Recensioni di little_psycho

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia L’Oeuvre au noir - 30/09/23, ore 01:31
Capitolo 9: File 05: Polvere e ossa
Devo ammettere di non sapere nemmeno da dove iniziare per scrivere una recensione di senso compiuto: mi sembra quasi di dover recensire il manga in sé, perché, oltre la trama orchestrata magistralmente e abbastanza complessa da dover farmi tornare indietro per non perdere i pezzi, in tutto e per tutto sembra qualcosa uscito dalle mani di Asagiri. Come preambolo posso comunque dirti che ho iniziato a leggere la fic alle dieci del mattino e l'ho finita alle otto, senza interruzioni. L'ho praticamente letta tutta la giornata e quasi quasi mi verrebbe voglia di rileggere alcune parti solo per afferrarle meglio. Lo stile è un incanto: le descrizione riescono a sposare lirica e squallore, qualsiasi ambiente viene dipinto come un quadro, i dialoghi sono realistici, i battibecchi secchi e senza appello di Chuuya (Dio, il tuo Chuuya è stato un pugno nello stomaco) con i suoi fantasmi e con Dazai, i discorsi impossibili da decifrare di Mori, Madame de Steal, Verlaine, addirittura le risposte piccate di Elise. Mi sono ritrovata catapultata in un Bungo Stray Dogs forse anche più estremo e tagliente di quello che si poteva immaginare l'autore stesso. Probabilmente ciò che mi ha più colpito è stata la dedizione nel costruire i personaggi non canon: il doppio nero originale, per esempio, è una genialata. La loro caratterizzazione, ciò che le spinge a combattere (per entrambe, comunque, l'ossessivo amore misto a vendetta, che in ogni caso è il carburante di quasi ogni personaggio presente), gli scambi di battute, il loro passato da nemiche a partner, l'intelligenza emotiva - almeno loro - di riconoscere di non odiarsi davvero. Per non parlare del personaggio della Madame: la diplomazia, la scena dell'invito per il tè con Agatha Christie e Goethe, il suo ascendente su Hugo. Personaggi ricchi di particolari e interessanti da lasciarmi stregata a ogni parola, gesto, macchinazione. E la dedizione e l'impegno che hai messo per ogni abilità di ognuno: giuro di aver letto tutte le note sempre più stupita di quanta attenzione avessi posto ad ogni particolare. Tutta l'organizzazione si è piano piano dipanata all'interno della storia e nemmeno completamente. Questa storia ha del magico!!!
Se personaggi mai visti prima mi hanno fatto rimanere col fiato sospeso, potrai immaginare cosa mi ha fatto sentire invece personaggi visti e conosciuti da tempo. Scritti da te sembrano prendere una vita totalmente diversa. Sono ICissimi, li hai fatti a pezzi e analizzati e rimessi insieme, a nudo, in tutte le loro sfaccettature. In questa storia nessuno è mosso da un solo obiettivo: i desideri, i rimpianti, i ricordi, i legami si intrecciano gli uni con gli altri come una ragnatela e tutti rimangono bloccati come mosche. E cadrebbero pure come mosche se non fossero dei completi scoppiati. (Detto col cuore, ovviamente.)
