Umh. çAç
Povero piccolo Islanda! La prima parte è... buh! çAç
(Preoccupati, oggi recensisco continuamente lanciando faccine che piangono, sarà colpa tua?)
Sei andata molto a fondo nel suo dolore, nella sua mancanza assoluta di quelle braccia che lo stringono, lo coccolano, le storie che gli venivano raccontate... è tutto molto, molto nostalgico e triste. Non mi stupisce che sia scoppiato a singhiozzare davanti a Danimarca, ma proprio per niente. Dopo quell'incubo (che era un ricordo, quindi neanche frutto della sua immaginazione), nel cuore della notte, sconvolto e senza un buon sonno alle spalle da giorni, beh, mi sembrava davvero il minimo. Danimarca è tremendamente dolce, credo che io avrei pianto al solo sentire quel profumo di vaniglia.
Nonostante Islanda si lasci mettere a letto e stringere, bisognoso di quelle attenzioni, si percepisce però che qualcosa gli manca ed è la presenza di Nor. L'abbraccio nel lettone sarebbe completo se ci fosse anche lui, mi intenerisce che lo pensi e non posso che essere d'accordo:
“Ma Noregur non verrà.”
Lo sta aspettando! Lo vorrebbe lì, è chiaro. Piangiucchio sul norvegese scemo che canta ninnananne di nascosto e non dimostra affetto quando dovrebbe.
Allacciandomi a quanto detto prima ti devo citare tutto questo pezzo che mi ha fatto molto male:
“Lo scenario perfetto prevederebbe che qualcun altro si unisse a quell'abbraccio caldo, che lo rassicurasse e gli dicesse che va' tutto bene, che si vogliono bene e sono una famiglia e che smetteranno di vedersi soltanto per i compleanni, dimenticando cosa piace agli altri e finendo per fare regali che non piacciono, come se non avessero vissuto gran parte delle loro esistenze insieme [...]”
È troppo triste pensare a quella famiglia con Islanda piccolino e poi pensare a quello che sono adesso, che si vedono solo per i compleanni e hanno dimenticato tante cose. Nostalgia a mille, santo topazio.
No, un momento, la seconda parte è peggiore della prima e forse perché amo Norvegia, forse perché lo hai reso benissimo, nel suo essere distaccato, fingere che vada tutto bene quando dentro non è proprio così.
Mi sono messa ad annuire furiosamente quando Nor si alza, preoccupato che il fratello stia male e controlla in ogni dove dove possa essersi cacciato. Si preoccupa, Nor, altroché.
Mi hai fatto anche ridacchiare per il pensiero flash dell'incesto e un Danimarca smembrato che sarebbe stato l'unico scenario possibile, con o senza Islanda consenziente.
Tutto quello che viene dopo mi ha stretto alla gola, dal momento in cui Islanda gli dice quella cosa, alla sua reazione composta. Fugge nella sua stanza ed io soffro perché non solo lui non avrebbe mai negato conforto al fratello, ma vorrebbe lui stesso essere abbracciato. Ci sono delle frasi tremende nei pensieri di Nor e io l'ho amato tanto per questa sofferenza che prova.
Alla fine, le braccia che sono come forti rami mi sono piaciute tanto, così come i due pesi che abbassano il materasso. Lo hanno raggiunto, hanno capito che aveva bisogno anche lui di essere stretto e sono andati lì per dormire tutti insieme come una volta.
Non so se sia frutto della sua immaginazione, spero che sia vero e ci siano andati sul serio, ma vero o no il suo tenere gli occhi chiusi fitti per non scoprirlo mi ha spezzato il cuoricino. Un bellissimo lavoro, donna. Norvegia tanto, tanto bello. ç*ç |
