Recensioni di melianar

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Recensione alla storia Una voce nel buio - 02/03/21, ore 09:13
Capitolo 1: Una voce nel buio
E finalmente, dopo sei secoli il mio grande recupero ha inizio :P
E non posso che partire da qui, perché tu sai quante cose significa per me questa storia e quanto io la adori e adori anche solo il fatto che tu l'abbia scritta e di averti contagiata con la mitologia greca, muahahahahahaahah!
Venendo a noi, tutto questo è la tenerezza! Perché Penelope che disfa la sua tela è colta nel suo momento di vulnerabilità massima, e tu questo lo hai reso benissimo.
Questa è la Penelope che amo, non la moglie fedele che è tanto piaciuto elogiare a Omero (o a chi per lui, tanto lo sapppiamo che non esiste :P) ma la donna piena di inquietudine, che teme di essere scoperta nel suo inganno, che vorrebbe solo che i pretendenti la lasciassero in pace, che forse se scegliesse Anfinomo che è così gentile... Ma giustamente, chi le garantisce che rimarrà tanto gentile anche dopo le nozze?
La Penelope madre preoccupata per un figlio che invece del suo destino si preoccupa anche poco, e non mi soffermo qui su Telemaco perché altrimenti divento cattiva, con lui e tutti gli uomini greci :P e in tutto questo, arriva lui.
A parte che ho adorato il modo in cui si palesa, quella frase è troppo da Ermes, ma poi davvero, Penelope protetta e amata dal dio degli inganni quanto è IC?
E a proposito di questo, è proprio quel senso di protezione che ho amato, quello che Penelope avverte immediatamente e che più di tutto, più ancora del tocco leggero delle ali (a proposito, tu non hai idea dell'effetto che mi ha fatto e mi continua a fare questa cosa) le fa capire di trovarsi al cospetto di un dio, e questo è bellissimo.
Così come è meraviglioso il modo in cui Ermes capisce le reali motivazioni nascoste dietro quel disfare ogni notte sempre la stessa tela e le dà modo, finalmente, di sentirsi compresa dopo tanti anni... E di sentirsi desiderata. Desiderata in quanto Penelope e non per quel che rappresenta.
Di tutta la scena erotica ho amato la tenerezza, quella mancanza di parole tanto che l'unico gemito alla fine mi ha fatto quasi sussultare nel leggere, per la serie no, no, vi sentiranno l'incanto si spezza ecc XD ma poi tutta la tenerezza, il riguardo di Ermes nei confronti di lei, il fatto che Penelope non si volti mai (top, davvero) e soprattutto, il ruolo del telaio che diventa il sostegno di Penelope in tutti i sensi, e che da emblema delle sue virtù femminili diventa qualcosa di ben diverso... prendi questo, Odisseo :P
E direi che di anni da passare ce ne sono ancora tanti, chissà che il caro Ermes non farà altre visite alla sua protetta :P
La chiudo qui, facendoti di nuovo i complimenti per tutto.
Grazie per questa storia, Kan, penso tu sappia quanto mi abbia reso felice.
Un abbraccio

Mel
P.S.: rileggo e noto di aver davvero abusato della parola tenerezza, ma avevo ottime ragioni, direi :P
Recensione alla storia Questa non è una barzelletta (e nemmeno un'esercitazione) - 21/02/20, ore 20:29
Capitolo 1: Questa non è una barzelletta (e nemmeno un'esercitazione)
Ok, piango.
Il mio rapporto con la filosofia è, diciamo, complicato, ma Nietzsche ha, e avrà sempre, un posto speciale nel mio cuoricino. E questa storia... Beh, mi spiega molte cose :P
A parte il fatto che Apollo ubriaco è qualcosa di impagabile (giusto il kykeon ci voleva!) ma comunque, non so chi ho cos'ho amato di più: se Nietzsche tutto intimidito da questi due loschi soggetti dalle mire fin troppo evidenti (eheheheheh mio caro, come ti cambierà questa notte!) o Apollo che non rinuncia al greco antico... E come biasimarlo? Dioniso poi... Beh, lui è sempre il top, e "le cose si possono fare in più di due"... Beh, amo.
Ma poi le uscite preveggenti di Apollo, dal ma li avranno già inventati i cessi? A Freud e i complessi edipici (sì, Dioniso, Edipo è un deficiente, lo sappiamo :P) e "cosa vedono i tuoi occhi di Elfo" che mi ha uccisa.
E niente, questa recensione non ha un minimo di senso, ma sappi che ho riso tanto tanto e ti ringrazio per questo.
Alla prossima, se ricapiterai su questi lidi!