Il tuo Chuuya, come ho detto già prima, ha fatto male. Peggio del Chuuya di Stormbringer, perché il tuo Chuuya lo ricorda e lo rimpiange e prova a dimenticare il sé sedicenne e allo stesso tempo vuole ancora vivere nella sua pelle. Il tuo Chuuya pensa agli anni peggiori della sua vita e /li rimpiange/, perché quel dolore era stabilità (quel dolore era anche Dazai.) Inutile dire che l'ultimo capitolo è stato come le montagne russe: mi ha fatto salire un groppo alla gola e mi ha sollevato l'idea di un possibile lieto fine. Chuuya è fedele, piange, ama, visita la tomba di Rimbaud, guida la moto di Albatross, sa di essere usato da Mori e da Dazai; Chuuya è tra i personaggi più umani che abbia BSD. E tu gli hai dato una vitalità incredibile. Già mi piaceva da impazzire e non mi bastavano mai le briciole che ci buttava Asagiri, ma tu me l'hai fatto amare follemente. Non c'è niente di più umano di qualcuno che vuole come un disperato /appartenere/ a una persona, a un luogo. Il caro vecchio tiro alla corda del cane e del padrone: Chuuya non dice mai a Dazai di non chiamarlo cane. Nei primi capitoli pensa schifato all'idea di loro due come amanti - e nella storia non lo sono mai nel senso fisico e reale del termine, ma l'intimità di quello che hanno condiviso va oltre ogni possibile descrizione. (Il Doppio Nero dovrebbe dire abbastanza.) Sono morta per tutta la parentesi di Cosette con Albatross - e mi ha straziato quando Chuuya ha descritto la morte delle bandiere come il giorno più triste della sua vita. Non il tradimento di Shirase, non l'abbandono di Dazai, nemmeno il giorno in cui ha realizzato di poter non essere realmente umano. Nella light novel le bandiere mi hanno lasciato l'amaro in bocca: spariti subito e ricordati solo sul finale. Invece qui sono i protagonisti indiscussi dei suoi sensi di colpa. Non fa un passo che pensa ad Albatross o a Doc, non può evitare che la mente vaghi e arrivi a loro. Perché la cosa più umana che abbia mai fatto Chuuya è continuare ad amare e a farsi male. Dopo le Pecore si sarebbe potuto fermare; invece ha amato le bandiere, Kyoko, Rimbaud e perfino Verlaine. Il tuo Chuuya ama anche Tsujimura - il che ha perfettamente senso. Lui non può non amare. Altrimenti avrebbe già mandato tutti al diavolo perché qualcuno di potente come lui non avrebbe alcun giovamento ad essere un sottoposto di Mori. (Non so come spiegare quanto abbia ADORATO l'analisi spietata e attenta del rapporto tra i due: Mori è Dio finché Chuuya vive. Le due persone più potenti sia fuori che dentro la Port Mafia dipendono da lui. La faccenda si fa ancora più divertente perché il diretto interessato queste sottili trame di potere non le afferra del tutto. Anzi, non sa di essere tanto fondamentale!)
Mori fa di tutto per salvare la sua arma finale, Mori ama Yosano nella sua maniera perversa e sudicia e fa di Elise una sua copia, Mori ha reso Chuuya il cane di Dazai e Dazai il figliol prodigo che torna a casa, Mori anche pensa a Fukuzawa come a un partner ma gli taglierebbe la gola in qualsiasi momento, Mori ha regalato Chuuya a Kyoko per incatenarla a sé. Di nuovo, sei riuscita a mettere in luce le caratteristiche salienti di questi personaggi spezzati, complicati, complessi e decisamente complessati. Mori che non ha bisogno di alzare la voce, che lancia sguardi glaciali, che convince Dazai a stare con Chuuya, è la mano del fato che orchestra ogni cosa. La rete di affetti si infittisce ma è logica e immediata: lui ama Yosano, Fukuzawa ama Yosano e Ranpo ama Yosano ("Non anche lui, Dio... Non proprio mio figlio" pazzia pura, mi stavo sentendo male) ma i loro sentimenti non sono della stessa natura. E finché tu non l'hai messa nero su bianco, io la dinamica così chiara e coincisa non l'avevo proprio afferrata nella sua interezza.
