Recensioni di Nirvana_04

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Recensione alla storia Nella neve camminano gli angeli - 14/12/17, ore 12:49
Capitolo 1: Nella neve camminano gli angeli
Ciao, sono qui finalmente!
Nonostante non conosco questo fandom, ho deciso di recensire questa storia/5+1drabble perché il titolo mi ha conquistato. E' sempre uno dei punti fondamentali quando scelgo di leggere una storia, e in questo caso non ho potuto proprio fare a meno di aprire la storia e iniziare a leggere.
Il titolo è accattivante, poetico oserei dire, mi dà un senso di malinconia misto a qualcos'altro di più candido e purificatore, come un qualcosa che in qualche modo lenisce il male e il dolore che uno prova, che in qualche modo ci consola e condivide con noi la malinconia. Ora, io sto facendo una recensione "cronaca" (ultimamente quest'idea mi ha preso, quando mi fisso in una cosa...XD) e quindi non so ancora cosa c'è scritto nella tua storia, ogni cosa che leggerai sarà un'emozione e un parere a caldo, fatto sul momento e senza conoscere tutti i dettagli, come ora. Queste sono le mie sensazione, ora scoprirò se ci ho preso oppure ho viaggiato per la tangente.

La frase nell'introduzione è misteriosa, enigmatica, non riesco a darle un senso senza leggerne il contesto, quindi anch'essa è intrigante e mi ha incuriosito molto. Nel complesso però l'introduzione alla storia è molto semplice e sintetica e non dà molte informazioni. Quindi, brancolo ancora nel buio. Non so adesso cosa narra la storia, ma forse io avrei messo qualche dettaglio in più nell'introduzione, giusto per dare un'idea generale del contesto. Ovviamente è solo un parere mio, dato tra l'altro da chi non conosce il fandom, quindi è molto soggettivo e personale:)

Ooooook! Adesso mi hai fatto male!
Con pochissime parole mi hai catapultato dentro i campi di concentramento, nel dolore più sporco, nell'orrore più indicibile e folle. E adesso la frase di apertura ha un grandissimo senso. Perché la neve per tutti è bianca, è pura, è soffice; vuol dire Natale, pace, riposo, festa.
Assolutamente no per la tua protagonista: per Illya è solo lavoro in più, è sporco e puzza da spalare, fino a quando non arriva altro dolore, altre ferite.
La frase che metti tra parentesi graffe è intensa, è piena di ansia e di angoscia; incute paura, solitudine, disperazione, una folle gabbia da cui non c'è uscita, come un animale (perché è questa la sensazione, credo, che poi si viene a creare vivendo in simili condizioni) braccato, un essere meno di niente che desidera solo diventare invisibile. Troppo male per sperare in qualcos'altro.

Da questa seconda drabble ho capito che Illya è un maschio(sì, sono idiota quando voglio) e che, dopotutto, anche se non spera, ha un obiettivo, uno scopo, un punto su cui tenere gli occhi fissi. Forse è anche per questo che non vede la neve. Voglio dire: la neve è futile, è dolore quando sei costretto a marciare, perché vuol dire freddo; appare troppo bella agli occhi di chi conosce solo disonore e sfruttamento, fatica e ha un passato che vuole seppellire. La neve è un manto che copre quasi tutto: il suo passato, ci prova, ma non riesce con il cadavere, perché ce ne sarà sempre uno nuovo di turno che la neve non arriva a coprire e su cui gli occhi hanno il tempo di fermarsi.
Qui si sente la resistenza, la forza di chi non si arrende, di chi è pronto a dare sangue e vita pur di non morire senza dignità. Perché quando non hai più nulla, neanche una vita, tutto ciò che ti resta è la dignità.

