Recensioni per
Fili di paglia
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/06/20, ore 11:03

Ciao Nocturnia. Poche parole, suggestive, per descrivere Near. Parole che vanno interpretate, in base alla propria sensibilità. Bella l'associazione dei colori, soprattutto il bianco, che ben incarna la figura di Near nell'esteriore, ma anche nell'interiore. Concetti evocativi per questo ragazzo, delineato con poche pennellate nella sua essenza. Suggestivo il finale. Un saluto. :)
(Recensione modificata il 15/06/2020 - 11:05 am)

Recensore Master
26/12/16, ore 18:19

Fili di paglia
di DamadiSangue




Ryuuzaki -> non dovrebbe essere “Ryuzaki”?
Tutta la drabble è una grandissima metafora che si può leggere attribuendoli un molteplicità indeterminata di sensazione, ma che, in definitiva, possono essere riassunti in un’unica parola: solitudine.
Detto questo, non posso che farti i miei complimenti!
Metafore come “spettro tra bambole di ferro” e “bambino di carta e lino” hanno saputo evocare alla perfezione la malinconia, lo stato di incomprensione e la solitudine in cui versa questo personaggio; mentre altre come “maschera di cera” e “sporco come gli occhi di Yagami” hanno disegnato nella mia mente il dolore e il senso di colpa che imperversa nel suo animo. Il tuo stile è stato poetico e struggente, il lessico ha servito ineccepibilmente la narrazione e la caratterizzazione delle scena e del personaggio. Avvolgendo l’intera trama sotto l’aspetto introspettivo, hai saputo comunque inserire, senza infodump o pause sotto tono, descrizioni e riferimenti alla trama, non abbandonando mai l’attenzione dalla psiche e dalle emozioni di Near.
La trama si prefissa molti obiettivi importanti e difficili, delicati, che tu hai inserito in modo impeccabile. Essa è una semplice partita di scacchi che suscita, però, appigli a diverse sfaccettature: un’infanzia vissuta dentro a un orfanotrofio; un sunto poetico della morte di un amico-nemico e la sofferta chiusura del caso (che io non definirei vittoria). Compare molto forte il parallelismo autolesionistico che fai con gli occhi di Light: è una macchia potente su un bambino che si presenta candido, dalla pelle albina e dai modi pacati; il cremisi esalta, ma è nascosto dentro, sotto gli strati di candore e imperturbabilità.
Il titolo, lo confesso, non l’ho capito affatto. Ho visto l’anime molto tempo fa e non ricordo alcun accenno che lo possa spiegare, né ho intravisto un collegamento diretto con la tua drabble. Quindi, ti chiedo: cosa significa? Forse ne volevi creare una similitudine con la fragilità del bianco, che si sporca facilmente? O era un accenno a una specie di miccia, che può prendere fuoco da un momento all’altro? In ogni caso, non ho capito. O ancora, sono i fili che lo legano a Kira e a Mello, e a una società che non lo può accettare fino in fondo, rilegandolo ai margini; la paglia, prende fuoco facilmente e brucia le sue emozioni, stroncandole sul nascere. Chissà se ho azzeccato qualcosa in questa recensione?!
E ora viene la parte più bella: Near.
L’intera drabble è un inno alla sua persona complessa e complessata (scusa il gioco di parole voluto). Near è un bambino che soffre la solitudine. Mi è piaciuta molto la metafora dello “spettro tra bambole di ferro”: esalta il poco spazio che lui trova nel mondo, invisibile ai più, che può entrare in contatto solo con il freddo dei suoi giocattoli, insensibili, i quali non sono capaci di trasmettere alcun calore umano. Questo spiega alla perfezione anche il suo bisogno secondario di cercare un’alleanza con Mello: non solo al fine di risolvere il caso, ma anche per avere una parvenza di famiglia, di legame con qualcosa di vivo e pensante. Ne tessi con eleganza il dolore e il rammarico per i sacrifici fatti allo scopo di catturare Kira, e infine ne crei un vincolo: Near sente, in qualche modo, la colpa di quelli occhi su di sé. Infine, con gioco magistrale, dopo aver mostrato il suo egoismo di “vittoria”, ne fai sentire l’impotenza: non c’è alcuna soddisfazione nella sua riuscita.
Le emozioni che hai richiamato nella mia mente sono così tante che non so se ho avuto la capacità di esplicarle in modo chiaro. Sappi solo questo: mi hai emozionato, facendo vibrare una nota melanconica che mi ha fatto impersonare nel protagonista. Molto brava!

Recensore Veterano
03/07/12, ore 17:05

C'è qualcosa di etereo e leggero in questa storia. Che non è propriamente una storia: è una descrizione. La descrizione di una scena che, agli occhi di chiunque, apparirebbe insignificante. Eppure questo giocare silenzioso è parte di Near, in fondo.
Si avverte la malinconia della sua solitudine non sofferta, in queste righe. Che sembrano mormorate.
Giudicare Near è impossibile, così come classificarlo. Perciò, come hai fatto tu, si può solo descrivere ciò che si vede dall'esterno: un bambino senza famiglia, uno spettro incolore, dal passato, presente e futuro inconsistenti.
So che non è uno dei tuoi personaggi preferiti, ma comunque ho trovato piacevoli queste righe. ^-^
Lucy

Recensore Veterano
02/07/12, ore 19:35

Poetica, dolorosa e candida. Usi il campo semantico della distruzione, della battaglia e dell'odio, ma questo tuo stile sembra trasudare lo stesso candore del pigiama di Near, un candore macchiato da un'infanzia adulta prima ancora di nascere.
Ed è solitudine, è tempesta sussurrata fra le pareti insonorizzate, è castello di carte di uno scacco matto.
Scorrevole, soddisfa la sete degli occhi e lascia che il cuore avvizzisca nello stesso malessere di Near.
L'ho trovato lontano, distaccato, sempre trincerato dietro al suo vetro infrangibile.
Senza illusioni, senza possibilità, bianco latte il suo esistere, ma un latte inacidito dalla cattiveria del destino.
Un eroico protagonista di una tragedia greca, il novello Prometeo, che sembra portare il fardello della vittoria. Tutto questo è il tuo Near, che sembra urlare con le labbra serrate. Mi ricorda pure i versi di Bohemian Rapsody: "I don't wanna die, sometimes I wish I'd never beef born at all."
Tutto questo per dirti che l'ho adorata, per spiegarti cosa hai scatenato, dal titolo all'ultima parola: senza corona.
Perché non c'è un vincitore, non c'è gioia. E perché, come sempre, alla fine della partita Re e Pedone vanno nella stessa scatola.
Complimenti, persona la recensione delirante, ma sono davvero emozionato. Cosa rara, credimi.
Quindi bravo/a!
Alla prossima, Indice.