Ciò vale anche per la figura di Kyoko. La sorella maggiore, la madre mancata, la morte senza sesso - l'insicurezza del Chuuya quindicenne sulla propria sessualità e sulla propria apparenza??????? Meraviglioso - è colei che ha plasmato Chuuya. Perché addestrarlo? Perché era bello come una bambola, perché era innocente, perché Kyoko vuole vedere la bellezza nell'oscurità. L'unica persona nella Port Mafia che vede ancora Chuuya come bello e puro è lei. Che lo rende avvezzo al lusso e all'artigianato, ai vini pregiati, che va a scovare un demone dall'inferno per salvarlo. Avendo letto di Verlaine già nella scena iniziale del primo capitolo, mi sarei aspettata una partecipazione forse più concreta. Ma come le bandiere, lui è presente nell'assenza. Penso che Chuuya vada alla tomba di Rimbaud più per Verlaine che per Arthur stesso. Perché non c'è nemmeno un corpo su cui Chuuya posso piangere sopra. Quando lo chiama "mon petite frère" ho sentito un vuoto nel petto. Verlaine sotto terra che aspetta la tempesta. Verlaine che alla fine come aveva predetto è davvero l'unico in grado di capire Chuuya. Verlaine salvato in punto di morte da Rimbaud e Chuuya che parla ad alta voce della possibilità di una famiglia con loro due.
Chiaramente senza Dazai - la mina vagante di tutta questa fic. Dazai che ha manipolato Chuuya al punto che la sua voce è l'unica che sente nella testa, che ha giocato fin dal primo giorno al bastone e la carota, che ha preteso il monopolio sulla sua altra metà. Lui gli fa male e lui lo cura - è altamente manipolatorio, nella sua umanità Chuuya è la vittima di uno psicopatico che non riesce a lasciarlo andare. Geloso delle amicizie e degli amori, inginocchiato in un bar a farneticare "mio mio mio", Dazai non è poi più lucido di altri. Il tuo Dazai attraverso gli occhi di Chuuya è un rompicapo, eppure dal punto di vista di Mori è un ragazzetto prevedibile, forse capace di reggere il passo. Dazai dagli occhi di Mori è manipolato e manipolabile quanto Chuuya è agli occhi di Dazai, in un circolo che non si spezza, dove chi raggiunge prima la fragile mente di Chuuya vince. Sei stata fenomenale nel tratteggiare le linee di una famiglia feroce e disfunzionale, di un covo non di serpi ma di ragni. Tessono e tessono e tessono - mi hai tenuta incollata allo schermo del telefono per ore perché appena si sbrogliava un nodo ne compariva un altro. (il finale. IL FINALE. YOSANO. Ti prego dimmi che avremo delle risposte. E che vedremo di nuovo Simone e Adriene.) Affronti, come è ovvio, anche il tema pulsante del personaggio di Dazai: la morte. Dazai non si uccide perché ha scoperto Chuuya a cui invidia l'attaccamento umano alla vita. Odasaku è il padre che si è scelto, il suo peccato originale, però Chuuya è /il resto/. Odasaku è la parte umana e Chuuya quella mostruosa e Atsushi con Akutagawa diventa la sua redenzione. Non hai indorato la pillola: Atsushi /è/ il regalo per Ryonosuke. Akutagawa è l'ultimo grande giochetto mentale di Dazai (che avrà pensato o la va o la spacca, o questo si spezza o si piega) lasciato in regalo a sua volta a Chuuya. Chuuya vi si vede riflesso se stesso - e lo allena, e vuole esorcizzare Dazai a suon di pugni perché sa quanto fa male averlo dentro. Altra ottima scelta anche dal punto di vista narrativo.
Gli scambi che in assoluto ho adorato sono quelli che forse sembra meno probabile vedere nell'opera originale (però chissà, magari col tempo): quelli tra Atsushi e Akutagawa.
I "ma sei cretino?", "cadresti pure da fermo", "... Nell'armadio??", "Smetti di guardare le gambe di mia sorella", "Non ho niente. Hai me". Splendidi. Ryo che ringrazia Dazai. Atsushi che gli stringe la mano al capezzale di Chuuya. Al quarto (!!!) tentativo c'è un doppio nero che funziona. Perché sono stati spezzati da altri e provano ad aggiustarsi tra di loro. Perché per la prima volta non sono due diamanti costretti a cozzare l'uno con l'altro. Ci sono altre centinaia di ragioni per cui ho amato questa storia, soprattutto per i dettagli. Kyoka che prende il tè con Atsushi su tovagliette leziose, che litiga con Lucy e dorme fuori al posto di dividere la casa con Akutagawa. Gin allenata da Verlaine, inflessibile, che serve a convincere Kaito, che abbraccia il fratello e che a sangue freddo è disposta a uccidersi pur di non tradirlo. Chuuya che potrebbe rientrare nella famosa lista di Kunikida.
