Tu non mi avevi avvisato che hai pubblicato! Cattiva Emma, cattiva!
Ti picchierei se non ti volessi così bene v.v
Ma posso farlo lo stesso *^* *prende la mazza da baseball*
Ciancio alle bande (?), penso a leggere, piuttosto, che sto aspettando questa storia da tempo immemore v.v
Cho è un personaggio che mi ha sempre incuriosita, ed ora, dopo che ho notato il trattamento che i più le riservano, ha cominciato a piacermi ancora di più.
Non ha avuto vita facile, la sua situazione è molto delicata, ma siccome queste cose le ho già dette, e tu sai come la penso su di lei, non mi ripeterò o divento noiosa v.v
L'inizio è davvero tristissimo: fai trasparire alla perfezione tutto ciò che lei prova. È sola, e non c'è nulla che, al momento, possa cambiare la situazione, per il semplice motivo che è lei a non volere che cambi.
Sta bene con se stessa, affezionarsi agli altri porta solo delusione, quindi perché rischiare?
In un certo senso posso capirla: non sono mai stata fortunata con le amiche, e tendo a non affezionarmi più troppo alle persone; è una sorta di difesa: non amare per non soffrire, semplicemente.
Il problema è che io, a differenza di Cho, non ci riesco, e ci cado sempre, perché credo che 'stavolta sia quella buona' e mi lascio andare. Inutile dire che si ritorce contro di me, questo atteggiamento.
C'è una frase, nel testo, che mi ha colpito davvero tanto, e che io trovo adatta al personaggio di Cho. Sono soltanto due periodi, eppure mi hanno colpita, mi sono rimasti dentro.
"Era caduta, tanto tempo prima.
Solo che stavolta non c’era stato nessuno a prenderla al volo."
Sei riuscita ad esprimere alla perfezione come si sente, ripeto. Mi è piaciuto l'accostamento di passato e presente, che non potrebbero essere tanto opposti: prima c'era sempre qualcuno ad aiutarla, a prenderla prima che cadesse, appunto; ora, invece, lei è sola, e deve cercare di rialzarsi da sola.
Il problema è che non è per niente semplice, e che ci sono cose che, da soli, non possiamo fare.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tenda una mano e ci guidi attraverso il tunnel buio della solitudine, affinché possiamo, finalmente, tornare alla luce del sole e sentirci vivi, di nuovo.
Oh be', la mia prima impressione su Daniel è ottima: il mio maritino non è niente male, devo dire, e sebbene Cho anche se non lo ammette ha ceduto al suo fascino (Ah, Cho, non si accettano passaggi dagli sconosciuti v.v neanche se si chiamano Daniel Bennet e sono fighi :P).
Anche l'altra OC, Hailee, mi è piaciuta tantissimo: anch'io come Cho mi sono chiesta come potessero essere amiche, due persone così diverse, eppure mi sono risposta in modo semplice.
I sentimenti arrivano così, non c'è una spiegazione, semplicemente scelgono di arrivare. E l'unica cosa che si possa fare è assecondarli, tanto alla fine, se decidono che deve andare così, non cambieranno idea troppo facilmente.
La scelta di sposarsi così presto non so se l'avrei fatta anch'io, eppure, nella sua situazione, Daniel l'ha aiutata ad uscire da quel tunnel che dicevo prima, e credo che se sono riusciti a superare questo, insieme, non c'è altra difficoltà che tenga: di fronte al dolore, il tempo non conta, conta solo l'amore che si mette nell'aiutare quella persona ad uscirne.
Che siano stati tre mesi, tre anni o tre giorni non importa: sono stati insieme e lui le è stato vicino, e io credo che questo basti. Ci sono coppie che stanno insieme per diec'anni prima di sposarsi, e alla fine finiscono per lasciarsi. Quindi chi dice che quantità equivale a qualità?
L'ultima, l'ultimissima cosa prima di chiudere la recensione. C'è una parte della storia, il finale, che mi ha colpito davvero tantissimo, e ci tenevo a riportartelo perché a parer mio è meraviglioso.
"Il futuro la stava aspettando. La prospettiva del passato diventava sempre meno importante, al confronto.
Cho, il mondo è troppo bello per essere guardato da una finestra.
Glielo doveva aver detto sua madre tanto tempo prima.
Non aveva creduto potesse essere vero anche per lei. Non era brava a essere felice.
Si sbagliava.
Il cuore l’aveva portata lontano.
L’amore era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Aveva smesso di avere paura."
Un passaggio carico di sentimenti, che a me è piaciuto molto. La speranza che rinasce in Cho fa da protagonista, ed hai utilizzato delle frasi sì brevi, ma molto incisive, che mi sono rimaste dentro.
La frase che le diceva sua madre, il suo credere di non essere "brava a essere felice", il suo sentirsi rinata e tornare, finalmente, fanno di questa storia una piccola meraviglia, checché tu ne dica.
Mi è piaciuta tantissimo, non solo perché hai risollevato Cho e le hai dato un po' di felicità, finalmente, ma soprattutto per il messaggio che mandi: si può sempre essere felici, basta volerlo.
Ci sarà sempre un buon motivo per tornare a vivere, l'importante è cercarlo.
E se per questo motivo dovremo andare nella Londra Babbana a perderci, io direi che sì, ne vale la pena.
Ti voglio tanto bene, Emma, e sono contenta di averti conosciuta, perché per una volta, io penso di sentirmi bene, davvero.
Grazie a te, a tutte le ragazze del C.R.E.P.A. ed a questo sito meraviglioso, che non smetterò mai di ringraziare per tutto questo.
Ti adoro,
Mari ♥
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