Mel
P.S.: occhio all'ultima riga, dove hai scritto "Nietzeche" al posto di Nietzsche.
Recensione alla storia God is dead - 17/01/20, ore 10:16
Capitolo 1: God is dead
Wow, mi ha davvero colpita questa storia!
Zeus ed Hera sono meravigliosamente malinconici mentre contemplano le vestigia del loro glorioso passato ormai ridotto a rovine buone solo ad attirare turisti e curiosi.
Adoro la profondità e la dignità che hai saputo dare in particolar modo alla figura di Hera, che troppo spesso è rappresentata unicamente come la moglie vendicativa e frustrata dai continui tradimenti del marito, mentre tu qui hai saputo dare incredibile dignità alla sua rabbia, così come l'ho sempre immaginata (l'idea di lei furiosa contro il nuovo dio in un disperato tentativo di non essere piegata dal cristianesimo imperante è qualcosa di potentissimo e straziante allo stesso tempo) ma soprattutto trovo bellissimo, e doloroso ovviamente, come la sua rabbia ormai sia diventata una sorta di risentimento quieto, quasi rassegnato, il che, dopo secoli e secoli, è direi assolutamente credibile.
Ma forse la cosa che mi ha fatta più sciogliere è il sentimento tra lei e Zeus che, malgrado gli infiniti tradimenti, malgrado la lontananza nei secoli a cui fai cenno qui, è ancora lì. E Zeus che rinuncia alla propria baldanza evitando false rassicurazioni è forse la ciliegina sulla torta per farmi scuoricinare come non avevo mai fatto per questa coppia.
Ah e ovviamente come non spendere due parole a proposito delle caratterizzazioni? Della rabbia di Hera ho già parlato a lungo, ma il tuono che anche ora sembra accompagnare Zeus... E i nomi poi, ne vogliamo parlare? Ammetto che a Erceo ho avuto praticamente la stessa reazione di Hera :P e l'epiteto miceneo di lei non lo ricordavo minimamente. Trovo che questi siano dettagli che rendono il racconto calato perfettamente nel giusto contesto senza ostentazione o pedanteria ed è una cosa che da queste parti trovo difficile da trovare e quindi tanto fangirling anche solo per questo :D
Ma poi tutte le riflessioni sul bisogno di credere da parte degli uomini, sulle divinità che si susseguono le une alle altre... Le adoro e le sento toccarmi molto da vicino in questo periodo, in cui ho ripreso a farmi domande quando credevo di aver impacchettato le faccende spirituali con un bel fiocco e di averle messe nel cassetto con l'etichetta cose vecchie :P ma divago per i fatti miei e ti chiedo scusa XD
Chiudo con il finale, che con quel bacio e i sorrisi degli dei è davvero top e restituisce un filo di speranza anche a chi sembra non ne abbia più.
Grazie davvero per questa storia <3
Alla prossima

Mel
Recensione alla storia Soliloquio di una Medusa suicida - 02/01/20, ore 09:35
Capitolo 1: Soliloquio di una medusa suicida
Questa storia offre così tanti spunti di riflessione che non so da dove cominciare senza scrivere un'accozzaglia spaventosa di cose senza senso. Comunque, ci provo.
Innanzitutto, grazie per avermi fatto riprendere in mano il personaggio di Medusa, figura a cui, ammetto, non ho mai attribuito la giusta considerazione, probabilmente perché la mia propensione verso i personaggi più marginali mi ha sempre fatto credere, erroneamente, che su di lei si fosse già detto tutto il possibile e in qualsiasi modo.
E invece no, c'è sempre qualcosa da dire, c'è sempre una chiave di lettura che stupisce e che può far dire: sì, sì, quanto mi suona giusto! E tu hai fatto proprio questo.
È bellissima la disperazione di Medusa condannata a non amare più dal terribile potere del suo sguardo... Le pene degli dei sono crudeli, si sa, ed è bellissimo come qui Medusa si soffermi sull'insensatezza della gelosia, sentimento che porta solo a conseguenze terribili come la punizione riservata da Atena a Medusa e alle sue sorelle.
In generale, poi, mi piace la voce che hai dato a Medusa, fiera e orgogliosa mentre si libera delle falsità che poeti e antichi storici le hanno tessuto addosso (le parole che riserva a Dante mi hanno fatta saltellare, penso che riprenderò il passo della Commedia perché non ricordavo minimamente la sua presenza, perdonami Medusa XD) e poi lo spietato, meraviglioso realismo con cui definisce quegli eroi tanto glorificati che di eroico hanno in realtà ben poco... Davvero, certe riflessioni toccano il cuore e mi sembrava di averla lì davanti a me, Medusa, fiera nella sua terribile bellezza, i capelli che sibilavano rabbiosi alle sue parole... Davvero, penso che questa storia non mi uscirà dalla testa per un bel po', il che è solo un gran bene.
Ah, e poi il finale, parliamone: adoro Medusa che si autodetermina, che finalmente decide lei la conclusione dei giochi, in barba a tutti quei poeti e al grande Perseo che già arriva (immagino la sua reazione al vedere che oooops, il mostro terribile è già morto senza il suo provvidenziale contributo e me la rido :P) e lei che si suicida, raggiunta poi dalle sue sorelle (perché di loro si tratta, direi) è un'immagine davvero potente.
E a proposito del presunto eroismo degli eroi: beh, ci vuole ben più coraggio nel darsi la morte che nell'uccidere un mostro o presunto tale, direi.
Ok, penso di non aver detto la metà di quello che volevo dire, probabilmente mi sarei dovuta prendere molto più tempo per commentare (perdona il casino, gli incisi e quant'altro) ma dovevo farlo adesso, sull'onda di quel che mi ha trasmesso questa storia. Eventualmente, modificherò in futuro XD.
Ci sono solo un paio di scelte stilistiche che non mi hanno convinta a pieno: mi rendo conto che si tratta unicamente di gusto personale, ma te le segnalo lo stesso, magari possono essere spunto di riflessione/discussione.
Per prima cosa, l'idea del monologo teatrale: penso che il testo avrebbe avuto forse ancor maggiore riuscita come un monologo gestito a mo' di flusso di coscienza, senza la cornice teatrale, che secondo me rischia di smorzare, più che di evidenziare, la voce potentissima di Medusa e la sua scelta finale.
Poi forse le citazioni dei vari autori da parte di Medusa avrebbero fatto un diverso effetto senza citarli per nome, e lasciando al lettore libertà di individuarli o meno... Penso avrebbe mostrato, da parte di Medusa, un maggior disprezzo nei loro confronti, e avrebbe dato al testo una fluidità maggiore.
Ripeto, questione unicamente di gusti, il racconto, come testimoniano i deliri sopra, mi è piaciuto e mi è piaciuto tanto.
Un ssaluto, e tanti auguri di buon anno :D

