Ciao, mi sono imbattuta più volte in questa tua fanfic e ogni volta avevo la curiosità di leggerla per vedere come tu avessi affrontato un tema delicato come la depressione a seguito di un trauma, come hai accennato nell’introduzione.
Stasera, alla fine, ho letto e come temevo l’argomentazione è semplicistica e carente, assolutamente innaturale. A partire da una famiglia inesistente (che, per carità, può essere possibile ma mi pare un po’ esagerato), si arriva al nodo centrale della faccenda, ovvero lo “stupro di gruppo”.
Credo che una situazione come questa non possa essere affrontata in prima persona, come se Kibum stesse raccontando una favola. È troppo diretto, troppo “catalogatore”, troppo distaccato, come se non gliene importasse più nulla e tutto fosse lontano da lui.
Va bene che nel momento in cui racconta ha 24 anni e sono passati dieci anni dallo stupro ma non è assolutamente possibile dimenticare un evento di questa portata così, soprattutto se a seguito ci sono state anoressia e depressione. Partendo dal fatto che l’anoressia è una cosa assolutamente diversa da quella che hai descritto tu, non se ne esce mai davvero a meno che non si intraprenda un percorso di cura psicologica continua e costante (se la prima psicologa dalla quale Kibum è andato non andava bene si poteva cercarne un’altra invece di intraprendere una “cura” a forza di antidepressivi). L’anoressia e la depressione sono due cose diverse, l’anoressia non si cura con antidepressivi. Posso accettare il fatto che Kibum si senta sporco dopo quello che ha subito ma non si può decidere da un momento all’altro di smettere di mangiare. Non funziona così.
L’andamento della vicenda è confusionario. Una serie di malattie si susseguono al trauma iniziale dello stupro in modo incoerente e infondato, o per lo meno avrebbero dovuto essere ragionevolmente argomentate.
L’autolesionismo e l’anoressia ci possono stare dopo lo stupro ma non vanno affrontate così.
L’ultimo punto alquanto irreale è la magica comparsa di Jonghyun e l’innamoramento a prima vista di Kibum. Una persona che è stata stuprata, che odia il proprio corpo al punto da ridurlo a uno scheletrino non intraprende con così tanta leggerezza una relazione con un’altra persona, per giunta maschio (poiché maschi sono stati gli stupratori). Se quello che volevi presentare era l’amore che arriva e salva il malcapitato di turno, mi dispiace, ma non è così che va la vita. Non è possibile che Jonghyun possa GUARIRE Kibum. Al più può essere un palliativo, una “distrazione”, ma il dolore e la sofferenza dentro Kibum rimangono.
Concludendo, avresti dovuto argomentare in modo corretto le varie tematiche e avvertire il lettore di quello che avrebbe trovato, inserendo gli avvertimenti appropriati. Per prima cosa la fanfic andrebbe catalogata “rating rosso” per la presenza di tematiche forti e delicate, poi manca l’avvertenza “non per stomaci delicati”.
Sono dell’opinione che si possa scrivere di qualsiasi argomento (sempre nei limiti del ragionevole), ma sarebbe opportuno trattare di tematiche conosciute o comunque documentarsi in modo approfondito. Pensa che a leggere una fanfic di questo tipo possono essere persone che hanno vissuto personalmente quello che hai descritto e non è rispettoso nei loro confronti se tu lo tratti in questo modo.
Spero che la mia recensione possa averti fatto riflettere. |