Recensioni di ShopaHolic

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Recensione alla storia Nonostante tutto. - 11/02/12, ore 22:05
Capitolo 1: Nonostante tutto.
Inizio con dire che, tra quelle che ho letto finora nel fandom, questa è indubbiamente quella che mi è piaciuta più di tutte, davvero. Ti faccio i miei complimenti innanzi tutto per la sintassi e la grammatica, entrambe pulitissime e corrette: non c’è un errore! So che può sembrare banale fartelo notare ma ti assicuro che non lo è poi così tanto, visto che in giro ci sono certi obbrobri che viene voglia di sbattere la testa contro il muro più e più volte, e quando vedo una storia scritta come si deve, con le virgole là dove devono stare, i verbi scritti nelle forme corrette e neanche uno di quegli odiosi un’ apostrofati davanti ai nomi maschili, la prima cosa che mi viene da fare è, innanzi tutto, complimentarmi per questo.
Sai cos’è che, più di tutto, ho apprezzato in questa storia? Il fatto che ci hai lavorato veramente, che ti sei sforzata di dare una caratterizzazione ai personaggi, a Gabriel specialmente, e non ti sei limitata, invece, a scrivere di loro due che dopo un po’ di tempo si ritrovano, si dicono le solite due frasette dolci di circostanza e decidono di stare insieme come due persone normali e bla bla bla così, senza dare un minimo di spiegazioni su come si sono sentiti mentre erano separati e su cosa alla fine possa averli spinti a ritrovarsi. Voglio dire, in questa storia c’è molto di più che un banale contentino per il finale amaro della serie  (sto pregando anch’io per la seconda stagione, ma leggendo in internet a quanto pare è assicurato che ci sarà... a questo punto quindi, più che altro prego per vedere quei due finalmente insieme, visto che a quanto pare non sono l’unica che proprio non riesce a digerire la loro separazione).
Mi è piaciuto molto anche il fatto che tu abbia inserito nella storia il personaggio di Alonso (che è in assoluto uno dei miei preferiti, direi subito dopo Gabriel e Claudia) che con le sue parole si è rivelato non solo un grande amico nei confronti di Gabriel (come già avevamo avuto modo di notare nella serie tv), ma anche un uomo intelligente e sensato. (Nemmeno io credo nel celibato della Chiesa, per cui non posso che trovarmi d’accordo con le sue parole e, al di là di questo, è davvero molto bella la sua riflessione sul fatto che “non si serve Dio solo con la talare e il colletto bianco addosso”.)
Vorrei solo darti un piccolissimo consiglio, a proposito di Alonso. Verso l’inizio della storia lui dice: “Ma cosa te prende, Gabriel?”Ecco, noi tutti che abbiamo seguito la storia sappiamo che, al posto del più corretto “ti”, c’è quel “te” perché quello è effettivamente il modo di parlare che ha Alonso, però se fossi stata in te avrei riportato in corsivo quella particella, proprio per sottolineare il fatto che è una particolarità di espressione che usa lui, che è tipica del suo modo di parlare.
Altra cosa che mi è piaciuta tantissimo è la descrizione di donna sveglia e intelligente che hai fatto trapelare di Claudia, che pur nella felicità assoluta e totale di avere finalmente accanto a sé l’uomo che ama ha la lucidità per domandarsi com’è che farà lui, adesso, con la chiesa e il Direttorio, e ancora di più cosa ha intenzione di fare riguardo la faccenda del Candelaio. La  risposta di Gabriel, a quel punto, è davvero sensazionale: “Forse, con questa scelta, la profezia non si avvererà. Non potrò rovesciare la Chiesa dal suo interno, se ne sarò fuori.”
Brava, brava, brava, brava, brava. Davvero, sei stata fantastica. Questa è stata una delle prime cose che mi hanno lasciata perplessa in quell’ultima puntata. Se lui rimane nella chiesa, mi sono detta, ha di fatto gettato le basi per l’avverarsi della profezia, e mi fa piacere che anche tu, a quanto pare, hai pensato la stessa cosa e, addirittura, l’hai riportata in questa storia, perché è una prova ulteriore del tuo lavoro di rielaborazione.
Non so più cosa altro dirti, se non ripeterti per l’ennesima volta quanto tu sia stata fantastica in questa storia. Davvero complimenti.
Bacioni!
Recensione alla storia I will never leave you. - 10/02/12, ore 22:05
Capitolo 2: Capitolo 2
Ti confesso che la prima impressione che ho avuto leggendo questa storia è stata: bene, e quindi?
L’ho riletta una seconda volta per vedere se per caso avessi saltato qualcosa, e invece no, il mio commento è stato sempre lo stesso.
Ti spiego quello che, secondo me, non va.
Le idee ci sono, si vede. La storia in mente ce l’hai, ed è anche una bella storia: lui che la raggiunge mentre piange e finiscono per fare l’amore, lei che la mattina dopo si congeda con una lettera e loro due che si ritrovano, mesi dopo, finalmente pronti per stare insieme e per crescere il loro bambino. Quello che manca a questa storia, però, sono i contenuti. Ti sei limitata a raccontare i fatti dall’esterno, senza entrare minimamente nella psicologia dei personaggi, con il risultato di rendere questa fan fiction, più che una storia, uno di quei micro riassuntini che si trovano in rete il giorno dopo la messa in onda di una puntata o, ancora peggio, di quelle anticipazioni striminzite di due righe che, in tre o quattro parole ti raccontano cosa succederà nella puntata successiva. Non so se mi sono spiegata, ma se dai una riletta con attenzione a ciò che hai scritto, specialmente in quest’ultimo capitolo, ti accorgerai che suona più o meno così:
“Sono passati nove mesi. Gabriel si presenta a casa di Claudia: non è più un prete. Gabriel si accorge della pancia di Claudia. A Claudia si rompono le acque e i due si recano in ospedale. Claudia partorisce: è una bambina, e i due decidono di chiamarla Alexis.”
