Recensioni di vannagio

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Recensione alla storia Here Comes the King - 05/11/13, ore 10:52
Capitolo 1: Here Comes the King
Piccola premessa. Kitsune, se non hai ancora visto i risultati del contest, non leggere questa recensione, che è un collage del giudizio.

Collegare Adrian al suo piano di distruzione di massa per un scopo superiore è abbastanza ovvio. Apprezzo però che in questa storia il suddetto piano sia stato messo più in secondo piano del solito, a vantaggio della trama vera e propria. Una trama che senza ombra di dubbio è molto originale: non avrei mai pensato di leggere una fanfiction che parla delle origini di Bubastis.
Sviluppo ottimo, niente da dire. La storia si snoda lentamente ma inesorabilmente, scena dopo scena, verso lo scioglimento finale. Ogni scena di questa fanfiction può essere paragonata alla tessera di un puzzle: ad ogni nuova aggiunta, il quadro appare sempre più chiaro e completo. Sei stata brava a non scoprire le tue carte prima del dovuto.
La buona azione di cui Adrian si rende artefice in questa fanfiction mi ha piacevolmente colpita. Se c’è una cosa che adoro, sono le storie che prendono un dettaglio dell’opera originale poco approfondito o appena accennato e lo trasformano nel loro fulcro: la tua fanfiction appartiene a pieno titolo a questa tipologia di racconti. Non ho letto il graphic novel, quindi non so se ci sia un fondo di verità canonica o se sia tutta farina del tuo sacco, in ogni caso è stato interessantissimo scoprire le origini di questo particolare animale, che nel film appare solo fugacemente e fa pure una brutta fine (anzi, sembra essere stato inserito solo per quella scena lì).
Come ho detto a bluemary, da Adrian mi aspettavo una buona azione più complessa e arzigogolata, ma il fatto che disattenda le aspettative del lettore, rendendosi artefice di un’azione così semplice e lineare, costituisce già di per sé un bel elemento sorpresa.
Anche la motivazione che lo spinge a salvare l’animale e poi ad adottarlo mi sembra molto convincente: il parallelismo finale con Alessandro Magno e Bucefalo è perfetto e pertinentissimo.
il villain è perfettamente In Character e gli OC sono ben caratterizzati (considero Marla e il Dottor Madani degli OC, perché nel film sono poco meno di comparse senza nome).
La bravura di un autore, quando introduce dei personaggi secondari, sta nel renderli tridimensioni e realistici anche se non hanno molto spazio all’interno della storia: tu in questo sei stata bravissima. Marla, il dottor Madani e Mavis sono personaggi che fanno da contorno all’ingombrante personalità di Adrian, eppure non sembrano affatto fatti di cartone o messi lì a mo’ di abbellimento, come spesso accade nelle storie mediocri.
Di Adrian mi è piaciuto molto che tu abbia dato risalto e spazio al lato vanitoso del suo carattere e all’esteta che, sono sicura, alberga in lui. Il fatto che decida di salvare la lince perché la trova bella, che decida di tenerla con sé perché rappresenta “la conferma del proprio destino”, che la paragoni a Bucefalo di Alessandro Magno, innalzando così se stesso alla figura di un re che si circonda di consiglieri competenti e creature quasi divine, è perfettamente in linea con il suo carattere megalomane e visionario.
Tutto ciò è corredato da uno stile molto scorrevole, che si legge con piacere e ti trascina fino alla fine della storia senza intoppi, e da un'ottima la gestione del punto di vista, della voce narrante e dei dialoghi.
I miei complimenti.
(Recensione modificata il 05/11/2013 - 10:54 am)
Recensione alla storia The End Is the Beginning Is the End - 05/11/13, ore 10:47
Capitolo 1: Venerdì 18 ottobre
Attenzione, possibili spoiler sulla conclusione delle storia: lettori avvisati, mezzi salvati.

Questa storia mi è piaciuta tantissimo per come sei riuscita a esplorare il subconscio di Adrian, senza cadere nella trappola dei sensi di colpa o del rimorso. Il tuo Adrian è sempre pienamente lucido e consapevole, ma mai pentito. Trovo molto innovativo il significato che hai attribuito agli incubi di Adrian, collegandoli alla metafora de I Racconti Del Vascello Nero: nel film Adrian afferma di essersi costretto a guardare tutte le sue “vittime”, a soffrire con loro, l’idea che abbia edificato nel suo subconscio un luogo in cui rivederle ogni notte è azzeccatissima.
Per quanto riguarda il tipo di buona azione che Adrian compie, all’inizio ero un po’ combattuta. Considerato il personaggio e il suo incredibile intelletto, mi aspettavo qualcosa di molto più… complesso o arzigogolato, che alla fine mi facesse sbarrare gli occhi per la sorpresa ed emettere un “ooooh” di ammirazione. Invece la buona azione di cui Adrian si rende artefice è alquanto banale (termine che non deve essere inteso in senso negativo, adesso ci arrivo e mi spiego meglio) per un uomo geniale come lui. Rileggendo la storia e riflettendoci bene, invece, mi sono resa conto che era una scelta azzeccata, forse la più azzeccata per questo personaggio. Proprio il fatto che la buona azione di Adrian non sia arzigogolata come il lettore si aspettava costituisce già di per sé una sorpresa. In più questa buona azione così semplice e “banale” si contrappone al machiavellico piano di Adrian, creando un bel contrasto: un uomo capace di tessere un trama tanto intricata è anche capace del più lineare dei gesti.
Mi è piaciuta tantissimo anche la motivazione che spinge Adrian a prendersi cura della madre di Lysa. Nessun rimorso o senso di colpa, non sarebbe stato per niente coerente con il suo personaggio, solo il rammarico per una morte non necessaria: “una perdita spiacevole, proprio perché superflua”.
Di Eddie, la mia scena preferita è l’ultima in cui appare (fermo restando che è perfetto fin dalla prima): “Alla fine, anche il sigaro scomparve e rimase solo quel sorriso bianco privo di contorni”. Mi ha fatto pensare allo Stregatto di Alice Nel Paese Delle Meraviglie e al suo sorriso a mezzaluna che scompare sempre per ultimo. Non so se sia un riferimento voluto o inconscio, ma in ogni caso lo trovo azzeccatissimo per il personaggio.
Margaret è il mio OC preferito di questa storia, credo che tu abbia fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione su di lei. Come anziana affetta da Alzheimer è credibilissima, oltre che adorabile e simpaticissima. Philips e Lysa (non è proprio un OC, ma quasi), purtroppo, rimangono sullo sfondo rispetto agli altri, ma anche loro sono dei personaggi tridimensionali: si vede che non sono stati stipati a forza nella storia, che sono ben calati nei loro ruoli.
Stile fluido e scorrevole. Ottima gestione del punto di vista e della voce narrante. Dialoghi funzionali e caratterizzanti. Lessico pertinente, che si adatta di volta in volta ai personaggi. Uno sviluppo ineccepibile della storia: nonostante i continui salti temporali e le incursioni nel subconscio di Adrian, il districamento della matassa non si inceppa mai, prosegue fino al raggiungimento del bandolo con una linearità che è solo apparente, vista la complessa architettura della storia.
Ancora complimenti.