Recensioni di Lumen Noctis

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia True self - 04/08/18, ore 09:50
Capitolo 1: True self
Ciao stfu!
Avevo in programma di recensire prima Second Chance ma dato che ho letto anche questa fiction ed è molto breve ho pensato di scrivere prima qui. Questa drabble mi è piaciuta, ed è una cosa che apprezzo molto perché raramente un testo così breve riesce a trasmettermi qualcosa. Non dico che mi abbia trasportata e coinvolta in maniera straordinaria, ma penso sia scritta bene e si vede che hai misurato e studiato bene le parole. Trovo curioso e affascinante come lo stile di un testo breve tenda a rendersi più poetico di un testo lungo, in certi casi! Forse ci sentiamo più sotto pressione e diamo il meglio di noi, chissà!
Ad ogni modo, complimenti, penso sia una drabble ben scritta. Hai toccato un tema importante e al quale sicuramente Goro ha pensato, nel segreto del proprio animo, più di una volta, e al quale affrontando la sua storia nel gioco anche noi senza dubbio abbiamo rivolto qualche riflessione. Non so dire se instaurarsi con una breve drabble in questa linea di pensiero sia facile o difficile, sono curiosa di sentire la tua esperienza, ma secondo me senza dubbio sei riuscita a cogliere l'essenza della questione, come il fatto che Goro nasconda questo lato di sé non solo al popolo che lo adora, ma verosimilmente anche a se stesso. O forse sono io che ho interpretato così la sua sfera personale? Ahaha chissà, alla fine sono belli anche i pensieri impliciti o semplicemente affrontare quelli che inferiamo senza rendercene conto.
A presto!

Lumen Noctis.
(Recensione modificata il 04/08/2018 - 09:51 am)
Recensione alla storia Dear Family - 31/07/18, ore 00:18
Capitolo 1: Dear Family - Prima Parte

Cara Jess, eccomi, come promesso!
Scusami tantissimo per il ritardo, ma finalmente ho trovato il tempo di leggere questo capitolo della serie. A breve devo andare a dormire, ma ci tengo a lasciarti questa recensione adesso, così da non dimenticare l’impressione che mi ha lasciato.
La parte iniziale del capitolo, quella che già avevo letto e di cui avevamo parlato, l’ho trovata molto fluida e la descrizione è riuscita stavolta a darmi una sensazione più chiara. Ho visto ciò che descrivevi e mi è piaciuto moltissimo. Devo dire però che la prima parte del racconto è quella che ho trovato meno scorrevole e meno naturale mentre leggevo. Non sono riuscita a sentirmi coinvolta e mi ritrovavo spesso a ragionare sul testo e su come era scritto, perché qualcosa mi suonava un po’ strano alle orecchie. U po’ mi sono persa tra i vari utilizzi di presenti e passati, e forse alcune osservazioni che ti faccio in realtà sono più frutto della mia incapacità di applicarmi efficientemente a un testo scritto al presente, ma in alcuni punti mi sono sentita confusa. Fidandomi di questa sensazione, che difficilmente mi prende il altri punti dello stesso capitolo, penso che in alcune frasi il passato sia giusto, ma che in altri sia stato utilizzato al posto del presente, mescolandoli. Se riuscirò a trovare un esempio adatto dal testo, te lo mostrerò!

Quando racconti di quella volta in cui la madre ha preparato il pesce con il pescato di Ren e di suo nonno, inizialmente non ho capito se a parlare fosse stato Ren o suo padre. Ho trovato la spiegazione un po’ didascalica e innaturale, ma come sempre questa è la mia impressione personale.
Andando avanti, nel paragrafo prima che il padre chieda a Ren come ha trovato la scuola (mi chiedevo, perché l’articolo maschile davanti a Shujin?), tu spieghi tramite la narrazione cos’è che il padre aveva pensato di Ren in passato e cosa vorrebbe che Ren gli raccontasse. E mi sono chiesta se fosse un paragrafo utile, perché a volte mi sembra ridondante l’esplicare i pensieri di qualcuno quando questi stessi pensieri si possono rivelare tranquillamente dalla sola conversazione che segue. In essa, infatti, Ren mostra di aver capito quale sia il vero interesse di suo padre e più avanti arrivano anche a parlare di cosa Masa abbia pensato nel momento in cui Shido ha portato in tribunale suo figlio. Per questo questo paragrafo mi è sembrato molto superfluo e che rallentasse la lettura senza aggiungere davvero informazioni rilevanti.

