Lasciatelo dire: questa è la tua migliore James/Snow di sempre.
Il tuo stile sta maturando, le immagini che evochi sono sempre più delicate e le parole che usi sempre più efficaci. Ma non è solo questo, credo. Trovo perfetta la tua scelta di rappresentare il momento esatto in cui la maledizione imprigiona gli abitanti del Paese delle Favole: e più ancora che le commoventi ultime scuse di Snow a Regina, più ancora che la mano di James che si anima prima di toccare il fondo del baratro, è il brano in cui passi a parlare di Mary Margaret quello che mi ha colpita di più.
Trascorreva così la settimana, scuola, casa e Granny’s diner, mentre il sabato e la domenica andava a fare la volontaria in ospedale, un po’ per aiutare gli altri, un po’ per aiutare se stessa.
Mary Margaret non capiva perché, ma ogni volta che metteva piede in quell’ospedale si sentiva meno sola. Eppure non faceva niente di speciale: chiacchierava con i vecchietti, giocava con bambini malati, aiutava le suore nelle iniziative di beneficenza e portava i fiori ad uno sconosciuto in coma senza nome e senza famiglia, sperando che qualcuno, un giorno, si ricordasse di lui.
Sono rabbrividita, e intendo nel senso migliore della parola. I primi episodi della serie tv ci danno l'idea che Mary Margaret inizi a pensare a David solamente dopo le insistenze di Henry e il suggerimento di Emma di leggergli la favola di Biancaneve, e in questo modo, ahimè, sembra che la maledizione abbia veramente vinto per tutto quel tempo. Ma il loro è un amore indistruttibile. E per fortuna ci sei tu a ricordarcelo, mostrandoci una Mary Margaret che invece, anche prima di Emma e Henry, anche quando la sua vera memoria è avvolta da quell'oblio, è già consapevole che in quell'ospedale, per un motivo ancora non molto chiaro, si sente meno sola.
Davvero complimenti; te l'avevo detto che in breve saresti diventata bravissima, e, be', non mi sbagliavo.
Fabi |