Leggendo questa storia mi son detto che ha ragione chi dice che l'uomo in qualche modo somigli ad una piante, ha bisogno di radici, o che ha bisogno di guardarsi indietro per poter andare avanti.
Credo che sia questo lo spirito della storia, che vede un protagonista ormai cresciuto, che vive bene con quello che ha e che non ha problemi a definirsi felice, ma allo stesso tempo ha un bisogno estremo di andare all'origine di tutto, delle cose belle (a cominciare dai suoi genitori) e brutte (la spietata caccia che gli faceva il suo nemico e i suoi degni accoliti) ma tutte unite nella sua mente che forma il suo tessuto esistenziale; è vero che si sono consumate in questa .
Bella anche la scena finale, con quelle particolari sensazioni che in altri ambienti sfiorerebbero il concetto di paranormale, ma data la particolare ambientazione possono essere definite normali; una menzione va alla consorte, forse non ha capito bene cosa ha spinto il marito a quella particolarissima gita estemporanea, ma ha capito che aveva bisogno di quel momento per poter star bene con sé stesso, ed ha preferito stargli vicino. |