Ho trovato interessante la spiegazione che hai creato sul motivo per cui proprio Sojiro alla fine ha accolto Ren a Tokyo! Insomma, mi sembra un’idea carina e anche verosimile C: poi per il resto diverse parti del discorso tra Ren e suo padre mi sono piaciute e al tempo stesso non mi hanno convinta, forse è perché mi fa strano che nonostante tutto Ren insista nel dire che i suoi genitori non sono stati dei pessimi genitori. Vorrei tanto vedere perché lo pensa, quando non fanno altro che dimostrare il contrario, a quanto pare… soprattutto, sono curiosa di sapere perché la pensi così e perché riesca a dirlo così facilmente dopo un anno di silenzio, distanza, freddezza pressoché totali. Al tempo stesso, il tuo Ren verbalizza la rabbia di tutto ciò, ma non poi deve razionalizzare in questa maniera che a me sembra solo un po’ accomodante, quando non penso dovrebbe farsi problemi a dire “sì, siete stati dei pessimi genitori durante questo anno”. Ovviamente, come sempre, questa è la mia opinione personale, non è nemmeno una critica a cosa hai scritto in realtà! Come ho detto, sono curiosa di sapere perché il tuo Ren invece agisca e si senta così, perché io non riesco a comprenderlo, e sono curiosa di vedere come le cose si evolveranno! Si tratta essenzialmente solo di uno spunto di riflessione e di confronto.

Mi è piaciuta molto la parte invece che inizia con quando suo padre gli dà ragione, perché si sente proprio che la tensione si è sciolta. In realtà Masa non mi è sembrato un padre così terribile. Non riesco bene a conciliare la sua impressione di questo capitolo con quella di uno che per un anno intero non ha mai scritto al figlio... Mi è piaciuto leggere della loro interazione in questo capitolo.

Altra cosa a cui pensavo, in effetti, è come viene tratta questa faccenda dei Phantom Thieves a livello di news e informazione pubblica, ma magari ne parleremo più avanti. Ad ogni modo, non penso renderebbero tutto di dominio pubblico, anche se può avere senso che la famiglia di Akira venga informata dello stato di fatto da Sae e le istituzioni che hanno chiarito il caso.



La scena in cui Akira prepara il bento per Goro poi è molto carina :3 e ancora più carino è Sojiro quando gli sistema i capelli e gli dice quello che gli dice ahaha mi ha fatto tanta tenerezza. Venendo al pezzo successivo, ecco, il flashback sull’infanzia di Goro mi ha interessata particolarmente ed è anche stata una parte che ho trovato scorrevole da leggere. Come ti dicevo, ho trovato più lenta e faticosa la prima parte, e infatti ti ho fatto notare tante cose, ma da questo punto in poi sono riuscita a entrare molto di più nel racconto e a non pensare praticamente più per niente alle parole e al testo stesso.
Chissà perché a Goro è tornato in mente proprio quel ricordo. La mente a volte fa davvero dei voli pindarici e nemmeno ce ne rendiamo conto. Il flashback è stato molto interessante e, per quanto in un certo senso “estremi”, ho trovato gli avvenimenti descritti molto verosimili e realistici. Tutta la scena tra Mika e Goro è stato scritto molto bene secondo me, l’ideologia di vita di lei è comprensibile per quello che ha vissuto, è un tipo di ribellione bassa e terrena che sicuramente può nascere in chi sperimenta uno stato di abbandono simile. Ci sono alcune frasi che mi sono piaciute moltissimo, come questa: “A quel tempo non era in grado di capire la disperazione dell’essere desiderati”. Davvero, è stata bellissima, perché hai sintetizzato qualcosa che è vero per il Goro del presente ed era vero per la Mika di allora, a livello inconscio o mascherato in diverse maniere, ma pur sempre il nocciolo della questione. Adoro quando riesci a cogliere l’essenza di una scena o di un personaggio con poche parole. Penso sia una delle cose che a volte ti riesce meglio.
La conclusione della scena, poi, è piuttosto dura e triste per noi lettori. Non l’ho trovata insensata, anzi, ci sta, è un gesto che Goro potrebbe fare dal mio punto di vista. Tuttavia, mi sento come se mi fosse mancato un nesso. Comprendo il collegamento tra il ricordo spiacevole e il fatto che gli si chiuda lo stomaco, ma esattamente il ricordo del viso di Ren che gli sorride, in che maniera diventa un “sottotetto”? Questa parola mi ha lasciata confusa e con un nulla di significato concreto nella mente. Allo stesso modo, in che maniera intendi la parola “un rifiuto” nell’ultima frase? “Un rifiuto” inteso come il suo rifiuto a mangiare o “un rifiuto” per descrivere il bento regalatogli come se fosse qualcosa di infimo valore? Sono curiosa al riguardo!

