Recensioni di Nirvana_04

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Recensione alla storia Revenant - 04/08/18, ore 18:06
Capitolo 1: Revenant
Ciao!
Innanzitutto mi scuso per il ritardo e ti ringrazio per aver portato pazienza: sono qui per l'ABC.
Come ti avevo anticipato, ho scelto questa storia per lasciarti la recensione. Lascerò una recensione per punti, in modo da non dimenticare nulla e di lasciarla il più completa possibile.
Allora, iniziamo!

TITOLO e INTRODUZIONE

Mi par di capire che il titolo in francese è stato ripreso dal gioco, quindi non mi ci soffermo più di tanto. Per quanto riguarda l'attinenza con la storia direi che si ricollega proprio al ritorno di Kratos in una terra straniera, dopo che lui ha distrutto la Grecia; un ritorno segnato dalla debolezza e dagli incontri inaspettati, che colpiscono il dio della guerra. Musicalmente mi piace molto, ha quella morbidezza in più che forse si addice a questo nuovo aspetto di Kratos (che, da quel che ho capito, tu hai reso in maniera più "debole" proprio per via della perdita di potere), un dio della guerra in esilio, che cerca di annullarsi e farsi dimenticare. Forse non comprendo, tra Grecia e norreni, cosa c'entri un titolo in francese, ma forse io sto a guardare troppo i dettagli (non critico te, ma è proprio una curiosità verso il gioco stesso).
Ho trovato l'introduzione un po' scarna. Secondo me, non basta inserire una citazione della storia per invogliare il lettore. Serve un qualcosa che gli faccia capire se c'è qualcosa di interessante al suo interno, o che comunque possa incontrare i suoi gusti. Perché è inutile invogliarlo con una citazione, che fuori contesto può dire tutto o niente, se poi la storia parla di una tematica o ha una trama che al lettore non piace o non interessa. Servono un minimo di coordinate con cui egli può scegliere: niente spoiler, solo qualche accenno generale che contestualizzi il tipo di storia.
Ti segnalo inoltre che, da regolamento di EFP, non puoi simulare righi vuoti neanche con asterischi.

GRAMMATICA e STILE

Grammaticalmente, l'unico "difetto" trovato sono alcuni refusi, perché la sintassi mi è parsa corretta. Te li riporto di seguito:

il boschi germogliare -> i boschi
la persone non parevano intimorite -> le persone
qualche affilata alla vecchia spada. -> affilatura
fumo all'intero del quale -> all'interno
occhi rossi come in sangue -> il sangue
Riverso su lato -> su un lato
Provò rialzarsi -> a rialzarsi
un gran varietà di erbe -> una gran

Mi è piaciuto molto l'incipit: l'ho trovato curato e stilisticamente coinvolgente. Ho adorato praticamente tutte le frasi in corsivo (non so se sono tue o le hai riprese dal gioco), ma in particolar modo le prime due, perché riprendono un concetto che mi piace molto: gli dei hanno bisogno degli uomini per avere potere; e se non puoi uccidili, dimenticali. La prima frase, poi, mi ha dato un senso di desolazione nell'animo di questo dio, un dio che per primo vuole essere dimenticato. Non so nulla di lui, se era buono o cattivo, amato o combattuto, se gli uomini a lui devoti si siano vendicati o è stato lui a vendicarsi nei loro confronti, però ho sentito la devastazione che alberga nel suo animo. Bella anche l'immagine che annulla tutto, sopra sotto e di conseguenza in mezzo, in una poltiglia sfocata da fango e acqua, ancora una volta desolazione e mestizia vengono richiamati alla mente. Mi è piaciuta anche la metafora del cuore e dell'anima, che riprendi due volte.
La narrazione è scorrevole, cercherei solo di rendere più accattivanti certe descrizioni, come quella del combattimento. Un problema che ho individuato è la punteggiatura. A volte, i periodi si perdono un po', come in questo caso:
Per fortuna l’altra non parve adirarsi del silenzio, si mosse leggera
verso di lui lanciando un’occhiata alla pentola sporca. -> Io avrei separato i due periodi, per dare ritmo alla narrazione.
Comunque ciò che più ho notato è l'uso scorretto del punto virgola, come in questo caso:
A poca distanza; alcuni ceppi perfettamente accatasti, una serie di pentole e ceste colme di un gran varietà di erbe. -> non ha senso il punto-virgola lì.
E poi fai l'errore di utilizzarlo come sostituto dei due punti, come nei seguenti casi:
Adesso tutti quegli sforzi parevano inutili, spazzati via da emozioni che mai avrebbe creduto di poter riassaporare; calore, affetto, curiosità.
E:
Kratos non ne aveva idea, ma in quel momento un desiderio si fece largo nell’anima; rimanere lì, al fianco di Faye.
Infine, i dialoghi: mi piace il modo in cui hai reso più lunghe le battute di Faye, hai dato proprio il senso di chi una volta che inizia a parlare non finirebbe mai; mentre le battute di Kratos sono più secche, pragmatiche. Per la tecnica, ti ricordo che non serve lo spazio tra le caporali e anche qui ogni tanto la punteggiatura si perde.
Per il resto va bene.