È insipida, capisci? È vuota, come storia. La leggi, chiudi la pagina e finisce lì. Non ti lascia assolutamente niente dentro. Come prima cosa, innanzi tutto, i protagonisti avrebbero potuto essere chiunque. Avresti potuto cambiare loro i nomi, o non metterli affatto, i nomi, e nessuno, nessuno, se tu non avessi esplicitamente segnalato che si trattava del “tredicesimo apostolo”, avrebbe capito che in realtà si trattava di Claudia e Gabriel. Seconda cosa: il loro amore non è quello di tutte le persone normali. Gabriel è un sacerdote, quello che prova per Claudia è sbagliato (relativamente sbagliato), e lui lo sa, lo sanno tutti e due. Non si può far finta che sia una cosa normale, specialmente quando un sentimento del genere non è più semplicemente mentale ma diventa fisico con l’atto di fare l’amore. Ora, ho fatto caso al tuo nickname, e se quel 99 è il tuo anno di nascita allora ok, posso capire il fatto che tu non abbia speso neanche una parola per descrivere almeno un briciolo delle sensazioni che possono aver provato entrambi. Non dico che bisognasse fare descrizioni accurate di chissà cosa (anche perché ognuno decide che impostazione dare alla propria storia e su quali dettagli soffermarsi e su quali no), semplicemente però Gabriel si trova in una situazione decisamente insolita, per lui, quindi almeno due paroline per dire cosa pensava, o sentiva dentro, fossi stata in te, le avrei spese. Allo stesso tempo, però, direi che è anche normale che, alla tua età, per una ragione o per un’altra, non si sappia cosa dire riguardo al sesso, o si tema di andare un po’ troppo oltre, o semplicemente si voglia glissare sull’argomento, lo posso capire, e da questo punto di vista va bene così come l’hai reso tu, in quanto hai liquidato l’intera questione dicendo: “Non pensiamo alle conseguenza. Semplicemente non pensiamo”. Ma in quest’ultimo capitolo, quando lui torna da lei e la ritrova incinta, non si può passare oltre come fosse una cosa da tutti i giorni! Perché ci sarebbe già tanto da dire su un uomo qualunque che scopre di aspettare un figlio dalla donna che ama, se parliamo di Gabriel, poi, la questione si eleva al cubo! Non stiamo parlando di un uomo qualunque, stiamo parlando di un uomo che fino a poco tempo fa era sacerdote, e che quindi non avrebbe mai potuto nemmeno pensare di avere figli (non dimentichiamocelo, questo. È indubbiamente un uomo aperto e moderno, per essere un prete, ma i voti glielo impedivano chiaramente, non poteva inventarsi nulla). Ora, Gabriel ha finalmente ottenuto la scomunica, è finalmente una persona come tutte le altre, è libero di innamorarsi, di avere una donna, e di avere un figlio da lei, e il fatto che lo scopra in quel modo , così all’improvviso, senza minimamente aspettarselo, non è una cosa da poco. Ma tu immagini cosa possa aver provato quell’uomo non appena si è accorto che la sua donna è incinta? Ora, nemmeno io, ovviamente, ho figli, quindi non posso sapere di preciso cosa si può provare quando ci si rende conto di aspettarne uno, però posso immaginarlo, o per lo meno posso provarci, a maggior ragione se decido di scrivere di una persona che scopre di star per diventare genitore, visto che non possiamo limitarci a scrivere solo e soltanto delle esperienze che abbiamo fatto e che conosciamo, sarebbe una limitazione troppo grande. Per cui sì, la scena è indubbiamente molto dolce, con lui che le bacia il pancione, ma non c’è un minimo di riflessione da parte sua, un minimo di sconvolgimento emotivo, niente. La sua donna è incinta e l’unica cosa che fa lui qual è? Le bacia la pancia. Stop. Non sente niente dentro di sé? Mistero. E ancora dopo, poi, quando le si rompono le acque, non c’è un briciolo di descrizione né dei pensieri di Gabriel, né di quelli di Claudia, che quanto meno dovrebbe sentirsi... che ne so... spaventata, agitata, ma allo stesso tempo felice di avere lui accanto a sé... no, non c’è niente di tutto questo. Per non parlare poi del momento in cui Claudia tiene per la prima volta in braccio sua figlia, anche lì non c’è un minimo di spessore psicologico. Le è appena nata una figlia e la prima cosa che pensa non è: “Gabriel, sono felicissima”, ma “Voglio chiamarla Alexis” così, senza spiegare neanche perché mai, tra tanti nomi, le sia venuto in mente così all’improvviso proprio quello. (Toglimi una curiosità, è per Alexis Sweet, vero?) Quello che voglio dire con tutto questo è che, in questa storia, di tuo c’è veramente poco. Hai immaginato una storia, un lieto fine tra loro due, e ti sei limitata a raccontarcelo così, facendoci sapere solo ciò che succede da fuori. Ora, io sono sicura  che tu dentro la tua testa hai in mente ogni singola emozione, ogni singolo pensiero dei personaggi: è ovvio, la storia è la tua, è normale che tu lo sappia, tutto questo, però avresti dovuto, secondo me, trovare il modo di farlo capire anche a noi lettori. È questo il difficile dello scrivere, far percepire al lettore i pensieri, le sensazioni, le idee dei personaggi, ed è questo che fa la differenza tra una bella storia e una storia scritta così, all’acqua di rose. Ammetto che in questo ti ha un po’ fregata lo stile che hai. Queste frasi così brevi, con i punti frequenti (che io ho apprezzato tantissimo, davvero) hanno contribuito in un certo modo a far assomigliare questa storia a una sceneggiatura. Sarebbero bastate veramente due paroline in croce, messe nei punti giusti, per dare a questa storia tutto un altro sapore.
 
