Lo ammetto, è tardi, non mi reggo in piedi e gli occhi mi stanno per chiudersi. Giuro li sento pesantissimi, sono appena rientrata a casa e sono tremendamente stanca, ma se adesso andassi a dormire rimandando a domani la recensione, ho paura che l'ispirazione che mi è venuta adesso sparisce chissà dove. Partiamo dal fatto che questa è la prima cosa che leggo di te, ti ho trovato in una recensione che hai lasciato a C. e ti ho letto. Ho la strana fissa di andarmi a leggere come prima cosa qualcosa d'introspettivo, di solito ci ritrovo sempre la parte più intima dell'autore e mi aiuta a sentirmi legata a lui più di ogni altra persona, in quel momento.
Non so quanto sensate siano le parole che sto scrivendo perciò chiedo perdono se questa recensione alla fine sembrerà scritta ad occhi chiusi e da una mente delirante, che poi non è molto lontano dalla realtà.
Continuo a parlarti di me senza arrivare al punto che mi ero prefissata. Allora, le domande senza risposta. Ecco, io me ne faccio tante di domande, la maggior parte non hanno mai risposta, perchè se dipendessero da me sarebbero già risposte. Ma trovo che sia giusto farsi sempre delle domande, giusto e inevitabile, ti aiuta a restare sveglio anche nel sogno, e non so a te ma mi piace da morire quando alla fine di tutte quelle domande ci metti un bel "chissene" e agisci mosso esclusivamente dall'istinto, errore o bellissima esperienza è comunque qualcosa di cui sei consapevole, è come se accettassi il rischio a braccia aperte accettando sulla tua pelle ogni minima sensazione. Il sapore del cielo, da piccola, e ancora adesso in verità, credevo che il cielo fosse un enorme distesa di zucchero filato, era dolce e buono e per me era sensatissimo. Era scontato che il cielo fosse dolce, anche quando diventava nero, per me era liquirizia. Ero piccola e credevo che tutto fosse semplice come giocare a nascondino, ora attribuisco il sapore al mio stato d'animo. A volte credo che il cielo abbia il sapore del ferro, altre di una caramella all'orzo, tutto dettato da una seri di ricordi e sensazioni che non comando, dettato da domande senza risposta che accetto e me le metto in tasca.
Alla fine ho parlato solo di me e non ho detto nulla di ciò che avrei voluto dire, ma credo che, secondo una delle mie tante teorie deliranti e insensate, se è mezzora che sto parlando di me è solo perchè in un modo o nell'altro mi sono sentita in sintonia con te, ho capito le tue parole e le ho indossate e questo significa tanto. Significa che arrivi alle persone ed è per questo che amo le introspettive. Se sai parlare di te, per come sei davvero, sei già un passo avanti.
Io ora crollo, le lenti stanno limonando con i miei nervi oculari quindi è ora di toglierle e calare le palpebre.
Notte e scusa per questo agglomerato insensato di parole.
Lis |