L’ultimo segmento, quello che ritorna al 20 marzo 2017, è stato scorrevole e piacevole da leggere. Mi piace molto questa abitudine di Ren di mandare messaggi a Goro con le foto e coi propri pensieri… mi mette tristezza, ma è un elemento ricorrente che torna e mi piace osservarlo e leggerlo ogni volta. La conversazione che si instaura col madre mi ha fatto ridere molto ahaha anche se non ho capito bene cosa vuoi dire su Masa quando dici che anche lui aveva un “Ryuji”. Sembra come se stessi dicendo che ha l’amante. O sbaglio? Perché quando dice “Ryuji”, Akira mente perché ha scritto a Goro e Goro è il suo interesse romantico - per quanto defunto *sigh* - e il padre pensa che Ren stia mandando le foto a una ragazza che gli interessa. Insomma il nesso tra il “Ryuji” che Masa intende per Ren e quello che descrivi per Masa, qual è? In che maniera si svolge? Magari ho frainteso tutto io, per questo ti sto domandando una chiarificazione C: è possibile che mi sia persa io qualche sottinteso, non so…
Il finale con i pensieri di Ren a Goro mi è piaciuto moltissimo… e niente abbiamo chiuso con la tristezza çwç

E con questo, ho finito! Ti ho scritto un papiro come sempre. 
Come avrai capito, ci sono state parti che mi sono piaciute più di altre, ma il capitolo è stato molto interessante in sé e mi è piaciuto. Forse ho un'opinione molto positiva anche perché la parte finale l'ho trovata migliore dell'inizio, e si sa che il finale influenza molto i lettori e le sensazioni che gli restano in animo! Attendo con ansia la seconda parte. Ci sentiamo presto, continua a fare del tuo meglio e grazie delle tue storie, è sempre bello seguirti nella tua fantasia e confrontarmi con te ogni volta.
Un abbraccio,

Lumen.
Recensione alla storia Arcano Maggiore n° 11 - 14/06/18, ore 23:05
Capitolo 1: Arcano Maggiore n° 11

Ciao Jess!
Finalmente riesco a leggere e recensire. Avevo visto che il capitolo era molto lungo quindi ho aspettato che finissero gli esami per dedicarmi alla lettura. Che dire, questa volta il capitolo mi è piaciuto meno del precedente. Mi sono sentita meno catturata, meno coinvolta, ho trovato il testo un po' lento in alcuni momenti e poco espressivo - in contrasto invece a quanto mi aveva fatta emozionare "...Oui, le monde est trop petit pour qu'ils ne se rencontreront pas". Inoltre, ho degli appunti personali da farti sulla narrazione. Penso di lasciarti una bandierina grigia per via di questi diversi fattori, e ora spiegherò tutto per bene, sottolineandoti poi anche le cose che mi sono piaciute di questo capitolo! Perché, ovviamente, ce ne sono.

Per quanto riguarda la prima parte, mi piace il fatto che Ren scriva e mandi foto nella chat con Goro, cosa che si comprende facilmente anche se non dici mai esplicitamente nel testo chi sia il destinatario. Chissà se non arriverà mai una risposta? Alla fine, siamo sempre in ambito di fan fiction, ma dubito sia questa la tua intenzione. Mi sono piaciute anche particolarmente alcune descrizioni iniziali, molto evocative, nelle quali hai operato una scelta molto attenta delle parole! Me ne sono anche segnata una per quanto mi è piaciuta, così ogni tanto posso rileggerla e capire bene cos'è che mi ha colpita. 
Andando avanti, comunque, il discorso tra Ren e Morgana sulla faccenda dei suoi genitori ha senza dubbio dei contenuti con un messaggio bello e che penso faccia bene a Ren, tuttavia ho trovato un po’ out of character per Morgana fare discorsi di questo tipo, soprattutto perché, essendo ciò che è, non ha nemmeno mai avuto un’esperienza diretta di cosa sia una famiglia e di come sia il rapporto tra genitori e figli. Pure nel corso del gioco questo non accade mai, se non vogliamo fare eccezione per il caso di Haru e di suo padre, che è la rappresentazione più diretta di una relazione malsana padre-figlia. Certamente c’è anche Goro… ma lì il discorso è più complesso, perché i PT non pensano mai davvero così tanto a Goro e Shido come padre e figlio soltanto, ma incorniciati nei loro ruoli di cattivo e assassino. Penso che il ragionamento sul rapporto tra genitori e figli sia più qualcosa che siamo portati noi giocatori a operare, piuttosto che i personaggi interni al gioco, se sempre escludiamo il protagonista - che secondo me pensa a queste cose, ma nel gioco non viene mostrato esplicitamente quasi mai. Ovviamente questa è solo la mia opinione personale e non voglio andare fuori tema, quindi tornando semplicemente al punto di partenza, sebbene sia solo una mia impressione soggettiva, mi è sembrato di sentire più la tua voce che la voce di Morgana, in quello scambio di parole.