Ti faccio notare un paio di errori e imprecisioni, anche nel primo capitolo.
 
Da dietro la porta ti sentò piangere. Un pianto leggere, quasi dolce” Si tratta sicuramente di una distrazione, ma te li faccio notare lo stesso, così hai modo di correggerli, se vuoi.
 
“Perché io non sono più un prete sono Gabriel.” Se lo leggi ad alta voce ti renderai sicuramente conto di come suona male questa frase. “Perché io non sono più un prete: sono Gabriel.” è decisamente meglio. Se non ti convincono i due punti, puoi sostituirli con una virgola o con un punto, ma uno di questi ci vuole sicuramente.
 
Lo scopertodopo una settimana.” No, no, no. È “L’hoscoperto”.
 
Le sollevo la maglietta” Altro piccolo errore di distrazione.
 
Un piccolo frugoletto venne porso ai due.” Il participio passato di porgere è porto.
 
E’ questo ne era la prova.”C’è un accento di troppo! :)
 
Ti faccio notare inoltre che nel secondo capitolo hai cominciato narrando al presente, e ad un certo punto sei passata all’improvviso al passato. (Da “Lui a quel punto fece un gesto inaspettato”) Riporta tutto allo stesso tempo, ti consiglio il presente, visto che è quello che hai usato anche nel primo capitolo.
 
