essere sempre coinvolto. Le descrizioni presenti nella tua fanfic, infatti, creano immagini chiare e dettagliate senza scadere nel banale, permettendo al lettore di immaginarsi esattamente la scena; le introspezioni ti fanno entrare nella mente del personaggio, Midorima in particolare essendo suo il punto di vista prevalente, ma anche degli altri, seppur in misura minore. Li hai rappresentati a tutto tondo, unendo gli elementi del manga a quelli di questa fanfic, permettendo al lettore di capire tutti i pensieri del protagonista, le sue caratteristiche, i suoi dubbi, le sue incertezze, il modo in cui le sue opinioni cambiano nel corso della storia non appena vengono offerti più dettagli.
Una cosa che ho apprezzato tantissimo è l’uso della punteggiatura: non solo le virgole ma tutti i segni di interpunzione sono inseriti al posto giusto nel momento giusto per creare l’effetto giusto. Credo davvero che tu abbia utilizzato tutto il repertorio che avessi a disposizione in maniera eccelsa.
Anche per quanto riguarda il lessico ne hai fatto un ottimo utilizzo, perché il registro è medio-alto, il lessico vario e si addice perfettamente a Midorima ed il suo modo di essere. Insomma, sei riuscita con il tuo stile a farmi calare nel personaggio proprio perché era perfettamente conforme a lui, sia nella scelta delle parole che nel modo di strutturare pensieri e parole.

Concludo questa voce commentandoti una parte della storia che ho scelto non perché fosse più simbolica delle altre, ma perché mentre leggevo mi è venuto assolutamente spontaneo dire: “ok, questa è così completa che la prendo come esempio per commentare lo stile”.

Alla fine l’altro sospira e scuote appena la testa, per poi studiarlo qualche istante con gli occhi castani senza quasi battere ciglio. Infine decide di occupare il silenzio prima prendendo la bustina di zucchero e vuotandola nella propria tazza di caffè, poi aggiungendo un poco di latte dal piccolo bricco messo a disposizione dal bar in cui sono e infine iniziando a girare il tutto con il cucchiaino; questo tintinna contro il bordo della tazzina e Ryouta alza lo sguardo su di lui, quando decide di parlare: «È tutto ok?» chiede, e Midorima comprende alla perfezione quali altre domande si nascondano dietro le poche parole pronunciate dall’altro. Si tratta di una sequenza fatta di “sei turbato dall’essere stato baciato da un ragazzo?”, “Sei confuso perché non stai soltanto rinnegando l’accaduto?”, “Ti senti a disagio perché ne stai parlando con me?” a cui Kise non dà voce per una sorta di personale delicatezza.
Shintarou vorrebbe dirgli che sì, è turbato per il bacio ma non per la persona, che è confuso perché lui e le relazioni interpersonali non implicano mai un tale grado di intimità e che sì, è molto a disagio perché per tre anni di liceo Kise non è mai stato l’amico con cui confidarsi e non avrebbe mai voluto iniziare ora


In questa parte mi è piaciuto tantissimo il modo in cui sei riuscita a descrivere il modo in cui Kise prende il caffè. Può essere una scena non molto importante, una breve digressione, però mi piace l’immagine che hai creato, il modo in cui sei riuscita a rendere i sensi del gusto (caffè, zucchero, latte), dell’udito (il silenzio colmato dal il tintinnio del cucchiaino che si scontra con la tazzina) e della vista (gli occhi castani di Kise che sembrano non battere ciglio, ma poi anche tutta l’atmosfera da amici/sconosciuti seduti al tavolo di un bar.
E mi è piaciuta l’introspezione, perché attraverso Midorima sappiamo anche quali sono i pensieri di Kise, ciò che è sottinteso da quello che sempre un semplice «È tutto ok?» ma anche le riflessioni di Shintarou stesso riguardo il bacio di Takao.
Insomma, questo era solo un esempio di una parte che mi ha incantata, ma ti posso garantire che la maggior parte di tutte le frasi della tua fanfic mi hanno stregata.
Perciò, davvero ottimo lavoro!



Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Un altro punto su cui hai svolto un lavoro eccelso è la caratterizzazione dei personaggi. Come ho già scritto, sei riuscita ad entrare perfettamente dentro la testa di Midorima, rendendolo una persona più che un personaggio, sia grazie al modo di scrivere che sembra rispecchiare molto i suoi pensieri e comportamenti, sia grazie alle azioni che gli hai fatto compiere, alle riflessioni di cui ci hai fatto partecipe. La stessa cosa si può dire di tutti gli altri personaggi come Takao, Kise, Hayama e Akashi, ma andiamo con ordine o rischio di perdermi.