Nella scena con Chihaya, quando descrivi l’illustrazione sulla carta del tarocco della giustizia, mi chiedo quanto sia davvero necessaria la menzione dettagliata di come fosse seduta la donna, del trono e delle colonne. Non dico che tu non debba nominarle, ma tutta la sottolineatura di come il trono non avesse importanza reale nella “scenografia” e di come invece fossero presenti le colonne, e il modo in cui questi due elementi possano affermare ancora di più il potere della donna, mi è poco chiaro. Più che la dimensione data dalle colonne alla “scenografia”, penso sia il fatto che la donna tenga in una mano una bilancia e nell’altra brandisca una spada a dare rilievo al suo potere agli occhi di chi guarda per la prima volta.
Scusami se magari ho fatto un commento che ti sembra superfluo o non giustificato. Mi è sembrato solo che questa descrizione non mirasse al punto, anche perché la domanda che Ren si pone subito dopo è chi sia questa donna, mentre le colonne e la scenografia penso costituiscano i dettagli che meno avvicinano l’attenzione alla figura della persona raffigurata. Fanno più pensare, appunto, all’illustrazione in sé, come quando si osserva criticamente un dipinto in un museo e se ne studiano i soggetti e le proporzioni. Poi magari ho solo fatto un lungo volo io ahaha non è un errore, è solo che leggendo quella parte mi sono distratta dal soggetto principale. Ad ogni modo, ripeto, non credo tu non debba nominarle, perché più avanti Chihaya le riprende per darne una spiegazione - ma al tempo stesso, mi domando, su cosa davvero si è focalizzata l’attenzione di Ren nel momento in cui guardava il disegno?

Ti segnalo poi diversi passaggi tra passato e presente in un punto della narrazione, affinché tu possa farci caso!
Themis era madre di Prometeo, un personaggio che affascina molto Ren: Prometeo è il titano che ha dato il suo prezioso aiuto per forgiare una nuova stirpe divina”
La cosa che stona, più che altro, sono le due parole che ti ho evidenziato in grassetto, e si sente molto lo stacco con “affascina”.

Mi sembra ci siano, in diversi punti del racconto, momenti in cui non fai altro che riversare informazioni sul lettore. Tutto lo stesso discorso che fai fare, in maniera indiretta, a Ren sulla dea Themis mi stona molto. Semplicemente, non ce lo vedo a iniziare ad elencare tutte queste cose così, “distrattamente”, tra l’altro, come se non se ne accorgesse. Si tratta di dire un sacco di informazioni, non poche parole mormorate in un attimo di realizzazione, ad esempio se si ricordasse improvvisamente di chi si tratta. Ren a quanto pare non cerca nemmeno una conferma delle proprie conoscenze in Chihaya, semplicemente le dice tutto quello che sa su Themis, come uscito da un manuale. Mi è sembrato OOC, capisco che la necessità di te narratrice fosse quella di informare il lettore al riguardo, ma al tempo stesso mi è parso forzato sulla sua caratterizzazione. Sarà forse perché siamo abituati nel gioco a non veder mai parlare molto Ren/Akira. So inoltre che si tratta di un personaggio che ognuno può interpretare in maniera differente, infatti sto ancora cercando di capire davvero com’è il tuo Ren Amamiya.
Apprezzo molto vedere versioni differenti di lui, ma ti dico ugualmente cosa mi è sembrato un po’ stonato al di fuori dell’interpretazione personale - come sempre comunque prendi tutto dal mio punto di vista. Mi è sembrato anche un po’ cliché il fatto che quando lei gli fa un complimento sulle sue conoscenze, lui si imbarazza subito e tace - dopo aver fatto, appunto, un discorso così lungo e dettagliato che secondo me è difficile fare in maniera distratta. Ma appunto, è la mia interpretazione. Trovo già più verosimile il fatto che Chihaya spieghi a Ren il ruolo della carta nei tarocchi. Si tratta di un’informazione che lei sta dando a lui, oltre che ai lettori, ed ha un senso nel dialogo.
Ho trovato interessantissimo comunque tutto il discorso sulla carta del Mondo, si trattava di tante informazioni nuove che non conoscevo, sebbene avessi già fatto delle ricerche sui tarocchi. Mi è piaciuta molto la descrizione che Chihaya ne fa e la maniera in cui si armonizza al testo.

Giunge infine la scena in cui Ren rientra a Leblanc e incontra Goro. L'inizio di questo paragrafo l'ho trovato molto molto confuso, con termini poco chiari e vaghi che non rendevano un'idea chiara di cosa stesse succedendo. Forse sono io che non afferro, ma ho avuto questa impressione. Anche nel momento in cui Goro racconta la storia ho riscontrato qualche difficoltà di comprensione. Ad ogni modo, ora di sottolineo alcune di queste frasi che ho trovato controverse o in generale che hanno attirato la mia attenzione per qualche motivo.