ADAM!!! Adam che alla fine di Stormbringer mi ha distrutto. Adam portato in vita da Verlaine (nella storia c'è sempre quello sottofondo ironico, come Chuuya con l'occhio bendato come il vecchio Dazai), con le sue battute ridicole e il grande esempio lasciato a Chuuya che l'umanità non la decide la tua nascita.
Se ci pensassi un altro po' avrei sicuramente altro da dire, quindi meglio fermarsi. Una storia bellissima e curata fino ai minimi dettagli!
Recensione alla storia The Revolver Equation - 21/09/19, ore 17:23
Capitolo 6: The Heights We Will Jump
Finita l'estate mi sono ritrovata un casino - ma uno vero, orribile - di cose da fare e da studiare, quindi ho davvero pochissimo tempo di scrivere fan fiction e di recensirne altre. Ma, ma per le tue posso anche sforzarmi in una recensione minuscola e sconclusionata perché WOW, se scrivi bene. Queste one shot che danno un senso di "fiaba" al lettore - nel senso che è tutto un susseguirsi di eventi non intrecciati ma molto introspettivi, raccontati come se Dazai stesse in un sogno - mi fanno impazzire. I dialoghi in corsivo sono come dei ricordi particolarmente lucidi da cui poi scaturisce tutto il resto, credo. La parte iniziale è tristissima, quel desiderio viscerale che Dazai ha di morire e il suo dispiacere nel sapere che non è cambiato, neanche con la sopravvivenza di Odasaku, sapere che la persona che avrebbe dovuto mantenerti in vita NON riesce a farlo - sempre nella testa di Dazai, perché Odasaku nella Beast!AU non ha idea di chi sia e probabilmente non lo aiuterebbe nemmeno, in qualità di membro dell'Agenzia e Boss della Port Mafia rispettivamente.
Sono state ricreate perfettamente anche le differenza tra la Odazai e la Soukoku. Mentre Dazai guarda Odasaku come una figura di riferimento, un'ancora (si vede anche dal modo a cui gli si rivolge negli stralci di discorsi, come a chiedergli sempre una conferma o un conforto), l'unica cosa buona da dover salvare, Chuuya è l'esatto opposto. Su Chuuya Dazai proietta tutti i propri sbagli,
è il simbolo della parte marcia del mondo a cui vuole voltare le spalle. Però in qualche modo continuano a ritrovarsi, perché quella parte marcia e insanguinata continuerà a essere anche di Dazai, non riuscirà a liberarsene. La loro battaglia e quando Dazai dice che si era costretto a non dover dire più niente a Chuuya, è una sorta di sua debolezza, ha paura di dire troppo e di sentire il desiderio di tornare indietro.
(Se dovessi soffermarmi sulla Shin Soukoku, poi, non la finirei più. Avevi detto che era a interpretazione, UN ACCENNO, ma quel "Jinko sta piangendo" che suonava come un rimprovero contro Dazai non è un accenno.
Vale più di una slowburn multi capitolo con "enemies to lovers" e "mutual pining". Quindi sappi solo che ho amato pure questo. Ah, e la citazione iniziale che dovrebbe essere da "I'm not okay" dei My Chemical Romance, o forse il mio cuore emo mi ha ingannato.)
Alla prossima
little_psycho ❤️
Recensione alla storia The Revolver Equation - 10/09/19, ore 11:34
Capitolo 5: Paint it Black and Turn it Back
Sto adorando sempre di più queste tue one shot! Il modo BELLISSIMO in cui scrivi, la scelta delle parole, le trame che in fondo sono più ragionamenti e pensieri e dolori di Dazai che altro, e ovviamente tutto dedicato alla Beast!AU che devo ancora capire se sia una cosa fantastica o orribile. (Forse entrambe.)
