Ecco il mio giudizio. Bandierina arancione non per cattiveria ma per la natura abbastanza critica del giudizio che hai già letto. Stella* :)
DODICESIMA CLASSIFICATA - Lellis96 con la storia "My Paradise"
Titolo: 4/5
Grammatica e sintassi: 9/15 (7.5 per la gramm. 7.5 per la sintassi)
stile e originalità: 14/20 (12 stile, 8 originalità)
caratterizzazione dei personaggi: 5/10
gradimento personale: 6/10
TOT: 38/60
Titolo: mi piace. Semplice e diretto, ci porta subito dove va la storia.
Grammatica e sintassi: non dico che sia proprio sgrammatico, ma la sintassi è talmente debole che fa sembrare tutto peggiore di quanto non sia. Ti faccio alcuni esempi:
“Ci crederete mai? E invece è così: quella brutta strega di mia cugina mi ha appena ucciso. Ed è così che mi sono ritrovato qui in quello che i Babbani chiamano paradiso. E in un certo senso paradiso lo è proprio: ho finalmente rivisto il mio migliore amico James Potter. Pensavo che prima di riuscire a vederlo di nuovo sarebbero passati molti più anni e invece dopo appena 15 anni lo rivedo.” - Questa è la prima parte della storia. Intanto il primo verbo è sbagliato: non è crederete, ma credereste, al condizionale. Secondo, i due punti vanno usati solamente per elenchi o per discorsi diretti in questo modo - “devo prendere: latte, uova, zucchero, farina, acqua, etc.”; è un errore che fai spesso oltre a mettere uno spazio tra la parola che precede i due punti e i due punti stessi. È un errore molto grave. Oltre a questo saltelli da un tempo verbale all’altro, come in questa prima parte: pensavo, rivedo. Devi rispettare la consecutio temporum, altrimenti la storia risulta sgradevole. “Tutti quanti gli dicevano sempre che ha gli occhi di sua madre ma anche se è vero non sentiva altro.Averlo dovuto lasciare è stato un dolore troppo grande. Oramai non ha più parenti all’infuori di quei zii che abitano a Privet Drive che lo hanno sempre lasciato da solo quasi a morire di fame pensando solo a quello stupido di loro figlio : Dudley.” - Anche qui non hai rispettato la consecutio temporum, saltando dal passato al presente. Oltre questo non si dice quei zii, ma quegli zii; oltretutto ti consiglio di usare all’infuori degli zii, non mi sembra che Sirius li abbia mai conosciuti di persona, comunque. Altri errori di sintassi, per tutto il resto della storia, per esempio non usi mai la virgola prima del ma e invece è quasi sempre obbligatoria, trattandosi di una subordinata contrastiva.
Stile e originalità: per tutto quello che ho detto prima lo stile risulta peggiore di quanto poi non sia. Il fatto è che oltre a saltare da un tempo verbale all’altro, salti anche da un argomento all’altro come se Sirius stesse semplicemente facendo una lista di cose senza nessuna importanza. Una frase prima parla di Harry, una frase - anzi, un paragrafo - dopo parla di come il nome Dudley Dursley faccia orrore. Se come originalità potevamo starci, lo stile lascia un po’ a desiderare. Non mi è piaciuto il fatto che parli di Harry e James come se nessuno li conoscesse; li chiami James Potter e Harry Potter, come se nessuno di noi fosse al corrente di chi siano. Se siamo qui a leggere si dovrebbe supporre che tutti sappiano esattamente come stanno le cose.
Caratterizzazione dei personaggi: non vedo Sirius. Non lo vedo proprio. Non mi piace come parla, come se stesse soltanto parlando a ruota libera, dando aria alla bocca giusto per dire qualcosa. Essendo lui il protagonista mi sarebbe piaciuto vedere quanto l’odio per sua sorella fosse presente. Hai cominciato con un frase a effetto e hai finito con una frase altrettanto ad effetto, ma nel mezzo non c’è nulla. Ti consiglio di stare attenta alla trama, anche se la storia è breve deve seguire un filo logico che qui non c’è.
Gradimento personale: 6/10 - non posso dire che mi sia piaciuta, altrimenti sarei ipocrita. Non prendere tutto come una critica, ma come un consiglio per migliorare. Non conosco il tuo stile in altre storie, è la prima volta che leggo qualcosa di tuo. Se posso consiglio l’uso - e l’abuso! - di una Beta Reader, che possa consigliarti meglio di quanto non possa fare io, visto che non conosco altri tuoi lavori e nemmeno te.
|