Ti do anche un piccolo consiglio, anzi due.
 
Il primo: la lettera che Claudia ha scritto a Gabriel, ti consiglio di riportarla in corsivo.
 
Il secondo: ti consiglio di sostituire il “Circa nove mesi dopo” dell’inizio di questo capitolo con un più generico “Diversi mesi dopo” per un semplice motivo: se tu ci avvisi che la scena si svolge dopo nove mesi dal loro ultimo incontro, è scontato, scontatissimo, che ci ritroveremo davanti una Claudia incinta. Invece, rimanendo sul vago, hai la possibilità di giocarti l’effetto sorpresa, facendo scoprire a noi lettori che lei è incinta nello stesso e identico momento in cui lo scopre anche Gabriel, e magari spiegare in quell’occasione che si trattava del nono mese e che, quindi, la gravidanza era agli sgoccioli.
 
Credo di aver detto tutto. Spero che non ti sia offesa per questa recensione, e spero anche che la prenderai per quello che è veramente, vale a dire una sorta di consiglio (che sei libera di accettare o meno), più che una vera e propria critica, come invece potrebbe sembrare. Dico davvero, hai uno stile che mi piace, devi solo cercare di metterci qualcosa in più di tuo. Se deciderai di scrivere qualcos’altro su loro due sarò felice di leggerlo e farti sapere cosa ne penso, se vorrai. Per il momento ti saluto qui.
 