In questa frase:
“il principe detective sarà desiderato ovunque per la sua preziosa e amara testimonianza su come un giovane kohai si è tolto la vita.”
Non userei il termine “un giovane korai”, perché si tratta di un termine che non viene utilizzato in maniera universale. Ren può essere il kohai di Goro, perché è più piccolo di un anno, ma non un kohai in generale agli occhi di chiunque e ovunque.

Non si capisce bene questa frase:
Nella paura la donna ha preso la direzione per la strada più vicina e si è ritrovata nella Citta Grigia, nel giorno in cui la città celebrava il Grande Corvo, una specie di spirito protettore che, in cambio di un bambino ogni anno, protegge la città dai pericoli esterni.
In questa frase è tutto così scollegato che non riesco a capire bene cosa vuoi dire. La donna, nella fretta di fuggire, intraprende la prima strada che trova e si ritrova in questa “Città Grigia”, nella quale una volta all’anno un bambino veniva offerto in cambio di protezione dalla divinità locale, il Grande Corvo. Ci ho messo un po’ per capire tutto questo però. Il figlio della donna appena nato, dunque, viene donato al Grande Corvo. Ma chi lo fa? Lei spontaneamente? Appena arriva partorisce alle porte della città e poi qualcuno decide di donare il bambino? Tutto questo è molto poco chiaro.

Il Grande Corvo però ascolta la storia della donna in lacrime, le racconta che è figlio di un Re, che ha ottenuto il suo potere cercando di sacrificare l’unica cosa che aveva, la sua famiglia.
Dunque il Grande Corvo ha una storia molto simile a quella del nuovo Re, marito della donna che è scappata e il cui figlio è stato dato allo stesso Grande Corvo. Successivamente, egli lancia questo incantesimo sul bambino, e il resto si capisce. Tuttavia, anche questa frase che ti ho riportato è molto poco chiara e vaga…

scopre la violenza e le ingiustizie sono all’ordine del giorno nel regno, dove ognuno ha il timore di sbagliare ed esser dato in pasto al drago
Okay, quindi la strega è riuscita fin da subito a risvegliare il drago. Questa cosa, prima, non si capiva. Sembrava fosse sì sua intenzione ma non si era capito ci fosse riuscita subito. Avevo capito invece che stesse ingannando il nuovo Re per usarlo e poter risvegliare il drago e basta, ma che il piano non fosse ancora compiuto.

Detto ciò, trovo interessante il background che hai dato a Goro. Io ho idee differenti sul suo passato e sul ruolo di sua madre - che forse trasparirà nel successivo capitolo di Ametysts - ma è sempre fonte di confronto leggere versioni alternative. Ti ho segnalato tutte le frasi che ho trovato scritte in maniera difficile e ne approfitto appunto per dirti che penso che Goro sarebbe il tipo di persona che racconta in maniera molto chiara e concisa i racconti - cosa che appunto per me non è successa qui, al punto che ho dovuto rileggere le frasi più volte e riformularle diversamente nella mia testa per essere sicura di aver capito. Poi, la storia non mi sembra così spaventosa come dice Ren, mi è sembrata un po' esagerata la sua reazione: si leggono storie ben peggiori, in giro.

Ad ogni modo, ho trovato molto interessante il tema di fondo di questo racconto che narra la storia del ragazzo corvo, alter ego di Goro, solo fino a un certo punto e celandone il finale. Questo stesso finale viene invece espresso nella giornata dell'11 dicembre, con la vera fine di Goro. Interessante anche il parallelo tra Goro e il libro che trova, sfoglia e tiene in mano Goro al Leblanc. Abbastanza collegato e ben espresso ho trovato invece il discorso della carta del mondo, quello della vita che va avanti, superando il lutto e il dolore. Credo che sia esattamente su questo che si incentrano i racconti di questa tua raccolta. Qui il discorso resta sospeso, a metà, ma in maniera giustificata, perché la storia proseguirà nel successivo capitolo della serie, e sono curiosa di sapere come proseguirà. 
Per quanto riguarda il rapporto tra Ren e i suoi genitori, alla fine, io non ho davvero capito come sia e in che maniera si sentano gli uni nei confronti degli altri. Anche la scena finale della madre che fa cadere a terra il cesto e va da lui senza dire una parola e lo abbraccia e solo dopo gli dice "Andrà tutto bene, Ren", mi è parso estremamente cliché, e per questo motivo impersonale, come se mi avesse dato ancora meno informazioni sulla madre di Ren di quanto non avesse fatto il discorso iniziale.
In generale, dovendo tirare le somme, il contenuto del capitolo mi è piaciuto molto, ma la narrazione l'ho trovata meno chiara, con un'eccessivo input di informazioni date al lettore, sulla letteratura greca, su alcuni dettagli dei tarocchi - ad esempio nel senso di quando Ren pensa ai vari elementi e si dice di non capirne niente, ma tu li elenchi uno per uno, ed è sorprendente che lui se li ricordi così bene se davvero non ci capisce niente, non ci crede, etc. I casi in cui ho trovato appropriato questo questo fornire delle informazioni sono stati quando Chihaya spiega i tarocchi, quando Goro narra la storia. Ci sono tantissime cose che potrei commentare, perché questo testo è molto lungo e ho pensato varie cose nel corso della lettura, ma è impossibile riassumerle tutte qui.

