Recensioni per
Life in a Trench
di Liten D

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
18/10/12, ore 12:48

Ta-daaaaaah. Ora recensisco io ;)
Che dire, mi piacciono sempre molto i racconti di guerra, specie quelli storici. Dunque, vediamo se rientro tra i "più accorti"... io dico luglio, giusto? :) si, dovrebbe essere quella...

Finalmente qualcuno che decontestualizza la figura del soldato. I soldati non sono macchine, sono uomini. Sono uomini e hanno sogni, speranze, ricordi e paure... E in questo specifico caso anche i pidocchi.
Mi piace la figura di Arthur (nome per altro evocativo per un inglese intento a proteggere la sua bella Albione... anche se un po' piovosa a dirla tutta...)
Arthur a parer mio incarna il soldato in sè: non ha un cognome, un grado, un'età, una storia. Ha solo un posto, sia esso una città o una nazione, e vuole proteggerla. Arthur è l'esercito, Arthur è tutti i soldati di sempre.
Incarna le paure, le aspettative, le speranze e la voglia di riuscire a sopravvivere.
Dopo un po' non ti interessa piú vincere la guerra, ti interessa solo tornare a casa. Diventa la tua unica aspirazione. E questo vale per tutti.

Trovo molto evocativo il modo in cui descrivi l'esperienza nella trincea, e anche molto realistico dato il periodo e la situazione in cui si inserisce la vicenda.
La visione che ha Arthur dei francesi non potrebbe essere più azzeccata, infatti ancora oggi negli ambienti militari si dice che "andare in guerra senza i francesi è come andare a caccia senza uno che suoni la fisarmonica"... e da qui si evince la stima che tutt'oggi si nutre nei loro confronti ;) (fatta esclusione per la Legione, ma in fin dei conti non sono francesi)


beh, critiche e correzioni non ce ne sono, quindi sono felice di potermi fermare all'ammirazione del tuo lavoro :) Complimenti

Dave
p.s. non so perché ma l'ipad non mi fa formattare decentemente la recensione. chiedo venia
(Recensione modificata il 18/10/2012 - 12:51 pm)

Nuovo recensore
23/08/12, ore 13:09

Non so per il titolo o per l'atmosfera così realistica che hai descritto, ma questa storia mi ha fatto venire in mente una bellissima poesia di Rosenberg "Break of day in the trenches".
Innanzitutto, complimenti per la scelta del tema: le due guerre mondiali sono interessantissime dal punto di vista storico e trovo il tuo modo di rendere il clima generale della fic perfettamente azzecato. Le descrizioni del cadavere, della trincee, anche attraverso i diversi sensi, come l'olfatto, rendono il tutto più vivo, sono dettagliate, ma senza perdersi in inutili sproloqui.
Hai uno stile semplice, non aulico od ostico e, a mio parere, si adatta con il tipo di storia. In fondo, se vediamo le poesie di poeti di guerra, anche il loro stile è essenziale e anche questa fic da quasi l'idea di essere un frammento scritto proprio in quel momento, nelle trincee. Insomma, anche lo stile e il tono generale sono coerenti con il tema e di questo non posso che congratularmi.
La frase finale la trovo perfetta per un personaggio come Arthur. Da un'impressione di nostalgia e amarezza, ma anche di speranza (o almeno questa è l'idea che ha dato a me).
Insomma, rinnovo ancora i miei complimenti e inserisco questa storia nelle ricordate perché merita davvero.
Alla prossima (:
Cali ~

Recensore Junior
23/08/12, ore 01:18

Buonasera!
Leggendo la storia non pensavo di trovarmi di fronte a qualcuno che ne sapesse così tanto! Sinceramente, mi sento un tantino a disagio a recensire, ma voglio assolutamente lasciare qualche mio parere. Sempre meglio recensire che non, a mio avviso.

Quindi, ho trovato la storia alquanto soddisfacente. Condivido con te nel dire che -più lunga- non avrebbe reso ugualmente: a mio avviso, sarebbe potuta risultate noiosa, sopratutto ad un letto inesperto -e, mio malgrado, credo di dovermi inserire in questa categoria (le mie conoscenze in campo 'Seconda Guerra Mondiale' si limitano a ciò che tutti apprendono dalla terza media, data la mia giovane età. /?/)

Devo dire che ho apprezzato come hai iniziato la storia: la scena iniziale -almeno a me- ha dato un'idea non troppo pesante, anzi, mi ha quasi fatto pensare che l'intera storia parlasse di un'argomento leggero. Il fatto che l'inglese sia alle prese con una cosa comune come i pidocchi può anche tranquillizzare, sotto un certo verso. Sembra quasi dire: "tranquilli, qui non parliamo di morte, solo di com'era comune la vita nelle trince."
E com'è falsa quest'affermazione!
Infatti, l'intromissione forzata, come se si volesse far largo nella scena, dell'esplosione, del cadavere, dell'Arthur che -per salvarsi- si rannicchia e pensa ai francesi non come i nemici di sempre, ma come vittime -proprio come lui- ci riporta alla realtà dei fatti: insomma, stiamo pur sempre parlando della Seconda Guerra Modiale!

Prima di concludere, volevo comunicarti che non dovrebbe essere necessario, il punto fermo, dopo un punto interrogativo e/o esclamativo.


Detto questo, tu faccio i miei migliori complimenti, perché ho trovato il tutto realmente soddisfacente. Ah! La frase finale mi ha strappato un sorriso: sempre il solito inglese!
Probabilmente è una strana recensione, ma alla fin fine ti ho solo detto quello che mi' ha trasmesso la storia, senza critiche varie. Be', non ne vedevo la necessita.

A presto!
betacchi