Penso che tu abbia rispettato un amore sia il prompt che il genere Angst - insomma, qua ci sguazziamo in quella roba. Ammetto che probabilmente è vero che si vince facile con l'angst, perché tende a colpire moooolto di più il lettore.
È stato tristissimo come in tutte e due le realtà Dazai e Chuuya volessero cose diverse; pensavo (stupidamente) che almeno in una delle due avrebbero potuto avere un fantasma di lieto fine. In fondo nella AU Odasaku è vivo e Dazai si fa proteggere e Chuuya non sa che è tutto finto, quindi è il massimo a cui possiamo aspirare.
Prima poter leggere le note finali mi ero accorta di tutto quel riferimento velato al serpente da "Il sole si spegne", e volevo farti i complimenti perché era azzeccatissimo. Il serpente per Kazuko era simbolo di morte e Dazai continua a vederlo senza riuscire a farsi mordere - poi dice che morde Odasaku, quindi vai con chili di angst.
Davvero bella!
Alla prossima
little_psycho ❤️
Recensione alla storia The Revolver Equation - 26/07/19, ore 19:08
Capitolo 1: Lovesick Fool
Inizio col dire che la Beast!AU è una delle cose più belle e terribili che sarebbero mai potuto accadere al fandom. Anch'io conosco a occhio e croce il riassunto grazie a Tumblr, e la tua raccolta mi faceva troppo gola per non dare neanche uno sguardo.
I dialoghi della Soukoku sono così canon da farmi sciogliere il cuore. Il modo in cui Chuuya accetti tutto ma non riesca a perdonare Dazai, l'idea che Dazai possa essere così egoista (ma al contempo così fedele) da lasciarsi indietro l'Agenzia pur di onorare una promessa e la sua lucidità in tutto questo, si vedono perfettamente. Ha fatto uscire tutto in una sola one shot, e non vedo l'ora di leggerne altre!
Ho amato la parte in cui Chuuya chiede una vita più facile per Akutagawa e Gin e Kyouka, da senpai molto più responsabile di Dazai. Già sa che Dazai terrà con sè Atsushi, e ne sembra quasi dispiaciuto.
Il prompt si vede chiaramente soprattutto sul finale.
Ottimo lavoro!
Alla prossima
little_psycho❤️
Recensione alla storia Reach - 10/07/19, ore 21:30
Capitolo 1: Reach
Mi è piaciuta tantissimo questa storia! Ho adorato lo stile con quelle frasi semplici e secche, ma al contempo delicatissime, come se il lettore si trovasse in una realtà onirica, vedendo tutto da lontano.
Quando si tratta di Dazai molte volte leggo di fan fiction "generalizzate" (spero che sia una vera parola, suona proprio come una vera), in cui o ama Chuuya o ama Odasaku, o ancora ha smesso di amare Odasaku per Chuuya e viceversa. Invece no. Può benissimo amare entrambi, e qui lo fa, ma in modi diversi. Perché sono persone diverse che ha incontrato in momenti diversi della sua esistenza. Complimenti, davvero, perché più recensisco e più mi piace! XD
Di nuovo, l'idea che nelle Soulmates!AU ci debba per forza essere UNA sola anima gemella o si debba amare UNA sola persona, mi sembra un concetto troppo astratto e semplice, una limitazione assurda. Invece qui, per una buona volta e penso proprio che sia la prima (premettendo che leggo davvero poche Soulmates! AU), l'aver trovato l'anima gemella non cambia le idee di Dazai. Non accetta Akutagawa per un segno che brucia sul polso. Ha vissuto e ha sofferto, e solo perché sono magicamente compatibili non significa che debba provare dei sentimenti, dopo aver sofferto ed essere diventato freddo. Né felice né infelice.
Breve ma bellissima fic!
Alla prossima
little_psycho 💕