Illya vuole tornare a essere pulito, come quella maledetta neve che resta pulita sotto di lui, nonostante egli la imbratti con il suo sangue. E' su di lui, però, che le onte del suo passato rimangono aggrappate.
Mi stai facendo innamorare di quest'uomo, della sua forza di volontà, della sua tempra, del suo dolore. Mi stai spezzando il cuore in modo lento e meticoloso. Frasi breve, significati profondi.
La contrapposizione tra Illya è i suoi "compagni", nuove reclute che dovrebbero essere inferiori a lui in quanto a carriera, è resa perfettamente dalla frase in corsivo, dove ogni cosa è ribaltata proprio dall'eredità che si porta dietro il protagonista.

Quello che mi sorprende per la sua delicatezza in questo schifo di mondo è l'amore. Cos'altro può campare in un simile posto dimenticato da Dio? Eppure un legame segreto, spaventoso, orribile (perché è pericoloso avere un simile legame in un luogo simile) Illya ce l'ha, ce lo aveva forse. Adesso è dietro quella porta e tutto ciò che egli fa non è gridare... no, lui dopotutto è un soldato e la disperazione e il dolore provato in quegli anni gli hanno tolto la capacità di urlare, l'inutilità di gridare (non serve a niente, lui lo sa). No, lui conosce un altro modo per farlo, più affine alla sua natura, più forte: grida con il corpo. Egli è una macchina da battaglia, e allora dà battaglia. Lo fa con disperazione, con paura, con stanchezza - di sopportare, di perdere, di fallire - e io non so cosa gli sta per accadere, ma fa male lo stesso. Fa sempre male quando la neve diventa rubino.

Oddio... cosa è veramente successo a Gaby? Voglio saperlo, ma ho paura. Invece entra in gioco l'amico che sostiene, l'amico che lotta per salvarlo, anche dalla morte che scava per averlo subito con sé. In qualche modo, però, sembra che Illya voglia abbandonarsi a essa. Ma è l'orgoglio, ancora una volta, a tenerlo vigile, con il supporto del freddo della neve e un amico che sa picchiare anche un amico, pur di salvargli la vita, di tenerlo accanto a sé.
Ci sono delle luci in questo modo: sono soffuse, fredde, nascoste, pericolose ancora una volta perché effimere, ma ci sono. Ed è questo che credo faccia ancora più male.
Sembra che in Illya ci sia del dolore che gli faccia più male delle pallottole, oppure sono le mani di Napoleon che scavano dentro di lui per estrarre le pallottole... forse sono entrambe le cose.

La parte finale mi ha spiazzato: cosa è successo? C'è molto che non so, accidenti a me che non conosco il fandom. Eppure c'è felicità: mi chiedo se è un sogno o sia l'epilogo che quei tre si sono meritati.
Quindi: un russo, una tedesca e un americano. Ne hanno passato davvero tante, tanto che la loro unione è profonda, intima. E' diventa spensieratezza, voglia di vivere, perché hanno lottato, e chi lotta per vivere, per restare in piedi, quando arriva scopre la parte più pura e integra di sé, quella che forse chi ha tutto non sa più che fine ha fatto.
La scena è allegra, divertente, la neve - e quindi anche Illya - si sono riscattati, forse neanche nel modo in cui il protagonista pensava di fare. Forse il riscatto lo ha trovato attraverso i suoi amici e non attraverso Mosca e le umiliazioni che sopportava pur di riavere il suo onore.
C'è un ritorno alla vita e una neve che finalmente egli riesce a vedere: non è la compagna del suo dolore e del fango che porta addosso, non è più maledetta e irraggiungibile. E' la tela su cui la sua vita si è impressa, fotogramma dopo fotogramma, fino a quando egli stesso non ha deciso di prenderne il controllo.

Questa storia/5+1drabbla è fantastica. Io no so dirti cosa ho veramente provato. Ma confermo quello che ho detto all'inizio: è poesia. Va dritta tra le mie preferite.
E' stato un onore leggerla in prima fila, prima di tutti. E' magnifica, sono senza parole. Complimenti davvero!
A presto!