Recensioni per
Il faro
di Leo

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/11/12, ore 18:41
Cap. 1:

Anche a me piace, e anche tanto, soprattutto perchè abbiamo tutti bisogno di un faro, nella vita, e nel momento in cui si si spegne, alcuni perdono la speranza e rinunciano a tutto quello che anno, altri cercano qualcos'altro a cui attaccarsi, ed infine, altri restano indifferenti.
Tuttavia, il vero "faro" è quello di colui che sa cercarlo dove niente è chiaro, nel buio di una notte senza stella, per così dire.
scusatemi, ora la smetto. sono le "nonsense" che mi fanno questo effetto, abbiate pietà...
PS: il pezzo che mi è piaciuto di più è questo:

Perché i pericoli maggiori sono silenziosi, e strisciano accanto alle anime tutti i giorni, portando angoscia e agonia, o nel migliore dei casi il terrore un mostro dalle ignote fattezze possa in un momento qualsiasi saltar fuori e divorarci all’istante.

Recensore Veterano
14/08/12, ore 13:54
Cap. 1:

Piace a me, per esempio.
Non avevo mai letto niente di tuo, e ti ho scoperto un po' per caso: devo dire che sono contenta di averlo fatto. Questo scritto, secondo me, potrebbe rientrare molto bene anche nel genere 'Favola', perché ha un'atmosfera magica e che rimanda ad un passato lontano.
    L'ambiente notturno e il mare sono due accostamenti che ho sempre amato molto, e l'idea del mare come spazio infinito che chiama, che attira verso luoghi sconosciuti e avventurosi ha sempre esercitato un fascino particolare su di me.
Il faro, inoltre, mi ricorda in questo scritto una sorta di sole notturno, verso cui è impossibile non tendere, verso cui bisogna andare per una necessità viscerale.
La conclusione, infine, mi ha folgorata: il pescatore che, non potendo più raggiungere il faro, il suo sole, prova una forte nostalgia di cui non si rende neppure conto, e che scambia con la fame. Un'idea davvero originale!
In conclusione, mi è piaciuto molto questo breve racconto, ti faccio i miei complimenti!
VB

Recensore Master
12/07/12, ore 12:50
Cap. 1:

Oh! Sembra una frase fatta da amica di vecchia (?) data dire "Quanto mi sei mancato"? Non importa, io lo dico lo stesso, che mi sei mancato e che mi sono mancate le tue storie. Tante volte sono tornata sul tuo account, per vedere se per caso avessi pubblicato qualcosa di nuovo e invece sei stato tu a precedermi (ma solo perchè sono due giorni che non accendo il pc!!)
Ecco, dicevo, che mi sono mancate le tue storie. Sai, è ancora appesa in camera mia quella dele cento flessioni e ogni tanto la rileggo e sorrido, perchè è una delle storie che mi ha fatto venire più brividi e che mi ricordo meglio. Ma non parliamo di quella storia, parliamo di questa. Devo essere sincera, vero? Diciamo che si vede che hai un po' perso la mano, alcune frasi incespiacano un po'. Ma io non credo che ci sia solo la forma in una storia (anche perchè, altrimenti, potremmo andarcene tutti a casa!), credo che la cosa fondamentale sia ciò che le parole, messe in qualunque modo, cercano di dire. E le tue sono così metaforiche, così piene di significato ulteriore, fiabesche, oserei dire! Mi ha ricordato una novella, questa storia, per la sua brevità e per la sua morale, per il contesto. E il protagonista, ci si può innamorare di un personaggio di cui si conosce così poco? Sarà che mi rivedo molto in lui, perduto chissà dove, può contare solo su se stesso, e quando guarda al passato sente un crampo allo stomaco e invece di piangere, beh, mangia. Che poi potrebbe fare anche altre mille cose, ma il fatto che lui confonda la tristezza con un dolore fisico è così condivisibile!
Mi piace questa storia, veramente moltissimo. Non so, sarà la tua mancanza, sarà che è proprio bella, che è ricca, nella sua brevità. Sarà quel che sarà, ma ora so che, anche se perdi la mano, la genialità è sempre la stessa!