Shintarou è Shintarou, non solo di nome ma anche di fatto, già dalle prime righe della fanfic, dove siamo subito catapultati nei suoi pensieri riguardo ad Hayama e il “regalo” che gli ha rifilato. Una riflessione fatta da Shintarou su se stesso che l’unica cosa che mi ha fatto pensare è stata “questo è proprio Midorima” con il suo comportamento educato e rispettoso che è continuamente messo a dura prova da Koutarou. E continua ad esserlo anche dopo, nei piccoli gesti come l’oggetto fortunato del giorno in borsa o il sistemare gli occhiali sul naso. È Midorima quando propone a Takao di dividersi e quando è costretto ad accettare il compromesso pur di non sorbirsi le lamentele di Hayama. È Shintarou quando il lunedì successivo cerca di ignorare quest’ultimo e quando non ce la fa più taglia corto la discussione spiegando che non ci sia assolutamente nulla da raccontare. L’ho ritrovato quando è in laboratorio a lavorare sulle sue cartelle di analisi ma ogni tanto scorge Takao con la coda dell’occhio, per poi distogliere lo sguardo non appena Takao se ne accorge. Ed ancora quando c’è la rimpatriata con i vecchi amici delle superiori e cerca di far sembrare che è lì perché è stato costretto anche quando sa che nessuno di loro lo prende più sul serio. Ti elencherei tutte le scene, da quella nella mensa con Takao a quella al goukon, ma faccio qualche salto e passo alla parte in cui Midorima si confida con Kise, come quando Kise si è confidato con lui: nonostante Shintarou e Ryouta non siano mai andati così tanto d’accordo, ho trovata azzeccata anche l’idea che chiedesse aiuto proprio a lui, perché effettivamente tra tutte le persone che conosce era l’unica a cui poteva aiutarlo. E poi c’è la fine, Shintarou che voleva evitare Kazunari ma che non ci è riuscito, che è costretto a fare i conti con lui e che non può far altro che arrendersi a quello che Takao gli provoca e gli fa provare ed accettare questo rapporto, nonostante la sua parte più razionale sia ancora riluttante a lasciarsi andare.

Ed ora credo di aver esaurito le motivazioni per cui ho trovato Midorima caratterizzato alla perfezione, perciò credo che sia ora anche di dare spazio a Takao. Anche lui l’ho trovato gestito davvero molto bene, già all’inizio quando Midorima osserva il modo in cui l’altro sposta il peso da un piede all’altro, che è un piccolo dettaglio, ma già mi ha fatto pensare a Takao prima ancora che fosse nominato, e poi anche quando propone a Midorima di andare a cena insieme per meritarsi il pagamento anticipato o quando fa finta di non ricordare il suo nome, pur sapendo di non star sbagliando. Ho immaginato benissimo Takao quando prende gli occhiali di Midorima e li prova, esclamando un sorpreso: «Wow, sono belli forti, eh?» e poi rimettendoglieli sulle orecchie sorridendo divertito. È stata una scena che mi è piaciuta molto, perché mi sembra proprio da lui fare una cosa del genere. Mi piace come si prenda cura di Shin-chan, in un certo modo, mentre lavorano insieme, costringendolo a fare delle pause, a mangiare qualcosa di diverso da dei panini ed anche a fare un po’ di conversazione – anche se è Takao a farla e Shintarou ascolta e basta. Ho ritrovato Takao nei suoi modi sfacciati, quando chiede a Shin-chan se è libero e lo convince ad andare al goukon insieme a lui senza neanche voler sentire cosa ne pensa a riguardo. È stato carinissimo quando si è inventato di doversi alzare presto perché sapeva che Midorima doveva farlo e gli dice che non devi preoccuparsi, che non gli farà fare una nottata in un karaoke. Poi c’è la parte in cui confessa che fa finta di essere ubriaco, che rassicura Shintarou cercando di fargli capire che dopo lo bacerà perché lo vuole e che non è un gesto che compie con chiunque, e mi dispiace troppo per lui perché ce l’ha messa tutta a farglielo entrare in testa ma Midorima scappa via. Alla fine è sempre lui a dover fare un passo avanti e cercare di mettere le cose in chiaro, ed anche se è arrabbiato inizia a parlare senza neanche sapere cosa dire prima. È una parte che mi ha fatto sorridere, perché mostra quanto fosse “disperato”, quanto volesse davvero che Shin-chan capisse che Kazunari vuole stare con lui e basta. Insomma, ho trovato tutto questo molto da Takao, così come anche le battute finali, quando inizia a ridere e scherza sul «Shin-chan, ti ho messo in imbarazzo?» o «Awww, Shin-chan vuoi fare le cosacce?» . Hai fatto un ottimo lavoro anche con lui!