Baci :) 
Recensione alla storia E' tutto sbagliato. - 08/02/12, ore 22:08
Capitolo 1: 1
Inizio col dire che questa serie tv è forse la più bella e coinvolgente tra quelle targate “Made in Italy”, per cui non può che farmi piacere notare che c’è qualcuno che, come me, la apprezza e addirittura ne scrive una fan fiction. Premesso questo, passo a spiegarti il perché della bandierina azzurra.
Non è male, il tuo stile: è semplice e lineare, con frasi non eccessivamente lunghe e punti frequenti che ho apprezzato molto. Nonostante questo, però, ci sono state diverse cose che mi hanno lasciata un po’ perplessa.
Comincio facendoti notare un paio di errorucci e imprecisioni grammaticali:
Non nessuna colpa” all’inizio avevo pensato che si trattasse di una semplice svista, ma poi andando avanti ho trovato anche un “cosa ?” scritto alla stessa maniera. La forma corretta è c’è, in tutti e due i casi.
Sapeva che quel bacio urgente ed appassionato che si scambiarono qualche giorno prima” il passato remoto stona un pochino, visto che stai parlando di un qualcosa avvenuto da non molto tempo, sarebbe meglio cambiarlo con “che si erano scambiati”.
A lui gliimportava solo dei suoi sentimenti” Scorrettissimo! “Gli” e “A lui” hanno lo stesso significato, per cui se li metti tutti e due insieme hai ripetuto la stessa cosa. La forma corretta è “A luiimportava” o  “Gliimportava”.
Come se quel gestopoteva in qualche modo alleviare il dolore di quelle dolorose...” come prima cosa sarebbe più corretto utilizzare il congiuntivo: “Come se quel gesto avesse potuto in qualche modo alleviare il dolore”, e  la ripetizione dolore/dolorose suona malissimo, per cui ti consiglio di sostituire uno dei due termini con un sinonimo.
Un’addio” sono sicura che qui si tratti di una svista,  perciò togli quel dannato apostrofo! :D
Un’altra cosuccia che vorrei farti notare riguarda la forma, e sono sicura che adesso vorresti con tutto il cuore tirarmi in fronte una ciabatta o qualsiasi altra cosa (e non avresti tutti i torti), ma sono una pignola (e una rompiballe), per cui quando leggo -e commento- una storia tendo a far caso a qualsiasi cosa, e ovviamente una volta che mi decido a scrivere un commento, poi, non riesco a stare zitta.
In particolare mi riferisco ai puntini di sospensione, che sono perfetti, anzi, perfettissimi quando si vuole indugiare su determinati particolari, però c’è una regola ben precisa per quel che riguarda il numero, e forse ti sembrerò esagerata ma proprio non riesco a passare oltre a una sfilza immensa di puntini di sospensione. I puntini di sospensione sono tre, sempre e comunque. Non due, non quattro: tre. Capisco che può sembrare che più puntini ci siano, più il lettore avrà l’idea della pausa e del tempo che si dilata, ma ti assicuro che con i soli tre puntini l’effetto è assolutamente lo stesso. Se posso darti un piccolo consiglio, poi, i tre puntini vanno benissimo all’interno dei dialoghi, per rendere le pause del parlato, soprattutto quando si descrivono scene simili, nelle quali i protagonisti sono confusi e combattuti  (e infatti sono perfetti lì dove li hai messi) però durante la narrazione è bene non esagerare, in quanto lì è il narratore che parla, e il narratore, almeno in questo caso, sa quello che pensano i personaggi e non ha bisogno di indugiare. Non che tu abbia esagerato nell’utilizzarli, volevo semplicemente insegnarti questo piccolo trucchetto: puoi sostituire i puntini, laddove è possibile, con delle virgole (rendono anch’esse a sufficienza l’idea di pausa) in modo da poterli utilizzare, i puntini, solo nei punti chiave. Ti faccio un esempio in concreto. Prendiamo l’ultima frase della storia: “Per il momento era tutto sbagliato.......ma solo per il momento.”  È indubbiamente la frase chiave dell’intera fan fiction, quella che lascia intendere che un futuro per loro due, effettivamente, ci sarà, prima o poi. Ecco, in questa frase l’uso dei puntini di sospensione è azzeccatissimo (è la parte che più ho apprezzato di tutta la storia, quella che mi ha lasciata davvero con il sorriso sulle labbra) e in nessun modo puoi pensare di toglierli per sostituirli con delle virgole, perché perderebbe veramente troppo pathos. Però ci sono altri casi in cui non era veramente necessario metterli, anzi, suonava addirittura male. Altro esempio in concreto: “Voleva come nel suo sogno.....poter assaporare la pelle di quella donna” Secondo me sarebbe stato meglio renderla così: “Voleva, come nel suo sogno, poter assaporare la pelle di quella donna”. Tutto questo per farti capire che, se ci sono puntini laddove non servono, si rischia poi di perdere l’effetto “pathos” in quei punti chiave di cui ti dicevo prima, dove i puntini servono davvero e, anzi, sono davvero indispensabili.
Per quel che riguarda il contenuto della storia non ho nulla da dire, hai descritto piuttosto bene i sentimenti di entrambi, in particolare hai reso bene la confusione che provano, il desiderio assoluto, totale, di stare insieme, la voglia di lasciarsi andare (lui) e la consapevolezza che non è possibile, che è sbagliato (lei). Fossi stata in te, forse avrei dato un po’ più spazio alle sensazioni fisiche nel momento del bacio, non so... qualche brividino, la pelle d’oca, la mente annebbiata... più che altro per quel che riguarda Gabriel, che essendo un sacerdote e quindi non molto abituato  (?!) a tenere una donna tra le braccia in quel modo, o meglio, a desiderare e immaginare  di poterla avere tra le braccia in quel modo (proprio come nel sogno che aveva fatto) immagino abbia provato qualcosa di insolito a livello fisico, che poteva essere interessante cercare di descrivere, ma questa è solo una mia idea, ovviamente ognuno dà alla propria storia l’impostazione che preferisce. In questo caso tu ti sei concentrata soprattutto sulla componente psicologica, sui desideri di Gabriel e le riflessioni di Claudia, e quindi direi che va benissimo così :D
Credo sia tutto... spero non te la prenderai per la bandierina azzurra e per gli errori che ti ho fatto notare. Non voglio assolutamente atteggiarmi a professoressina dalla penna rossa, ma come ti ho già scritto sono molto pignola e ci tengo a queste cose, anche perché credo che una storia scritta in maniera corretta sia già di per sé una bella storia, al di là del contenuto, e mi spiace quando vedo storie “rovinate” da imprecisioni o errorini stupidi, per cui spero che miei consigli ti siano utili, e se in futuro avrai voglia di un commento “pignolo e rompiballe” a qualche altra tua storia non esitare a contattarmi XD
Passo e chiudo.
Alla prossima! :D
PS: non c’entra assolutamente nulla con la fan fiction ma... il tuo avatar ** Pauuuuuuul *O* Quell’uomo è il mio Dio! <3