Recensioni di ginnyx

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Freak on a Leash - 10/12/11, ore 17:11
Capitolo 1: Freak on a Leash
Tu sei geniale e io sono più che contenta di queste due ff che hai scritto, ne avevo bisogno, il fandom ne aveva bisogno *la inonda di amore imperituro*
Ho già detto che amo il tuo Sherlock? Sinceramente io, nelle famiglie dei nostri due, vedo le situazioni esattamente opposte cioè con John e famiglia disastrata mentre Sherl con famiglia strampalata. Ciò non vuol dire che io non abbia apprezzato la tua visione, anzi, ho letteralmente amato quel "vuoi vedere la luce?" perchè mi ha subito fatto balzare in mente la risposta, ossia la canzone dei Green Day chiamata proprio "See the light" dove il cantante ripeteva ossessivamente con quella rabbia mascherata da rassegnazione "I just wanna see the light" perchè non ce la faceva più, il buio sembra quasi che ti assorba, ti inglobi, tu diventi buio e il buio diventa te. E Sherlock per accendere il suo interruttore ha bisogno di John, ha bisogno di un cambiamento, ha bisogno di tagliare il buio, di tagliare se stesso, dare un enorme strappo a quella che è la sua vita. Si sta consumando nel buio, col buio eppure... eppure percepisce che anche questa smaniosa ricerca della luce -luce, luce, luce, solo luce- lo fa sentire come un cane al guinzaglio e... e non capisce. Diventerà come sua madre? Diventerà come la luce? Diventerà come il buio?
Io, sinceramente, penso che alla fine l'interrogativo rimarrà solo perchè Sherlock non vorrà mai risolverlo. Ha John, questo basta. Basta John. Fanculo i maglioni, le luci, il buio e tutto il mondo.
John con Sherlock.