Analizzati i due protagonisti, aggiungo anche che mi piace tantissimo quando nella fanfic non ci sono solo i personaggi che fanno parte della coppia principale ma anche altri e mi piace ancora di più quando anche questi personaggi hanno un ruolo e sono gestiti bene. Riguardo Hayama, però, non mi sento in diritto di valutare nulla perché è un personaggio che non ho mai analizzato molto profondamente (mi scuso per la mia carenza a proposito) e non saprei da dove iniziare, mentre per Kise voglio spendere qualche parola perché penso che se la meriti dato che oltre a Takao è l’unico che si “preoccupa” della vita sociale di Shintarou. Insomma, anche lui è in tutto e per tutto il personaggio che conosciamo, e in questa fan fiction trova posto anche lui, trovano posto anche i suoi pensieri, le sue incertezze e i suoi bisogni, come quello di dire a qualcuno che convive con Kasamatsu. E come lui si è confidato con Midorima, Midorima si è confidato con lui, ed il ruolo di consigliere gli calza a pennello, perché ne sa qualcosa, perché non è un personaggio superficiale come a volte fa credere, e sa essere più sveglio e delicato di quanto non si creda (come quando capisce che l’ex di Shintarou fosse Akashi e lo rassicura dicendogli che probabilmente è solo lui che se ne era accorto).
Kise, così come Hayama e Akashi, non è messo lì solo per fare da comparsa, ma ha un ruolo ed una personalità come Midorima e Takao e questo mi ha fatto apprezzare la tua fanfic ancor più di quanto già non l’apprezzassi.


Gestione delle relazioni: 10/10
Altro punteggio massimo che non posso commentare se non scrivendo che è pienamente meritato.
La relazione tra Midorima e Takao non è buttata lì, non nasce dal nulla, ma ha uno sviluppo graduale che permette ad entrambi i personaggi di essere sempre più coinvolti l’uno con l’altro.
È vero, nasce per caso, grazie ad Hayama ed alla sua idea di far avere a Midorima un “fidanzato in affitto” ma lo sviluppo poteva finire lì e rendere la relazione piatta o, come hai fatto tu, seguire un percorso che lentamente ha portato Shintarou e Kazunari a conoscersi, a far parte uno della vita dell’altro. Midorima scopre che Takao frequenta la sua stessa università e per una serie di eventi (fantastico il parallelismo con gli shoujo manga!) si ritrova a lavorare a stretto contatto con lui, a frequentarlo anche se avrebbe voluto evitarlo, a ritrovarsi a suo agio con lui fino a che non si rende conto, con non poche remore, che si sta abituando alla sua presenza, che gli ha reso accessibile il suo spazio vitale e che l’ascendente di Takao sulla sua persona che gli rende impossibile negargli qualcosa per più di due ore di fila.
Una cosa che mi è piaciuta molto è il ritrovare Takao come “partner” di Midorima e questo sicuramente ha contribuito affinché le loro dinamiche come coppia risultassero ancor più credibili perché, anche se non fanno parte della stessa squadra di basket, Shintarou si ritrova comunque a lavorare con lui, a stabilire un rapporto tra di loro.
Il loro primo bacio arriva al momento giusto, quando ormai questo rapporto si è consolidato ed entrambi iniziano ad essere più coinvolti, ma a Midorima non importa come stia procedendo la loro relazione, non gli importa che Takao lo abbia rassicurato a proposito delle sue intenzioni (e sul fatto che lui non va a letto con i suoi clienti e che non è così ubriaco da non sapere cosa sta facendo), si comporta come farebbe, appunto, Midorima e scappa via.
Fortunatamente Shintarou è amato da uno come Kazunari, perché dubito che qualcun altro avrebbe avuto la pazienza di rincorrerlo e farsi dare spiegazioni come ha fatto lui, di accettare le sue scuse senza senso, come quella che non possono stare insieme perché si sono incontrati solo perché Hayama-senpai non è in grado di farsi gli affari propri. Allora Takao si sfoga, butta fuori tutte le parole che ha in testa cercando di trovare quelle giuste, e a quanto pare sono tutte giuste perché alla fine Midorima cede e quando Takao gli dà la possibilità di sottrarsi, questa volta, non lo fa, decidendo finalmente di dare una possibilità a questa relazione.
Insomma, ci sono stati tantissimi punti in cui avresti potuto far scadere la relazione di Midorima e Takao nel banale, invece sei riuscita a svilupparla come si deve, con i giusti tempi e le giuste azioni.


