Ciao! Sono finita qui per caso e sono contenta di questa lettura. È scorrevole, diretta, coinvolgente, fa riflettere... Dovresti solo correggere la punteggiatura, che va sempre attaccata alla parola precedente e poi si lascia uno spazio. Certo, quello che conta è il messaggio di questo racconto, ma proprio perché è un pezzo straordinariamente profondo, fa strano vederla scritta "a casaccio". Quando hai tempo non ti costa niente rileggerlo e correggere gli errori. ;)

Mi hai lasciata senza parole. Completamente.
Davvero non so che dire su questa storia, così vera, autentica.
La semplicità con cui l'hai raccontata è sorprendente, il nome perfetto, il finale drammatico, ma ha un buon motivo per esserlo.
"La società basata sulla taglia dei jeans aveva fatto un'altra vittima".
Le vittime che questa società stupida e superficiale, basata su tacchi alti e trucco pesante, sono tante, troppe, ogni giorno.
Il problema è che farsi del male, cacciarsi due dita in gola per vomitare la propria personalità, non risolve niente.
Bisogna fregarsene, se non ti vogliono non ti meritano, e a perderci sono unicamente loro.

Astrea avrà raggiunto le stelle, e da lassù capito che nessuno di quelli che la guardavano con occhiate condannatrici erano perfetti come le volevano far credere?

Complimenti di nuovo.

Baci, 
Cecilia.

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