Recensione alla storia yuletide - 09/12/11, ore 22:08
Capitolo 3: albero
Sai qual è la prima cosa che ho pensato appena finito di leggere questo capitolo? "E' di Anna, tutto ciò è dannatamente Anna".
Non voglio -lungi da me!- dire che tu non sia stata bene nel personaggio, anzi, quasi non ti notavo attraverso le parole, fino a che non ti sei palesata con quel John che stringe quella piccola scheggia e si stupisce del sangue che ne esce, quasi a chiedersi "ma posso ancora soffrire? C'è qualcosa che ancora può farmi male?". Ed è... è terribilmente nostalgico, natalizio e... quotidiano, sì direi proprio quotidiano. Come se fosse una cosa sicura, certa, che si ripete spesso, come se non fosse la prima volta che John si siede davanti a quell'albero, come se tutto fosse vero.
E John non vorrebbe, io non lo vorrei e in fondo non lo è. Non è la realtà, Sherlock Holmes non è morto, ma per John Watson sì. E se è morto per John Watson, è morto per l'umanità.
Sì sì, lo so, sto divagando e non sto dicendo niente in tutto, ma ahimè mi devi sorbire così.
Complimenti come sempre, adoro quando riesco a vedere uno squarcio di Mondo Anna.
Recensione alla storia I'm coming home. SH - 16/10/11, ore 20:28
Capitolo 1: I'm coming home. SH
Dunque, per prima cosa sappi che non sto recensendo per la tua autostima, io recensisco solo quando mi va e una cosa mi è piaciuta, depressione o meno. Chiarito quanto duro sia il mio cuore passiamo alla storia.
1) L'idea. Oddio l'idea. L'idea è fantastica, accurata, originale e trattata in maniera inaspettata, anche perchè non è così che va il canone, quindi sei lì -fino all'ultimo respiro- a chiederti "e poi?".
2) Mi è piaciuto lo stile coincitato, niente descrizioni inutili, solo dialoghi e velocità, velocità, velocità. Sherlock, lo ripeterò fino alla morte, *è* velocità, dinamismo, infinite risorse e -come ci ricorda John- ritardatario. Ma tutti le DIVEH sono ritardatarie xD
3) Ho amato il tuo Lestrade, e i tuoi due Anderson e Donovan, che poveretti sembrano aver visto un /vero/ fantasma *LOL*
E dopo questi tre punti formali, vorrei farti una piccola riflessione, che c'entra e non c'entra.
4) Per l'IC, secondo me, dovresti seguirlo fino ad un certo punto. Se la storia piace a te, allora gli altri si friggano. Questo te lo dico perchè anch'io circa un anno fa ero un po' nella tua stessa situazione e *non capivo*, non capivo proprio cosa non andasse in me. Sbagliavo? Dove, come, perchè?
Poi alla fine ho capito che ci saranno cose di me, su di me, o semplicemente mie che nessuno potrà apprezzare senza essere me, forse perchè proprio serve un certo stato d'animo, o proprio un animo particolare con esperienze particolari, per apprezzarlo fino in fondo.
C'è chi piange per Titanic, c'è chi piange per una parola fuori posto, c'è chi piange per un libro e c'è chi piange per il mondo che sembra premere sulle sue spalle. Chi ha ragione, chi torto?
Io che non piango per Titanic, ma che per un libro ho pianto?
Le emozioni sono sempre giuste, Alex, sia tue che degli altri. Qualsiasi cosa in grado di farti sorridere, piangere o semplicemente farti sentire serena vale la pena di essere pubblicata e condivisa. Se gli altri non capiscono, mi dispiace, sarà per la prossima volta.
Tu continua così, ok? Ti invidio un sacco, non ti arrendi mai.
Recensione alla storia 9 Agosto 2011, Londra - 28/09/11, ore 19:00
Capitolo 1: 9 Agosto 2011, Londra
Allora, non so se te l'ho già detto, ma nel caso mi ripeto: faccio SCHIFH a scrivere le recensioni. Quindi metto le mani avanti e mi scuso, perchè non sarà degna di questa favolosa shot.
Dunque, ti faccio i miei complimenti perchè sei riuscita subito a farmi intuire che si parlava delle rivolte a Londra, mentre mi ci è voluto un po' di più per capire che era un multi-POV.
Ma passerei a parlare delle singole parti, sperando di aver capito xD
1) Jim Moriarty: L'intrigante fragore del caos. Cioè. Mi tolgo il cappello e m'inchino. Quale frase migliore per lui, se non il Caos in persona, la sua personificazione. Ed è bello vedere anche tutto questo sotto una luce distorta, quasi avevo davanti i suoi enormi occhi scuri illuminati di rosso, giallo e qualcosa che va oltre la mia comprensione.
Piccola parte, solo tre righe e un enorme entrata, che rimane impressa. Proprio come quei dannatissimi e benedettissimi 10 minuti di TGG.
2) G. Lestrade: lui l'ho intuito immediatamente, forse per le chiamate, forse perchè sapeva esattamente come era il cielo di Londra, forse perchè lo vedeva rosso e quasi si leggeva rassegnazione a questo, non disperazione o paura, neanche eccitazione. Rassegnazione a chi sbatte la testa contro quel muro da ormai troppi anni.
Mi è piaciuta molto la sua caratterizzazione, che non raggiunge la forza canonica, ma la sfiora. Sei stata fantastica, anche perchè io AMO il Lestrade canonico, mentre quello della BBC mi sta proprio indifferente. Invece tu sei riuscita ad adattare un po' quello canonico a quel poco che la BBC ci ha propinato. Adrenalina, Routine e Dovere. Sembra quasi il suo biglietto da visita. (P.S. Ah, il "non per istinto o intelligenza" mi ha fatto venire in mente certi due... inutile dire che ho amato questo autoparagone quasi inconscio <3)
3) Mycroft Holmes: ecco, su questo sono molto perplessa e leggermente indecisa, ma se devo seguire gli indizi... Indubbiamente Myc può permettersi la Londra tranquilla, un attico etc, ma Great Portland St mi lascia perplessa. Nel senso, lui abita vicinissimo a Pall Mall, solo che non mi ricordo la via precisa, quindi...
Paganini è un altro che mi ha perplesso (a parte farmi adorare follemente la tua citazione iper canonica <3), cioè l'appassionato di violino è Sherl, a quanto sappiamo, ma riflettendoci anche a Mycroft potrebbe piacere. Poi vabbè, mi sono convinta a quel "sotto la corona". A proposito, ti segnalo una piccola svista, hai scritto "qul" e non "quel".
M'inchino muta davanti a il binomio dio e diavolo, perchè è stato sinceramente stupendo. Diavolo mancino, corde stonate, fuoco... terribilmente evocativo.
4) Sarah e John: Qui ci ho messo un po', ma all'ultima frase ho capito (ma ne parliamo dopo di questa). Terribilmente umano, mi pareva quasi fuori contesto, mi chiedevo "che cacchio c'entra?". Insomma dopo tutto questo sogno arriva il materiale, arriva la paura vera e propria. Arriva il disprezzo. Arriva una richiesta. "Abbracciami". Ti giuro, la prima cosa che ho pensato, "che cosa sciocca, per non dire stupida".
Ed eccoci arrivati alle ultime due righe.
Tv minuscola, ma corpi uniti, come se non servisse altro, come se la felicità fosse così tanta da non aver bisogno di grandi gesti, grandi cose, ma poi... scatoloni, scatoloni e braci.
Ho amato la scelta della parola "brace", perchè non è l'oggetto intero nè cenere. E' qualcosa che è andata perduta, ma sta ancora finendo di bruciare, di spegnersi. E, per mia personale opinione, penso che non si spegnerà mai definitivamente.
Un'ultima cosa: vita normale. Tu si che sai regalarmi un sorriso amaro.
5) Sherlock: qui io mi zittisco veramente. Scegliere di sentire, scegliere, mai perdere il controllo, perderlo per propria decisione. Cielo, quanto grida Sherlock Holmes.
E poi dimenticare, dimenticare. Magari dimenticare che anche lui ha una brace nel petto. E no, non è stato Moriarty, però non puoi dire che avesse torto. Alla fine il tuo "cuore" è andato bruciato.