Attinenza al prompt: 8/10
Questo è l’unico punto dolente di tutta la fanfic. L’ho riletta più volte, ogni volta mi promettevo di andare a caccia del prompt che avevi scelto ed ogni volta mi ritrovavo a finire la fanfic e chiedermi dove fosse. Non so dirti se è perché leggendola non posso far altro che perdermi nella trama, nei pensieri dei personaggi e nel tuo modo di scrivere, ma sta di fatto che il prompt “Ammettere la sconfitta” che hai scelto può essere scovato solo leggendo fra le righe e sforzandosi di trovarlo. Non emerge dalla lettura e non so neanche se ne ho trovato l’interpretazione corretta e per questo mi sono ritrovata costretta a toglierti due punti da questa voce.
Ora, come scrivevo non sono del tutto convinta di aver dato l’interpretazione corretta all’utilizzo che ne hai fatto, però quello che penso è che hai inserito il prompt come una sconfitta da parte di Midorima nel dover accettare i propri sentimenti, le possibilità offerte dalla relazione con Takao, e quindi rinunciare alla sua razionalità per una volta ed accettare tutto questo pur essendo reticente. E poi credo ci siano tutta un’altra serie di piccole sconfitte, come il fatto di doversi arrendere, all’inizio, all’idea che è meglio andare a cena con Takao piuttosto che sorbirsi le lamentele di Hayama. Forse anche la sua relazione con Akashi può essere considerata una sorta di “sconfitta”, intesa come l’errore di non aver scelto di parlare apertamente con lui e chiarire quello che era stato il loro rapporto. Però, come ho scritto, queste sono miei supposizioni ed anche se fossero corrette è stato necessario cercare il prompt con una lente di ingrandimento e trovarlo per forza.



Sviluppo della trama/introspezione: 10/10
Credo di aver parlato fin troppo di come hai sviluppato la trama e l’introspezione dei personaggi, quindi penso che ormai spenderò poche parole a riguardo perché rischio solo di ripetermi.
Come ho scritto, la trama si evolve con i tempi necessari affinché le vicende si sviluppino e i personaggi abbiano il tempo necessario di analizzare le informazioni, di fare i conti con se stessi e con le situazioni in cui si trovano, a far progredire i rapporti che si creano. I personaggi non hanno un’evoluzione drastica e istantanea, ma seguono un loro personale percorso di crescita che li porta alle dovute conclusioni. La storia inizia con uno Shintarou e un Takao che si conoscono per la prima volta, in una situazione che ha un po’ del surreale (almeno per Shintarou che non si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi con un fidanzato in affitto), passano una serata come se non dovessero rivedersi mai più, perché effettivamente credono che sia così, per poi invece scoprire di fare la stessa università e ritrovarsi a lavorare insieme. Sembra quasi un cliché, ma effettivamente le coincidenze capitano, soprattutto quando si ha un oroscopo sfavorevole come nel caso di Midorima!
Comunque sia, la storia prosegue e Shin-chan ha tutto il tempo di abituarsi a Takao e iniziare a provare qualcosa di più per lui, dei sentimenti che non è pronto ad accogliere ma a poco a poco trova il modo di scendere a patti con loro, di accettarli.
Né la trama, né i personaggi sono statici e ormai non so in che salsa dire quanto mi sia piaciuta il modo in cui si sia evoluta, perciò mi fermo qui e concludo dicendo che hai fatto davvero un ottimo lavoro anche da questo punto di vista!


Originalità: 10/10
Questa storia è originale sotto tutti i punti di vista: sia nel modo in cui i personaggi si comportano pur mantenendo il carattere che gli è proprio, sia nel modo in cui si sviluppano gli eventi anche se, a volte, sembrano dei cliché da shoujo manga, sia nel modo in cui li hai scritti, narrati e presentati. Niente nella tua storia mi è sembrato banale o scontato, ma anzi credo sia stato tutto frutto di un’attenta analisi, di un ponderato ragionamento che rende questa fan fiction completamente tua.


