Recensioni per
Non dire nulla
di arib

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
04/05/13, ore 23:29
Cap. 1:

Mi hai toccato. Dentro, nel profondo.
Ricordo la prima conoscenza con Didone, il primo approccio con una donna, una dea agli occhi di Enea, che poi non esita, in nome della pietas, ad abbandonarla.
Il lamento di una donna sola, piena d'odio, d'amore e di frustrazione. Tu l'hai reso, perfettamente.
Brava Arianna, continua così.

Recensore Master
28/06/12, ore 08:53
Cap. 1:

È un po' la Didone che ci aspettavamo, in collera sia con Enea, che l'ha sedotta ed abbandonata, sia con sé stessa, che ha ceduto alle lusinghe del figlio di Venere che poi ha ripreso il suo viaggio. Hai saputo descrivere bene il rimpianto e la delusione della regina cartaginese; mi piace soprattutto il pathos che si viene a creare, che spinge ad odiare il troiano; e questo è anche merito tuo! Un piccolo appunto: hai forse usato troppo il termine "amava", un sinonimo avrebbe reso meglio! Alla prossima!

Nuovo recensore
25/06/12, ore 17:05
Cap. 1:


Oggi full immersion nel recensirti :D
Certo che con quest'ultima storia mi hai proprio dato da fare :P e te ne sono grato: mi hai dato l'occasione di riattivarmi cerebralmente :D 
Sei riuscita addirittura a farmi rileggere anche i libri IV e VI dell'Eneide che, a dire il vero, ricordavo solo a grandi linee. 



Hai reso fantasticamente il personaggio di Didone, la sua sofferenza, il suo disprezzo nei confronti di Enea e la vergogna (e la paura) che prova all'idea di affrontare Sicheo nell'Ade.
Mi piace molto anche la licenza che ti sei presa riguardo al figlio mai nato, che fai morire insieme alla protagonista: incrementa l'intensità del pathos che la figura virgiliana di Didone esprime già di per sé.


Lo stile che hai adottato è stupendo: aulico ma non pesante (come in Sepolcro immortale). infatti, nonostante la solennità, la lettura risulta piacevole e scorrevole.



(Recensione modificata il 25/06/2012 - 05:46 pm)

Recensore Veterano
24/06/12, ore 07:36
Cap. 1:

Mhhhhh Mi è piaciuto, hai mantenuto un ritmo e una forma epica. Da poema epr così dire. Didone lo rammento come uno dei tanti personaggi sfortunati dei classici greci, ma pensare poi alle guerre puniche cartago romane fa tutto un altro effetto.

Con quali occhi potrò mai accostarmi al mio Sicheo? Temo suo sguardo in cui pavento accusa, forse condanna. Se m'amava, come può amarmi, ora che piango per il figlio di un altro?

Questa è la sola frase che direttamente mi stona, perché io sono convinto che se si ama qualcuno non ci deve essere condanna ma comprensione.... Ma queste sono solo filippiche mie eh ! Un abbraccio uccellino !

Recensore Veterano
20/06/12, ore 17:21
Cap. 1:

