Recensioni per
series: there was this old book who says
di Slits

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/07/12, ore 23:10

Sono esageratamente lenta a leggere e recensire, perdonami. Arriverò in ritardo, ma arriverò, giuro, e se così facendo ti farò continuare... Be', vedrò di sbrigarmi (anche se in realtà dubito che i miei deliri possano sortire un reale effetto... Per sicurezza prendo e porto a casa. ^^)
Capitolo malinconico e agrodolce, davvero.
è un continuo, martellante ritorno al passato: in ogni paragrafo c'è sempre un irrimediabile ritorno al passato. Ogni nuovo gesto è una memoria, per parlare di futuro, loro due tremano innanzi ad un passato cupo e comunque bellissimo.
Quello che mi è piaciuto maggiormente è stato il modo in cui hai scoperto i tuoi personaggi e li hai lasciati nudi e mostrati anche in panni più deboli, per così dire: si sono rivelati sognatori e fragili. Hanno bisogno l'uno dell'altra per andare avanti, si stringono a vicenda e poi simulano orgoglio e dimenticano (fanno finta).
Il passaggio fra il terzo paragrafo eil quarto mi ha fatta sorridere: Nami pretende di dimenticare quel bacio e, nel passaggio subito dopo, Sanji va a rinvangare il passato -un momento diverso, ma sempre loro.
Ripartendo dall'inizio -altaleno un sacco anche io-, è buffo il modo in cui Sanji sognava un appuntamento alle giostre -incontra Nami e capisce (forse crede solamente?) che quell'appuntamento non sarà per loro, perché la ragazza è brutale e forte. Eppure -eppure- il posto in cui Nami è solita salvarsi ha una somiglianza fortissima con le giostre.
Potrebbero incontrarsi sempre e non lo fanno mai -sognano la stessa salvezza eppure, per una volta, esiste una coppia che non sa guardare al futuro per guardarsi negli occhi, e non viceversa come spesso accade. Sono una coppia di storti, loro. :)
A partire dal secondo paragrafo, si mostra concretamente il modo in cui loro due, insieme, esulino completamente dal mondo. Rischiano e vivono di emozioni pure fin da giovanissimi: non hanno mai temuto realmente per la loro vita. Cresceranno e si uccideranno a vicenda, come forse hanno sempre sperato di fare -morire insieme, l'uno per mano dell'altra e viceversa, intendo.
Sanji che sembra il più fragile dei due, quello che dei due racimola ricordi e conserva tutto, è quello che ha il coraggio di ricordare. Nami sopprime la propria memoria, rifiuta il proprio passato e la propria paura -le proprie emozioni. Viene descritta più volte come una ragazza fortissima, ma forse sta proprio qui la sua debolezza.
La verità è che forse, proprio questa Nami, è colei che trema anche della propria ombra; e non Sanji, apparentemente codardo, il più fragile dei due.
Il quinto è la manifestazione più forte di ciò che dicevo prima: continui ritorni al passato e la loro totale astrazione dal resto del mondo, per un mondo loro. Non solo il mondo di Nami, ma la filosofia di Sanji che ritorna. Il biondo torna sempre in mente a Nami.
Il sei è spettacolari, i pezzi riguardanti la morte di Sanji sono sempre i più belli.
Di qualcosa si deve pur morire, diceva. Non sai quanto io abbia apprezzato il modo in cui sanji ANNUISCE innanzi a Nami .
Letteralmente si consegna ad essa. Sì, una persona normale andrebbe a pensare semplicemente che Sanji dice sì al suo nome. Io -mente bacata- ho letto quel sì come un sì alla propria morte.
La sua morte è Nami ed è l'amore. La sua morte è il frutto di quel passato che sempre ricorda e che lo ha condannato.
E per ultima, sì poi taccio per dieci minuti almeno, è la scena del seppellimento di Sanji.
Sempre da mente mutilata, -rassegnati, è la tua e la mia condanna- così ho pensato (sta' a sentire, eh!): Nami seppellisce Sanji nella neve, e lo fa anche perché questa potrebbbe riportare al candore dell'infanzia e al gioco con Sanji. Allo stesso tempo questa è contrapposto al calore dei sogni di Sanji, della sua spiaggia.
Chiude una tragedia tornando alle origini.
La porta resta chiusa e la rossa cerca di scaldare le mani di sangue. Oh, legata al passato com'è non sa avanzare: lo rivuole in vita, e non ha il coraggio di chiudere quella storia.
Come tti comporterai adesso Nami, tu che hai sempre cercato di occultare il tuo passato anche a te stessa?
Non è una chiusura a effetto, è semplicemente una domanda che mi sono posta. Voglio vedere come si comporterà e cosa farà, voglio vedere nuovamente questi personaggi che mi sembrano sempre più veri e drammatici per ogni riga che leggo.
Mi scuso di nuovo per il papiro in cui sbrodolo tutto quello che penso: è una cosa che mi fa sentire sicura e che per me è sinonimo di apprezzamento. Ragiono così quando una cosa mi piace, vi spendo il mio tempo sopra solo in quel caso.
Non mi sono dilungata sullo stile e tutto il resto perché sai già come la penso a proposito.
Mi limito ai complimenti e cercherò di recensire in fretta la prossima volta -sono perennemente in ritardo! D:

