Recensioni per
Quel giorno di maggio
di Gaea

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/06/12, ore 22:19
Cap. 1:

Ciao :) innanzitutto mi scuso per il tempo che ho impiegato a scrivere la recensione – avevo letto la storia da molto, ma solo adesso sono riuscita a ricavarmi un pomeriggio in mezzo alle sessioni d’esame!
Per quanto riguarda la recensione, ho provato ad essere il più obiettiva e precisa possibile, cercando di non frammezzare il punteggio :) spero bene!
Un bacio! :)

Punteggio totale: 40,5/45

Grammatica e Sintassi: 10/10 punti
Non ho trovato alcun errore.

Stile e Lessico: 9,5/10 punti
Hai dimenticato di inserire lo spazio in questi casi, dopo i tre puntini o il punto interrogativo:

piacerà anche a te stare al calduccio, no? (doppio spazio qui: “anche a”)
rinforzarsi dell’acquazzone…quale scusa migliore per stringersi di più a Olga?
Capisci?Ha fatto come i ghigliottinati francesi
si dice che parlassero dopo la decapitazione…eh, lo stesso
il tema è un po’ lugubre, ne convengo…ma non ti avevo
una notte di incubi, all’inizio?Signora, la prego
mentre tutte le sinapsi collassano…cosa ne so io?
devo proprio andare…davvero, non è necessario
ma se proprio insisti…quello al prosciutto
è da ieri che non mangio…grazie. Brrrr, che freddo
Mentre in questa frase c’è uno spazio di troppo:
piacerà anche a te stare al calduccio, no?

Inoltre segnalo il mancato inciso, qui:

Quel bar là, sull’angolo andrà benissimo. (da modificarsi con “Quel bar là, sull’angolo, andrà benissimo.”)

Trama/ Originalità : 17/20 punti

Giudizio Personale: 4/5 punti
Non amo moltissimo le storiche, devo ammetterlo, quindi è con una punta di dubbio che ho iniziato a leggere questo racconto. Mi hai stupita, più per la scelta stilistica e lo stile narrativo che per il contenuto in sé. Trovo che la forma della tua storia sia la cosa più caratteristica: ho veramente apprezzato la scelta di usare la prima persona, trattando l’intera vicenda come fosse un unico racconto orale – trovata, questa, che catapulta il lettore nell’atmosfera della leggenda urbana, tradizionalmente tramandata a voce. Lo stile che hai adottato ha modificato i miei parametri di giudizio per quanto riguarda la grammatica: solitamente, avrei considerato errore l’iniziare una frase con “e” oppure “ma”. Nonostante ciò qui la punteggiatura - a mio parere - serve a dare un’idea dell’intonazione con cui Vittorio parla, per cui sarebbe stato stupido mettersi a cavillare su qualcosa che, lungi dall’essere sbagliato, dona invece naturalezza al personaggio. La stessa cosa potrei dire per i numerosi punti fermi che, sebbene frammentino la lettura – trovo che, parlando, pause lunghe come quelle implicate dal punto siano rare, soprattutto nella descrizione di momenti clou come quello dell’attentato - sono altresì, per la maggior parte del testo, funzionali alla creazione del patos; personalmente, comunque, preferisco una frase un po’ più lunga e un più vario uso della punteggiatura.
La scelta di non inserire descrizioni - se non quelle che si evincono attraverso le parole di Vittorio – mi ha lasciata inizialmente perplessa, per rendermi poi molto simile alla ragazzina che, seduta al bar con uno sconosciuto, ne ascolta la storia. Molto è lasciato all’immaginazione, a cominciare dalla descrizione stessa del narratore: una figura che resta a disposizione della fantasia del lettore, dai contorni appena abbozzati, come la leggenda di cui si è fatto portavoce. Le pause del tuo protagonista sono spontanee, il suo modo di parlare è semplice, tutto di lui è verosimile e capace di catturare la simpatia – probabilmente, incontrandolo per strada, gli offrirei anche io una buona colazione in cambio di una storia!
Passando alla leggenda in sé, devo dire che la contestualizzazione mi piace: hai reso appieno l’idea di una moderna leggenda urbana, la cui semplicità e verosimiglianza sono comprovate da testimoni che ne affermano la verità con convinzione. Apprezzo la scelta di aver ricordato, inoltre, un evento storico drammatico che ha colpito – e segnato nel profondo – quella che credo sia la tua città. Purtroppo, trovo poco originale l’idea alla base della leggenda in sé, che, come tu stessa hai detto, prende spunto da molte altre già esistenti.
Nel complesso una bella storia, capace di farti riflettere e al contempo scorrevole e gradevole da leggere, fresca nello stile, dalla trama ottimamente sviluppata e coerente per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi. Complimenti ;)

Nuovo recensore
10/05/12, ore 15:10
Cap. 1:

Grammatica e Sintassi:  8 punti 
Stile e Lessico: 8 punti 
Trama/ Originalità : 12 punti 
Giudizio Personale: 5 punti 
Totale: 33 punti 

Bhé sarebbe la mia prima valutazione con questi criteri quindi se hai qualcosa in contrario dimmelo pure xD sono aperto a critiche altrimenti non miglioro mai!
La storia per trama è semplice e questo è un fatto importante altrimenti non sarebbe da definire "leggenda" dato che quest'ultime sono strutturate proprio per essere facilmente trasmesse per via orale. Per l'originalità non ho scelto un voto alto poiché, come tu stesso hai scritto, ti sei rifatta ad eventi realmente accaduti misti ad una leggenda già esistente ma non voglio comunque vanificare il tuo splendido lavoro infatti mi è piaciuta molto. A dire il vero quando ho letto "Brescia" e "
insegnanti, operai, pensionati, gente comune e politici" mi sono un pò scoraggiato poiché non sono propriamente il mio genere di storie, io personalmente non ho molto interesse in rivolte e faccende politiche ma devo dire che ho iniziato a prendere sempre più curiosità e il finale mi ha ovviamente colto alla sprovvista. Ottima scelta del narratore (simpatico il vecchio Vittorio xD) e ottimo stile: di facile comprensione, fluido.
In parole povere: la tua storia mi è piaciuta molto ed hai colto in pieno il senso di leggenda metropolitana. Puoi già uscire di casa e spargere la voce e chissà che entro un mese non arrivi anche da me o su internet! xD ottimo lavoro Gaea e. ripeto, scusa se non sono stato un giudice efficente.