Eccomi qui a commentare il primo capitolo! Questa storia mi incuriosisce parecchio perché mi ha riportato alla mente un ricordo di anni fa, quando anche io scrissi qui su EFP una storia su Didone, personaggio a cui sono molto affezionata. Perciò non potevo che essere curiosa di vedere la tua Didone! L'ho vista e mi è molto piaciuta, l'ho adorata! *.*
Tu non devi affatto temere i miei giudizi, come ti ho detto sul forum. Facciamo che, via il dente via il dolore, ti scrivo qui subito quelle (pochissime) cose che (a mio avviso) non vanno, così poi possiamo passare alla lode. E credimi, per questo primo capitolo c'è tanto da lodare.
Dunque, di errori non ce ne sono: la grammatica è perfetta, a meno che non mi sia sfuggito qualcosa... L'unica cosa che mi ha convinto meno sono (di nuovo! xD) le virgole. Questa volta non c'erano errori di virgole, niente affatto. Però noto che le usi davvero con molta parsimonia, anche laddove io le metterei per dare una pausa e un'intonazione più chiara al discorso. Ora, ovviamente non sono errori, ma certe frasi mi sono sembrate incomplete senza una virgola. Ti faccio un esempio chiarificatore e ti espongo il mio punto di vista (e vediamo se ho capito il tuo: poiché io ho formulato una mia personale teoria sul perché tu non abbia usato le virgole in questa e in altre frasi simili). Dunque, una delle frasi è questa: "Tradita son morta tradendo me stessa". Credo di sapere perché non hai messo nessuna virgola: infatti la frase è e vuole essere ambigua, poiché può essere letta ed interpretata in vari sensi. Ovvero, si potrebbe rendere sia come "Tradita, son morta tradendo me stessa", che come "Tradita son morta, tradendo me stessa". E i due significati sarebbero leggermente diversi, proprio grazie alla scelta di mettere la virgola dopo "tradita" o dopo "morta". Secondo la mia interpretazione tu non hai messo la virgola per lasciare questa ambiguità (correggimi se sbaglio) e a me potrebbe anche andare bene. Solo che lo fai molto spesso e ogni tanto, a mio modesto avviso, sarebbe bello per il lettore vedere anche quale sia la tua chiave di lettura (tanto poi sappiamo benissimo che il lettore, se vuole usare una chiave di lettura piuttosto che un'altra non sarà certa una virgola a fargli cambiare idea xD). Ecco, questo è tutto ciò che volevo dire, più per sentire il tuo parere in merito che non per la virgola in sé, che potrebbe anche benissimo non esserci.
Invece una perplessità su una cosa: "Non rimpiango mia morte" e "Temo suo sguardo". La prima è inusuale, ma all'interno della frase potrebbe anche starci. La seconda invece mi ha lasciata perplessa e credo che qui ci vada un articolo (a mio avviso determinativo).
Questo per quanto riguarda le cose che mi hanno convinto di meno, per il resto direi che non c'è nulla da dire, se non bene.
La tua Didone mi è piaciuta davvero tanto, come ti dicevo. Sei infatti riuscita benissimo a renderla verosimile, sia per il modo di parlare sia per la sofferenza e i concetti che le fai esprimere in questo bellissimo monologo interiore. Il tuo stile (già ho avuto modo di dirtelo nella recensione a Sepolcro immortale) è qualcosa di davvero piacevole; riesci infatti ad essere sufficientemente aulica da essere classica e sufficientemente misurata da essere leggera e piacevole. Infatti il tuo stile è ricercato, usi un periodare classico, molto latino, se mi è permesso il paragone (forse si deve anche a questo lo scarno uso delle virgole? Si sa che i latini non erano dei grandi amanti delle virgole... xD), ma nonostante questo riesci ad essere coinvolgente e leggera, il che è quasi paradossale, visto l'argomento trattato e il tipo di prosa usata (una prosa quasi poetica: sembra, ecco, una traduzione in prosa dell'Eneide).
Didone è credibile nel suo dolore, nella sua sofferenza e nella sua fragilità che la porta a compiere questo gesto estremo, anche se questo significa uccidere il proprio figlio (un parallelo con la tua, e non solo tua, Medea...?) e rivedere Sicheo nell'Ade e leggere nei suoi occhi il disprezzo e tutta la disapprovazione per aver rotto "fede al cener di Sicheo", prendendo in prestito le parole di Dante. Hai reso tutto ciò in maniera molto vivida e straziante.
L'amore per Enea poi lo vediamo qui già tramutato in odio, ma pur fra le parole di disprezzo e di biasimo per l'eroe troiano, si possono sentire gli echi dell'amore che la regina di Cartagine ha bene o male provato per lui e che forse ancora prova.
Adesso sono curiosa di vedere come affronterai i personaggi di Enea e, soprattutto, di Sicheo, poiché il suo è il punto di vista più bistrattato da sempre per motivi più o meno giusti e più o meno validi.
Allora al prossimo capitolo: non so quando lo leggerò, ma spero al più presto.
Ciao e a prestissimo! ^^

Recensore Master
20/06/12, ore 16:48
Cap. 1:

Che tristezza !! il senso di colpa di Didone è davvero intenso...sopratutto quando pensa al figlio ucciso per mano di Enea e che nonostante lo ami...sa che non potrà mai perdonarlo...e giustamente aggiungo io :))
passo al prossimo capitolo !!