Ciao, splendida Fera! Finalmente riesco a dedicarmi a te, carissima <3
Allora, premetto che la storia mi è piaciuta, ma l'ho trovata alquanto distante dal tuo solito stile, e l'unica tua opera a cui ho potuto paragonarla - alla lontana - è "Kissing your Soul", e con questo paragone in mente, posso capire perché non appaia convicente ai tuoi stessi occhi. E so che se una cosa non ti convince, c'è poco da fare per farti cambiare idea.
Come già ti è stato detto, l'idea è originalissima, e permette di aprire una validissima finestra di spiegazione sui lunghissimi dieci anni in cui il mondo magico si è cullato nell'illusione che Lord Voldemort fosse stato spazzato via dalla faccia della Terra.
Ho difficoltà a immaginare Voldemort, nella prima parte della storia, proferire quelle frasi riguardo alla foresta, ma in compenso lo rivedo molto di più nel suo rimbrottarsi per aver indugiato in simili puerili considerazioni d'ammirazione naturalistica.
"Semplicemente, senza curiosità, come un bambino che non conosce il nome delle cose e lascia che le immagini di ciò che lo circonda colpiscano la sua mente e vi si imprimano."
Ecco, ho ritenuto questa frase particolarmente emblematica, perché, nella mia immaginazione (supportata tra l'altro dal tuo scritto), lo stato di 'non-morte' di Voldemort l'ha portato a conoscere un piano diverso dell'esistenza, rendendolo non più Voldemort, non più Tom Riddle, ma semplicemente 'altro'. E il paragone con un bambino, che, epurato da ogni ingerenza esterna, si limiti a guardarsi intorno, cercando di "assorbire" l'ambiente circostante e di evolversi, mi ha ispirata molto.
"Alla fine riuscii a tornare lucido, a concentrarmi. Misi da parte qualsiasi divagazione e mi sforzai di ripensare a tutto quello che avevo passato nei giorni precedenti: la notte di Halloween, la morte della Sanguemarcio e del suo uomo… e poi quel grande, immenso nulla che racchiudeva in sé tutti i dolori del mondo.
Non avrei mai pensato di morire davvero. La sorpresa era stata così forte da farmi vacillare"
Ecco, questo è il Voldemort che conosciamo. Più lontano dalla mera esistenza e molto più vicino al suo ritorno come Signore Oscuro. In particolar modo, trovo che la frase che descrive il momento in cui la Maledizione gli rimbalza indietro abbia una valenza enorme, e che tu sia riuscita a coglierne appieno il significato e a trasmetterne la forza. Bravissima.
(BTW, sono sempre più fogata riguardo alla traduzione 'Sanguemarcio', e apprezzo che anche tu l'abbia adottata.)
"cedetti alla curiosità così come avevo ceduto alla bellezza e alle fantasticherie la prima notte: aggirarmi nelle vesti di cane, topo o serpente mi affascinava, mi mostrava il mondo in maniera completamente diversa."
Ho interpretato anche questo passaggio come un ulteriore passo avanti per il lento ma inesorabile ritorno di Lord Voldemort, e, se mi è concessa una digressione, l'idea che lui si impossessasse dei corpi di cani, topi o serpenti per spostarsi - ma anche per saggiare i propri poteri - mi ricorda sia l'immagine tradizionalmente Babbana delle streghe, sia quella dei Vampiri, che si riteneva potessero tramutarsi in vari animali. Quest'intreccio di letteratura va a rendere più realistica la tua storia, a mio parere. Se anche non lo fa (aggiungere realismo alla fic, intendo), sappi comunque che io l'ho trovata una scelta molto fiqua.
"Puoi immaginarlo? La contemplazione del tempo nella sua forma più pura. Essere in un luogo fuori da esso, e da lì osservarlo e comprenderlo totalmente. Le stagioni cambiano, le stelle ruotano, la natura muore e rinasce… e tu vedi, assisti a tutto ciò, spettatore muto e impotente e al contempo partecipe e consapevole.
Solo se lo hai visto puoi capire cosa significhi la vita, cosa significhi non morire mai."
Questa. QUESTA! E' sublime, nel più puro senso del termine. Secondo me c'è innanzitutto QUESTO, a monte dell'ideale di vita eterna anelato da Voldemort. E tu sei riuscita a scriverne, facendo trapelare la potenza del concetto. Sono favorevolissimevolmente sconvolta, e mi complimento A SANGUE con te.
T'adoro, sia chiaro.
Tuissima,
Charme. |