Passo, chiudo e spero che ne arrivino presto altre.

Recensione alla storia And repeat three times: I care, I care, I care. - 09/09/11, ore 19:49
Capitolo 1: //


Io non so che dire. Non so seriamente cosa... cosa si può dire davanti a una cosa così?
All'inizio amavo questa storia per quanto fosse vera, in più aiutava il mio grandissimo interesse sulle dinamiche tra fratelli. Ed io ho sempre amato i fratelli Holmes.
Poi... poi da quando è sparito Sherlock ho incominciato ad avere brividi intermittenti.
Prima lungo le braccia, poi tutta la spina dorsale.
E Mycroft, Mycroft così malato ma al tempo stesso così lui (anche se sono un po' perplessa sul pestaggio del bambino, Jack, ma pensandoci ci sta, vista la mentalità del tuo Mycroft)
E... e sono veramente colpita.
Non ho mai letto una Reichenbach così, non penso che la leggerò mai.
Non saprei neanche esattamente dire cosa mi ha colpito in particolare di questa fanfiction.
So solo che è così perfetta che fa quasi paura. Quella paura che ti divora lentamente e con piacere, che ti spinge a leggere fino all'ultima riga. Vuoi complici anche i Placebo che con le loro canzoni leggermente psyco e tirate ai limiti della sanità mentale, mi hanno permesso di entrare in uno stato di completa simbiosi con la storia.
E lo so che dovrei spendere parole sul tuo meraviglioso John, sul tuo Sherlock di diamante -indistruggibile e al tempo stesso tanto delicato- ma non ci riesco.
Non riesco a dire niente di sensato e mi dispiace, perchè questa storia deve finire tra i miei preferiti.
Grazie, grazie veramente per averla scritta.


P.S.
Ora sono inquietata, la canzone che ti stavo dicendo dei Placebo ho scoperto (io metto su i cd e me ne frego del titolo di soito) si chiama "Protect me from what I want".
E qui sinceramente potrei inquietarmi ancor di più.
(Recensione modificata il 09/09/2011 - 08:05 pm)