Posso capire (o almeno tentare di farlo, non è detto che ci riesca) lo stato d'animo di Lovino nel vedere su di sè gli asguardi torvi delle virtù, dato che sono testimoni di qualcosa che di virtuoso non ha proprio nulla (ma qui la storia si farebbe lunga, la storia del mondo è fatta da innumeri episodi in cui il vizio ha prevalso sulla virtù, a volte con lo scopo di renderle omaggio, questo mi sembra un caso del genere, nn si può certo dire che chi l'abbia rubata o fatta rubare non avesse il senso del bello o dell'arte, però l'hanno fatto con modo alquanto prevaricatorio, privandone della visione agli altri, anzi, magari pensando anche di fare del bene, visto lo stato del patrimonio artistico in Italia...), in un certo senso, mi pare di capire che la personificazione sud italiana si senta pervaso da un misto di rabbia e disdoro, rabbia quando pensa che quelli che hanno compiuto l'infausta opera appartenga alla sua stessa area geografica (un conto e pensare a qualcuno che viene da fuori a turbare la pace o presunta tale interna, un altro è pensare che il nemico lo si possa avere al proprio interno) e disdoro nel pensare a cosa può arrivare certa gente, in questo, forse l'unica consolazione è pensare al tema del quadro, che di certo dovrebbe suscitare altro tipo di riflessioni, ma che non può alleviare il senso di angustia provocato da qualcosa che è così vicino eppure lo si deve dare per perduto.