GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«LOST HERO» DI KITSUNEDEMON (KITSUNE BLAKE)
Goku sospirò. Mentre l’acqua calda circondava il suo corpo, al contrario la fredda morsa al cuore si fece più forte. Non era il dolore della malattia, no, quello ormai era passato. Era un dolore diverso, un male che serpeggiava dentro di lui fino a contorcergli le viscere.
Questa volta potremmo davvero morire tutti.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Una storia che si apre con una strana e bizzarra tranquillità, tranquillità che, però, è destinata a svanire presto quando Chichi, dopo essersi accorta di quanto sia maturato in così poco tempo il figlio che ha cresciuto per anni, vede che si rintana sotto le coperte con un'ansia che non si confà ad un ragazzino vivace e solare come lui; da ciò comincia un dibattito interiore con cui la donna si interroga sulle sorti della terra, della popolazione, di se stessa e della sua famiglia, ma cerca comunque di pensare positivo e di convincersi che sia semplicemente una giornata come le altre, svolgendo le sue solite faccende come se nulla fosse.
Da qui, però, inizia la caduta inesorabile verso l'oblio della preoccupazione: sa che non è per niente una giornata come le altre, se ne rende conto anche quando torna Goku e se lo ritrova davanti, sbottandogli contro senza quasi sapere il perché e rintanandosi in fretta a propria volta sotto le coperte, senza attenderlo e senza nemmeno aspettare che lui stesso chieda spiegazioni.
Vediamo quindi una donna, una madre, una moglie, che tenta in tutti i modi di non essere schiacciata dal peso opprimente della consapevolezza, consapevolezza che arriva devastante quando Goku la raggiunge; capisce cosa vuole fare il marito e non lo accetta - quale madre accetterebbe di veder combattere il proprio figlio in un torneo che potrebbe costargli la vita? Quale madre se ne starebbe buona in casa a guardare il proprio figlio morire attraverso un televisore? -, strepita, piange, e, per quanto il marito stesso non la capisca, non la si può di certo biasimare per aver lasciato che tutto le crollasse addosso e l'essersi sfogata in quel modo.
Per l'aver messo in luce questi aspetti dei protagonisti, ho trovato in qualche modo la storia abbastanza originale. Non si hanno le solite cose che spesso popolano il fandom di Dragon Ball - mi ci sono avventurata per poco e subito sono scappata, preferendo restare nei miei ricordi di veterana senza appartenere a quella cerchia -, bensì un qualcosa che cerca di spiccare e di far vedere momenti che sul manga mancano, peccando così molto sulla caratterizzazione stessa dei personaggi.
La scena di sesso si è concentrata più sulle sensazioni dei due anziché sulla descrizione stessa dell'atto sessuale, e devo dire che questo sia stato un bene anche perché, insomma, mi appare un po' difficile leggere storie di sesso in cui mi tocca immaginare un palestrato come Goku insieme ad uno scricciolo come Chichi. Ma torniamo a noi. Possiamo prenderlo difatti come del sesso fatto per disperazione, del sesso in cui entrambi volevano cercare di farsi forza a vicenda e di avere almeno un bel ricordo impresso nella mente prima di quel giorno fatale, mossi unicamente dalla voglia di starsi accanto e di perdersi l'uno nel calore dell'altra per quella che, forse, sarebbe anche potuta essere l'ultima volta, come difatti succede dopo il Torneo di Cell. Ma questa è decisamente un'altra storia.
Direi inoltre che i tuoi personaggi sono più umani di quanto non sia mai stato mostrato in tanti capitoli del manga. La preoccupazione di Chichi che continua a farsi spazio dentro di lei nonostante quanto sia successo, la confusione di Goku nel vedere dinanzi a sé una donna fragile che non ricorda di aver mai sposato, e il fatto che entrambi continuino comunque a cercarsi, dandosi conforto come possibile e lasciandosi andare a sensazioni chiaramente umane: per quanto forte e determinata, Chichi è una donna che teme per la vita di suo figlio e di suo marito, e non si vergogna a mostrarlo a Goku e, anzi, sembra quasi cercare un microscopico aiuto da parte sua per far sì che tale preoccupazione svanisca, lasciandola così col cuore tranquillo fino al mattino dopo.
Ancora più destabilizzante, poi, si rivela essere quella promessa: loro non lo sanno, Goku è certo di vincere e di tornare da lei, è certo di salvare la terra e di trarre in salvo il proprio figlio, ma chi conosce la storia sa che purtroppo non sarà così e il finale lascia dunque in bocca una sensazione dolce-amara difficilmente cancellabile.