Gradimento personale: 5/5
Sul serio, io ho finito le parole. So di star dimenticando qualcosa, so che fosse per me commenterei ogni singola frase della tua fanfic spiegandoti tutti i motivi per cui ho adorato ogni parola che hai scelto, ma credo di aver scritto abbastanza, credo che comunque sia non riuscirei mai a trovare le parole per ogni cosa che ho apprezzato.
Recensione alla storia Il rapporto - 04/01/16, ore 14:21
Capitolo 1: Il rapporto
Valutazione per il KnB Slash Contest!
Correttezza sintattico-grammaticale:
14/20
Dal punto di vista della correttezza sintattico-grammaticale ho trovato parecchi errori sia a livello di punteggiatura sia per quanto riguarda concordanze di tempi verbali. Altre volte ho trovato delle imperfezioni che non sono errori veri e propri ma che, se venissero aggiustate e corrette, renderebbero la storia più fluida da leggere.
Se me lo permetti, ti vorrei dare un paio di consigli prima di elencarti alcuni esempi e spiegarti in cosa hai sbagliato.

Innanzitutto consiglierei di prenderti più tempo per rileggere la tua storia, sia nei prossimi contest sia quando pubblichi una storia. Questo perché nella tua storia ho trovato parecchi errori di distrazione. Posso accettarlo in una storia parecchio lunga, ma per una fanfic di poco più di 1.200 parole mi sembrano eccessive. Per di più hai consegnato con un mese e mezzo di anticipo, quindi non vedo perché non avresti potuto prenderti un po’ più di tempo per rileggerti la storia. Uno o due sviste ci stanno sempre, ma una decina in una storia di due pagine no. Solitamente può essere d’aiuto rileggere la storia dopo una settimana che l’hai finita (in modo da non leggere “a memoria”, dato che il leggere in questo modo non fa saltare all’occhio eventuali sviste perché il cervello le “corregge” da sé) e ad alta voce (leggendo a voce alta è più facile capire quando c’è una pausa e quando non c’è e perciò viene anche più facile mettere i vari segni di interpunzione al posto giusto).

Invece, altri errori che ho segnato sono stati commessi perché credo che ti manchino proprio alcune basi di grammatica e punteggiatura. In questo caso potrebbe esserti utile anche appoggiarti ad un beta-reader per un po’ di tempo, in modo da capire a poco a poco quali sono gli errori che commetti ed il modo di correggerli (ti posso assicurare per esperienza personale quanto possa essere d’aiuto! Io ho scoperto un sacco di cose che non sapevo grazie alle mie beta).

A questo punto, passo ad elencarti un po’ di errori che hai commesso, i motivi e le correzioni:
- Quante volte se l'era chiesto(,) Wakamatsu(,) continuando a osservare il giovane collega che(,) come ogni volta(,) era rannicchiato su quelle scomode panche nella sala d'attesa della centrale del distretto --> tra parentesi ti ho messo le virgole dove pensavo fosse più opportuno inserirle (nella frase originale non c’erano proprio) principalmente per due motivi:
1) per separare la frase “Quante volte se l’era chiesto” dalla frase “continuando a osservare”, essendo una la principale e l’altra una subordinata implicita (perché c’è il gerundio, infatti se la frase fosse stata “mentre continuava ad osservare” la virgola non sarebbe servita);
2) perché in questo caso “Wakamatsu” è un vocativo e pertanto va rinchiuso tra due virgole.

- Un altro errore che hai compiuto riguarda il modo in cui hai riportato i pensieri di Wakamatsu, come nel caso di: “Com’è riuscito a diventare un poliziotto?”, dato che è sia scritto in corsivo che tra virgolette. Nella tua storia mi sono accorta che a volte hai messo i pensieri tra virgolette ed in corsivo, altre sono tra virgolette. In realtà è più corretto mettere la frase o solo tra virgolette o solo in corsivo (non entrambe le cose). Una volta compiuta questa scelta, inoltre, è bene seguirla fino alla fine.

- Nella frase L’unica cosa che riusciva a vedere in quel momento, erano le due enormi iridi blu del partner la virgola va omessa perché “l’unica cosa […]” ed “erano” formano il predicato nominale della frase e quindi sono due elementi inseparabili.

- Spesso hai sbagliato i tempi verbali da utilizzare, come nelle frasi:
-------- Non gli importava cosa l'altro avesse potuto fargli o dire, doveva assolutamente avere delle spiegazioni su quello che avevo scritto sul quel pezzo di carta. --> il congiuntivo passato indica un’azione che sarebbe potuta avvenire nel passato. In questo caso si tratta invece di un’azione che, seppur nel passato, potrebbe avvenire dopo il momento temporale in cui si narra perciò sarebbe meglio usare il condizionale passato, quindi a posto di avesse potuto fargli ci andrebbe avrebbe potuto fargli.
Stesso discorso vale per il periodo: Ormai era stufo del suo collega, non sapeva quante volte avesse sperato che un giorno si svegliasse e diventasse il partner ideale, ma era un sogno irrealizzabile e Wakamatsu lo sapeva benissimo. --> i tempi corretti sono aveva sperato, si sarebbe svegliato e diventato.