(Recensione modificata il 10/07/2012 - 11:11 pm)

Recensore Junior
08/07/12, ore 13:28

Soldi ben risparmiati quelli di Sanji, davvero. Quel pezzo in particolare mi ha fatto sorridere perché è più o meno la stessa cosa che avrei fatto io con il senno di ora (e non di quegli orribili dodici anni, quando me li lessi tutti e quattro, per concludere che fossero tutte stronzate).
Parlando di cose belle invece, della tua splendida storia, mi piace da matti questo genere di suddivisione, anzitutto perché dà possibilità alla storia di farsi da sè, e perché così posso prendermi tutto il tempo e ruminare sui singoli paragrafi.
Le scene in cui vi sono Sanji e Nami da piccoli sono adorabili, e lo sono ancora di più perché pregne di un'atmosfera fortemente drammatica. è bello trovare questo modo di nascere della vocazione di Sanji: cucina per aiutare, cucina per salvarsi, per occultare qualcosa -pensiero che più volte mi è venuto in mente vedendo il biondo così- un brutto momento, la puzza di sangue, un disagio di fondo. E Nami -è proprio lei- resta comunque fuori, non dà soddisfazioni al biondo, ma trova comunque sostegno in lui. è proprio così che vedo il loro rapporto, è bilanciato e silenzioso, a tratti orgoglioso. Ma bello, e questo primo paragrafo è probabilmente uno dei miei preferiti fin ora. Bellissimo.
Poi Sanji e Nami si vedono crescere, e li ho visti come più sofferenti, più stanchi di tutto, Sanji in particolare. Ho detto precedentemente che apprezzo come lo stile faccia l'atmosfera, perché si definisce nei gesti e nei contorni. Nel secondo paragrafo è come se i due non si guardassero mai in faccia, si sentono parlare, si vede un gatto in strada, Sanji cerca lui e non lo sguardo di Nami, Sanji ostenta un coraggio che non possiede veramente. Di qualcosa dovrà pur morire, e forse è proprio Nami alle sue spalle, forse, per assurdo e per un momento, parlando della propria morte sta cercando di eluderne lo sguardo.
Il quarto ho dovuto -voluto- rileggerlo più volte perché non l'ho trovato immediato, ma, giuro adesso ti adoro, trovando lo sdoppiamento della figura di Sanji, so che ci sarà da sorridere assolutamente compiaciuti per come te la gestirai. Hai già gestito un misantropo, mi aspetto molto da te, sappilo. ù.ù
Il paragrafo di Robin non me lo spiego ancora bene -rettifica: non riesco a segamentalizzarci sopra in maniera soddisfacente- ma sappi che ho sbavato in maniera indecente per come è scritto, sì perché in questo tratto c'è qualcosa in più rispetto al resto. Non domandarmi cosa, non lo so, ma c'è.
E l'ultimo, o mio dio, l'ultimo. L'ultimo è così bbbbbbello. Nami è divina.
Anzitutto perché si comporta come se non conoscesse Sanji, pensa a lui per le informazioni che le hanno dato, si estrania da se stessa e dal proprio passato. Poi, è stato un brivido, davvero, sa dove sono i documenti. Nami parla di una probabilità, ma sa.
Perché conosce Sanji, perché è indelebile. Sa dove sono i documenti ma si prende il proprio tempo, ha una birra ed è davanti al corpo morto di Sanji in una grottesca forma di commiato: la verità è che forse non è così lucida come crede. La verità è che vuole restare con lui, nei luoghi in cui lui è stato il più a lungo possibile.
Si libererà del corpo, e comincerà a cercare dal salotto, da lontano, per prolungare qualcosa. Forse anche per ricordare una di quelle loro chiacchiaerate in cui, così mi è parso, hanno sempre girato intorno al punto, senza volerci arrivare mai davvero. Senza confessarsi a pieno mai davvero nulla.
Superbo.
E  non so più cosa dire. Adoro questa storia, adoro questo genere, il tuo genere.
Mi limito ai complimenti, consapevole che ne meriteresti una barcata in più. E ti ringrazio ancora.