Prima di chiudere segno anche diversi errori di battitura:
1. filosofeggiando ed ricoprendo il ruolo di secchione della situazione
2. le carte in sé sono innocue, se si pensa che consigliano e non profetizzino con solenne drammaticità.
3. le fa l’occhialino e lei arrossisce un po’
4. potrebbe esser lui il Re che [di cui] il Regno di Diamante ha bisogno
5. una foresta labirintica e di [in] cui si racconta vivano creature mostruose
6. si è ritrovata nella Citta Grigia
7. La Siretta di Andersen.
8. Perfavore (va scritto staccato)

Bene, penso di aver finito!
Scusami per il papiro, ho scritto - come sempre - una recensione chilometrica. Spero di essere stata chiara nello spiegare ogni cosa, purtroppo sono ancora molto stanca ma ci tenevo a lasciarti il mio parere su questo racconto. Alla fine ho deciso di lasciare la bandierina grigia, perché in questo capitolo ci sono stati sia elementi che mi sono piaciuti che altri elementi che non mi sono piaciuti. Si tratta esattamente di una via di mezzo, ed è giusto scegliere la bandierina adatta. Spero prenderai tutte queste segnalazioni in maniera positiva! 
A sentirci presto,

Lumen Noctis
Recensione alla storia ...Oui, le monde est trop petit pour qu'ils ne se rencontreront pas - 27/05/18, ore 20:27
Capitolo 1: ...Oui, le monde est trop petit pour qu'ils ne se rencontreront pas
Buona sera!
Piacere di conoscerti, mi chiamo Lumen qui su efp ed è davvero bello incontrare nuovi scrittori in questa sezione! Passo sempre a vedere tutte le nuove storie che spuntano in questo piccolo fandom e leggere la tua storia mi ha davvero toccata, ci tengo moltissimo adesso a lasciarti una recensione fatta per bene, e potrei metterci anche mezz'ora a scriverla, ma questo tuo lavoro merita ogni attimo della mia attenzione. 
Non so nemmeno bene da dove cominciare, e io sono una persona generalmente molto pragmatica quando si tratta di scrivere recensioni, seguo quasi sempre un certo ordine, ma penso che per questa volta andrò con il mio gut instinct e lascerò fluire più liberamente i pensieri. Devo dire che darmi questa stessa sensazione è una cosa molto rara e ti dimostra quanto il tuo racconto mi abbia rapita. 

Intanto, forse sembra una banalità, ma uno dei fattori che mi hanno coinvolta di più è stato che si trattasse di una ShuAke. Non è un discorso solo da fangirl ovviamente, per me giocare Persona 5 è stata un'esperienza profonda anche dal punto di vista riflessivo, in particolar modo sul personaggio di Goro. Il tipo di dinamica che si verifica tra lui e il protagonista mi ha completamente e inevitabilmente rapita, ed è qualcosa che ho ritrovato nella tua storia. Dal mio punto di vista, i personaggio sono molto ben caratterizzati. Ovviamente, Akira è un personaggio abbastanza neutro nel videogioco, dato che è il giocatore a poter scegliere molte delle sue interazioni, ma per come la penso io ci sono dei punti fermi nel suo carattere. Ad esempio il fatto che tenga molto ai propri amici (e a Goro, che tra l'altro è uno dei pochi confidant obbligatori. In un certo senso, mi piace questo fatto, perché è un po' come dire che a prescindere da tutto il resto, il suo rapporto con Goro non può mancare allo svolgimento degli eventi. Come se fosse destino, in un certo senso, ed è curioso che anche tu l'abbia nominato nella storia).

Anche io ho ragionato molto sul fatto che probabilmente Akira non ha mai avuto un buon rapporto coi suoi genitori, ne sono piuttosto convinta. Il fatto che nel gioco non ricevi mai un messaggio da loro può essere per esigenze narrative, ma ci credo poco per qualche motivo. Che difficoltà avrebbe posto far ricevere al protagonista qualche messaggio ogni tanto? Per questo ho l'idea che i genitori di Akira siano davvero persone molto fredde e distaccate e disinteressate di quello che gli succede. E, altra cosa che apprezzo moltissimo, è il fatto che finalmente ho visto un Akira fragile e che ha davvero bisogno di aiuto. Magari non è mai palese o disperato, ma è giusto che sia così, è sempre lui quello che aiuta gli altri e mai il contrario. Questa faccenda, nel corso del gioco, mi ha spesso fatta pensare e un po' storcere il naso. Non mi piace che lo si rappresenti come un eroe perfetto e privo di debolezze, e anche qui, ci si ricollega a qualcosa che Goro ha detto nella tua storia. Il filo sottile su cui gioca con le proprie parole è davvero ben costruito. E il collegamento del colore dei suoi occhi, che prima sembrano color del tè, poi sono fiamme e poi sono nel dipinto meravigliosamente emotivo di Yusuke, tramite la tua scrittura evocativa. 