Mel
Recensione alla storia Il volo di Icaro - 20/08/19, ore 16:14
Capitolo 1: Il volo di Icaro
Quando stamattina mi sono fatta un giro nella sezione mitologia greca le mie speranze di trovare qualcosa di interessante erano più o meno pari a zero. Poi ho visto il tuo nome e... Bon, ho dovuto rileggerlo due o tre volte perché facesse presa nella mia mente XD da quant'è che non ti si legge su questi lidi!
Che dire... Le vicende di Icaro non mi hanno mai tocata particolarmente, ma questa storia mi ha toccato decisamente le giuste corde. Ti dico solo che quando l'ho letta stamattina dal balcone arrivava una bella brezza fresca, ma tutto quello che riuscivo a sentire io era un caldo soffocante, come se anche io mi sentissi arroventare dal sole in tutto il suo fulgore XD
Ho adorato la resa di Apollo, potente e soprannaturale ma anche assolutamente fisico, esattamente come una divinità greca dovrebbe essere, quasi capriccioso nel deviare il corso del suo carro per accogliere Icaro tra le sue braccia.
Di Icaro poi ho adorato il continuo paragone con l'uccellino, è qualcosa di assolutamente vivido (quando volta la testa per vedere le sue ali cadere è di una tenerezza assurda) e non può che accentuare l'idea di un Apollo falco e predatore, perché Apollo è anche questo e si coglie alla perfezione nel suo approcciarsi a Icaro, nell'atto sessuale che è piacere ed è la ferocia bruciante del sole... Davvero, ho trovato tutto così giusto, tanto da aver pensato per un attimo che le cose forse qui sarebbero andate diversamente... Ma no, non poteva essere così. Icaro ha saggiato la potenza rovente del sole, e come giustamente sottolinea, il vero peccato sarebbe stato non farlo (bellissimo il riferimento, dal pov di Apollo, ai giovani che alla sua età dovrebbero ascoltare i padri :P) e del resto ho adorato anche quella chiusura così brusca con il precipitare in mare di Icaro, davero top.
E potrei dilungarmi tantissimo su quanto trovi verosimile il tuo Apollo che non ha nulla di edulcorato o di umano, nel senso moderno e attuale del termine, ma è divino, e greco, in tutto e per tutto, ma la chiudo qui perché sto dicendo una sequela di cose senza senso... Sono mesi che non lascio una recensione, mi sa proprio che si sente XD
Grazie per avermi rallegrato la giornata con questa storia, alla prossima!

Mel
P.S.: l'unico dettaglio che ho trovato stridente è il termine "scopa": e non perché io sia chissà quale puritana, ma l'ho trovato in contrasto con il contesto, e soprattutto con lo stile utilizzato nel resto del racconto. È un termine che mi ha fatta fermare quando ero presissima e mi sentivo pure io sul carro del sole e mi ha fatta tornare un po' perplessa con i piedi per terra, il che mi fa pensare che forse non risulta essere proprio un termine scorrevole qui :-)