- Sintassi, stile & grammatica
Ciò che mi è piaciuto è stato il tuo stile. Descrittivo e degno di uno scrittore con la S maiuscola, atto a dare sensazioni e a far immaginare la scena che si sta descrivendo con tutti gli accorgimenti del caso, dal bagliore di una luce al frinire delle cicale; cose che possono sembrare piccolezze ma, nella loro interezza, appaiono come un piccolo quadro che rende bello uno scritto. Non ho capito, però, come mai tu a volte non chiuda i discorsi diretti. Magari è uno stile che non conosco, visto che non uso spesso le virgolette, quindi te lo appunto a puro scopo illustrativo. Vorrei farti invece notare che,q aundo le chiudi, non metti lo spazio, e le virgolette di chiusura risultano attaccate alla parola successiva.
Ti appunto giusto un paio di cose sparse:
❒ centimetri.
E le si era presentato davanti completamente biondo.
In quel → Puoi tranquillamente far salire queste frasi di una e due righe, giacché le ho reputate complementari per lo stesso periodo
❒ ma subito lei gli rivolse un sorriso → “ma lei gli rivolse subito un sorriso”
❒ Invece un istante prima di spegnere la luce Chichi → “Invece, un istante prima di spegnere la luce, Chichi”
❒ lineamenti morbidi che soltanto da qualche giorno mostravano → “lineamenti morbidi che, soltanto da qualche giorno, mostravano”
❒ La donna tuttavia indugiò → “La donna, tuttavia, indugiò”
❒ Ma prima che potesse andarsene l’amica l’aveva bloccato, per fargli una domanda che negli ultimi giorni tutti gli avevano posto almeno un paio di volte → “Ma, prima che potesse andarsene, l’amica l’aveva bloccato per fargli una domanda che, negli ultimi giorni, tutti gli avevano posto almeno un paio di volte”
❒ Tuttavia, per la prima volta in quei dieci giorni Goku sentì una stretta al cuore → “Tuttavia, per la prima volta in quei dieci giorni, Goku sentì una stretta al cuore”
❒ Sorrise, quando le venne in mente che a regalarle quei piatti era stato suo padre, che conoscendo l’appetito di Goku aveva comprato una quindicina di servizi completi. → “Sorrise quando le venne in mente che a regalarle quei piatti era stato suo padre che, conoscendo l’appetito di Goku, aveva comprato una quindicina di servizi completi.”
❒ Ho solo preso paura. → Trovo suoni malissimo, lo ammetto. Magari un “Mi sono solo spaventata” sarebbe più adatto
❒ Così in pochi secondi si alzò e uscì dall’acqua → “Così, in pochi secondi, si alzò e uscì dall’acqua”
❒ Per la prima volta in tutta la sua vita/Per la prima volta in tutta la sua vita → La ripetizione probabilmente è voluta per dare un certo impatto nello stesso momento, ma utilizzerei comunque dei sinonimi
❒ La donna si accoccolò sul bordo del letto, stringendo la coperta, sperando di poter → “La donna si accoccolò sul bordo del letto e strinse la coperta, sperando di poter”
❒ E’ → Ovviamente si dovrebbe scrivere “É”, anche se è più veloce e pratico. Se si usa NVU si può utilizzare la funzione caratteri e simboli per inserire la É accentata, altrimenti su Word lo fa automaticamente dopo il punto
❒ Schiacciata dal peso di questo pensiero → “Schiacciata dal peso di quel pensiero”
❒ tanto cercato ma che non aveva mai trovato. → “tanto cercato, ma che non aveva mai trovato.”
❒ sotto la vestaglia, in cerca del suo seno → “sotto la vestaglia in cerca del suo seno”
❒ stanza accanto.
Ma qualunque → Sconsigliato cominciare una frase con una negazione. Essendo inoltre un seguito della frase successiva, si può tranquillamente salire
❒ In quell’istante la bocca di Chichi si allontanò → “In quell’istante, la bocca di Chichi si allontanò”
❒ E per alcuni minuti la piccola → “E, per alcuni minuti, la piccola”
- Parere personale
Non sono una fan delle storie su Goku e Chichi, lo ammetto spudoratamente. Per quanto sappia che quei due, a modo loro, si amano - insomma, Goku il più delle volte ha in testa solo il combattimento e, per quanto voglia bene alla sua famiglia e lo palesa molte volte, non lo reputerei esattamente un buon padre o un buon marito, almeno secondo il mio punto di vista -, proprio non riesco a farmi scendere del tutto giù storie in cui si parla del loro rapporto, probabilmente perché ho visto sempre più Vegeta propenso ad essere l'uomo di casa e di come si comporti, a differenza di Goku, con Bulma e i figli. Parere strettamente personale, ovviamente.
Qui, però, il suo essere ingenuo e al tempo stesso risoluto mi è piaciuto, forse più di quanto non sia apparso durante le pagine del manga. Lì, infatti, a volte lo trovavo decisamente troppo infantile e poco incline al comprendere la situazione, prendendo le cose molto alla leggera nonostante si rendesse conto a propria volta del pericolo. Grazie, quindi, di avermi fatta ricredere almeno con questa piccola storia. |