Perché leggo questa storia solo adesso?!
(Cioè, il perché lo so, lasciami passare questa domanda retorica, suvvia!)
Preferisco spendere due parole per questa storia, e non per qualcosa di più recente, perché dovrebbe avere maggiore visibilità, a mio modesto avviso. Da applauso. È splendida, sa di vento, mare, sale e sangue, e sabbia e sudore e lividi. E racconta con leggerezza l'addestramento di uno dei beniamini di noi fangiiiirl incallite. Lo hai reso esasperante e impossibile, adulto e bambino, marpione già da ragazzino (quando uno è bello e sa di esserlo, sono guai) ma attaccato alle gonne di Agathê come ogni adolescente farebbe con quelle della propria madre. E anche un po' ottuso: cos'è, non ci arrivi da solo che *forse* e sottolineo: forse era tuo padre il precedente Scorpio?, questo sembra pensare il povero Petros mentre gli spiega, a mezza bocca, quello che sa. Ma pare che il suo allievo non sia bravo a fare due più due (né mai lo diventerà, glielo possiamo assicurare).
Ho apprezzato moltissimo la descrizione della prova finale, il contatto con il veleno degli scorpioni e il fatto che nella testa cocciuta di Milo ci fosse un solo pensiero: l'Armatura. Per riavere il suo ciondolo, ok, ma era focalizzato su una cosa sola.
Davvero, sono contenta che tu sia ritornata al fandom con questo gioiellino. Segno che no, la tua grazia non l'hai persa, ma era rimasta a sonnecchiare all'ombra della meridiana. (Recensione modificata il 12/09/2013 - 04:48 pm) |