Leggere questa storia è stata davvero un'esperienza bellissima, non so come ringraziarti per averla condivisa qui... ça va sans dire, è finita dritta nella mia raccolta di storie preferite. Ho amato anche il modo in cui hai descritto tutti quanti, specialmente Yusuke, e anche se gli altri sono apparsi di sfuggita, trovavano il loro posto nel quadro in maniera perfetta - come la descrizione delle diverse azioni di Futaba, i pensieri di Ren sul fatto che anche Ryuji sia cambiato. A proposito, ti chiedo scusa, fino ad ora ho continuato a chiamarlo Akira e non Ren. Purtroppo sono abituata a chiamarlo Akira fin da prima che fosse annunciato "Ren Amamiya" come nome ufficiale alternativo - penso che la saga di persona e i suoi protagonisti siano maledetti per questa "polinomia". Credo che Akira gli si adatti di più come nome ma sicuramente è dovuto a un fattore affettivo. Leggere Ren non mi ha per niente infastidita però, anzi, Amamiya è un cognome che suona molto più dolce di Kurusu. Ti chiedo scusa in anticipo perché sono sicura che scrivendo mi tornerà di nuovo spontaneo usare il nome Akira e non Ren, ma almeno sai che è solo per via di una faccenda di abitudine!

Penso che questo capitolo sia stato costruito in maniera perfetta. Ammiro molto questa tua abilità! Io quando scrivo mi trovo spesso molto impacciata e poco fluida, sicuramente mi servirà più allenamento. Ogni cosa si è ricollegata, alla fine, ed ero sinceramente commossa alla fine del racconto, quando Akira tiene in mano il quadro e lo guarda e ritrova tutti, tutti quanti. La conversazione tra Goro e Akira nel locale è così naturale, e anche i loro gesti, che mi sono emozionata in ogni istante. Gli intervalli lunghi di pensiero non mi sono nemmeno sembrati così forzati, mi è davvero piaciuto molto. E poi, quel momento in cui Ren gli chiede di chiamarlo col suo nome, e lo scrive sul palmo guantato della sua mano, la tensione è così reale e palpabile che per un attimo mi batteva forte il cuore. Ovviamente, Sojiro ha avuto un tempismo fatale. La presenza fantasma di quel bacio mancato mi aleggia ancora nel petto. E la loro conversazione, in generale, è stata così normale e naturale... che bello tutto! 

Ti chiedo scusa, non ho fatto altro che vomitare complimenti fino a qui, e non so nemmeno in che ordine questo mio stream of consciousness mi abbia portata a esprimere i miei pensieri. Non sto cercando di elogiarti eccessivamente, ciò che dico è semplicemente ciò che penso. Volevo segnalarti, comunque, alcuni errori che ho trovato nel testo ma si tratta di errori di distrazione. Comunque capisco che sia faticoso rileggere tutto tante volte dopo averci lavorato a lungo e va a finire che i typo sfuggano alla vista, quindi te li segno qui sotto!

1. la cosa è preso una piega strana
2. seppellendo la loro missioni di ladri 
3. Sayuri non è l’unica forma di bellezza che distillata dall’animo umano. 
4. Ha una vaga preoccupazione che la ragazza possa aver origliato le conversazioni tra lei ed Akechi
5. Parole scelte, musicali, vibranti – senza un necessariamente un senso – lo hanno intrappolato e liberato
6. Yusuke rimane in silenzio, poi apporta una data, non la sua firma: 19 marzo 2016.

