Recensioni per
What we have here is a dreamer.
di Emma Wright

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/08/12, ore 20:55
Cap. 1:

Avevo letto questa storia un secondo dopo la pubblicazione, ma non ero riuscita a recensire.
Pensavo di riuscirci stamani, ma mio malgrado ho notato che Aquamarine_ ha già detto la sua.
E come lei io scriverò un commento positivo.
Diciamo pure e apertamente che questa è la mia seconda nosense, che naturalmente leggo e recensisco.
La storia è molto bella anche perché sei tu che l'hai scritta in maniera ottimale, seriamente.
Adoro il tuo modo di scrivere triste, ma non capisco come ti venga naturale.
E' a dir poco magnifico, seriamente, non posso che farti i complimenti per la bella scrittura.
Adesso ti lascio, ma se parli con Aquamarine_ puoi fargli gli auguri, ieri ci ho provato, ma non ci sono riuscita.
A presto
DrogataDiApiFrizzole

Recensore Master
22/08/12, ore 01:38
Cap. 1:

Ho più volte pensato di ucciderti, nel corso della nostra convivenza (?), eppure sono sempre riuscita a trattenermi, perché ti voglio bene. Ebbene, stavolta guardati le spalle, perché dovresti smetterla di pensare che ciò che scrivi fa schifo a prescindere.
Io non voglio dire che tu sia una divinità o che so io; siamo giovani e senza dubbi abbiamo ancora molto da imparare, ma vale per te quanto vale per me. Miglioreremo e miglioreremo ancora, perché è giusto che sia così: c'è sempre qualcosa da imparare, però non dobbiamo essere troppo critiche con noi stesse. Nel senso, magari la fic avrà dei difetti, ma tu non devi vedere solo quelli. Dici che non ha senso, e allora hai scelto la giusta categoria... ma perché diavolo dovrebbe dire che sia un difetto (demi-cit.)?
Comunque, non ho intenzione di sproloquiare tutto il giorno, anzi. Ho intenzione di lasciare una recensione quantomeno decente, senza scleri o fuori-temi superflui. Quindi, veniamo a noi.
Parto col dirti cos'è la cosa che mi ha, prima di tutto, conquistata: l'atmosfera. Cominciando la lettura, non sono riuscita a non sentire... non so, una sensazione strana. Nostalgia, tristezza, solitudine. Come se potessi vederli, toccarli. Hai presente quando c'è il temporale e sei senza ombrello, non riesci a vedere niente tranne la nebbia e l'acqua che cade? Per l'intera durata della storia, mi sono sentita immersa nell'intima e triste - ma anche piacevole, sono sincera - visione della pioggia senza ombrello.
Una cosa che io amo delle tue originali è il modo in cui le strutturi; hai scelto una serie di momenti differenti, che ci mostrano alcuni aspetti della personalità di May senza tuttavia svelarla del tutto. È questo il bello: l'alone di mistero che rimane ad avvolgere il personaggio principale, facendoci chiedere cosa stia succedendo dentro di lei, perché pensi certe cose, perché senta il bisogno di farne altre.
Sappiamo che è una giovane che si sente sola, che vorrebbe tornare bambina, quando Coriander giocava con lei, quando la ascoltava. Una giovane che rincorre un passato che non potrà più tornare indietro, che vive solamente nei propri ricordi ma che, tuttavia, cerca anche di sfuggire loro perché si rende conto di essere, inevitabilmente, cresciuta. Quando ce ne rendiamo conto, il più delle volte desideriamo poter fermare il tempo, tornare indietro. Ma spesso, ci fa solo più male; prima di rivere i nostri ricordi, dobbiamo renderci conto di ciò che ci sta succedendo.
May ha perso tutto: l'innocenza, l'infanzia, la sua migliore amica. Si illusa per gran parte della sua vita di poter vivere per sempre nella bolla meravigliosa dell'innocenza, poi è arrivata la signora maturità e ha fatto scoppiare tutto. La realtà le è piombata addosso improvvisamente, e si è ritrovata a passeggiare sotto la pioggia, andando a riscoprire se stessa, cercando di capire cosa le sia successo.
Hai creato un personaggio non da poco in una storia non da poco: un lento cammino verso la consapevolezza, verso la crescita interiore e verso una delle verità più grandi: la vita non è giusta. La sabbia nella clessidra continua a scendere, che noi lo vogliamo o meno, e prima o poi dobbiamo smetterla di voltarci dall'altra parte per non guardare il tempo che scorre, ma prendere la clessidra in mano e correre, vivere intensamente fin quando l'ultimo granello non decide di cadere.