-------- Si staccarono lentamente dalle reciproche labbra e i due partner incrociarono i loro occhi perdendosi nei loro sguardi ed entrambi in quell’istante si sentivano in forte imbarazzo. --> L’imperfetto si usa per esprimere una contemporaneità delle azioni (quando… / mentre…), per un’abitudine nel passato, o per rendere la continuità di un’azione nel passato (di cui non si conosce il momento di inizio né fine), ma è chiaro che l’azione del sentirsi in imbarazzo avviene dopo “si staccarono lentamente dalle reciproche labbra” (quindi si conosce l’inizio) ed in più hai scritto “in quell’istante” quindi dai un momento ben preciso e non indeterminato. Perciò a posto di “sentivano” ci va “sentirono”.

Inoltre ho notato che spesso inizi la frase con un tempo verbale e la finisci con un altro (come in questo caso) quando sarebbe meglio usare sempre lo stesso tempo verbale e casomai separare con un punto o un punto e virgola le frasi che usano tempi differenti.

- Spesso hai omesso le virgole degli incisi (frasi indipendenti che non alterano il senso della frase dentro cui sono state inserite se vengono rimosse. Per questo motivo la virgola va messa sia prima che dopo l’inciso, come se lo racchiudesse ed isolasse dal resto) o ne hai messa solo una, come in questi casi: (come al solito, trovi tra parentesi quelle che andrebbero aggiunte):
-------- Era certo che(,) se non fosse stato per quel suo lato(,) sarebbe stato uno dei migliori poliziotti del dipartimento(,) se non dell'intero Giappone.
-------- per Wakamatsu era difficile sottrarsi a quel richiamo e(,) quando le labbra dell’altro catturarono per l’ennesima volta la sua bocca, in quelle gli attimi --> come vedi in questa frase c’è anche un errore di distrazione (“quelle gli” al posto di “quegli”)

A proposito di errori di distrazione, eccone un po’:
- Se l'era sempre chiesto durante quegli che gli erano sembrati degli interminabili tre anni --> “quelli”
- Conosceva bene quel ragazzo e sapeva benissimo quanto odiasse essere rimproverato quando trascurava i propri dover --> “doveri”
- «Fai su serio?» --> “sul”
- ormai la pigrizia era radicata in ogni anglo --> “angolo”
- Improvvisamente le mani dell'altro gli afferrarono il colletto della camicia: sembrava quasi intenzionato a strapparglielo talmente forti lo stesse stringendo. --> “forte”
- Non gli importava cosa l'altro avesse potuto fargli o dire, doveva assolutamente avere delle spiegazioni su quello che avevo scritto sul quel pezzo di carta. --> “aveva”


Stile e lessico: 14/20
Purtroppo uno scarso punteggio nella correttezza sintattico-grammaticale porta quasi inevitabilmente ad uno scarso punteggio sullo stile perché la storia perde di fluidità e di comprensibilità. Per quanto riguarda questo aspetto dello stile, quindi, al momento ti consiglierei di provare a costruire frasi più corte per non perdere il senso del discorso e non appesantire le frasi. In questo modo potresti stare più attenta anche alla punteggiatura, ad eventuali discordanze verbali ed errori di distrazione.
Scrivo questo perché purtroppo ho notato che tendi a scrivere frasi molto lunghe in cui però non viene fatto un buon uso della punteggiatura (mi sembra di aver trovato un paio di volte frasi di quattro o cinque righe con solo un “due punti” e nient’altro) o in cui cerchi di scrivere tanti concetti in periodi che diventano in questo modo poco comprensibili.

Ti faccio degli esempi:
- “Com’è riuscito a diventare un poliziotto?” Quante volte se l'era chiesto Wakamatsu continuando a osservare il giovane collega che come ogni volta era rannicchiato su quelle scomode panche nella sala d'attesa della centrale del distretto: non poteva credere che dopo tutti quegli anni fosse rimasto il solito scansafatiche capace solo di restarsene a poltrire trascurando i propri doveri. --> a mio parere il periodo è troppo lungo e questo ti ha portato a compiere diversi errori che ti ho già segnalato nella voce precedente.

- Era ovvio che Amine non fosse in grado di prenderla bene, perché per lui quello era come un affronto, ma era pronto a rinfacciargli le sue colpe. --> questa frase si capisce, ma c’è differenza tra l’essere comprensibile e l’essere fluida e di facile comprensione. Secondo me potresti aggiustarla un po’ con piccolissime modifiche: Era ovvio che Aomine non l’avrebbe presa bene, per lui quello era come un affronto, ma Wakamatsu era pronto a rinfacciargli le sue colpe.