Recensore Junior
07/07/12, ore 08:00

*Ma sono appena tornata!*
Sì, e mi ritrovo dedicata una cosa così. No, dico, così. Così.
Tu lo sai che a me gli AU di questo stampo piacciono inverosimilmente tanto, vero?
Rileggere Sanji/nami è come tornare a uno dei miei primissimi amori, tornare a leggere una TUA ff su Sanji e Nami (dedicata a me, sic!) è trovare via libera a sbrodolamenti di complimenti vari ed eventuali in cui elogio ciò che amo di te da due anni a questa parte. E ti sei condannata a questo punto, caVa.
Ora devo mettere in ordine cose, persone, pensieri perché mi sono emozionata. Ma direi di cominciare, sarebbeancheoraforsesì.
Primo punto: lo stile. Parto da quello perché è proprio lui che mi ha fatto innamorare della tua narrazione: più denso agli inizi, lirico direi, carico, potente, che con il tempo si è slanciato ed è dinventato più secco, immediato. Metamorfosi che ho capito di apprezzare enormemente, per quanto amassi "la te" degli inizi, in questa evoluzione, maturazione, c'è perfezione. Hai tolto parole, ma sei riuscita a dire di più.
Ed è così che si creano bene quelle atmosfere quasi angoscianti che spesso ritrovo in te, che adoro, perché non è angst, non semplice banalissimo angst. E poi tante altre coloriture che fanno di te un'autrice davvero varia, e quindi di talento.
Atmosfere di vicende umane fino a far male: quella profonda indecisa nostalgia di qualcosa -Riza e Roy, Arthur e Francis-; i loro sottesi dolori, quella paura atroce di qualcosa senza nome -Sanji e Nami, i mugiwara nella totalità-; poi ironia -Izaya che diventa Destiny-; e anche storie più distesi e direi comiche -le cronache dell'adorabilissimo Reed, gli appuntamenti (mancati) di Riza e Roy, Barcellona.
Sì, in sintesi sono ossessionata da te. Leggo tutto e recensisco ormai poco, e mi sento terribilmente in colpa -ma ci impiego un tempo lunghissimo, comprendimi.
Ho visto il tuo stile cambiare e, appunto, dare con il tempo spazio a tantissimi momenti e sensazioni.
Ho riso come una demente davanti al computer, infinite volte mi sono depressa, e un paio di volte mi hai fatto piangere (una flash su Zoro, appartenente a una raccolta di cui ora non ricordo il titolo, in particolar modo).
Stile lucidissimo anche questa volta, dunque, e un'atmosfera praticamente militare, mi sembra di aver capito. *Momenti di giUoia per me*
Con un retroscena che incuriosisce davvero, davvero molto.
Poi: gli intrecci. Sei una scrittrice originale, terribilmente, e più volte mi hai fatto cadere le palle con le battute finali. Poffarbacco.
Amo il tuo altalenare continuo fra presente e passato che, anche per mio carattere, mi manda in brodo di giuggiole. La linea temporale di questa storia mi aggrada, e anche molto.
Trame geniali, mi permetterei di dire perversamente geniali, che prendono il lettore fin dalle prime righe. Ti fai amare, non è colpa mia se poi sprofondo nello stalking.
I personaggi.
Oh sì, e quelli sono il tuo cavallo di battaglia. Vai forte sullo stile introspettivo e psicologico, di conseguenza ci vuole una certa abilità a costruire la psiche del soggetto. Già detto centinaia di volte, sono umani. Sono d'inchiostro ma umani.
Meravigliosi in particolare nei momenti in cui sono stanchi della vita, afflitti dal loro passato, da fantasmi rannicchiati contro le loro stesse spalle. Con tic tutti loro, vizi strani, ottiche del mondo strordinarie, in cui piacevolmente spesso mi rifletto.
E poi che altro?
Forse il complesso. Sì, perché per me sei un'autrice a 360° capace di esplorare tutti gli ambienti della scrittura, senza mai cadere nello scontato, sorprendendo ogni volta. è per questo che ti apprezzo così tanto, e da quando sono incappata per la prima volta nelle tue storie.
Mi vergogno profondamente delle mie prime recensioni (spesso anche delle più recenti), perché non rendono giustizia. Perdonami, avrò avuto dodici, tredici anni ed ero demente. Un po' come ora, d'altronde. °ç°
Ad ogni modo, io ti seguo sempre anche se in silenzio e non credo di meritarmi in alcun modo una storia come questa, per il semplice fatto che è un mio dovere supportare la mia autrice preferita. Quella che mi ha fatto crescere, perché a livello di scrittura, e non solo, i primi tempi ho cercato di seguire un po' la tua onda.
Rileggendo certe cose oggi, anche scopiazzando un po' allegramente direi (-_-').
Quindi, l'unica che deve qualcosa a qualcuno sono io, a te.
Adoro le tue storie, hai talento. Ed è giusto così.
Grazie ancora della magnifica storia, la seguirò molto volentieri. Non me la meritavo, comunque.
Ma grazie ancora, davvero, grazie di cuore.

Recensore Junior
01/07/12, ore 10:58

MiPiaceMiPiaceMiPiace.
Anche se molte cose dovresti provare a spiegarle meglio.
Perchè la storia ce l'hai nella tua testa... molte cose noi non le capiamo!

-SheylaLaila

Recensore Junior
30/06/12, ore 17:19

Mi piace molto questa AU..
E poi io adoro la SaNami! E' bello vederne qualcuna in giro di così originale... sul serio.
Mi e' dispiaciuto molto alla morte di Sanji qui... T.T
Molto bella.
E' un puzzle... ben collegato.

-SheylaLaila