Ciao! Prima recensione dopo secoli di latitanza- hai l'obbligo morale di sentirti molto, molto onorata u_ù
Dunque, penso che in questa storia John sia perfettamente nel personaggio. Ho adorato il fatto che dopo la caduta si sia ri-arruolato, secondo me è un particolare tantissimo IC: lui è un uomo d'azione e onestamente non ce lo vedo proprio a starsene fermo a stagnare con le mani in mano, mentre si crogiola nel disperazione per la perdita di Sherlock, per lo meno fino a quando le meschinissime circostanze glielo permettono, chiaro. Non penso che sia quello il suo modo di reagire al dolore. Il fatto di venir ferito di nuovo e rispedito a casa con più niente da fare se non starsene rinchiuso nella sua testa, costretto all'inattività, secondo me deve essere stato qualcosa di quasi insopportabile per lui, povera bestia.
L'incontro con Sherlock è stato molto intenso e bò, va bé, non ho nemmeno parole *W* John è così sconfitto e rassegnato, ha così tanta paura di crederci, che mi ha stretto il cuore.
Poi, nonostante l'atmosfera non propriamente gaudente che permea tutto il racconto sei anche riuscita a strapparmi un paio di sorrisi con l'ironia amara del dottore in certi punti, quindi onore a te!
Uniche due recriminazioni, ma sono mie pignolerie, che non hanno tolto proprio nulla alla storia di per sé: la terapista di John lo chiama per nome e le labbra di Sherlock sono davvero tutto fuorché sottili.
E poi basta, ho finito.
Complimenti, e alla prossima! |