- Per lui sarebbe stato impossibile scordarsi il momento in cui se lo trovò di fronte: e pensare che aveva sperato di non rivedere mai più quel tizio che per ben due anni alla Too Gakuen aveva messo a dura prova i suoi nervi. -->innanzitutto dopo i due punti non ci va la congiunzione “e”; dopodiché: non so se era questo il tuo obiettivo, ma se volevi creare una specie di discorso indiretto secondo me era meglio finire la frase con un punto esclamativo e/o metterla in corsivo, in modo da dare “tono” alla frase. Qualcosa come:
Per lui sarebbe stato impossibile scordarsi il momento in cui se lo trovò di fronte. E pensare che aveva sperato di non rivedere mai più quel tizio che, alla Too Gakuen, aveva messo a dura prova i suoi nervi per ben due anni!
Oppure
Per lui sarebbe stato impossibile scordarsi il momento in cui se lo trovò di fronte: aveva sperato di non rivedere mai più quel tizio che, per ben due anni alla Too Gakuen, aveva messo a dura prova i suoi nervi.
O anche un miscuglio delle due, le possibilità in realtà sono infinite. È un buon esercizio anche provare a fare più versioni della stessa frase e vedere quale “suona” meglio facendo ben attenzione alle pause e ai toni indicati dalla punteggiatura.


Un’altra cosa di cui mi sono accorta è che per quanto sia breve la storia tendi a scrivere troppo. Mi spiego meglio: a volte hai scritto delle parti che erano superflue, che si potevano benissimo evincere dal contesto e che, anzi, se non ci fossero state avrebbero reso il testo più fluido e anche più interessante. Un esempio:
Si staccarono lentamente dalle reciproche labbra e i due partner incrociarono i loro occhi perdendosi nei loro sguardi ed entrambi in quell’istante si sentivano in forte imbarazzo.
Questa frase non si legge bene per tre motivi:
1) Ripeti due volte la congiunzione “e” e questo risulta ridondante e interrompe il ritmo della frase. A mio parere, a posto della prima “e” basterebbe mettere una virgola e già la frase migliorerebbe;
2) Il soggetto è sempre lo stesso, perciò “i due partner” secondo me, essendo superfluo, si potrebbe omettere;

Per quanto riguarda il lessico, mi sono accorta che il registro che usi è molto vicino ad un italiano parlato piuttosto che scritto. Spesso, per esempio, usi il termine generico “cosa” quando nello scritto bisognerebbe essere il più precisi possibile.
Per il resto, sia per quanto riguarda il modo di narrare sia per quanto riguarda le parole che usi, non ho trovato niente che potesse farmi pensare che il tuo fosse uno stile tuo. È molto anonimo e non trasmette nulla di particolare.


Caratterizzazione dei personaggi: 13/15
Per quanto riguarda i personaggi, penso che sia Wakamatsu che Aomine siano abbastanza IC, anche se ci sono stati alcuni aspetti della fanfic che non mi hanno permesso di darti il punteggio pieno ed alcuni di questi forse potevano essere approfonditi meglio.
Aomine è, in tutto e per tutto, l’Aomine che conosciamo: sempre il solito “scansafatiche” che si mette a poltrire invece che allenarsi, troppo conscio delle sue abilità e capacità, e che, quando viene ripreso da Wakamatsu, reagisce male e va subito alle mani. Dice chiaramente che non vuole starsene rinchiuso in ufficio perché preferisce l’azione e non si fa problemi ad ammettere quanto effettivamente sia migliore degli altri.
Wakamatsu, invece, come ai tempi delle superiori, si arrabbia quando Aomine si mette a poltrire e a trascurare i propri doveri; si chiede il perché, dopo tutto questo tempo, si sia ritrovato ad avere proprio lui come partner, facendo capire quanto poco gli piaccia quella situazione e quanto non sopporti Aomine per la sua arroganza e per i suoi modi di fare.
È stata la seconda parte a stonarmi un po’. Perché Wakamatsu aiuta Aomine scrivendo per lui tutti quei rapporti? Insomma, considerando quanto Wakamatsu odi le persone che non svolgono il proprio lavoro e quanto più volte abbia ripreso Aomine per questo, sia nel manga/anime sia nella tua fan fiction, non riesco a trovare una ragione per cui debba farlo.
Sempre per quanto riguarda Wakamatsu, mi ha stonato anche il suo arrossire quando Aomine lo bacia. Credo che anche questo sia un atteggiamento poco da lui. Forse potrei immaginarmelo (lontanamente e forzatamente) arrossire appena e in modo molto goffo, ma considerato il suo carattere non riesco a vederlo arrossire come un peperone per un bacio.