TRAMA e PERSONAGGI

L'incontro, mi par di capire da come hai strutturato la trama, sancisce il ritorno di Kratos a una parte più attiva, a un nuovo scontro e a una nuova avventura.
Come anticipato mi è piaciuto l'incipit, ha saputo creare l'atmosfera sia esterna ma anche interna del personaggio. Ho notato che hai evitato le descrizioni del combattimento, sia quello contro gli uomini sia parte di quello contro l'Ala, quindi in un certo senso mi è mancata proprio la parte di azione che mi avevi accennato nella conversazione nel giardino. L'incontro con il demone ha dato modo di carpire meglio la condizione attuale di Kratos: un dio caduto, uno che non è più ricordato da alcun popolo e che vuole dimenticare se stesso; un dio indebolito, che possiede solo una spada trafugata da qualche parte; un dio che può essere ucciso, ma soprattutto che viene ferito.
E poi arriviamo al finale, dove Kratos viene affascinato da questa donna: mi chiedo se è umana, o una semi dea o una donna a cui gli dei hanno fornito poteri particolari o semplicemente è forte e coraggiosa. L'espediente della borsa mi ha fatto pensare, in realtà a Mary Poppins, ma tralasciando questo dettaglio la battuta di Kratos, la domanda che sceglie di farle tra le tante che le vorticano in testa è "come hai fatto a trasportarmi qua?" Beh, posso dirlo? La dice lunga sui pregiudizi degli uomini verso le donne. Le donne hanno una forza che viene fuori nel momento in cui serve, ci sono limiti che vengono spezzati quando si è disperati o impauriti o si vuole proteggere e salvare chi si ama. Qui, ovviamente, il contesto è un altro così come le ragioni, però è un dettaglio che mi ha fatto pensare non poco.
Le caratterizzazioni mi hanno lasciato un po' così: per esempio non mi aspettavo tanta esitazione da parte di un dio della guerra. Forse per abitudine, associo a questo dio un carattere forte, pragmatico, duro. Ci sta che, indebolito com'è, stia per soccombere al demone, ci sta che venga affascinato da questa donna formidabile, ma quanto meno mi aspetterei che non esitasse nel parlare, che per orgoglio si mostrasse deciso almeno nel rivolgerle una domanda.
Lei è molto misteriosa: hai caratterizzato bene il suo modo nel parlare, i suoi modi di fare sono dinamici e diretti, si sente la forza nel nord circondarla; ma c'è anche una sorta di innocenza, che tu evidenzi anche con una voce dolce, che ricorda l'estate, che poi si manifesta nel modo in cui comunica e si rapporta agli eventi e quindi a Kratos. Non sembra minimamente intimorita da quello che immagino un uomo con una certa stazza, inoltre ha abilità mediche, e questo la rende una donna misericordiosa ai miei occhi. Insomma, è tante cose insieme e per certi versi la sua caratterizzazione, anche se più misteriosa, mi ha convinto di più di quella del dio.

GRADIMENTO PERSONALE

Mi sono piaciute le descrizioni dell'ambiente, l'idea di usare anche la mitologia slava mi ha entusiasmato. Ho sorriso quanto il dio greco incontra questa donna che richiama la tradizione norrena. Tra l'altro, forse mi sbaglio, ma il suo cognome mi richiamava il dio degli inganni, Loki. L'incontro di diverse culture è stato ben reso. Un altro dettaglio che ho apprezzato è stato il modo in cui hai delineato la cultura di questo nuovo luogo: nomade, con riti più o meno violenti, amanti della birra, pieni di ospitalità, ma soprattutto dal carattere forte e coraggioso, che sfocia anche in vesti più violente che certo non possono intimorire il dio della guerra.
Andrebbe curato di più la parte introspettiva che, insieme alla punteggiatura, secondo me è un po' il punto debole di questa storia. Avrei voluto i personaggi più delineati, ma nell'insieme la storia è stata piacevole da leggere.
A presto!