Recensioni per
Russian Roulette
di visbs88

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/05/13, ore 22:16

Ciao Visbs!
Come promesso, ho cercato di adempiere ai miei doveri di giudiciA il prima possibile, passando finalmente a recensire la tua bella OS (l’avevo letta già da un po’, a dire il vero, ma tra i vari impegni di cui già sei al corrente, solo adesso ho trovato un po’ di tempo).
 
La trama ha davvero dei contenuti molto forti: la combinazione tra incesto e suicidio rende la storia particolarmente inquietante. Nonostante tu abbia utilizzato (relativamente) poche parole, la trama è corposa, ben spiegata e molto chiara. Gli ingredienti indispensabili per la più malata perversione umana ci sono tutti, e non manca nemmeno un’analisi dettagliata dei pensieri dei personaggi.
Probabilmente, anche l’ambientazione della storia contribuisce a far nascere nel lettore quel brivido di inquietudine in più: il giardino di casa – di una bella casa, a quanto ho capito – nel quale i tre protagonisti della storia hanno trascorso i momenti più felici della loro esistenza si trasforma, per volontà degli stessi, nel luogo in cui sta per consumarsi un suicidio. Proprio dal termine suicidio mi piacerebbe avviare l’analisi dettagliata della tua storia: davvero i tre ragazzi sono arrivati a proporsi/imporsi un simile atto solo per libera scelta? Quanto l’amore perverso nei confronti di fratello e sorelle ha influito sulla decisione? Il gioco spietato della roussian roulette non perdona: qualcuno deve uscire perdente. Il punto fondamentale però è questo: sul serio l’avevano deciso senza che nessuno lo dicesse davvero, l’avevano pensato nello stesso istante e avevano accettato quella realtà senza provare ad opporvisi? In realtà, pare piuttosto che nessuno abbia realmente voglia di morire, e tutti sperano che la sorte si avventi su qualcun altro.
La conclusione della storia – chiarissima, anche se di fatto lascia aperto l’interrogativo di cosa sia successo dopo la morte di Ken – altro non è che il giusto esito di una vicenda tristemente drammatica. Non saprei se definirla sentimentale, però: la mia sensazione, piuttosto, è che l’amore che i personaggi provano, o pensano di provare nei confronti dei loro consanguinei, altro non sia che il frutto della perversione che può nascere solo in menti malate. Il retroscena che porta al tragico finale è infatti narrato con estrema precisione e connotato da piccoli e rilevanti dettagli, quali l’amore incestuoso che nasce prima tra Ken e Lara e il pericolosissimo triangolo che viene a formarsi nel momento in cui anche Irene comincia ad avere rapporti col fratello. Nessuno dei tre protagonisti prova ribrezzo o vergogna per aver fatto sesso col proprio fratello o sorella; nessuno dei tre riflette sul fatto che la morte è una soluzione che non può risolvere nulla. Tutti, però, sentono di amare gli altri ben oltre i limiti concessi dal pudore e dall’etica. Preferiscono additare la colpa della futura morte di uno di loro ai genitori, sostenendo che non avrebbero saputo comprendere i loro sentimenti. La mia sensazione, in realtà, è che questi genitori siano stati tutt’altro che presenti nelle vite dei figli: cosa, se non l’assenza di queste importanti figure, può aver portato dei giovani ragazzi a cercare un conforto fin troppo intimo tra di loro? C’è un minimo di educazione sentimentale alle spalle dei protagonisti?
Il fatto stesso che per loro sia stato facilissimo procurarsi la pistola mi lascia intendere che da sempre questi fratelli siano abbandonati a loro stessi.
C’è un tocco di noir abbastanza evidente in questo racconto, e c’è anche quel pizzico di angst che non guasta nelle trame complesse e articolate.
Ammetto che non deve essere affatto facile entrare nella mente perversa di personaggi tanto anomali, eppure, nonostante le difficoltà e nonostante la tua giovane età, sei riuscita a creare dei personaggi molto ben caratterizzati e a dar loro voce attraverso un’introspezione davvero efficace.
 
Ora, mi pare giusto dedicare un piccolo spazio a ognuno dei tre protagonisti della storia.
Ken, il fratello maggiore, viene descritto come un ragazzo estremamente premuroso, in grado di amare e con tanta voglia di essere amato. Non è bellissimo, eppure riesce a rapire il cuore di entrambe le sue sorelle (in realtà, l’espressione rapire il cuore non è probabilmente la più corretta, visto che ritengo che dietro questo tipo di sentimento ci sia una perversione scaturita da gravi problemi familiari). Nel momento in cui è lui a tenere in mano la pistola puntata contro la tempia, il giovane si lascia andare a mille pensieri parzialmente incoerenti, segno evidentemente di una certa instabilità. Cosa desidera davvero? Sa – o spera – che la propria morte potrebbe far riappacificare le sue sorelle; poi ci ripensa e teme che invece possano rimpiangere per sempre il fatto di essere ancora vive. Vuole morire, ma si sente sollevato quando il primo clickva a vuoto. È immaturità, la sua? O è soltanto il sintomo di una profonda instabilità psicologica?
 
Lara è probabilmente il personaggio con la personalità più complessa e articolata. È lei la prima a intraprendere una relazione sessuale col fratello, ed è per colpa della sua gelosia nei confronti della sorella che tutti e tre arrivano a prendere la disperata decisione di giocare alla roussian roulette. Non vuole morire, non lo vuole assolutamente, eppure non esita a tentare la sorte. Lo scorrere dei suoi pensieri rivela una ragazza dalla personalità contorta, schiava forse della lussuria o semplicemente incline più del dovuto a esperienze molto trasgressive. Mi pare che di innocenza in lei ce ne sia ben poca: il fatto che trovi ingiusto di dover morire prima di aver fatto sesso contemporaneamente con suo fratello e sua sorella dimostra quanto Lara sia attaccata più al piacere carnale in sé che non ai sentimenti di amore – o presunto tale – che invece albergano nel cuore degli altri protagonisti.
 