Gestione delle relazioni: 7/10
Insieme ai dubbi che ti ho espresso nella voce della caratterizzazione dei personaggi, ho trovato che la relazione tra i due personaggi non sia stata approfondita a dovere. L’ho trovata molto frettolosa e scarna. Nella prima parte troviamo gli stessi Aomine e Wakamatsu del manga che non si sopportano e che si battibeccano continuamente e poi, all’improvviso, li ritroviamo che si baciano (pur continuando a battibeccarsi). L’unica cosa che ci viene fatta sapere è che Wakamatsu si sente sempre più dipendente da quei baci e che a poco a poco si sta affezionando ad Aomine, ma non sappiamo cosa passi per la testa di Aomine o come si sia arrivati a questo. Da lettrice e da giudice, mi sarebbe piaciuto conoscere i pensieri di entrambi o anche uno solo dei personaggi su come si siano evoluti questi sentimenti uno per l’altro, da dove siano nati e perché, anche riallacciandosi in qualche modo ai tempi in cui erano in squadra insieme.


Attinenza al prompt: 9/10
Per quanto riguarda i prompt, la future!fic c’è sicuramente: sono passati un po’ di anni dalle vicende del manga ed ora Aomine e Wakamatsu sono diventati adulti e diventati poliziotti.
Per quanto riguarda il “Mantenere un segreto” lo troviamo nella seconda parte della fanfic per due motivi:
1) Wakamatsu scrive i rapporti per Aomine e perciò entrambi devono mantenerlo segreto perché altrimenti finirebbero sei guai. Ed il segreto da mantenere è anche il motivo per cui Aomine abbia iniziato a baciare Wakamatsu per ringraziarlo, quindi il punto su cui si concentra la loro relazione.
2) Wakamatsu si sente sempre più ammaliato da Aomine e il suore cuore si riempie sempre di più di affetto per lui, ma anche questo deve tenerlo segreto, in particolare ad Aomine.
Per quanto riguarda i prompt credo che tu sia riuscita ad attenerti bene a quelli che hai scelto. Il motivo che mi ha spinto a toglierti un punto è che avrei preferito che la seconda parte fosse meno frettolosa e più sviluppata e che quindi anche i prompt fossero un po’ più sviluppati.


Sviluppo della trama/introspezione: 7/10
La trama della storia è molto lineare e abbastanza comprensibile: Aomine e Wakamatsu si ritrovano dopo un po’ di anni a far parte dello stesso dipartimento di polizia e ad essere di nuovo partner. Ma conosciamo tutti com’è fatto Aomine, perciò non può stupire il fatto che non gliene importi niente di scrivere rapporti e preferisca piuttosto passare all’azione.
Come ho già scritto diverse volte, però, ho trovato la fanfic troppo frettolosa e poco dettagliata. Sia a livello di trama che di introspezione non c’è una vera evoluzione né dei personaggi né degli eventi. C’è un punto di stravolgimento dalla prima alla seconda parte, ma non una narrazione di cosa avviene nel frattempo. Passano altri sei mesi e il modo di relazionarsi tra Aomine e Wakamatsu cambia, ma sarebbe stato bello leggere una scena d’intermezzo tra le due parti che raccontasse più o meno, anche a grandi linee, cosa avviene in quei sei mesi per far sì che il rapporto tra i due finisca in questo modo, sia a livello di trama in sé sia a livello di introspezione del protagonista.


Originalità: 8/10
Per quanto riguarda questa voce, non ho trovato niente di veramente originale in questa fanfic. Ritrovarsi nello stesso dipartimento di polizia dopo essere stati nella stessa squadra mi ricorda molto la logica di qualche cliché. È anche vero che non avevo pensato che Wakamatsu potesse entrare nel corpo di polizia insieme ad Aomine ed anche il modo in cui hai usato il prompt “Mantenere un segreto” un po’ mi ha stupita perché da quel prompt mi sarei aspettata qualcosa di diverso, perciò sono punti a tuo favore!


Gradimento personale: 3/5
Per concludere questo giudizio, purtroppo devo ammettere di non aver apprezzato appieno la tua fanfic, ma non pensare neanche che mi sia dispiaciuta! Non ha nessun elemento veramente originale e come ho scritto secondo me Wakamatsu si è un po’ perso nella seconda parte della fanfic, però se la storia fosse stata sviluppata un po’ di più avrebbe potuto ottenere punteggi più alti in diverse parametri e sicuramente anche io avrei potuto apprezzarla di più.