È una storia delicata, che attraverso vari momenti ripercorre proprio quel cammino: il personaggio insicuro che abbiamo preso per mano mentre usciva di casa giunge alla fine della storia deluso e amareggiato, ma stavolta certo di ciò che sta succedendo. L'incontro con Hope le ha riaperto un'antica ferita, le ha permesso di poter tornare nel passato e di voler desiderare di farlo, in modo da poter comprendere anche ciò che le stava succedendo in quel momento. In Hope ha rivisto se stessa, la sua fretta di diventare grande e poi... poi si è guardata con occhi esterni e si è vista per com'era: una bambina troppo cresciuta che cercava in ogni modo di sfuggire dalla realtà.
Posso comprenderla benissimo, poiché è così che mi sento anche io; grazie a questo personaggio, ho potuto leggermi e vedere come posso apparire all'esterno, mentre cerco spasmodicamente un modo per rimanere ancorata alla realtà. Per lei erano ventidue, per me quattordici: c'è poi tanta differenza, se ciò che vogliamo entrambe è solo averne otto?
L'infanzia è la cosa più bella che ci sia, e spesso non ci rendiamo conto del dono che abbiamo. Prima il piacere e poi il dovere: il candore dell'infanzia e poi la crudeltà della maturità, quando veniamo catapultati in un mondo in bianco e nero, in cui non ci si sofferma a sentire il profumo che lascia la pioggia dietro di sé, né il suono del vento che accarezza le foglie; un mondo in cui, semplicemente, ci muoviamo come formiche, come hai tu stessa scritto, dove siamo solamente dei robot schiavi della routine. Costretti alla sopravvivenza, cerchiamo di rimanere ancorati alla realtà grazie ai bambini, forse ricercando in loro quel briciolo di innocenza che è sepolto dentro di noi, sotto strati di impegni, ritardi e grida isteriche.
May sa di non poter sopportare tutto questo, ma, tuttavia, non ha alcuna scelta. Torna di nuovo nel passato, alla sua casa sull'albero. Rivede quell'amica ritenuta tanto reale, perché da piccoli è così semplice, credere che tutto sia reale. Forse si rivede persino mentre, bambina, sognava ancora, aveva ancora un cuore.
Ora le è rimasto solamente un vuoto incolmabile. Il tutto è tristissimo, perché è reale. Hai detto che nulla di questo potrebbe accadere, ma cos'è, questa storia, se non una metafora della vita intera?
Alla fine del racconto, May scappa via dal suo passato, da ciò che non può più avere, da ciò che la fa stare male ma che è l'unica cosa che le porta un po' di calore. Ebbene, nella vita non facciamo altro che imitarla, scappando dai problemi e dai fantasmi di un'infanzia che ci perseguiteranno sempre.
Una storia delicata, malinconica e realistica, persino più di quanto tu creda; un meraviglioso affresco della vita, un cammino interiore ripercorso grazie a brevi paragrafi, una protagonista in cui molti di noi possono riconoscersi e un finale che lascia l'amaro in bocca, perché è estremamente realistico. Questo è la tua storia, checché tu ne dica.
Potrai continuare a dire che fa schifo, che non ha senso, che sono pazza/malata/sclerata, che ho fumato delle viole (le metto ovunque, no?) o che so io, ma sappi che a me questa storia è piaciuta, che io ci ho visto tutto questo e che, anche se magari è un'interpretazione sbagliata o che so io, tu mi hai emozionata davvero. Sono fierissima che sia una storia dedicata a me ed è una delle originali più belle che mi sia capitato di leggere su questo sito. E non lo dico perché sei tu.
L'unica pecca che mi viene al momento è che in alcuni punti sei saltata dalla terza alla prima persona (tipo: "D’un tratto, riconobbe quella voce. (...) Non riuscii a percepire nient’altro che quello".), ma per il resto ho visto solamente una storia bellissima, un racconto in cui mi riconosco moltissimo e un regalo di compleanno che mi è piaciuto da morire.
E, inoltre, ho notato una certa allusione ad un tale Robb Stark di nostra conoscenza. *fa ciao a Robb*
Ora ti saluto, amore, e ti ringrazio per avermi fatto questo regalo. E, soprattutto, spero di meritarmelo davvero.
Ora devo solo pensare che sto diventando vecchia. Vado a deprimermi nel mio letto, perché è tardi e domani mi tirano di nuovo giù dal letto alle sette °-°
Ti voglio bene, tantissimo. E spero che tu te lo ricordi (?) sempre. Se è sbagliato, è colpa del sonno ç_ç
Buona notte, amore. Anche se tu sei già andata a letto. ♥
(Recensione modificata il 07/06/2013 - 11:15 pm)