Recensioni per
Stato di grazia.
di Gatto Magro

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
30/10/13, ore 22:58

Io... non lo so, è maledettamente difficile scrivere qualcosa, a questo punto.
Provo a farlo, ok? Provo a dare un ordine a questa cosa. Provo a trovare le parole. Provo.
Ho visto fra le notifiche degli autori preferiti che avevi aggiornato "Stato di grazia" e per la prima volta ho sentito il bisogno fisico di leggerla. L'avevo già cominciata prima, ma mi aveva pizzicato il naso, e quando una cosa mi pizzica il naso io la lascio perdere: vuol dire che non sono forte abbastanza per sopportarla.
Questa volta il naso non pizzicava e io ho letto tutta la storia in un pomeriggio. Diciassette capitoli volati via come il vento, come i pappi di tarassaco - non adori quei fiori, Gatto Magro? Io sì, portano nel vento i sussurri del fiato che li ha distrutti.
Il diciassettesimo capitolo mi ha fatto gocciolare il naso, come quando succhi la minestra dal cucchiaio e all'improvviso le tue narici si commuovono perché piangono le galline cadute.
Ho sorriso, anche, guardando il mio nome nella dedica in alto e leggendo tutto quello che seguiva, e mi ha preso uno di quei momenti da malinconia cinematografica, hai presente? Perché è stato il capitolo che aveva dentro il mio nome, senza che io lo sapessi, a farmi leggere tutta la storia. Egoista? Molto. Strano? Un po'. Cinematografico? A palate, ho avuto voglia di voltarmi e strizzare l'occhio alla telecamera inesistente che un giorno sparerà la mia vita sul grande schermo, titolo "Vita banale di una ragazza non banale... o forse sì". E poi mi sono sentita, come dire... a disagio, un disagio buono, che ti tiene per mano e non ti soffoca. Perché il mio nome era finito in uno di quei capitoli, in mezzo alle cose che tu scrivi e che io amo-odio. Mi chiedevo se l'alito del mio nick fosse ok, se per caso non mi fossi dimenticata di mettergli il deodorante, o magari se avesse i buchi nei calzini. Quelle cose così, no? E ti ringrazio, per aver pensato a me. Non è una cosa da poco, essere nei pensieri di qualcuno. Già essere è un bel traguardo. E pensare che parte di quelle cose è stata scritta pensando anche a quello che avevo detto io... è. Bello. Preoccupante. Terrorizzante. E tanto altro.
Ma è della storia che devo parlare, anche se sto facendo uno slalom impazzito. Perché non so cosa dire. Mi sono persa nei corridoi delle parole che hai scritto, come fossero un labirinto e cambiassero di posto quando non guardavo, impedendomi di uscire. Così a un certo punto ho smesso di cercare l'uscita. Ho semplicemente riso. E annuito. Sì. Sì. Sì e ancora sì.
E' stupido se dico che quando ho finito i diciassette capitoli mi sono sentita serena?
Parli di anima. E lo fai con serenità, come se stessi ordinando al posto mio un milkshake alla vaniglia, come se sapessi che non ho voglia di altro. Ordini un po' di anima con il dito puntato sul menu.
E' stupido se dico anche che mi sono sentita viva?
Perché in un certo senso quello che hai scritto è vita. Il mio corpo è fatto di atomi che in passato sono stati di un paramecio, di un'alga primordiale, di un ominide che guarda il fuoco per la prima volta, di un fiore scosso dalla Tramontana... Ora il mio corpo sono Io. E un giorno sarò un vecchio di mezza età che non ricorda più chi è, sarò un congegno ipertecnologico di cui non so né il nome né la funzione, sarò una adolescente in bilico sul cornicione di un palazzo...
Non ho mai avuto paura, per il corpo. Il corpo in qualche modo vive.
Era l'anima, a preoccuparmi. Dove va, quella? Perché un anima c'è, vero? E cosa fa, quando il corpo si spegne?
Tu hai dato un viaggio alla mia anima. Un'anima che è capitata dentro di me per sbaglio, e a volte mi chiedo se non sia una di quelle stanche, che Brian verrà a prendere per mano, quando il mio corpo avrà chiuso i battenti.
Ma non è questo il punto. Il mio corpo e la mia anima sono stati in passato, sono e saranno ancora. Basta questo per sentirsi immortali, no?
E non so che altro dire, se non che non ho altro da dire. Perché non saprei nemmeno cosa aggiungere ad un manifesto che parla da sé, a cui mi sono trovata ammanettata senza volerlo, ma sperandolo un pochino.
Ho scoperto di essere una persona incoerente, sai? Di quelle divise. Fra la ricerca della perfezione e il gusto di essere imperfetta, fra l'ordine che devo mettere a tutto e il disordine che alla fine prevale...
E ti dico questo perché oggi mi sento incoerente. E saò incoerente fino in fondo. Per cui...
Spiega. Ti va?
Scrivi. Scrivimi a cosa pensavi, quando scrivevi. Scrivimi cosa significano per te, i capitoli, e cosa significano letteralmente, ché alcune cose, ovviamente, erano troppo in alto perché io le capissi. Spiegami cosa vorticava tra i tuoi pensieri quando consumavi i tasti del pc.
Scrivi, se ti va.
Non farlo, se non vuoi.
E' che voglio capire come pensi tu, cosa provi nei confronti di quello che scrivi. Perché di me si è già parlato anche troppo. Queste storie sono tue.
E come al solito non ho detto nulla. Nulla di interessante. Nulla di sensato. Nulla di pertinente. Nulla.
Ma questo ormai lo sai.
Sconclusionatamente Tua
Ragnatela

p.s. Mi sono ritrovata in tutte le parole che hai detto, sai? Ogni maledettissima parola era tra le mie cellule. Mi sono persa in quello che dicevi e mi ci sono ritrovata. A volte bisogna perdersi per ritrovarsi.
Chi l'ha detto, questo? Qualcuno di famoso. Credo di averlo messo in bocca a uno dei miei personaggi forse... Alice, credo. Boh