Irene porta i suoi pensieri verso i genitori, verso chi avrebbe dovuto amarla incondizionatamente accettando anche l’incesto. Credo, però, che questo sia semplicemente un castello in aria costruito nella testa della ragazza: mi pare di aver capito, infatti, che né il padre né la madre dei ragazzi siano al corrente del loro “intimo” rapporto. L’accusa che la ragazza rivolge ai genitori mi pare più che altro uno sfogo a priori: Irene sa che loro non approverebbero mai e preferisce farla finita prima, piuttosto che dover affrontare la vergogna che certamente le pioverebbe addosso. Anche qui, però, la perversione riesce a dominare atti e pensieri: pure lei, come la sorella, è gelosa, e nonostante non abbia voglia di morire, preferisce vedere suo fratello e sua sorella felici da lassù piuttosto che sopportare lo strazio di averli davanti agli occhi da viva. Mi pare, comunque, che in Irene – come del resto in Ken – sia possibile scorgere meglio le avvisaglie di un sentimento “vero” (sempre però travalicato oltre i limiti dell’etica), che non sia condizionato soltanto dal desiderio sessuale.
 
Inutile dire che la particolarità della trama e il modo in cui è costruita la narrazione rendono particolarmente interessante la tua storia. Parlare di incesto e di suicidio nel giro di una OS è molto difficile, e ancor più difficile è riuscire a farlo senza perdersi troppo in chiacchiere, rimanendo coincisi ed estremamente chiari.
Non ho notato pecche nel tuo stile: è scorrevole, espressivo e sicuramente non stanca il lettore. Chiaramente, il fatto che non ci siano errori di punteggiatura o di sintassi rende il tutto ancora più apprezzabile… cosa c’è di meglio che leggere una bella storia senza refusi e gravi orrori di vario genere? D’altra parte, non avrei potuto aspettarmi da te niente di meno (continuo a sentirmi estremamente soddisfatta delle mie podiste)!
L’unico consiglio che posso darti è quello di rivedere questa frase, perché mi pare sia poco chiara:
Le gemelle avrebbero rimpianto per sempre di non essere state loro a morire quel giorno, si sarebbero suicidate davvero?
Credo tu voglia dire che i sensi di colpa avrebbero portato Lara e Irene a suicidarsi in futuro, anche qualora fossero sopravvissute quel giorno alla roussian roulette. Però mi pare che la costruzione non sia proprio perfetta, e il senso dell’espressione non è del tutto chiaro.
 
(Ci siamo, sto per terminare il mio immenso papiro!)
 
L’ultimo aspetto della tua storia che mi rimane da affrontare è l’impostazione grafica. Inutile dire che sia praticamente perfetta! È davvero raro trovare storie ben scritte e con un’impaginazione tanto ordinata. Hai fatto benissimo ad affidarti al caro, vecchio, leale Times New Roman: è un font chiaro, di facile lettura e molto utilizzato in campo editoriale. La dimensione dei caratteri è ottima – almeno, lo è per me che da vicino ci vedo benissimo! – e trovo che utilizzare grandezze maggiori avrebbe in qualche modo reso meno allettante a livello visivo la pagina scritta.
Magari – ma lo dico solo per essere pignola – “giustificando” la pagina l’aspetto sarebbe stato ancora più ordinato, ma trovo comunque che così com’è vada benissimo.
 
Bene, concludo scusandomi di nuovo per averti fatto attendere un po’, ma spero che comunque la mia recensione sia stata chiara e comprensibile. Per qualunque cosa, chiedi pure! Sarò ben felice di risponderti! ^_^
 
Alla prossima,
9dolina0

Recensore Veterano
02/12/12, ore 19:48

Russian Roulette, sappiamo tutti cosa aspettarci, una pistola, un solo proiettile, ma è cruda e romantica.
Lui che s'innamora di entrambe, lui che non sa decidersi ed entrambe le sorelle che si ritrovano in un triangolo amoroso sbagliato.
Una scelta malsana come se non ci fosse altra scelta se non giocare un'ultima volta dove si sono amati, l'uno di fronte all'altro, la paura negli occhi di tutti e tre, la consapevolezza di lui e le paure di Irene. E se dovesse morire lui? Le due sorelle continuerebbero a vivere la vita come se non fosse successo niente o si ucciderebbero? Davvero arriverebbero al suicidio? Poi il finale. Ogni click fino all'ultimo, il fatidico bang che uccide proprio l'unico ragazzo.


Recensore Master
01/11/12, ore 22:25

Oh ciao *w*
Non so se era fatto apposta o se son io lenta di testa a causa dell'insonnia, ma solo verso la fine della storia ho capito che tutti e tre erano fratelli.
E' senza dubbio una storia interessante, originale e a suo modo romantica. Hai descritto una scena cruda in un modo delicato, l'apparente scena bucolica dei ragazzi seduti in cerchio su un prato di fiori si unisce all'ansia del gioco della roulette russa uno dei giochi d'azzardo più spietati e crudi. Unire questi due elementi è azzardato, ma sei riuscita ad amalgamarli ottimamente.
Le onomatopee finali sono di grande effetto, e anche il silenzio subito dopo, l'ansia del non sapere che accadrà dopo.
Nota personale, dopo aver visto Shining le gemelle delle storie o dei film mi inquietano.
Passo e chiudo.
Ange

Recensore Junior
19/08/12, ore 00:35

Beh hai davvero una bella immaginazione xD cmq la storia ti è venuta da dio :)