Un frammento che di prima apparenza può sembrare leggero, non troppo introspettivo ma riflesso sull'io - poco meno di una pagina di diario, insomma.
Questo, dicevo, per chi non sa andare oltre la superficie.
Non so quanti anni hai, cara, quindi non so se potrai cogliere la metafora filosofica che sto per farti: J.J. Rousseau parla di uno stato idilliaco di natura in cui l'uomo viveva in perfetto equilibrio tra i suoi bisogni - non chiedeva poi molto - e ciò che la natura gli offriva. L'idillio stava nell'accontentarsi dei meravigliosi frutti della natura, senza chiedere nulla in più.
Poi arriva un momento nella vita dell'umanità in cui l'individuo comincia a distaccarsi dall'idillio delle origini e affronta la vita che lo porta ad un'evoluzione maggiore - il crescere, vedi? - ma gli porta anche uno stato di continuo caos e malessere. Eterna insoddisfazione che conduce al conflitto.
Ovviamente il tuo caso va ridimensionato, ma io ci ho colto un piccolo assaggio dell'abbandono di quello stato di natura: i Mellin erano i frutti che la natura ti regalava e con cui tu giocavi, traendone massimi divertimento e soddisfazione. Cosa ti ha separato dalla semplicità di quel gioco? Cosa ti ha portato via dai Mellin?
Semplicemente, sei cresciuta. Essendo in continuo divenire, tu e il tuo corpo siete inevitabilmente cambiati e, per quanto forte possa essere la volontà di tornare alle deliziose origini che si serbano con tanto amore nel cuore, la vita ci gioca contro: non siamo più quello che eravamo e neanche quello che saremo.
Sintesi efficace per chi va oltre la superficie, brava :) |
