Questi due personaggi mi fanno già battere il cuore. E non perché siano dolci - non lo sono, in effetti - ma perché sono così particolari, così strani, così difficili da comprendere. Mi ci rivedo un po', però. Anzi, un bel po'.
Ti dico i pezzi che mi hanno colpito di più:
«Non stavo cercando di intimidire proprio nessuno» borbottai, allontanandomi da te. «Mercoledì mi hai quasi baciata.»
«Vuoi aprire il discorso mercoledì?»
Ti girasti improvvisamente a guardarmi, con un sorriso ironico che non mi piacque per niente. Io trasalii all’improvviso, rendendomi conto di aver appena aperto quel discorso. Mi feci coraggio e continuai a sostenere il tuo sguardo che si faceva sempre più pesante e insistente. «Sì, lo voglio aprire.» dissi.
«Mercoledì non è successo niente» rispondesti, freddo come il ghiaccio. «Forse sei tu che fantastichi troppo.»
Non so se qualcuno ha mai provato questa sensazione, ma io sì. Forse non così marcata, ma anch'io mi sono sentita stupida, cretina, anch'io ho pensato di aver fantasticato troppo. Io ero sul punto di dire 'ti amo' e tutto il massimo che sapeva dire lui era 'non c'è mai stato nulla tra di noi, forse hai fantasticato un po' troppo.' Poi mi è piaciuta moltissimo anche questa parte, breve e incisiva:
«Dormi con un’altra e poi vuoi fare colazione con me?»
«Come sarebbe “un’altra”? “Una”, casomai.»
«Hai capito cosa intendevo!»
«Sei arrossita, Nadia?»
Quel "una, casomai" mi ha fatto tremare. Non sto qui a spiegare perché, penso tu lo sappia.
E soprattutto, la cosa che mi ha colpito di più dell'intera storia è l'uso che fai delle canzoni di Guccini che, tra l'altro, io amo. (Recensione modificata il 29/12/2013 - 03:18 pm) |