Ohibò! Ma quando l' avevi pubblicata, la drabble? Non me n'ero accorta...
Io non saprei come definirlo, questo ...viaggio. Sì, ho trovato quantomai appropriato il sostantivo che tu stessa hai affibbiato alla tua creazione: viaggio.
Un macabro itinerario tra presente e passato, tra illusione e realtà, che per noi che lo percorriamo adesso insieme a Saga si conclude in un vicolo cieco.
E' angosciante, ma in modo diverso dagli altri tuoi scritti: questo infatti non ti lascia speranza. Nessuna luce illumina il protagonista, nemmeno un flebile spiraglio.
Saga, come tutti i pazzi che si rispettino (pur essendo diabolicamente lucido, non si può dire che non lo sia) ha delle manie di persecuzione: e la sua ha, specificatamente, un nome e una forma ben precise. Aiolos.
Interessante come, all'inizio, si percepisca bene che Saga non è Arles: difatti l'aspetto deturpato di Sagitter lo turba soprattutto perchè sa che quel male è stato lui a causarglielo.
" L' altro l'aveva - finalmente - lasciato solo con se stesso, e tutto ciò che lui in quel momento voleva era prostrarsi ai piedi di Sagitter e chiedere perdono."
Ecco, questa frase esprime perfettamente ciò che volevo dire: all'inizio, nonostante l'atteggiamento già ostile di Aiolos, è il senso di colpa a farla da padrone, perchè Gemini ancora non si è reso conto di avere davanti solo un'immagine.
Lacrime amare salirono a pungergli gli occhi: Aiolos non avrebbe potuto sapere dell'esistenza di Kanon.
Il vero - il suo - Aiolos era morto, sepolto su una collinetta dimenticata, e non sarebbe mai tornato.
Quello doveva essere solo l'ennesimo, macabro scherzo dell'altro. Un ulteriore tentativo di distruggerlo."
Dal pezzo citato ( che è bellissimo) l'illusione cade, e inizia a farsi strada nell'animo di Saga la consapevolezza (e la rabbia) che il suo amato ricciolo è morto davvero; da quindi la colpa all'altro, il che denota che è ancora in parte cosciente.
Poi, quel "debole". Ed ecco che le due anime iniziano a sovrapporsi: il Santo, colpito in ciò che ha di più caro (l'orgoglio) da ciò che aveva di più caro (Aiolos), inizia inesorabilmente a sbiadire e a far posto al Demone.
Più questi emerge, più l'arciere assume connotati ancora più orripilanti, perchè visti dagli occhi di quella parte di Saga che in fondo (ma nemmeno tanto) l'ha sempre odiato; e allora, naturale che la violenza sessuale diventi l'arma ideale per disfare l'onore del tanto detestato nemico che quel giorno gli portò via tutto, senza volerlo.
( Non è facile veder Saga sorridere: e da oggi, che fra i suoi capelli già avanza un'ombra di grigio, lo sarà ancora meno... Bella!!)
Nel pieno della "loro" follia, nè Saga nè Arles riescono a comprendere che Aiolos è solo la proiezione dei loro incubi: il primo all'inizio lo crede reale, poi un attacco del suo doppio, il secondo invece vede in lui solo un nemico da sottomettere, non importa chi o cosa sia.
" Aveva le narici sature di odore di morte e gli occhi pieni di immagini lontane, confuse: per un solo istante gli parve di essere tornato indietro nel tempo, quando i suoi capelli erano ancora biondi e gli occhi di Aiolos lo benedivano con la loro risata verde smeraldo."
Meraviglioso come, nell'apice del caos, si intraveda un tenue barlume del Saga che fu, e che questo si manifesti un momento prima di tornare, dolorosamente, alla realtà.
Io ti faccio i miei complimenti: per carità, de gustibus non disputandum est ( o giù di lì) ma secondo me col tuo modo di scrivere e di affrontare la narrazione hai il potere di trasformare in cose belle tutti gli argomenti che tocchi, a differenza di tanti altri.
Il premio giuria te lo sei proprio meritato!
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