Sono assolutamente d'accordo con le utenti che hanno recensito prima di me, ma c'è qualcosa che vorrei aggiungere.
Innanzitutto, la storia è molto bella: me la sono immaginata attimo per attimo, in ogni dettaglio e la trovo davvero ben descritta (in rima tra l'altro è più difficile organizzare un discorso, visto che si segue uno schema). Inoltre, ci sono dei punti fondamentali che portano a un'importante riflessione, che potrebbe essere, in realtà il tema di fondo di questo componimento: la concezione della morte.
Quasi in apertura, nella seconda stanza, abbiamo la rima "colomba-tomba"; un'immagine forte, che ritorna anche in chiusura, come in una struttura ad anello (espediente davvero ingegnoso e che non smette mai di sorprendermi) e che conduce a due idee di morte contrapposte: la morte come pace eterna e la morte come mancanza di pace. Tra questi due estremi si pone la luna (figura che sia Cla che io abbiamo apprezzato molto), con quel suo sussurro: "la morte cosa vuoi che sia?". La morte, quindi, non è né divinità, nè mostro, ma solo vuoto. Dopo quell'ultimo viaggio, quindi, non c'è più alcuna meta da raggiungere, ma solo l'eternità del nulla.
Di contro a questa riflessione su un tema così impegnativo ed importante, hai messo una bambina, che affronta questo problema più grande di lei con la purezza e l'impulsività tipiche della sua età, scegliendo di seguire la mamma (a proposito, il linguaggio e il ritmo della poesia rendono perfettamente il modo di parlare dei bambini, pur mantenendo un punto di vista "da narratore"). Questo momento l'hai descritto con un'incredibile delicatezza e quasi non ci si rende conto del gesto che la piccola compie - un gesto forte, per molti folle, che non è altro che il risultato di una scelta, quella di seguire i propri istinti e desideri - finchè l'ultima frase non mette il lettore di fronte alla realtà con quell'ultima frase, forte, pesante, secca che segna una chiusura definitiva del componimento e della vita e che non lascia spazio ai ma o ai forse: "ora siete entrambe in una tomba".
Hai sottovalutato questa tua creazione, decisamente. E sottovaluti le tue capacità. Il tuo nome è Seele, una delle parole più belle che ci siano in ogni lingua. Vuol dire anima, e tu hai toccato profondamente la mia. Leggere ciò che hai scritto è stato davvero un piacere, un'esperienza incredibile (anche perchè ti immagino piccolina e sapere che ci sono ancora ragazzi che sanno scrivere così è un sollievo) e di questo non posso che ringraziarti. Prendi la mia recensione come più che positiva, perchè se potessi ti darei un voto ancora più alto di quello che ti sto per dare.
Complimenti davvero. Ti prego, scrivi più che puoi, non smettere mai, perchè hai tutta la mia stima. Un bacio grande. |