Credo che questa sia un’esperienza personale. Descrivi benissimo la tristeza che c’è in questa donna, che dimostra di essere ancora una bambina. Un po’ tutti desideriamo di diventare di nuovo bambini, senza pensieri, amori finiti, problemi ovunque. Mi piacerebbe aprire gli occhi e ritrovarmi piccola, giocare, urlare, gridare e fare cose che ora non posso fare. Ma la cosa che mi manca di più eè che quando ero piccola e piangevo qualsiasi persona mi metteva in braccio, soffiava sulle mie lacrime per farle asciugare e mi accarezzava i capelli per farmi smettere e rassicurarmi. Ora nessuno più lo fa, perché dicono che sono abbastanza grande… ma che stupidaggine! Spero qualcuno ti stia consolando in questo momento, perché te lo meriti!
Complimenti e a presto
Costanza

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Il titolo è molto azzeccato, soprattutto per la miriade di significati che si porta appresso, tutti riconducibili a queste parole.
Si sente in maniera vivida il tuo sfogo, i tuoi sentimenti, nei quali ci si può immedesimare. Descrivi il tuo dolore, la tua depressione in maniera molto realistica, che richiama i momenti di solitudine e di tormento che talvolta sono i protagonisti della vita di ragazzi, adolescenti.
Sono sensazioni che non si sanno ricondurre a qualcosa di specifico e tentiamo di liberarcene, spesso con scarso risultato.
Un pianto incontrollato fa da colonna sonora al cuore in subbuglio.

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