Ciao,
ho letto il prologo della tua storia e l’ho immediatamente trovato interessante.
Devo ammettere che Zack si muove molto come “un’anima in pena” nel senso che il ilo conduttore dei suoi pensieri è dannatamente pessimista, tuttavia, non giudico. Non penso che il suo dolore sia dovuto solo alla porta sbattuta in faccia e per certi versi, quando si è tristi, la pioggia non fa per niente bene …
Mi sa che Zack è un po’ meteoropatico.
Mi è piaciuta l’immagine del telefono come un filo conduttore col passato. Mi è piaciuta la debolezza di Zack nel non saper gettare via il cellulare. E’ un po’ come se volesse essere salvato da se stesso o da quei suoi stessi pensieri che lo rendono “ compagno di se stesso “. Non mi ricordo, ma questa affermazione l’ho già letta da qualche parte, in letteratura … comunque, tranquilla, non ti sto accusando di plagio, semplicemente, mi hai messo in testa un tarlo … Nulla di che. = )
Non so chi sia Noah … Non mi azzardo a dargli un ruolo, ho pochi elementi. Bella la descrizione di Roma. Hai usato poche righe ma direi che sei stata essenziale, almeno per la mia testa, perché mi è subito sovvenuta. Mi piace anche quando Zack dice “vado dove mi portano i piedi” perché sa proprio di perdizione. E così mi è apparso questo ragazzo sospeso nel tempo, perduto …
Ma quanti anni ha?
Il Conte Sandstorm
PS: leggerò al più presto anche l’aggiornamento. |