Ecco, penso di poter finalmente chiudere questa recensione. Mi sembra di aver detto tutto e niente! Ti chiedo scusa!
Ad ogni modo, attendo con curiosità le successive storie che pubblicherai in questo fandom e spero che in qualche maniera questa recensione un po' confusa ti abbia dato il feedback che cercavi. Almeno in parte! 
A leggerci presto,

Lumen Noctis.
(Recensione modificata il 27/05/2018 - 08:28 pm)
Recensione alla storia even though i'll never see you again. - 27/05/18, ore 02:57
Capitolo 1: [1]
Buona sera!
Sì, è un po' tardi in effetti, ma oggi ho letto la tua fiction e ho pensato di volerla recensire quando l'impressione era ancora fresca, senza rimandare a domani. Proprio perché l'orario è un po' tardo, ti prego di non far caso a eventuali errori di battitura (potrei farne!). Per prima cosa, piacere, Lumen qui su efp! Sono sempre contenta di vedere nuove storie nel fandom, quindi senza dubbio avrei dato un'occhiata alla tua. La coppia mi piace un sacco, tra l'altro, quindi ho abboccato subito all'amo inevitabilmente ahah

Detto ciò, avrai notato la mia bandierina grigia! Non ti allarmare, l'ho messa unicamente perché ci sono alcune cose che ho trovato, per gusto personale, non adatte a una bandierina verde. La prima cosa, che è quella che salta più all'occhio, è la formattazione del testo. Probabilmente è perché non sei riuscita a usare l'editor di EFP, ma non è molto difficile, vedrai che ci si fa la mano! Leggere questo muro-testo è stato un po' faticoso per gli occhi più che altro, e stancante. Probabilmente avevi anche originariamente scritto dividendo in paragrafi ma a causa dei problemi di formattazione si è perso tutto e il risultato è stato questo (anche perchè le tue stesse note d'autrice alla fine sono appiccicate al testo del racconto in maniera indistinta). Ma come dicevo, è una cosa che si risolve facilmente. Se dovessi avere difficoltà a capire come usare l'editor, fammi sapere e ti darò una mano, è molto semplice in realtà!

Passando ai fatti successivi, ti segnalo prima le cose che penso tu possa migliorare, ma ci tengo a premettere che in sé il capitolo è stato interessante. Dunque, proseguendo, penso che la scena iniziale della descrizione di lui che si sveglia sia molto più comunicativa di quanto non sia stata poi la descrizione del suo stato d'animo, che rivela immediatamente al lettore la sua introspezione e il suo stato psico-emotivo all'interno della storia. Qui interviene una tecnica di scrittura molto efficace che si chiama show-don't tell. In linea generale, mostrare al lettore qualcosa è più efficace che raccontarglielo. Ad esempio, invece di dire subito che era dimagrito e che era questo il motivo per cui andava a comprare l'abito, questo è un dettaglio che poteva essere mostrato più avanti, ad esempio nel momento in cui qualcuno - Akira in questo caso - va a prendergli le misure per l'abito nuovo e magari le confronta con l'ultima ordinazione a nome di Goro. Magari in quel momento puoi evidenziare il fatto che Goro si vergogni di mostrarsi nudo e di farsi misurare da una persona che non conosce, sottolineando un pensiero del momento. Questo è più mostrare che raccontare. Ovviamente, anche raccontare è una tecnica molto utile, specialmente quando ciò che avviene non è rilevante alla storia, e quindi vuoi affrettare il ritmo della narrazione, per giungere nuovamente a parti più salienti! 

Poi, per quanto riguarda lo scambio tra Goro e Akira fuori dal negozio, mi è piaciuto molto come è iniziato, mentre alla fine sembra quasi tagliato a metà. Mi sono piaciute anche le frasi che descrivono in che maniera Goro percepisce il comportamento di Akira come buffo, perché sono state molto naturali. Poi invece, nel momento in cui Goro spiega che sta aspettando l'apertura del negozio, ed Akira risponde, da lì improvvisamente gli avvenimenti diventano più veloci e c'è poca descrizione (ad esempio non c'è descrizione del negozio, che è il nuovo luogo della scena, e sembra non fare alcuna differenza). Alcune parole che si scambiano inoltre mi sono sembrate leggermente forzate. Il cliff-hanger alla fine poi è stato davvero improvviso e inaspettato ahaha

Dunque, per il resto, in realtà il capitolo non è male! La tua grammatica è molto buona e, fatta eccezione per qualche congiuntivo mancato, è impeccabile. Le frasi erano scorrevoli, anche se spesso molto semplici, ma mi hanno permesso di leggere fluidamente il tutto! Se non fosse stato per il walltext che ti dicevo prima a causa della formattazione, sicuramente non sarebbe stato affatto faticoso da leggere. L'idea di rendere il Leblanc non un bar ma un diverso tipo di negozio è interessante, mi sono immaginata Sojiro in questo nuovo ruolo ahah sono curiosa di vederlo all'opera, se mai accadrà. E tra parentesi, poverino!! Come ha fatto a rompersi una gamba?? Spero lo scopriremo e che guarisca presto. Per il resto, non ho molto altro da aggiungere. Anche se la bandierina non è verde comunque ricorda che non fa niente! Se avessi pensato che la storia non avesse nessun valore, ora non sarei qui a scrivere questa recensione. Aspetto i prossimi capitoli!

A presto,
Lumen Noctis.
(Recensione modificata il 27/05/2018 - 02:58 am)